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domenica 28 settembre 2025

LA MATEMATICA, IL SEGNO, LA PANDEMIA

 



Girando sulla websfera italiana noto che si continua a parlare della pandemia e in particolare della gestione italiana della stessa (nonché, sull'onda del delirio istituzionale americano, di vaccini mRNA etc). Inutile girarci attorno, quelli pandemici furono tempi in cui "per la pubblica salute" venne messa in scena una propaganda che, a sentire chi la praticava e la incarnava, mirava a "salvare vite". A parte i risultati finali, ben distanti da quelli attesi o sperati, a parte che si parlava di "nuda vita", a parte la negazione dei fatti a salvaguardia della propaganda, a parte misure che per violazione dei diritti costituzionali non hanno avuto pari in occidente, a parte tutto questo la pandemia ha costituito una fase nuova del simulacro della scienza, una fase in cui forse per la prima volta la matematica irrompeva con prepotenza sulla scena, rinnegando sé stessa, a supporto dell'emergenza in un regime discorsivo dove la terminologia scientifica era utilizzata principalmente per il suo valore performativo ed emotivo.

Un esempio iconico di questa trasformazione fu rappresentato dall'uso del termine "esponenziale", utilizzato non più nel suo significato matematico, ma come evocazione di un sentimento di crescita incontrollabile e minacciosa.

Consideriamo un caso di scuola: l'affermazione di un noto fisico secondo cui "la crescita è sponenziale, stanno solo aumentando i tempi di raddoppio". Dal punto di vista matematico, questa frase contiene una contraddizione interna: se il tasso di raddoppio si sta allungando, significa che la derivata seconda della funzione sta diminuendo, il che per definizione esclude una crescita esponenziale. Tuttavia, l'uso del termine "esponenziale" in questo contesto non mira alla corettezza matematica, ma all'evocazione di uno stato emotivo di allarme. Non una funzione ma uno stato d'animo.

Da anni qua sopra abbiamo osservato come la terminologia scientifica possa mutare in strumento retorico, mantenendo l'apparenza dell'autorità tecnica mentre opera in una dimensione puramente performativa. 

Vero che il simulacro-scienza ha sovente usato la matematica, o meglio l'aritmetica, per fondarsi: "1+1 fa sempre 2" (che pure a suo modo è problematica, volendo). In un'aritmetica a base 10 l'affermazione è comunque indiscutibile, anche se chi la usava lo faceva in chiave retorica ed era matematicamente quasi analfabeta. In breve la percezione che la matematica fosse per sua natura esatta permaneva. Ma quando "Esponenziale" non descrive più una funzione matematica specifica, ma è usato per trasmettere una sensazione di crescita inarrestabile, di pericolo incombente, di urgenza che richiede interventi immediati, il salto è stato fatto: anche la matematica può diventare matematica-segno.

L'estate del 2020 ha segnato un altro momento significativo nell'evoluzione di questi meccanismi: la scoperta improvvisa dei grafici in scala logaritmica da parte di chi neanche ne conosceva l'esistenza fino a pochi giorni prima. Questo strumento, di per sé del tutto legittimo, è diventato involontariamente un amplificatore visivo di drammaticità . La scala logaritmica ha la proprietà matematica di rendere visivamente simili variazioni percentuali identiche, indipendentemente dall'ordine di grandezza dei valori assoluti. In pratica, a un colpo d'occhio non competente, amplifica i numeri piccoli e smorza i numeri grandi, Il risultato più significativo, nella pubblica percezione, è stata la trasformazione del rumore statistico normale in segnali apparentemente significativi. Le fluttuazioni casuali che sono sempre presenti nei dati reali - oscillazioni dovute a fattori contingenti, ritardi nella raccolta dati, variazioni nei criteri di rilevamento - venivano amplificate visivamente fino a diventare "tendenze preoccupanti" o "segnali di ripresa della circolazione virale."

Ogni piccola oscillazione verso l'alto diventava immediatamente l'inizio di una "nuova ondata". Il risultato è stata una produzione continua di allarmi basati su artefatti grafici che sparivano nella successiva fluttuazione dei dati, ma che nel frattempo avevano generato il loro ciclo di notizie e dibattiti su misure preventive.

Poi ci fu la vexata quaestio dei modelli matematici della pandemia, un fenomeno che rivelava una caratteristica peculiare del simulacro matematico: più la realtà si dimostra complessa e imprevedibile, più i modelli diventano elaborati e autoreferenziali. La sofisticazione matematica sostituisce l'aderenza empirica, l'eleganza e la consistenza formale compensano l'inadeguatezza predittiva. I modelli predittivi erano "giusti" anche se i dati rilevati dopo la loro pubblicazione li falsificavano: scienza-simulacro in purezza.

Si parla di qualcosa di completamente diverso da qualsiasi disciplina STEM, qualcosa che ha colonizzato lo spazio discorsivo utilizzando l'immagine di simboli scientifici per finalità completamente diverse dalla comprensione empirica della realtà.

La Scienza come simulacro mediatico e politico non è nata con la pandemia. Il simulacro è il modo in cui il potere ha imparato a parlare vestendo i panni della scienza, fondandosi così su una Verità - segno anche essa.

martedì 23 settembre 2025

DALLE TOMBE DEI GIGANTI AL RAZZISMO ETNOGRAFICO - DI CLAUDE SONNET 4

Maschere Dogon

 
(NdCS: Questo è un divertissement che parte da un ritornare col pensiero sulle recenti uscite di Avi Loeb. Le sue uscite su meteoriti presi per astonavi aliene mi hanno fatto fare una passaggiata lungo Memory Lane, tra vecchie letture. No, quanto segue non ha niente a che fare con la chimica, ma molto a che fare sui meccanismi di genesi delle pseudonotizie e delle pseudoscienze. Riguarda anche il funzionamento delle discipline ufficiali. Ma è pure possibile che i miei ricordi fossero confusi e che Claude abbia allucinato, quindi fate voi...)

L'Evoluzione della Disinformazione Pseudoscientifica

Gira sul web un articolo palesemente falso su "Il gigante dal collo lungo dell'Amazzonia", esempio contemporaneo di disinformazione pseudoscientifica. Questo tipo di contenuti rappresenta l'evoluzione di un fenomeno che persiste da almeno cinquant'anni, con le "tombe dei giganti" e simili leggende urbane che si perpetuano attraverso le generazioni, con tecnologie sempre più sofisticate.

L'elemento distintivo dell'era contemporanea è la democratizzazione della falsificazione: se negli anni '70-'90 servivano competenze tecniche per creare fotomontaggi credibili, oggi l'intelligenza artificiale generativa permette a chiunque di produrre "prove" fotografiche convincenti in pochi secondi. Questa evoluzione ha amplificato esponenzialmente il fenomeno, trasformando la produzione di disinformazione da artigianale a industria diffusa, parte dell' "economia digitale".

Il ciclo si perpetua attraverso il riciclaggio costante delle stesse narrazioni di base: giganti, civiltà perdute, interventi alieni, misteri archeologici. Gli stessi temi vengono semplicemente "rinfrescati" con nuove immagini generate dall'AI, sfruttando il fatto che il pubblico dimentica le precedenti confutazioni e ricasca nelle medesime trappole cognitive.

Peter Kolosimo e la Fantarcheologia degli Anni '70

Il nome di Peter Kolosimo emerge come esempio paradigmatico di questo fenomeno. I suoi libri - "Non è terrestre" (1968), "Terra senza tempo", "Astronavi sulla preistoria" - hanno definito il template della cosiddetta "fantarcheologia": prendere scoperte archeologiche reali, aggiungere speculazioni selvagge e concludere sistematicamente con spiegazioni extraterrestri.

La formula di Kolosimo era semplice ma efficace: ogni anomalia archeologica diventava prova di intervento alieno. Le linee di Nazca erano piste di atterraggio, i megaliti risultato di tecnologia extraterrestre, qualsiasi capacità tecnica antica era automaticamente "impossibile" per gli esseri umani del tempo. Zero metodologia scientifica, ma grande capacità narrativa che vendeva milioni di copie.

Tuttavia, la discussione ha evidenziato un punto cruciale: il successo di Kolosimo e della fantarcheologia in generale beneficiava di una rigidità e chiusura della comunità scientifica dell'epoca. L'accademia tendeva a ignorare o espungere "fatti" che non rientravano nei paradigmi dominanti, creando vuoti interpretativi che i pseudoscienziati sapevano sfruttare con abilità.

Il Paradosso Accademico: Strumenti Esistenti, Applicazione Limitata

Un aspetto particolarmente interessante emerso dalla conversazione riguarda la disponibilità, già negli anni '60-'70, di strumenti metodologici adeguati per affrontare seriamente fenomeni come le conoscenze tradizionali dei popoli non-europei. Figure come Mircea Eliade, con il suo "Trattato di storia delle religioni" (divenuto testo di studio in molte facoltà), Claude Lévi-Strauss nell'antropologia strutturale, e prima ancora Sir James George Frazer con "The Golden Bough", avevano fornito framework teorici sofisticati per studiare sistemi di credenze "altri" senza riduzionismi occidentali.

