martedì 31 marzo 2020

COVID-19: C'E LA FORSYTHIA, E NON L'HANNO TIRATA FUORI I COMPLOTTISTI (PLAQUENIL ETC)



Chi ha visto "Contagion" si dovrebbe ricordare la Forsythia, la cura pubblicizzata dal blogger complottaro che scatena code e assalti alle farmacie. E che non funziona.

Ebbene, COVID-19 ha la sua forsythia, e almeno qua da noi non è stata tirata fuori sui social da un guru complottista, bensì dalla medicina ufficiale e dai suoi ufficialissimi influencer.
In questo video https://www.youtube.com/watch?v=mVBfCzDWxPQ&feature=youtu.be&fbclid=IwAR3F6J_OkO7E45R0DpensCzzbUFNmYzFviKaTu1HT08tX5e4NoYRG5y4OKE il Professor Pierluigi Viale dell'università di Bologna si produce in uno sperticato endorsement dell'uso dell'idrossiclorochina con i suoi colleghi pure ammettendo che non esistono prove della sua efficacia o dell'efficacia del suo uso preventivo. E nonostante ciò valuta la somministrazione "a nastro" alla
popolazione per contenere l'infezione.
Abbiamo visto che l'attività in vitro contro SARS-CoV-2 è decisamente bassa e del tutto insufficiente a consigliarne l'uso. Ma si dice che si accumula nei polmoni, nessuno ha un'idea precisa di quale possa essere il suo meccanismo complessivo di funzionamento e, chissà ci potrebbe essere sempre il fattore metabolita magico infinitamente attivo.
Quindi l'unica sono i risultati dei trial clinici. Didier Raoult, il gran guru della clorochina. ha prodotto due studi manipolando oculatamente il campione perché i risultati fossero quelli che voleva (https://forbetterscience.com/2020/03/26/chloroquine-genius-didier-raoult-to-save-the-world-from-covid-19/).

Ma ora c'è un nuovo studio cinese, con braccio di controllo, che ottiene l'attenzione di Forbes. Lo studio è questo: http://subject.med.wanfangdata.com.cn/UpLoad/Files/202003/43f8625d4dc74e42bbcf24795de1c77c.pdf
Le dimensioni del campione sono all'incirca le stesse del campione nel primo studio di Raoult e:
"On day 7, COVID-19 nucleic acid of throat swabs was negative in 13 (86.7%) cases in the HCQ group and 14 (93.3%) cases in the control group (P 0.05)."
Il gruppo trattato con idrossiclorochina indistinguibile dal ramo di controllo sulla base della carica virale (sparita in circa il 90% dei casi in 7 giorni con o senza trattamento).
Se i valori in vitro dicono "poco da fare" e i risultati clinici sono invisibili, traete le vostre conclusioni, pur essendo vero che lo studio è di piccole dimensioni e tutto il resto.

Nel frattempo la Francia, che si era buttata a corpo morto in "clorochina per tutti" fa marcia indietro: tre morti per probabili effetti collaterali del farmaco (https://www.lepoint.fr/sante/exclusif-coronavirus-plusieurs-cas-mortels-d-usage-de-la-chloroquine-en-france-30-03-2020-2369285_40.php)



lunedì 30 marzo 2020

COVID-19: LA SCELTA DI NON AGIRE



Ieri i decessi da COVID-19 in Italia hanno superato i 10.000 .
Una soglia psicologica importante. Un numero abnorme. Un decimo delle tombe a Redipuglia, uno dei luoghi più agghiaccianti che io abbia mai visitato.