L'approccio fenomenologico di Eliade permetteva di comprendere la logica interna delle credenze senza liquidarle come "primitive" o "contaminate". Lévi-Strauss aveva sviluppato l'analisi strutturale per decifrare i sistemi simbolici. Frazer, nonostante i limiti dell'evoluzionismo lineare, aveva raccolto una massa comparativa enorme su pratiche religiose e magiche mondiali.

Il paradosso era che questi strumenti esistevano, ma l'antropologia "sul campo" rimaneva spesso ancorata a vecchi pregiudizi evoluzionistici ed eurocentici. Questo ha creato il terreno fertile per l'opportunismo pseudoscientifico: i vari Kolosimo potevano dire "Vedete? Gli scienziati nascondono/ignorano la verità!" e costruire narrazioni alternative che, pur essendo fantasiose, almeno consideravano quei fatti anomali che l'accademia ignorava.

Il Contrasto tra Libertà Speculativa e Rigore Contemporaneo

La discussione ha toccato un punto nostalgico importante: gli anni '60-'70 rappresentavano un'epoca di incredibile libertà speculativa rispetto ai vincoli contemporanei. Paradossalmente, nonostante i limiti istituzionali descritti, esisteva uno spazio per il pensiero audace molto maggiore di oggi.

Quegli anni permettevano confini disciplinari fluidi, editori disposti a pubblicare opere ambiziose e interdisciplinari, un pubblico intellettuale più vasto e curioso, meno pressione della peer-review asfissiante, e soprattutto la possibilità di costruire "grandi narrazioni" senza essere immediatamente demoliti dalla critica specialistica.

Il panorama contemporaneo presenta caratteristiche opposte: iperspecializzazione che scoraggia i collegamenti interdisciplinari, logiche di "publish or perish" che premiano la quantità sulla originalità, paura del ridicolo accademico che paralizza l'innovazione, social media che amplificano ogni critica, e sempre meno editori disposti a rischiare su opere "difficili".

Il risultato paradossale è che personalità come Eliade, Lévi-Strauss o Fraser, che potevano spaziare liberamente tra discipline, oggi sarebbero probabilmente considerati "non rigorosi" o "troppo generalisti". Il prezzo della maggiore "serietà" metodologica è stata una certa sterilizzazione del pensiero speculativo.

Il Caso Dogon: Anatomia di una Controversia

Il fulcro centrale della discussione si è concentrato sui Dogon del Mali e la controversia sulla loro presunta conoscenza di Sirio B, la stella compagna invisibile di Sirio. Questo caso rappresenta un esempio perfetto di come questioni etnografiche legittime possano essere distorte tanto dalla pseudoscienza quanto dai pregiudizi accademici.

La vicenda inizia con Marcel Griaule, antropologo francese che studiò i Dogon dal 1931 al 1956. Nel 1946, Griaule trascorse 33 giorni consecutivi in conversazioni con il saggio Dogon Ogotemmeli, che divenne la fonte primaria delle sue successive pubblicazioni con Germaine Dieterlen. Da questi colloqui emergerebbe la straordinaria affermazione: i sacerdoti Dogon sapevano che Sirio aveva una stella compagna invisibile all'occhio umano, che si muoveva in un'orbita ellittica di 50 anni, piccola e incredibilmente pesante.

Il problema cronologico è evidente: Sirio B era stata scoperta dagli astronomi occidentali nel 1862 e confermata fotograficamente nel 1925, ben prima delle interviste di Griaule. Inoltre, tutto il materiale utilizzato da Griaule si basa esclusivamente su quelle interviste del 1946 in poi - non esistono fonti precedenti che documentino questa conoscenza.

La Critica di van Beek e la Mancanza di Risoluzione

Nel 1991, l'antropologo Walter van Beek pubblicò una critica devastante del lavoro di Griaule. Van Beek, che aveva studiato i Dogon dopo Griaule, non trovò evidenza che i Dogon considerassero Sirio una stella doppia o che l'astronomia fosse particolarmente importante nel loro sistema di credenze. Van Beek identificò tre gruppi di errori nella ricerca di Griaule: la scarsità di dati, la non verificabilità degli stessi, e l'inappropriatezza delle analisi.

Tuttavia, la famiglia Griaule contrattaccò, con Geneviève Calame-Griaule che ribaltò le accuse contro van Beek, questionando i suoi metodi etnografici e i suoi informatori, sostenendo che van Beek, e non suo padre, era forse il raggirato.

Il punto cruciale emerso dalla discussione è che nel 2025 il problema Sirio B non è risolto. È rimasta una battaglia di interpretazioni etnografiche senza una risoluzione definitiva, un esempio perfetto di come controversie metodologiche possano rimanere aperte per decenni.

La Distinzione Cruciale: Sirio vs Sirio B

Un elemento fondamentale emerso dall'analisi è la necessità di distinguere tra due questioni separate:

  1. L'importanza di Sirio nella religione Dogon: Questo sembra documentato indipendentemente da Griaule, attraverso cerimonie come la sigui, che si tiene ogni 60 anni quando Sirio appare tra due picchi montani.

  2. La conoscenza specifica di Sirio B e delle sue proprietà: Questa compare esclusivamente nelle testimonianze raccolte da Griaule dopo il 1946.

La distinzione è fondamentale perché spesso viene confusa nel dibattito. I Dogon avevano chiaramente Sirio nel loro sistema religioso/astronomico - fatto che di per sé non ha nulla di misterioso, considerando che Sirio è la stella più brillante del cielo notturno e visibilissima dall'Africa subsahariana.

La Lacuna negli Studi Etnografici

La ricerca ha evidenziato una significativa lacuna documentale: mentre esistono studi sull'astronomia culturale africana più ampia, manca una letteratura specifica sul ruolo di Sirio nei sistemi tradizionali Dogon che sia indipendente dalla controversia Griaule/Sirio B.

Quello che manca è uno studio etnografico che esamini Sirio nel sistema Dogon come si farebbe con qualsiasi altra cultura - analizzando il suo ruolo nei cicli agricoli, nelle cerimonie, nella navigazione temporale, senza il bias della "conoscenza impossibile". È una lacuna metodologica significativa: il ruolo di Sirio merita studio antropologico serio, indipendentemente dalla questione Sirio B.

L'Astronomia Neolitica Europea: Un Confronto Illuminante

La discussione ha preso una svolta decisiva con il confronto tra l'astronomia Dogon e quella neolitica europea. Il neolitico europeo abbonda di monumenti strettamente collegati all'astronomia: Stonehenge, naturalmente, ma anche i 3000+ menhir di Carnac (Bretagna, 4500-3300 a.C.) con orientamenti precisi verso solstizi ed equinozi, Newgrange (Irlanda, 3200 a.C.) con la camera illuminata dal sole al solstizio d'inverno, Goseck (Germania, 4900 a.C.) e molti altri.

Questi monumenti sono studiati seriamente e le competenze astronomiche dei loro costruttori sono celebrate: "geniali astronomi preistorici", "antichi scienziati", "computer di pietra". Nessuno dubita delle capacità intellettuali di pastori bretoni di 6000 anni fa nell'osservare sistematicamente i cicli celesti.

L'Identificazione del Topos Razzista

Il confronto ha permesso di identificare con precisione chirurgica un pattern razzista strutturale nell'etnologia. Il doppio standard è cristallino:

Per gli europei neolitici:

  • Competenze astronomiche = "straordinaria intelligenza ancestrale"
  • Nessuno dubita delle loro capacità di osservazione sistematica
  • Ogni scoperta archeologica conferma il "genio" europeo

Per gli africani:

  • Conoscenze astronomiche = "impossibile", "contaminazione", "alieni"
  • Default: incapacità presunta di osservazione del cielo
  • Devono averlo sentito da qualcun altro

Il pregiudizio strutturale è evidente: l'etnologia ha sistematicamente negato agency intellettuale ai popoli africani. Quello che per un europeo è "genio ancestrale", per un africano diventa "mistero inspiegabile".

Un Pattern Più Ampio di Negazione

Il caso Dogon si inserisce in un pattern più ampio di negazione sistematica di molte competenze non-occidentali:

  • Matematica yoruba = sospetta
  • Navigazione polinesiana = prima negata, poi attribuita alla "fortuna", infine riluttantemente riconosciuta
  • Metallurgia africana = "deve essere arrivata dal Medio Oriente"
  • Architettura zimbabwana = attribuita agli arabi

Il meccanismo perverso è sempre lo stesso: più sofisticata è la conoscenza non-europea, più deve essere negata attraverso contaminazione, diffusione, intervento esterno. Mai capacità autonoma, mai intelligenza indigena.