Come sono state gestite le cose dal presente governo (e dai partiti che lo appaggiano e dai loro amministratori locali) tra l'allarme globale OMS e e Codogno si sa, si è visto: non si è fatto praticamente niente.
Questo articolo del fatto quotidiano, la cui sostanza è riassunta qua (https://www.affaritaliani.it/politica/coronavirus-il-ministero-della-salute-sapeva-tutto-3-mesi-fa-ma-non-si-agi-662141.html?ref=rss&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter), mostra quello che mi sembrava improbabile: sin dal 5 gennaio il governo italiano sapeva di una "polmonite da eziologia sconosciuta" in Cina (lo sapeva il Minsan, lo sapeva ISS etc). E la cosa era condannata a restare sulla carta perché... perché sì (la vera epidemia è il razzismo, abbraccia un cinese, etc). Io non ho dato credito alla storia che l'intelligence USA avesse avvertito il governo italiano a fine dicembre (https://www.ilmessaggero.it/politica/coronavirus_italia_fox_news_governo_sapeva_rischio_pandemia-5120957.html). Ma poco importa: il 5 gennaio il governo sapeva delle polmoniti atipiche e decise di non fare niente.
La scelta dell'inazione e del mettere avanti il "gioco politico" (la sopravvivenza del governo) alla salute pubblica ha avuto come risultato quello che sentiamo e viviamo tutti i giorni.
Quindi qualsiasi invito a non polemizzare, a fare fronte comune è pura semplice malafede.
E l'assenza l'inconsistenza e l'incoerenza di iniziative a livello di ministero della sanità non poteva che essere la logica conseguenza di questo atteggiamento di base.
Questo è dietro alla comunicazione di Palazzo Chigi: la scelta che le cose facessero il loro corso e i loro morti.
Morti che a questo giro però non potevano essere seppelliti nelle pagine della cronaca locale dei quotidiani.

Qualcuno dirà: mica si poteva fare niente... No. Almeno alle mascherine FFP3 si poteva pensare. Almeno a quelle. E a un piano pandemico.


domenica 29 marzo 2020

COVID-19: MANOVRE ANTIBUFALA E DANNI COLLATERALI (SERI)


Sulla discesa dell'ondata epidemica prolifera il rumore.
Quello su un servizio vecchio di cinque anni di TG Leonardo è del tutto inutile (a parte che non è, pure se fosse? Serve a qualcosa?).

Altro bersaglio sono i trial su avigan. Bersaglio anche giusto volendo, da un lato, dall'altro in condizioni del genere tutto fa, anche un "non generico" cinese perché l'originatore non lo fornisce.
A parte la storia del video etc avigan non è il più peregrino dei trattamenti a cui si può pensare (Kaletra lo è molto di più e anche Plaquenil se la cava bene). Certo i migliori mezzi a disposizione sono remdesivir e tocilizumab, ma la disponibilità è limitata (fortunatamente si sono aggiunti gli inibitori JAK, come prospettiva)




Comunque gran fervore di sbufalamento su avigan. Tanto fervore. Pure troppo. Perché se per sbufalarlo arrivi a dire "gli antivirali non funzionano, l'unica speranza è il vaccino" sei già andato di fuori. Ma c'è di peggio.
"Favipiravir/Avigan è un farmaco che inibisce la RNA polimerasi virale, inducendo rapida mutagenesi nei virus esposti (e quindi, con questo meccanismo, riducendone la letalità). In realtà, proprio questo tipo di meccanismo di azione (denominato “mutagenesi letale”, ove si intende che sia letale per il virus), causa anche resistenza, portando all’emersione ceppi virali mutati in grado di tollerare il composto."
Questo passo è da un articolo di blog riportato integralmente dal sito medico più cliccato della rete italiana.
Avete letto bene? Non favipiravir, ma la stessa inibizione di RdRp porterebbe alla veloce propagazione di ceppi virali mutati.