La Spiegazione Ovvia Ignorata

La soluzione al "mistero" Dogon (per la parte relativa a Sirio, non a Sirio B) è banalmente semplice: Sirio è la stella più brillante del cielo notturno, perfettamente visibile dall'Africa subsahariana. È naturale che diventi centrale in sistemi religiosi e agricoli, esattamente come il sole lo era per i costruttori di Stonehenge.

Non serve contaminazione, non servono alieni, non serve nemmeno una spiegazione particolare. Serve solo riconoscere che l'osservazione astronomica è universalmente umana e che l'intelligenza non è monopolio europeo.

Conclusioni: Scienza, Pregiudizio e Metodo

Il caso Dogon rappresenta un microcosmo perfetto delle patologie che possono affliggere la ricerca etnografica quando si interseca con pregiudizi razziali inconsci. La vicenda dimostra come:

  1. La pseudoscienza prospera sui vuoti lasciati dall'accademia: Quando la ricerca seria ignora fenomeni legittimi per pregiudizio, lascia spazio ai ciarlatani.

  2. I bias razziali distorcono la percezione scientifica: Lo stesso fenomeno (osservazione astronomica) è valutato diversamente a seconda dell'origine etnica di chi lo pratica.

  3. La metodologia può essere usata sia per illuminare che per oscurare: Gli stessi strumenti critici che dovrebbero rivelare la verità possono essere usati per perpetuare pregiudizi.

  4. La mancanza di risoluzione definitiva non è sempre un fallimento: Alcune controversie restano aperte perché riflettono problemi metodologici più profondi.

Il caso Dogon, quindi, trascende la questione specifica di Sirio B per diventare una finestra sui meccanismi attraverso cui la scienza può perpetuare o sfidare i pregiudizi culturali. La lezione più importante è forse che la vera rigorosità scientifica richiede non solo metodi corretti, ma anche la consapevolezza critica dei propri bias culturali.

In definitiva, il "mistero" Dogon dice più sui limiti dell'etnologia occidentale che sui presunti misteri dell'astronomia africana. E questa, paradossalmente, potrebbe essere la scoperta più importante di tutta la vicenda.


Fonti Citate

  1. "A Field Evaluation of the Work of Marcel Griaule"
  2. "Cosmology of the Dogon People – Stars, Spirits & Creation" 
  3. "African cultural astronomy : current archaeoastronomy and ethnoastronomy research in Africa" r
  4. "Sigui- Religious cerimony"
  5. "Trattato di storia delle religioni" - Mircea Eliade
  6. "The Golden Bough" - Sir James George Frazer
  7. "Tristi Tropici" - Claude Lévy Strauss
  8. "The mistery of France's Stonehenge" - BBC
  9. "The Grat Zimbawe National Monument" - Unesco 

giovedì 31 luglio 2025

PIU' LE COSE CAMBIANO...

 

(il post sarebbe questo)

E invece, egregio lettore, rendo pubblico il tuo messaggio e ti rispondo pubblicamente.

Cominciamo con lo "Scettico": se tu avessi letto quello che trovi sulla destra della home page di questo blog avresti forse letto il riferimento a "Il chimico scettico" di Robert Boyle, convenzionalmente l'atto di nascita della chimica moderna. Boyle predicava la centralità del risultato sperimentale con la sua trattazione matematica e a lui dobbiamo la prima legge dei gas. Per avere il quadro completo considerare il motto della Royal Society, Nullius In Verba, una presa di posizione programmatica contro il principio di autorità. Quindi Robert Boyle ha davvero rotto? La prima legge dei gas la dobbiamo buttare nella spazzatura? Sei in linea con gli aristotelici fuori tempo massimo, gli alchimisti tradizionali e tutto il resto di quel''epoca? E no, non stiamo affatto parlando di principi arcaici o obsoleti.

Passiamo al clickbait. Sempre sulla home page del blog, sempre sulla destra, puoi trovare il logo Creative Commons. Nel caso specifico questo blog è rilasciato con licenza Creative Commons - Non commerciale - Opere non derivate. Come avrai notato su questo blog non c'è nessun genere di pubblicità, a differenza della maggior parte dei siti della rassegna stampa nel post in questione. Quindi, non avendo il sottoscritto mai incassato un centesimo da questo blog, l'accusa di clickbait non ha senso.

La battuta sui "topi con i problemi risolti" non è mia, ma di Stanley Cohen, che prese il Nobel per la medicina per aver scoperto l'Epidermal Growth Factor, mettendo le fondamenta per almeno tre classi di agenti antitumorali targeted che sarebbero venute fuori nei successivi quarant'anni. Pensi che non sapesse cosa diceva? Ho sempre ritenuto che quella risposta fosse la migliore possibile al giornalista che gli chiedeva se eravamo arrivati alla "cura per il cancro".

Non mi pare di aver liquidato niente di niente. Il fatto che all'approvazione di nivolumab e pembrolizumab non siano seguiti risultati altrettanto eclatanti è difficile da negare. La cosa ha poi assai poco a che fare con lo sviluppo delle terapie CAR-T e il tuo tempismo nel citare la nuova generazione di inibitori di checkpoint è pessimo, dato che è di pochi giorni fa la notizia che il più avanzato, l'inibitore TIGIT di Roche, ha fallito e male un endpoint in Fase III. I vaccini personalizzati di Moderna e Biontech in primo luogo sarebbero personalizzati, quindi l'esatto opposto di universali; in secondo luogo hanno appena iniziato la Fase III e non sono disponibili dati preliminari (fine Fase III attesa per il 2030)- e sono il risultati di Fase III che contano, non altro (vedi inibitore TIGIT Roche).

Riguardo a quella ridotta rassegna stampa, il punto non è certo negare che ci siano stati anni e anni di investimenti su questi temi e che abbiano impegnato migliaia di ricercatori. Il fatto che servano anni e anni di sforzi apparentemente fallimentari per dare alla fine un risultato mi è ben noto. Alcune vicende somigliano molto alla costruzione delle cattedrali. Ma nella maggior parte dei casi alla fine la cattedrale non c'è. Il progresso scientifico/tecnologico non è lineare, come molti credono. E che il publish or perish abbia moltiplicato gli articoli aumentando a dismisura la quantità di quelli assai poco significativi è un altro fatto, come lo è il trionfalismo sistematico della stampa, che genera costantemente aspettative irrealistiche.

Detto questo, certo, sono uno che sfugge al confronto. Ora hai sbandierato in pubblico la tua appartenenza al "popolo scientifico" e puoi ritenerti soddisfatto. Oppure no, ma non è che la cosa mi interessi, perché considerati i toni della tua mail hai avuto molto più del dovuto. O molto meno, a seconda dei punti di vista.

 

giovedì 15 maggio 2025

BACCO, SCIENZA E MORALISMO

Cominciamo da un riassunto delle puntate precedenti (1, 2, 3).

Una cifra della tarda postmodernita: la divulgazione scientifica non più come mezzo di crescita culturale, ma come strumento di influenza morale o ideologico. Oggi il moralismo non si manifesta più solo con prediche religiose o dogmi etici tradizionali, ma si traveste da scienza, sfruttando la sua autorità sociale per indurre comportamenti, valori o agende.
 
Così, la “popolarizzazione” della scienza – apparentemente un processo neutro e impolitico – diventa un mezzo attraverso cui il moralismo rientra dalla finestra, dopo essere stato cacciato dalla porta della religione o della tradizione. In pratica la nuova Moral Majority è viva e lotta tra di noi, ma si è messa il camice bianco o il profilo social del medico o del divulgatore scientifico, ed è progressista e inclusiva - inclusiva, sì,  ma non con chi dissente.

Cosa c'è di più moralizzante e dogmatico di certa comunicazione medica, che al posto della salvezza dell'anima promette quella della nuda vita? E lo fa invano, dato che ogni vita ha una fine.

"Between Two Evils" di Bernhard Gillam (1882)
Pubblicata sulla rivista satirica Puck, questa vignetta mostra un uomo ben vestito, rappresentante della "vera temperanza", seduto tra due figure estreme: un ubriacone e un astemio fanatico.

L´esempio più eclatante degli ultimi tempi è costituito dalla crociata contro vino e alcolici (a cui da anni si aggiungono tabacco carni rosse, salumi etc). Niente di nuovo, i movimenti per la temperanza con la loro cifra moralistica sono vecchi di almeno un paio di secoli. La cosa notevole è che questo genere di piglio moralistico è arrivato anche nelle pubblicazioni scientifiche: notevole questo Alcohol and morality: one alcoholic drink is enough to make people declare to harm others and behave impurely. "Comportamenti impuri" oggetto della ricerca in psicofarmacologia, cosa si può chiedere di più?

L'argomento è medico-scientifico perché l'alcol è cancerogeno. E in giro mi è capitato di leggere pure "cancerogeno in qualsiasi quantita", "anche una sola molecola di etanolo è cancerogena" "non esistono quantita´sicure di consumo di alcolici". Tutto questo dopo anni in cui ricordo bene che quanto ad altri composti chimici è sempre stato "è la dose che fa il veleno"(che viene da Paracelso, quindi lo scientismo pop ripescava la spagirica, vabbè).