Sapete cosa è Nonstructural protein 5B (NS5B)? Una proteina del virus dell'epatite C. E' la sua RNA polimerasi RNA dipendente.
Alla fine del 2013 FDA approvò sofosbuvir, inibitore di NS5B.
E all'improvviso l'epatite C diventò curabile. A distanza di sette anni lo è rimasta, nel senso che non è emersa una quota significativa di mutazioni del virus resistente ai nuovi farmaci disponibili.
Questa uscita su "inibizione di RdRp mutagena" pare sia intesa solo per avigan, ma suona assai diversa: a leggere pare che l'inibizione di RdRp sia deleteria in sé.
La migliore speranza per il trattamento di COVID-19 che abbiamo nel campo degli antivirali è remdesivir, e remdesivir è un inibitore di RdRp.
A questa cosa si aggiunge un post di MF in cui si fa "spettacolo" con foto di un saggio fenotipico su Plaquenil (idrossiclorochina) quando è già stato ripetutamente pubblicato il suo EC50 (4 uM, decisamente peggio degli 1.4 uM della clorochina https://www.elsevier.com/__data/assets/pdf_file/0007/988648/COVID-19-Drug-Therapy_Mar-2020.pdf ).
Poi si ripete la cosa in TV e va a finire che, sul nulla, si ottengono titoli tipo "Coronavirus, Burioni annuncia in TV: abbiamo testato il Plaquenil utilizzato contro la SARS e funziona"(https://www.cronachedellacampania.it/2020/03/coronavirus-burioni-annuncia-in-tv-abbiamo-testato-il-plaquenil-utilizzato-contro-la-sars-e-funziona/) oppure "Plaquenil, idrossiclorochina vaccino per il Coronavirus? Il virologo Roberto Burioni annuncia primi risultati di uno studio: “Efficace se usato prima e dopo l’infezione”.(https://www.ilsussidiario.net/news/plaquenil-idrossiclorochina-vaccino-coronavirus-da-usare-prima-e-dopo-infezione/2003191/).
Al che uno si chiede: ma a quale diavolo di gioco si sta giocando?

I CHINOLONICI? NELLA TROTA

Iridea o salmonata, per la trota era prevista la determinazione dei chinolonici.
Per il pesce di allevamento vale lo stesso principio in uso per pollame e sopratutto conigli (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/antibiotici-1-pasta-sul-coniglio.html).
Sulfamidici per l'allevamento dei conigli, chinolonici per l'acquacultura dei salmonidi.
Motivo per cui il mio consumo di salmonidi si è azzerato da tempo.
Eppure il salmone affumicato, e non solo, mi piace molto. A chi non piace?

Kipper scozzese, quanti ricordi

Parlando di pesce, e pesce affumicato, quello più popolare è sempre stato l'aringa.
Pesce povero, pescato, non allevato. La sua pesca motivò la fondazione di Copenhagen, Amsterdam e Great Yarmouth. Commercialmente affine al merluzzo (AI merluzzi). Salata e affumicata trovò la sua via per il mediterraneo, come la trovò il merluzzo, essiccato o salato. Il merluzzo da noi fu stoccaffisso e baccalà. L'aringa fu affumicata ed essicata o salacca, affumicata e salata.
E' una di quelle cose che parla dei rapporti tra mediterraneo e mare del nord. Rapporti fatti di invasioni e scorrerie vichinghe e normanne, ma anche di commercio, cibo, cultura.
Da un punto di vista alimentare non mi sono mai trovato a disagio, nei paesi nordici. Mi è sempre bastato puntate sul pesce, fosse stato fish and chips o una ciotola di chowder (https://en.wikipedia.org/wiki/Chowder), fosse stato kipper comprato sui banchi del mercato di un porto a nord della Scozia o un filetto di haddock con verdure e salsa consumato in ottima compagnia in un pub scandinavo dall'atmosfera calda, con scaffali pieni di libri alle pareti.
Descrivete un chowder ad un napoletano o a un siciliano e vi guarderà con disgusto. Pesce cotto con il latte, e con formaggio aggiunto? Eresia!
A un veneto la cosa non sembrerà strana: in una regione di baccalà alla vicentina e baccalà mantecato grassi animali e pesce essiccato e poi ammollato non fanno una strana accoppiata.
Del resto da Napoli vedi Capri e il Vesuvio, dalla laguna puoi vedere le alpi innevate. Prospettive differenti.