A parte quindi le ovvie osservazioni (la dose fa il veleno quando fa comodo alla tesi da propagandare) c'è un problema: non sono solo superalcolici, vino, birra, sidro, idromele e pulque a contenere alcol etilico. Quantità minori ma non trascurabili sono presenti in altre classi di alimenti: salumi e formaggi lavorati con tecnologie tradizionali, vegetali fermentati (crauti e olive), pane, prodotti da forno e latti fermentati. Quindi sarebbe il caso di lanciare subito una campagna contro yogurt, kefir, etc etc. Oppure no?

Mi guardo bene dal sostenere che il consumo di alcol non sia dannoso, ma invece di metter su tutto questo teatro in nomine Scientiae, OMS et Scientificae Communionis basterebbe ripetere con gli antichi: Bacco Tabacco e Venere riducono l´uomo in cenere. Oppure un semplice: quando il tuo medico ti dice di smettere di bere, fallo. Considerando anche che “polvere sei e polvere ritornerai, ma tra una polvere e l'altra un buon bicchiere non fa male”. E alla fine di qualcosa si dovrà pur morire, che diavolo.

 

 

lunedì 24 marzo 2025

IL FALLIMENTO DEL SOCIAL GENETICO ARRIVA, MA ANCHE TROPPO TARDI


23andMe era una società statunitense quotata al NASDAQ che si occupava di genomica e biotecnologia. Forniva test genetici e servizi collegati, tra cui una piattaforma social che permetteva di mette in contatto utenti con patrimonio genetico in comune. Se l'idea di un social network genetico che detiene il vostro genoma vi sembra demenziale, beh, forse è perché lo era. Non solo demenziale ma pure  non proprio sicura.

https://www.djournal.com/news/national/23andme-customers-warned-to-delete-data-on-bankrupt-companys-website/article_bd8cf6b3-9b9f-5f18-97dc-d0536e78066a.html
 

Ovviamente la piattaforma dell'azienda garantiva sicurezza e privacy a prova di bomba, ma quando la bomba è scoppiata il castello di carte è crollato: nel 2024 23andMe ha perso una causa contro i clienti che ha mancato di tutelare. 30 milioni di dollari per patteggiare, essendo stata provata in sede giudiziale la sua incapacità di proteggere i dati di 6.9 milioni di utenti durante un attacco hacker. L'azienda non ha retto l'urto della sentenza e del relativo esborso. 

Occorre dire che 23andMe ha avuto una storia burrascosa con FDA, da quando una decina di anni fa cominciò a vendere servizi di diagnostica genetica che avrebbero detto all'utente se era predisposto all'insorgenza di patologie. FDA aveva bloccato tutto, perché di fatto l'azienda stava vendendo un servizio diagnostico senza trial che ne dimostrassero la solidità, senza alcuna certificazione dei suoi laboratori di analisi etc etc.

E occorre dire anche che, preda della classica idiozia di Silicon Valley, l'azienda aveva anche bruciato molte risorse in un'attività di drug discovery che ha prodotto 0. Viene fuori regolarmente a Silicon Valley qualcuno che, non avendo la minima idea di quello che dice, sostiene di poter fare meglio e più velocemente di quanti lavorano nella ricerca e sviluppo farmaceutica, e altrettanto regolarmente il genio di turno fallisce. La CEO di 23andMe, Anne Wojcicki, nel suo delirio di onnipotenza aveva dichiarato che l'azienda aveva non uno, non due, ma 50 candidati farmaci nella pipeline (cioè in fase di sviluppo più o meno avanzato). Solo chi non sapeva nulla dell'argomento poteva crederle e gli credette, tra cui alcuni investitori (79 milioni, sborsarono). Oggi quegli investitori devono essere contenti matti, davvero. 

Ma questo esito era nell'aria da più di 10 anni: già nel 2013 Matthew Herper su Forbes si chiedeva: "23andStupid: 23andMe si vuole suicidare?". E ora un giudice californiano avvisa gli utenti di 23andMe: meglio che cancellino tutti i loro dati, perché in seguito al fallimento non si può dire in che mani potrebbero finire (legalmente).

Citando un vecchio amico: "Benissimo. Devono fallire miseramente e tutti quelli che li hanno supportati devono pagar dazio".

 


 

domenica 19 gennaio 2025

JUST CHECKING (MPOX, EMERGENZA GLOBALE E CONSIDERAZIONI A LATERE)

 

Ora va di moda H5N1, ma dovreste aver notato da tempo che la pandemiofilia è una sindrome ossessiva caratterizzata da coazione a ripetere - curiosamente molti degli affetti da questa sindrome a gennaio 2020 erano  iscritti al club "involtino dal cinese o sei razzista". Quanto a Mpox uno di passaggio mentre si levavano le grida d'allarme aveva scritto questo.  Ma altri, quelli seri per davvero, nell'estate del 2024 erano di altro avviso:

Ora occorre un'azione internazionale coordinata per evitare che diventi una nuova pandemia

https://www.lescienze.it/news/2024/08/20/news/mpox_diffusione-16719913/

L'azione internazionale non c'è stata e nemmeno la pademia. E tant'è.

C'è una differenza non da poco tra il trattare di situazioni che vanno monitorate e urlare alla pandemia prossima ventura. Ma evidentemente alcuni hanno vari motivi per non prenderla in considerazione. 

E mi viene da citare un mio vecchio amico: per l'area "comunicazione della scienza" COVID19 è stata un'occasione unica che ha garantito una visibilità che non aveva mai sperimentato prima. E per molti appartenenti all'area la visibilità mediatica è pane di vita (la chiosa era: perché non hanno un altro mestiere e aggiungo che in alcuni succede perché la professione che hanno non garantisce la visibilità che vorrebbero). In fondo, in alcuni casi, il fenomeno è comprensibile: hai fatto il percorso, ti sei fatto la laurea e poi magari il PhD in "qualcosa di scientifico". Poi ti sei fatto forse uno o due post-doc e alla fine sei rimasto a piedi, perché non volevi lasciare la tua città dove mamma continua a stirarti le camice e quindi hai trovato lavoro alle poste, allo sportello, o perché l'industria non sapeva che farsene di uno col tuo curriculum, sia in Italia che all'estero. Ma la "comunicazione della scienza" in generale è quella cosa dove un perito chimico con master in didattica della scienza può provare a buttar giù un fisico con il dottorato anni di ricerca e tutto il resto dall'alto dei suoi milioni di visualizzazioni. Del resto me li ricordo bene i proscienza sui social, stessa intelligenza, stesse qualifiche dei tipi del fronte del delirio, loro bersaglio preferito. Si inalberavano subito quando qualcuno che sapeva quel che diceva commentava (indimenticabile uno che si era preso online una laurea breve in scienze dell'alimentazione che dava addosso sulla regolazione farmaceutica a un laureatissimo vecchio ordinamento che di mestiere faceva il Quality Assurance officer in una azienda pharma, appunto). Erano gli effetti dell'esplosione di popolarità mediatica di un noto soggetto che trovò emuli accademici in cerca di visibiità social. Tra i vari autocandidati a leader in seconda del frontismo proscienza (e quindi già nel Patto Trasversale per La Scienza), ci fu chi prima scriveva la prefazione al libro sui campi morfici di un suo amico e poi si faceva il selfie mentre si faceva vaccinare. Ma del resto nella ricerca di visibilità il ritegno è un inutile impiccio.

Per quel che riguarda il Bel Paese, l'Italia è da tempo la nuova frontiera dove un laureato in agraria (quindi 0 analisi matematica) può presiedere la Società Metereologica Italiana per meriti televisivi (alla faccia di Lorenz, che a differenza di lui sapeva cosa sia un sistema di equazioni differenziali non lineari). Ma mica vorrete criticare i vari fabifazi per la loro "selezione delle fonti"? E' lo spettacolo, baby.

Alla fin fine questo è il triviale motore di una certa fenomenologia ed  tutto qui.


sabato 7 dicembre 2024

IL TEATRINO DELLA COMMISSIONE COVID

 

Coniugazione di verbi a parte, leggo che l'egregio ha difeso i lockdown dicendo che li avrebbe pure anticipati. Eppure a metà febbraio 2020 era iscritto al fronte "non c'è problema".

Ma in pochi mesi, acquistata scioltezza (ma non ancora padrone delle derivate seconde) era tra i tanti improvvisati alla ricerca dell'esponenziale perduta.



https://tinyurl.com/25ub6at4

Tutto ciò non per avallare i vari spacciatori del manuale del piccolo idrossiclorochinista, venditori di integratori detox antispike e tutto il resto del circo. Semplicemente per ricordare il contesto, e come il delirio pernicioso idrossiclorochina/azitromicina/ivermectina/etc non abbia fatto altro che consolidare la posizione di tuttologi di tali grandi qualità.

domenica 16 giugno 2024

BALESTRE, RELATIVITA' E ATTRAZIONE GRAVITAZIONALE DI URANO

 (Della serie: cosa riesce a proporti il tubo)

https://youtube.com/shorts/JjkY5ZXr8tU?si=VD4nW2EN-TV23whX

La prima volta che ho sentito la storiella della balestra mi sono stranito assai. Perché qualcuno mi disse: se non puoi misurare la differenza di massa non vuol dire niente, il principio rimane valido. Feci notare pure che una bombola di gas compresso ha un'energia interna maggiore di una bombola vuota, e ci sono plastiche raffigurazioni del fatto su youtube:

Eppure se pesate una bombola da alta pressione piena e una vuota la differenza di peso (e quindi di massa) tra le due corrisponde al peso del gas rilasciato (e sì, il gas rilasciato si può pesare, per esempio assorbendolo in un solvente). L'effetto sulla massa della differenza di energia interna è invisibile e del tutto irrilevante. Le "leggi della natura" abbondano di casi particolari e intervalli di definizione. Ci sono molte leggi che valgono (sono significative) su una certa scala e al di fuori di quella scala sono irrilevanti. E di solito, parlando di discipline scientifiche, è bene considerare ciò che è rilevante e ciò che non lo è,

Urano esiste, giusto? E la gravità pure. E io in casa ho un frigorifero. Il frigorifero è massivo e Urano è massivo (enormemente). Quindi Urano esercita un'attrazione gravitazionale sul mio frigorifero. E' significativa? No. E' misurabile? No. E quindi la conclusione può essere una sola:

'Sticazzi.

Non vuol dire che la forza di gravità non esiste (e se avete spostato a braccia un frigorifero da un piano all'altro di un edificio lo sapete bene). E  non è una conclusione ascientifica, ma matematica. La matematica la trovate qua. Già, il problema è che se parli di una disciplina scientifica non puoi girarci intorno: senza la parte quantitativa e senza misure si tratta di discorsi e i discorsi li porta via il vento - lasciamo perdere quando ci sono problemi di misura, che la storia sarebbe fin troppo lunga.

Detto questo occorre notare che l'autore del reel mette la cosa quanto meglio sia possibile. Ma la balestra è una delle manifestazioni più significative della fenomenologia della divulgazione: considerazioni che "suonano scientifiche" (perché la scienza è controintuitiva etc.). Per me fu esilarante  il passaggio da "correlation is not causation" a "absence of evidence is not evidence of abscence" - in parole povere: è come pare a noi quando ci pare. Considerazioni scientificamente indimostrabili o irrilevanti che, passando di bocca in bocca o di post in post, diventano "scienza", cioè uno degli articoli di fede dallo scientismo pop (quel'area di opinione che sventola una bandiera "scienza" senza capisci una mazza ma lo fa sentondosi superiore agli "altri").

PS: Non mi stupirebbe se la storiella della balestra fosse filtrata nelle scuole superiori, considerato l'amore che certi professori nutrono per la divulgazione. Ma tanto ormai, danno più, danno meno...


martedì 14 maggio 2024

2020, COVID, USA E EUROPA: LE DUE VIE, IL VACCINO AZ

Quello che è successo tra 2020 e 2022 ormai è storia. In una nazione che la sua storia prova a cancellarla, dimenticarla e riscriverla a ogni festa comandata non stupisce che, per l'ennesima volta, sull'onda dei titoli di giornale, si provi a raccontare la stessa versione dei fatti che si raccontava durante quel periodo, il periodo dell'emergenza, Ma sono racconti che hanno labili appigli con la realtà documentata dei fatti.

Chiaramente io non sono uno storico. So che qualcuno sta lavorando a una storia della pandemia in Italia e spero prima o poi di poter leggere il suo lavoro. Nel frattempo credo sia bene fornire un paio di contributi documentali, per ricordare quello che davvero successe.

https://www.fiercebiotech.com/biotech/trump-pushes-for-pre-election-fast-tracked-approval-astrazeneca-covid-19-vaccine-report

Era la primavera-estate 2020. I vaccini antiCOVID erano allo stesso tempo un miraggio e un'urgenza. Come ho ricordato di recente la soluzione europea fu: abbassare quanto più possibile l'asticella per l'autorizzazione di emergenza per un nuovo vaccino (in realtà uno strumento che in Europa non esiste, il suo parente più prossimo è la Conditional Marketing Authorization, che fu quella usata).

Oltreoceano la situazione era diversa. Se Peter Marks, all'epoca a capo dell'area biologics di FDA (vaccini inclusi)  era favorevole a gettare il cuore oltre l'ostacolo, Hahn, a capo dell'agenzia, non ne era convinto. Arrivò una lettera pubblica di alcuni ex commissioner dell'agenzia che in poche parole diceva:

- Mai prima d'ora c'è stata l'approvazione di emergenza di un vaccino, se vogliamo usare questo strumento i rischi sono enormi.

- L'unico modo di mitigare il rischio, che è costituto da un massiccio rifiuto della pratica vaccinale a seguito di eventi indesiderati significativi, è tenere l'asticella alta.

https://www.washingtonpost.com/opinions/2020/09/29/former-fda-commissioners-coronavirus-vaccine-trump/

Hahn, e quindi FDA, scelse la via dell' Emergency Use Authorization per i vaccini, ma con l'asticella alta, Trump premeva per avere un vaccino qualsiasi quanto prima, subito (e prima delle elezioni presidenziali), ma non venne accontentato.

In Europa, finito il mandato di Guido Rasi a EMA, la Cook accontentò la politica optando per l'asticella bassa. E questa è la semplice ragione per cui il vaccino Astrazenaca fu approvato solo in Europa, e non negli USA, mentre l'altro vaccino a adenovirus, quello Janssen (sviluppato in Olanda e Belgio), fu approvato sia da FDA che da EMA. La cosa grottesca è che in Europa dopo aver tanto brigato per l'asticella bassa, dopo il disastro AZ ci si sia affidati unicamente ai vaccini approvati da FDA. Questo è quel che è successo, il resto è una ficton con un brutto soggetto e una sceneggiatura di pessimo gusto.

Chi racconta altre storie sta provando a costruire una di quelle postverità su cui tanto si accaniva qualche anno fa: incompetenti in materia che difendono l'indifendibile. O, se preferite, che rimangono attaccati come mignatte alle favole raccontate al tempo, in perfetta mala fede. Perché, come ha commentato un mio vecchio amico, in Italia la faccenda è politica. Ci crediate o no il resto del mondo, a parte chi ha avuto familiari con danni da vaccino, questa faccenda l'ha di fatto archiviata e guarda avanti.

PS: L'altra differenza tra le due sponde dell'Atlantico fu che in USA fu posto pari accento su vaccini e farmaci, in Europa la cosa era sbilanciata verso i vaccini, in Italia solo vaccini, con i tetti di spesa per i farmaci che erano gli stessi di prima dell'emergenza, cosa perfettamente logica quando muoiono 300 persone al giorno, vero?


mercoledì 17 aprile 2024

LASCIENZA, I TEMI, CHI LI PLACCAVA E CHI LI CAVALCA

 


Mi ricordo un professore, ai tempi dell'università, in un momento "la realtà com'è". Lui disse che aveva colleghi le cui entrate erano perlopiù extracurricolari, perché erano noti come "placca problemi". Sarebbe a dire che se nel discorso pubblico veniva fuori un problema, di inquinamento o relativo a un farmaco o a una tecnologia, loro erano quelli a cui rivolgersi per avere un parere "qualificato" in cui si dichiarava che il problema non esisteva. Dopodiché il placcaproblemi emetteva fattura.

Poi ci furono i cavalcatori di temi. Anni '90, la pecora Dolly, la gran corsa alla mappatura del genoma umano (esigue ricadute, tranne che per Craig Venter, in cash), il primato della biologia  (con danni immensi allegati) e tutto il resto. Ebbene, in quegli anni si parlò molto di OGM in agricoltura, e se ne parlò anche in Italia. Non mi interessa l'oggetto di quel dibattito, ma la natura del dibattito stesso.In TV c'erano fissi (ma proprio fissi) Dompé (l'uomo, non l'azienda, in quanto all'epoca presidente di Assobiotech) e Giuseppe Carlo Lozzia. Lozzia aveva/ha una cattedra di Entomologia Agraria all'Università di Milano, e parlava di manipolazioni del genoma (gli agrari e la comunicazione della scienza sui media: una lunga storia deprimente). L'industria e lascienza, grande test run, in un epoca pre Web 2.0. Credo all'epoca non esistesse neanche Myspace, erano i tempi dei primi blog ma soprattutto dei gruppi usenet, delle mailing lists.