Dicono che gli omega 3, di cui sono ricchi i pesci dalle carni più oleose, facciano bene. Il famoso olio di fegato di merluzzo ne era ricco, per fare un esempio, e ha conosciuto un uso molto diffuso nella prima metà del 900. Mi hanno sempre detto che fosse disgustoso. D'altra parte avendo lavorato su acidi grassi poliinsaturi coniugati ne ho ancora presente l'odore, penetrante e vagamente disgustoso.
Per come sono fatti sono indubbiamente scavenger di radicali liberi, ossia dei famosi ROS (Reactive Oxigen Species). Ho sempre trovato relativamente dubbio il loro beneficio alimentare - quello che si mangia attraversa il nostro stomaco, non esattamente un ambiente povero di H+, per cui è abbastanza improbabile che molecole del genere lo attraversino intatte.
Ma d'altra parte, essendo grassi, sono largamente favoriti quanto ad uptake cellulare, ovvero facilmente assorbiti dalle cellule. In ogni caso le evidenze quanto a certi benefici latitano (https://www.cochrane.org/news/new-cochrane-health-evidence-challenges-belief-omega-3-supplements-reduce-risk-heart-disease)

Detto questo, torniamo all'aringa.
L'aringa o salacca, con una mezza pagnotta, era il pranzo di chi lavorava nei campi (Toscana, ancora nella prima metà del 900). Il kipper è una cosa nordica e soprattutto scozzese.
La buon'anima di mia nonna prendeva la salacca intera, la eviscerava, la spellava, sfilettava e poi metteva sottolio. I salacchini (più piccoli) li metteva interi. La cosa funziona anche con filetti e aringa intera, ma l'aringa intera è più dolce, quindi l'aggiunta di cipolla giova.
Personalmente preferisco il kipper (nella foto), che qua da noi si divide in due e poi si vende come filetti.
Potete prendere i filetti, affettarli, farli andare per poco in olio, poi aggiungere polpa di pomodoro, altri 15 min, poi panna, e cuocere fino a giusta densità aggiungendo poco pepe e, se piace, una spolverata di cannella, aggiustando il sale. Salsa per una pasta corta, preferibilmente all'uovo. La classica cosa a cui non si accompagnano vini bianchi, ma un rosso, magari abbastanza leggero. 

COVID-19: OFF LABEL RAZIONALE E MENO RAZIONALE





COVID-19: L'OFF LABEL RAZIONALE E I SUOI RISULTATI

JAK, alias Janus Kinase: piuttosto popolare ancora una quindicina di anni fa in oncologia, sembrava un bersaglio promettente. L'esplorazione dell'albero delle chinasi aveva già dato risultati rilevanti in oncologia: EGFR, VEGFR, BCL-ABL, RAF/BRAF (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/i-passi-avanti-della-farmacologia.html)
Invece l'inibizione JAK ha dato risultati prevalentemente nell'area delle patologie autoimmuni, artrite reumatoide in primis.
Quando sono venuti fuori i primi risultati con tocilizumab era abbastanza chiaro che un inibitore JAK avrebbe potuto funzionare allo stesso modo.
Il perché lo vedete nell'immagine: invece di "spegnere" il recettore si blocca il "segnale" che rilascia all'interno della cellula.
Per pietà, nessuna replica di studiatissimi che arrivano alzando il ditino a dire "E' infiammazione, non è reazione immune", Chiamatela come vi pare, è questo, quello che vedete nell'immagine.




REGOLAZIONE FARMACEUTICA E EMERGENZA 2 - IL LIVELLO E' QUESTO


Che poi, se uno si chiede com'è possibile, le risposte le trova pure: Il livello è questo, propro questo qua. Far prescrivere ai medici di famiglia terapie che non funzionano:
Il NJEM è ormai questione abbastanza vecchia:

e non fa che confermare quello che era ovvio per chiunque ne capisse qualcosa: i farmaci anti HIV non funzionano su COVID (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-gli-antiretrovirali-non.html )

Ora vi renderete conto che il "non disturbare il guidatore", "pensiamo a combattere uniti questa guerra" e via dicendo è piatta retorica tesa a distogliere dai danni di questo tipo di gestione. "Eh, ma gli AntiRetroVirali li sta testando anche OMS". E con questo? Cambia qualcosa? Continuano a non funzionare. Ma viene il sospetto che lo sappiano, e lo sappiano molto molto bene...