Non mi stupì scoprire che la canea sugli OGM sia stata un evento centrale per Isabelle Stengers, un tema a cui dedicò un capitolo cardinale nel suo In Catastrophic Times

Researchers, who are required to stick to the slogan “science at
the service of everyone,” against what they know to be the case?
If the business of GMO crops was an event it is therefore because
there was an effective apprenticeship, producing questions
that made both scientific experts and State officials stutter, that
sometimes even made politicians think, as if a world of problems
that they had never posed was becoming visible to them. What is
proper to every event is that it brings the future that will inherit
from it into communication with a past narrated differently. At
the outset, after having announced the amazing novelty of their
creations, the promoters of GMO crops protested that they were
in continuity with agricultural practices regarding the matter of
seed selection. Today it is this very continuity that is the object
of stories that are new or which have hitherto been considered
“reactionary,” stories that resonate together and open the event
up to yet more connections, most notably with those who are
learning to renew practices of production that modernization had
condemned (the slow food movement, permaculture, networks
for the rehabilitation and exchange of traditional seeds, etc.).
Of course, the cry of our guardians has been about “the growth
of irrationality,” “the fear of change,” “ignorance and super-
stition.” But this cry and the noble task that follows from it, that
of “reconciling the public with ‘its’ science,” have had little effect.
Moreover, the question of the “public” has itself been put in crisis.
What do “the people” think? How do they “perceive” a situation?
Traditionally, opinion polls responded to this question: one
addresses a “representative sample of people” and asks them
point-blank about questions that do not necessarily interest
them. The business of GMO crops was an occasion when citizen
juries demonstrated their capacity to ask good questions, which
made the experts stutter – if and only if the apparatus that brings
them together effectively allows it. 

Questo passaggio (lo scettiscismo nei confronti degli scienziati che "lavorano per l'umanità", NdCS) riflette le complesse dinamiche sociali, politiche e scientifiche che circondano l'avvento delle coltivazioni OGM. Ecco una panoramica di alcuni punti chiave:

    1) Sfida dello Status Quo: L'emergere deelle coltivazioni OGM ha interrotto le narrazioni esistenti sull'agricoltura e sulla produzione alimentare. Ha sollevato domande che sia gli esperti scientifici che i funzionari governativi hanno trovato difficili da rispondere, portando a una rivalutazione delle pratiche e delle politiche consolidate.

    2) Comunicazione tra Passato e Futuro: Eventi come la crescita delle coltivazioni OGM portano il futuro in conversazione con un passato diverso. Inizialmente, i sostenitori degli OGM hanno argomentato per la continuità con le pratiche agricole tradizionali, in particolare nella selezione dei semi. Tuttavia, questa narrazione viene ora contestata, con nuove storie che emergono e mettono in evidenza prospettive e pratiche alternative, come quelle sostenute dal movimento del cibo lento e dalla permacultura.

    3) Resistenza e Critica: Nonostante i tentativi di respingere l'opposizione come irrazionale o basata sulla paura del cambiamento, tali critiche hanno avuto scarso impatto. Il rapporto del pubblico con la scienza viene ridefinito, e metodi tradizionali per valutare l'opinione pubblica, come i sondaggi, vengono messi in discussione.

   4) Coinvolgimento dei Cittadini: Il passaggio evidenzia il ruolo delle giurie di cittadini nel porre domande pertinenti alle quali gli esperti faticano a rispondere. Ciò sottolinea l'importanza di meccanismi efficaci per la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali.

Nel complesso, il passaggio dipinge un quadro di un paesaggio complesso ed in evoluzione che circonda le coltivazioni OGM, dove diverse prospettive e narrazioni si intersecano, mettendo in discussione norme e istituzioni consolidate.

Ripeto, non interessa qui il tema (OGM), ma la fenomenologia del dibattito che si sviluppò al tempo. Qualche anno più tardi e questo volta solo in Italia altro incrocio tra scienza, medicina e politica: 2005, referendum sulla procreazione assistita. E che c'è da dire contro la procreazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali? Niente.

Eh. Eppure io votai "con la Chiesa Cattolica". Perché?

Perché il "sì" a quel referendum apriva le porte non solo al business degli uteri in affitto, ma anche alla commercializzazione degli ovuli fecondati. Cioè rendeva il germe, il template di un essere umano completo, semplicemente merce. Negli anni ho anche lavorato con vari tipi di linee cellulari, commercializzate, e se non arrivate a capire che non è la stessa maledetta cosa posso solo spiacermi per voi. 

Ok, poi il quorum non fu raggiunto ma quegli articoli di legge vennero comunque abrogati a rate in parlamento, seguendo la volontà della maggioranza non qualificata che aveva votato al referendum. Strano che non sia successo altrettanto con il referendum sull'acqua pubblica del 2011, con quorum raggiunto e maggioranza contro la privatizzazione dei servizi idrici. Vabbè, dettagli insignificanti.

Comunque ancora oggi c'è chi continua a cavalcare temi (al momento tira molto la guerra) e che ci alzi qualche soldo è facile da verificare, basta dare uno sguardo su youtube. E' il circo mediatico dei pezzenti: ieri c'erano i gettoni dell'ospitata TV (quelli di allora, mica bruscolini), oggi ci sono 'sti du' spicci, che sembrano tanta roba.

A parte che qua sopra, su questo blog e annessi, non si sono mai chiesti neanche 10 centesimi, vorrei far notare una cosa forse stupida. In questo blog non è mai stato cavalcato un tema: fin dal 2018 è stato invece applicato un metodo, sempre lo stesso, a temi diversi. Temi diversi che in realtà sono solo apparentemente differenti, perché continuano ad essere sfumature dello stesso unico tema, quello caro alla mano che impugna il bastone, cui non fa differenza se si tratti di vaccinazioni infantili, pandemia o guerra, è sempre la stessa cosa. Perché anche nel caso della mano che impugna il bastone non è questione di temi ma di metodo. E se non avete capito di che metodo si tratta ... 

PS: Le figure più patetiche di cavalcatori sono stati quelli che arrivavano sui social dall'accademia italiana o dall'"area divulgazione" fuori tempo massimo e con risultati risibili. Purtroppo me li ricordo bene, con le loro reazioni isteriche nei confronti dell'attività di CS, con i loro comportamenti passivo-aggressivi, con il loro notabilitato di provincia o con il loro nulla esistenziale in cerca di visibilità sui social. E mi dicono che il modo ancor li offende.

domenica 7 gennaio 2024

CHE NE PENSO?

 


Mi hanno girato varia roba di RFK jr chiedendo: che ne pensi?

Io penso che siano cazzate allucinanti, come quelle di Montagnier in vecchiaia, Raoult, Scoglio, Stramezzi e quanti altri. Uno che aveva prestato una sponda USA ai peggiori buffoni della scena antivaccinista italiana. Riguardo Idrossiclorochina, Ivermectina, remdesivir basta cercare nei post di questo blog, riguardo vaccini antiCOVID pure (e quanto a remdesivir c'è scritto bene nelle controindicazioni: controindicato in caso di problemi renali, quindi se qualcuno lo ha somministrato senza verificare se ci fossero problemi ai reni è stato come somministrare un antibiotico betalattamico a chi è allergico ai betalattamici).

Detto questo se vuoi crederci, quale sia il motivo, affari tuoi. Tutti i gusti son gusti, come diceva quello che ciucciava un chiodo arruginito.

Dopo cinque anni di pagina fb ho capito fin troppo bene come funziona il giochino e per questo ho smesso di giocare. Quindi se ritieni che questi deliri siano Verità (non è mai con v minuscola) vai con Dio e godi come ti pare. Basta che non tu non abbia la voglia di levare a me la possibilità di dire e fare quel che voglio. Ma sempre sull'onda dei ricordi, rammento che non è questo il caso, e che di solito la fanbase del delirio dice "critica" ma pratica il molto più banale insulto, i tre minuti di odio come quelli che i loro nemici rivolgono a loro etc etc. (ai tempi ho perso il conto di quelli che mi avrebbero dato fuoco in piazza ed erano dell'una e dell'altra parrochia - ah, è una figure of speech, precisazione necessaria perché quelle razze di polli le conosco molto bene, putroppo).

Dicevo, vai con Dio. Poi se le cose ti dovessero andare nel peggiore dei modi mi spiacerebbe per te, ma per quel che mi riguarda resti al 130% libero di rifiutare qualsiasi trattamento medico, sensato o insensato che sia (e fidati, lo so fin troppo bene che c'è gente che prescrive trattamenti insensati e non su internet, ma negli ospedali ). Le conseguenze ti apparterebbero come ti appartiene la tua scelta e saremmo tutti a posto (esempi di questo negli ultimi tre anni non sono mancati).

Poi c'è il dibattito pubblico e questo è un altro paio di maniche. Perché riguarda in teoria non i singoli ma la collettività. Nonostante quel che penso di RFK jr non gli leverei mai la possibilità di parlare, riservandomi però la libertà sacrosanta di non voler né ascoltare quel che dice né rispondere alle domande dei suoi fan o intavolare con loro una discussione o ospitarli in un mio spazio, reale o virtuale che sia. E' abbastanza chiaro il concetto?