DA TWITTER: COVID-19, UN MINITHREAD

#covid19italia il grillismo sanitario ereditato da Speranza
l'idea eccellente di Ascierto era: con tocilizumab è off label, non sperimentazione, e invece niente (al di là dei problemi di scorte)

questo preciso off label messo al guinzaglio come sperimentazione dal ministero col decreto Cura Italia del governo (su parere CTS AIFA? probabile, leggendo in giro)

mentre l'off label generalizzato di anti HIV, clorochina, idrossiclorochina etc va benissimo, si faccia pure
tanto sono generici, mica c'è dietro Big Pharma.



Nell'immagine il commento di uno studente di medicina piuttosto sveglio che mi segue, e si parla dell'associazione Lopinavir-Ritonavir, cioè degli anti HIV per AIDS. i numeri tradotti per chi non parla la lingua significano: il trend posivo sulla mortalità se c'è è meno che esiguo, ed estremamente incerto. Il link è qua https://www.aifa.gov.it/-/aggiornamento-sui-farmaci-resi-disponibili-per-covid-19-al-di-fuori-delle-indicazioni-terapeutiche .

PPS: remdesivir, tocilizumab, inibitori JAK sono tra i trattamenti disponibili o di vicina disponibilità i più promettenti (e con un solido razionale): sono tutti farmaci evoluti, sviluppati in questo millennio o in questo decennio. Appartenenti a classi terapeutiche diverse, sono tutti espressione di quel che si chiama "lo stato dell'arte". E in due casi si tratta di piccole molecole. Sarebbe bello se problemi nuovi e complessi come la pandemia COVID-19 fossero risolvibili con vitamine, decotti d'erbe, vecchi generici, ma non è così. Sarebbe ancora più bello se i molti si rendessero conto che per fortuna abbiamo strumenti evoluti e utili, e dell'immane quantità di lavoro che è servita a svilupparli.

sabato 28 marzo 2020

LA PICCOLA COREA DEL NORD EST (MA SENZA IL GRANDE FRATELLO)



Zaia non mi sta simpatico. Dalle uscite sui pipistrelli alla rincorsa di pulsioni securitarie, fino al voler cavalcare al volo la vicenda avigan, non mi piace.
Ma in questo eccellente articolo Cristina da Rold fotografa il modello veneto di gestione dell'epidemia, e stando ai dati disponibili è ad oggi il migliore del nord (nessun ospedale collassato).
Il tutto basato su quella politica "quanti più tamponi possibili" che è stata presa a bersaglio da quasi tutti, e non piace all'OMS. Ma è la politica alla base del modello coreano del sud, abbinata con un controllo digitale dell'individuo che non risparmia nessuno.
C'è chi vorrebbe in Italia una gestione Cina+Corea (lockdown militare E controllo capillare degli individui ma niente tamponi a tappeto).
La piccola Corea del nord est invece potrebbe offrire un esempio di gestione ottimale dell'epidemia, andando contro quel che si dice delle prescrizioni OMS, contro il ministero e i grandi nomi della comunicazione medica. https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/03/24/43572/?fbclid=IwAR2mFzTZMkmZ1vbq4STFvBToEolmekCjr3GRhIcDevLcg3NqJvxcaaimtmQ

venerdì 27 marzo 2020

L'INNOVAZIONE FARMACEUTICA FA SCHIFO




Quanti sanno che dal 2012 l'influenza grave è curabile con una singola endovena che ti ripulisce dal virus?
Quanti sanno che l'epatite C prima del 2014 non era curabile? E chi sa cosa è successo nel 2014 per capovolgere la situazione?
(Ovviamente i lettori storici di questa pagina lo sanno)
Nell'autunno 2014 la notizia non fu "L'epatite C è diventata curabile". La notizia fu "un farmaco contro l'epatite C costa un'esagerazione".
Era vero, che costava un'esagerazione. Ma quale stato avrebbe mai messo sul piatto i circa due miliardi di dollari necessari allo sviluppo clinico? Nessuno. Chi li ha messi, quei soldi? Banche e finanza. E secondo voi chi c'era dentro con il capitale quando nel 2014 sofosbuvir fu approvato si accontentò di meno del 20% di ritorno sull'investimento? No di certo. Rendimenti più bassi si ottengono con investimenti molto meno rischiosi.
Sì, perché la ricerca e sviluppo farmaceutica è un'attività altamente rischiosa e molto costosa, con chance di successo dell'ordine del 10%.
Per questo piace sempre meno. 

Non piaceva ad Sir Andrew Witty, l'allora CEO di GSK, una decina di anni fa, quando parlò di fine del modello blockbuster (blockbuster è un farmaco che fattura una miliardo o più all'anno). Il fatto che dopo 10 anni di ristrutturazioni della propria ricerca mondiale GSK non aveva tirato fuori un ragno dal buco non c'entrava nulla, ovviamente. In effetti quando qualcuno di loro ci riusciva (vedere Tykerb) prima disperdevano il gruppo di ricerca, seguendo la dottrina (idiota) che nella sua vita un gruppo non può avere successo più di una volta,
e poi neanche riuscivano a vendere il prodotto "perché non avevano capacità commerciale in oncologia" (GSK ha finito per cedere la propria oncologia a Novartis, ricevendo in cambio i loro vaccini). 

Inciso, parlando fuori dai denti: l'insostenibilità del modello blockbuster era predicata verso il 2010 da chi aveva ri-ri-ri-ri-ristrutturato le ricerche o da chi dopo un passato glorioso "trattava i ricercatori come funghi" ("leave them in the dark and feed them shit").

Non piace alla finanza (https://www.fiercepharma.com/financials/car-t-and-other-gene-therapies-may-not-be-sustainable-businesses-for-pharma-analyst). Salveen Richter, analista di Goldman Sachs, in una nota agli investitori, indicava Gilead come esempio di una azienda che che aveva sofferto finanziariamente per aver curato i pazienti. Il successo del franchise epatite C dell'azienda, che include gli ormai ex megablockbuster Sovaldi e Harvoni "ha gradualmente esaurito la popolazione dei pazienti trattabili", diceva, e il cash flow era calato.

Non piace neanche a certi MBA (Master In Business and Administration) che lavoravano per una delle poche multinazionali con un modello di business reasearch oriented. Kelvin Stott, portfolio manager di Novartis, parlava di corda a casa dell'impiccato, prevedendo per questo anno, il 2020, l'azzeramento del ritorno sull'investimento nella ricerca farmaceutica (https://www.linkedin.com/pulse/pharmas-broken-business-model-industry-brink-terminal-kelvin-stott/)

Non piace alle ONG, che da sempre fanno la guerra ai prezzi dei farmaci, in modo anche grottesco.(https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/02/epatite-c-medecins-sans-frontieres-vs.html).

Non piace a molti medici, perché viene dall'industria farmaceutica. Le polemiche sui costi dei nuovi antitumorali sono una nota costante, e quelle sulla loro inefficacia pure (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/nuovi-farmaci-oncologici-e-benefici.html). Uno come Vinay Prasad s'è fatto un nome andando contro l'industria farmaceutica, spesso con argomenti surrettizi (sviluppare un nuovo farmaco non costa certo una cinquantina di milioni) e recentemente con uscite in tono (non ci saranno antivirali efficaci contro COVID-19.

Lungi da me difendere l'industria farmaceutica nel suo insieme: diverse grandi negli ultimi 15 anni hanno avuto performance penose, alcune hanno collezionato class action e multe per un totale di miliardi per pratiche scorrette.

Ma in giro c'è una corrente di pensiero che partendo da giuste e sacrosante considerazioni sul conflitto di interesse in medicina, poi insiste sul tema della sostenibilità...
E magari alla fine si diventa fan di Vinay Prasad, e si sposa l'ideologia delle ONG: farmaci a basso costo e accessibili, abbasso l'industria - che è come dire: uova gratis per tutti, abbasso le galline.