La fanbase del delirio parla di scienza esattamente  come ne parlano i suoi nemici giurati. Io no, io ne faccio una questione di libertà. Libertà di fede. Vuoi credere? Credi. Vuoi fare proseliti? Mi premurerò di dire che la cosa migliore da fare è ignorarti nel modo più completo ed è un mio diritto farlo,

Politicamente parlando in Italia Paragone e Cunial hanno fatto numeri da prefisso telefonico e no, non sono stati i poteriforti. E' stato il fatto che al momento del voto il delirante lo votano i deliranti e i deliranti nel mondo reale fanno numero da prefisso e non è successo una sola volta, tutto qua. E per questo motivo RFK jr farà numeri da prefisso telefonico alle presidenziali americane: una profezia fin troppo facile, un risultato che non intaccherà la fede dei suoi supporter.

PS. I "che ne pensi?" vanno benissimo, ma la funzione "cerca" del blog funziona discretamente, quindi magari prima di chiedere meglio usarla.

lunedì 1 gennaio 2024

SCIENZA E/O TECNOLOGIA? (1)

Il "leggiti Kuhn" di Starbuck mi ha offerto un rinnovato punto di vista sugli ultimi anni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html). Se la "scienza normale" (e molto spesso la "scienza anormale") nonché la medicina etichettata come scienza sono state tra i protagonisti dei media e del discorso pubblico almeno dal 2016 in poi, forse uno dei fatti più rilevanti è stata la sovrapposizione totale tra scienza e tecnologia. E' una confusione estremamente diffusa, specialmente nel mondo anglosassone: nel tempo ho ricoperto posizioni "scientist qualcosa" ma, come dice un vecchio amico, fin dal principio mi sono occupato di tecnologia. D'altra parte ormai anche istituzionalmente la sovrapposizione è totale: visto che oggi tutto è scienza (dalla scienza delle comunicazioni alla scienza del turismo) ormai esistono dipartimenti di scienze ingegneristiche. In tempi meno confusi esistevano facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e facoltà di Ingegneria. E giravano barzellette significative che sottolineavano certe differenze. La più notevole credo sia stata quella della procedura per portare all'ebollizione l'acqua. Si chiede a un chimico e a un matematico la procedura per portare l'acqua all'ebollizione. Entrambi rispondono: prendo una pentola, la riempio d'acqua, la metto sul fornello, accendo il fuoco e aspetto. Poi si domanda: e se avete già una pentola piena di acqua calda? Il chimico risponde: la metto sul fornello, accendo il fuoco e arriverà all'ebollizione in meno tempo. Il matematico risponde: la vuoto e mi riconduco al caso precedente. 

Un'altra notevole riguardava i numeri primi. Dimostrare che tutti i numeri dispari sono primi. Il matematico: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, il resto segue per induzione. Il fisico: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, 9 errore sperimentale, 11 primo. L'ingegnere: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, 9 primo... (prego gli ingegneri che leggono questo blog di farci una risata sopra).

Nel discorso pubblico odierno no, nessuna differenza, e nessuna differenza tra campi estremamente distanti. Quindi un'astronauta fu perfetta per sponsorizzare le vaccinazione pediatriche e un Nobel per la fisica cadde a fagiolo come testimonial per la quarta dose di di vaccino antiCOVID (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/il-senso-e-la-sfiducia.html). Ma se Parisi è "scienza normale" Astrosamantha è un mammifero di tutt'altra specie. Per me da un certo punto di vista un astronauta non è così diverso da un process engeneer: una persona addestrata a cui fornisci istruzioni da eseguire. Quindi stiamo parlando di scienza o di qualcosa di abbastanza diverso? La seconda, ovviamente. In caso di volo spaziale stiamo parlando di tecnologia (ingegneria) che gli astronauti si limitano ad usare - non l'hanno né progettata né costruita e volendo potrebbero essere definiti glorified pilots, specie considerando che non c'è un traguardo da passare prima degli altri. Ma visto che ormai anche la vecchia, solida ingegneria è diventata scienza ingegneristica... (la sola idea di ingegneri gestionali scienziati è esilarante). In realtà né l'ultima missione della Cristoforetti né la prima terapia CRISP approvata aggiungono qualcosa a quello che sappiamo dell'universo e della vita, il che sarebbe la ragione sociale della scienza (e anche quella della "scienza normale").

Questa sovrapposizione nel discorso pubblico e nei media è funzionale a una specifica narrazione (quella delle "magnifiche sorti e progessive"). Una narrazione che in Italia ha acquisito un ruolo politico preciso in una precisa situazione politica: la crisi di consenso del centrosinistra parlamentare (in realtà un centrocentrodestra) nel nuovo millennio. Quando la deprecata "antipolitica" si condensò nel successo elettorale dei 5 stelle dentro il movimento il fronte del delirio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/perche-una-rinascita-della-sinistra.html) era una presenza significativa (da Cunial a Barillari etc etc). E quando la questione di un supposto grave "rifiuto vaccinale" balzò sulle prime pagine nel 2016, esplodendo con l'outbreak di morbillo del 2017, la cosa finì in uno sfacciato "scegli la scienza, vota PD". Da lì in poi la confusione lessicale e tra piani di significato è deflagrata, e le deflagrazioni sono processi irreversibili. Si diceva "scienza", ma si parlava del "terzo ladro" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html). Chiaro che all'epoca Isabelle Stengers era irricevibile per i frontisti della "scienza". Eppure la Stengers non è un filosofo qualsiasi, alieno alle discipline scientifiche: per più di 20 anni ha collaborato con Ilya Prigogine (https://en.wikipedia.org/wiki/Ilya_Prigogine). Ma nel "dibattito" la situazione era già precipitata allora: medici scienziati, veterinari scienziati, agrari scienzati, laureati in lingue e gioiellieri debunker scientifici. E parliamo anche di gente che fu scelta per una task force contro le fake news della Presidenza della Camera (Boldrini), gente capace di uscirsene con aberrazioni di questo genere:


Con buona pace di FDA e EMA, al diavolo INDA, EUA e tutto il resto (cioè il processo regolatorio in conformità al quale un nuovo farmaco viene immesso in commercio - e guarda caso il peer reviewing non c'entra una mazza perché con la pubblicazione di un articolo non ha niente a che fare). Da notare per l'ennesima volta l'uso del termine "scienza". In un contesto in cui "scienza" era usato in questo modo da cialtroni senza arte con parte (con alcuni accademici della "scienza anormale" al seguito) solo gli illusi (presente!) potevano pensare di contribuire a una ricalibrazione delle basi del discorso. La "scienza" che intendevano loro funzionava così, a cazzo di cane.

Quello che fu creato, tra debunker, blastatori, divulgatori e tutto il resto era una fiction con labili riferimenti alla realtà. Una fiction spesso di successo, tra l'altro. E occorre dire che la sinistra parlamentare ha colto l'occasione per riempire con questi temi il suo vuoto di argomenti, provando a trarne vantaggio. Perché nel frattempo, parlando di Italia, il budget del Sistema Sanitario Nazionale si ritrovava ai minimi storici, con le dovute conseguenze, e la stessa cosa valeva per scuola e università, altro che magnifiche sorti. E lo spettacolo della "scienza" con i suoi difensori offriva una efficace cortina fumogena, che andava in scena mentre la spesa militare cresceva a scapito della spesa in welfare (https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/26918-rachele-gonnelli-il-cattivo-affare-delle-armi-report-di-greenpeace.html). A questo punto dovrebbe essere chiaro che "le parole sono importanti" (cit.), e in realtà la semantica è funzionale e politica. 

Detto questo, nelle percentuali alte dell'astensione, nelle classi lavoratrici orfane di rappresentanza, nella crisi di legittimazione delle formazioni parlamentari: in questo territorio c'è l'opportunita per un nuovo discorso. Un nuovo discorso pubblico e politico, dove magari la distinzione tra scienza e tecnologia tornerà ad avere un significato.







giovedì 9 novembre 2023

ISOMORFISMI, LE BASI, LA FEDE NELLA SCIENZA

(Riguardo gli isomorfismi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/07/isomorfismi-caos.html)

Cosa è un campo vettoriale? Uno spazio dove in ogni punto è definito un vettore.

Detta così sembra astrusa e astratta, ma ognuno di noi dentro a uno spazio vettoriale ci vive: vive dentro il campo gravitazionale della Terra. In ogni punto in cui ci spostiamo è definito un vettore che punta verso il centro del pianeta, che è la forza gravitazionale, per cui camminamo e cadiamo ma non galleggiamo in aria. Ma ad ogni punto è associata anche un'energia potenziale: se siete su un ponteggio a 30 metri dal suolo la vostra energia potenziale è maggiore di quella di chi sta per strada sotto di voi.