Quindi tutti quelli che parlano di "Salvare vite" la dicono a metà: manca sempre "Ma solo a prezzi modici".

CI FOSSERO STATI INCENTIVI; LA CURA PER COVID-19 ERA GIA' LI'



"Se ai ricercatori farmaceutici fossero stati offerti incentivi adeguati a metà anni 2000, probabilmente ci sarebbe stato un farmaco disponibile per COVID-19 oggi" (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00888-7?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=62eef63063-briefing-dy-20200326&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-62eef63063-44112225)

Ah, non si parla di accademia. Se ve lo ricordate l'accademia ha prodotto poco o niente (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/01/antivirali-contro-i-coronavirus-come.html).
Si parla di industria farmaceutica, visto che nel 99% dei casi i farmaci vengono da lì.
L'articolo merita la lettura, ma traduco un passo chiave:
" Gli economisti lo chiamano fallimento del mercato. Senza prospettive chiare di ricavi dall'investimento in farmaci per future epidemie, la maggior parte delle aziende si focalizzano su potenziali blockbusters. Questo è il motivo per cui i settori pubblico e privato devono lavorare assieme"

L'autore fa l'esempio di collaborazioni tra aziende e associazioni, ma a parte rare eccezioni abbiamo ben visto come l'approccio NON funzioni. Anche perché il più delle volte si tratta di iniziative straccione che portano a niente: caso eclatante la TBC. Otsuka ha fatto un eccellente lavoro con delamanid. TBC Aliance in 20 anni ha prodotto solo pretomanid, farmaco con un profilo peggiore che è stato usato per ottenere da Otsuka prezzi più bassi (meccanismi che incentivano da matti, vero?).

No, serve lo stato. Gli USA hanno le loro idee su ciò che è strategico, e la collaborazione che porterei ad esempio è quella che in risposta all'epidemia AH1N1 del 2009 portò allo sviluppo di peramivir IV (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/lo-stato-e-lo-sviluppo-farmaceutico-un.html),

Però sistemi sanitari come quelli europei attuali non sono interessati a nuovi farmaci, ma di base solo a nuovi farmaci sostenibili (cioè economici, molto economici o estremamente economici).
Per questo il tedesco che era andato a Wuhan non aveva in mano niente (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00190-6).


giovedì 26 marzo 2020

DENUNCE E OSCURAMENTI, IL RITORNO DEL BULLSHIT DEATH MATCH


DENUNCE, OSCURAMENTI, BOOMERANG

Che PTS avesse in mente di questi tempi di fare qualcosa contro l'infodemia mi è apparso chiaro con la vicenda Sgarbi.
Video virale con una sequela di boiate, ne è stata chiesta la rimozione. Non mi è sembrata una vicenda rilevante. Il video di Sgarbi avrà anche avuto più di un milione di visualizzazioni, ma non è che dopo la sua pubblicazione c'erano un milione di violazioni della quarantena, o centomila (e sfido a mettere in correlazione video e denunce per la violazione delle norme vigenti).
Ma qua sopra non si fa in tempo a parlare di ritorno del bullshit death match, et voilà, è di nuovo 2017, PTS contro Montanari. Un deja vu pauroso.
Come andò tre anni fa?
Eh... tre anni fa fu l'innesco della polarizzazione sulla faccenda vaccinale, e venne dato il la per la creazione della mitologica figura dei nanocosi perseguitati dal potere.
Effetto boomerang clamoroso, che si pensò di contrastare evocando ogni tre per due azioni della magistratura (che andando a memoria non furono prese se non in un paio di casi)

E a questo giro si ripete, con l'aggravante, quanto a effetto boomerang, di tirar dentro la denuncia Byoblu, il canale complottaro più seguito in Italia (perché limitarsi a creare un martire, quando ne puoi creare due?).