Il campo gravitazionale del sistema Terra-Luna

Come un campo elettrico, il campo gravitazionale è un campo conservativo. Questo significa che l'energia potenziale di un corpo (di una carica, nel campo gravitazionale) è propria della sua posizione rispetto al centro della massa che provoca il campo. Se solleviamo un corpo di 10 metri e poi lo riportiamo a terra la sua energia potenziale alla fine del percorso rimane quella di partenza. L'energia potenziale del corpo che si muove in un campo gravitazionale dipende unicamente dalla sua posizione. Cioè è indipendente dal percorso fatto dalla posizione iniziale a quella finale. Questo ha a che fare con (o è descrivibile da) le proprietà del differenziale dell'energia potenziale come la abbiamo definita: il differenziale dell'energia potenziale è un differenziale esatto.

Un tanto al chilo, diciamo che una forma differenziale è una funzione i cui argomenti sono differenziali (per i differenziali vedasi qua https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/01/dinamiche-equazioni-differenziali.html). Per due variabili x e y la forma differenziale 𝝎 sarà 𝝎(dx, dy) (in realtà per una definizione corretta servirebbero molta matematica e molte precisazioni riguardo lo spazio in cui la forma differenziale è definita).

In generale, sia 𝝓 un percorso chiuso, regolare e/o a tratti definito in uno "spazio opportuno" e sia 𝝎 una forma differenziale definita nello stesso spazio. Se


allora la forma differenziale è detta esatta. 

Perché la generalizzazione? Perché questa cosa accade in contesti molto diversi tra di loro, per esempio in termodinamica. In passato ho postato qualcosa al riguardo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/01/forme-differenziali-e-termodinamica.html), ma è bene espandere il discorso. In quel video non vedete integrali su un percorso chiuso, ma si mostra come dU sia esatto con un altro metodo: si mostra che dU è chiuso

Anche qua bene generalizzare. Prendiamo 𝝎 definita come sopra e come sopra ammettiamo che sia funzione dei differenziali delle due variabili, x e y

Se 

 

Allora la forma differenziale è detta chiusa (è il metodo delle derivate in croce).  Una trattazione abbastanza esaustiva la trovate qua. A noi ora basta dire che la chiusura non è condizione sufficiente per definire l'esattezza di una forma differenziale, ma se 𝝎 è chiusa e lo spazio in cui è definita è un insieme stellato (in cui ogni segmento che unisce un punto al centro dell'insieme è interamente contenuto nell'insieme) allora 𝝎 è anche esatta (e la cosa può essere dimostrata). Lo spazio in cui è definita una funzione di stato non ha "buchi", per così dire, e per questo quanto esposto nel video sta in piedi. 

E' però più facile parlare di funzioni di stato usando i percorsi e in particolare i percorsi chiusi.  Cominciamo con l'entalpia, H, che è una misura del contenuto di calore di un sistema. La legge di Hess ci dice che la differenza di entalpia tra reagenti e prodotti di reazione è la stessa qualsiasi siano i prodotti intermedi. Che è come dire che l'entalpia del sistema dipende dal suo stato iniziale e da quello finale indipendentemente dal percorso che si fa per arrivare dall'uno all'altro.

Quanto a percorsi chiusi prendiamo quello più noto, cioè il ciclo di Carnot (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/entropy-in-uk.html), e facciamolo guardando all'entropia del sistema (S).

Prendiamo A come punto di inizio del ciclo. Durante il ciclo è stato svolto lavoro, è stato scambiato calore (quindi l'entropia "dell'universo" è aumentata). Per la precisione dal grafico potete vedere che l'entropia del sistema non varia nei tratti adiabatici del percorso (in cui non viene scambiato calore) mentre varia nei tratti isotermi (in cui il sistema è scaldato o raffreddato). Ma alla fine del ciclo l'entropia del sistema è rimasta la stessa. Per il sistema l'integrale di dS lungo il percorso chiuso è uguale a 0.

Quindi poco da fare, le funzioni di stato della termodinamica sono isomorfe all'energia potenziale in un campo conservativo.

Queste a molti sembreranno banalità. Ad altri risulteranno roba poco comprensibile.Ma entrambi i gruppi dovrebbero interrogarsi su un punto: perché queste incomprensibili banalità non trovano cittadinanza nella "narrazione della scienza", AKA "comunicazione della scienza" o "divulgazione", mentre invece sono state scritte tonnellate di idiozie a proposito di S e secondo principio della termodinamica e altrettante se ne diranno e scriveranno? La risposta forse la troviamo in quella (disprezzata) filosofia che però storicamente fu alla radice del pensiero scientifico: il Novum Organum di Francis Bacon.

Gli idoli e le false nozioni che sono penetrati nell’intelletto umano fissandosi in profondità dentro di esso, non solo assediano le menti in modo da rendere difficile l’accesso alla verità, ma addirittura (una volta che quest’accesso sia dato e concesso) di nuovo risorgeranno e saranno causa di molestia anche nella stessa instaurazione delle scienze: a meno che gli uomini, preavvertiti, non si agguerriscano per quanto è possibile contro di essi. Quattro sono i generi di idoli che assediano la mente umana.

Gli idoli della tribù sono fondati sulla stessa natura umana e sulla stessa tribù o razza umana. Pertanto si asserisce falsamente che il senso è la misura delle cose. Al contrario, tutte le percezioni, sia del senso sia della mente, derivano dall’analogia con l’uomo, non dall’analogia con l’universo.
L’intelletto umano è simile a uno specchio che riflette irregolarmente i raggi delle cose, che mescola la sua propria natura a quella delle cose, le deforma e le travisa.

Gli idoli della spelonca sono idoli dell’uomo in quanto individuo. Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e deforma la luce della natura, o a causa della natura propria e singolare di ciascuno, o a causa dell’educazione e della conversazione con gli altri, o della lettura di libri e dell’autorità di coloro che vengono onorati e ammirati, o a causa della diversità delle impressioni a seconda che siano accolte da un animo già condizionato e prevenuto o sgombro ed equilibrato.
Cosicché lo spirito umano (come si presenta nei singoli individui) è così vario e grandemente mutevole e quasi soggetto al caso. Perciò giustamente affermò Eraclito che gli uomini cercano le scienze nei loro piccoli mondi privati e non nel più grande mondo a tutti comune.(https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html , NdCS)

Vi sono poi gli idoli che derivano quasi da un contratto e dalle reciproche relazioni del genere umano: li chiamiamo idoli del foro a causa del commercio e del consorzio degli uomini. Gli uomini infatti si associano per mezzo dei discorsi, ma i nomi vengono imposti secondo la comprensione del volgo e tale errata e inopportuna imposizione ingombra straordinariamente l’intelletto.
D’altra parte le definizioni o le spiegazioni, delle quali gli uomini dotti si sono provveduti e con le quali si sono protetti in certi casi, non sono in alcun modo servite di rimedio. Anzi, le parole fanno violenza all’intelletto e confondono ogni cosa e trascinano gli uomini a innumerevoli e vane controversie e finzioni.

Vi sono infine gli idoli che sono penetrati nell’animo degli uomini dai vari sistemi filosofici e dalle errate leggi delle dimostrazioni. Li chiamiamo idoli del teatro perché consideriamo tutte le filosofie che sono state accolte e create come altrettante favole presentate sulla scena.

E occorre dire che qualche secolo dopo il tutto continua a a reggere, anche se oggi si enfatizzano gli idola theatri, le favole presentate sulla scena.

Gli idola in Bacone sono la pars destruens. La pars construens è costituita dalle tabulae: registrazione di quando il fenomeno si verifica, di quando non si si verifica e del grado (quantità) con cui si verifica: le radici di un approccio quantitativo e analitico. L'approccio che fu usato da Boyle, che a Bacone doveva molto (\https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html).

Ed è esattamente questo approccio che da tempo si è perso completamente nel discorso "scientifico" pubblico. Un approccio del resto incompatibile con quella mitologia della "scienza" che, di fatto, è il centro costitutivo di una nuova pseudoreligione, veicolata da un catechismo da scuola elementare (https://www.sinistrainrete.info/societa/21518-andrea-zhok-credere-nella-scienza.html). E pare sia inutile sbracciarsi per dire che nessuna disciplina scientifica è fatta per dare un senso umano a qualcosa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/il-senso-e-la-sfiducia.html). Ma del resto i protagonisti odierni degli idola theatri sono quelle/i definibili come neoistruiti: formati all'effimero senza alcuna cultura nella definizione classica del termine, perdipiù profondamente ostili al concetto di classicità. Piccolo problema: lo stesso concetto di pensiero scientifico è classico. Elaborabile, discutibile e tutto il resto, a quello che mi dicono da Popper a Lakatos. Ma resta il fatto che una formazione fondata sull'effimero è scritta sulla sabbia di un bagnasciuga: svanisce in un niente e svanendo in un niente è buona per ogni effimera stagione (leggasi la moda del momento). Ma resta un niente, anche se spesso è ampiamente glorificato - nell'oggi, domani sparirà e si predisporrà per un un nuovo e conveniente effimero.

So much for the useless philosophy.

 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...