Inutile che io ripeta quel che penso di Montanari? Forse no: un pataccaro nato che non ha alcun interesse a cambiare ramo (nanopatologia=ircocervologia, sugli effetti del nanoparticolato lavorano patologi senza che ci fosse bisogno di creare una pseudodisciplina usata unicamente come brand per vendere conferenze ed attirare donazioni).
Ma avendo di recente vissuto una vicenda di oscuramento, come non ho esultato per la chiusura di pagine fb tipo quelle collegate a Casa Pound, per una questione di principio, ritengo questa iniziativa molto più pericolosa della ritrovata visibilità del nanocoso. Una faccenda di democrazia, per metterla rasoterra.

IL RITORNO DEL BULLSHIT DEATH MATCH


Cos'è che viene riportato a galla dalle piene (e dalle epidemie)?
Indovinate.
Ne consegue che il solito gruppetto di soliti noti ha trovato l'occasione per ricominciare la sua produzione (di minchiate), e che questa roba ha iniziato a circolare, avvalendosi anche dell'occasionale convergenza (!) con fonti ufficialissime e certificatissime. E spesso, qui e altrove, mi arrivano domande su queste cose.
Qua un veloce elenco.

1) E' solo un'influenza, anzi, un raffreddore

L'influenza fa decine di migliaia di vittime, molte più di COVID-19.
Su questa cosa c'è stata convergenza tra medicina ufficiale che più ufficiale non si può (Gismondo) e la corte dei miracoli, con D'Anna in testa.
Il paragone con l'influenza è sballato
le migliaia di morti per influenza sono una stima, il cosiddetto eccesso di mortalità, le morti "certificate" per influenza (meno di 300, in questa stagione) non sono morti direttamente e unicamente collegabili all'influenza ma decessi di pazienti ricoverati positivi al virus influenzale, esattamente lo stesso criterio usato per il coronavirus. Facendo il paragone tra dati paragonabili, in un mese COVID ha fatto più di dieci volte i morti dell'ultima stagione influenzale. I decessi per influenza registrati con questo criterio li vedete nel grafico dell'immagine, fonte ISS/Epicentro.



2) L'inquinamento

Che in zone dove l'inquinamento è maggiore la gente abbia i polmoni messi peggio e che quindi COVID-19 possa avere un decorso peggiore è abbastanza ovvio.
Ma il virus che "coagula" sulle particelle di PM10 e così viaggia e si diffonde no, per pietà. Anche perché, come velocemente osservato da Starbuck, c'era chi sperava nelle piogge (che abbattono PM10) per vedere un calo di contagi, invece con le piogge i casi sono aumentati.
Ma il virus che viaggia via PM10 ignaro di confini e limiti di zona di quarantena è un cavallo di battaglia della corte dei miracoli, nanoaggeggi in testa, come della ricerca medica e accademica 
Ovviamente nessuno l'ha mai visto o rilevato, il virus adsorbito su PM10, ma questi sono dettagli. Dov'è finita "correlation is not causation"? Passata di moda.

3) Il delirio

Quando pensi che la situazione dell'infodemia sia pessima, c'è sempre margine di peggioramento. E cos'è venuto fuori?
Dalla frazione più schizzata in circolazione è uscita la tesi "Le campagne vaccinali in Lombardia hanno provocato l'epidemia di COVID-19", accompagnata dal solito pacchetto di articoli capiti al contrario e altri con correlazioni che tali non sono (quelle tipiche, con il Confidence Interval largo come un'autostrada a sei corsie).
Occhio, malocchio, prezzemo, finocchio, antinfluenzale e antimeningococco e hai il coronavirus made in Lombardia, oppure dilagato in lombardia dopo esser stato sintetizzato in un laboratorio (cinese, o americano, o boh, magari anche alieno... sì, moccolone, ho avuto pure uno scambio non abbastanza corto con uno che ha tirato fuori i rettiliani).
L'unica reazione ad uscite di questo genere può essere: meno social e più rehab. Vorrei capire da dove origina questa bestialità ma non ci sono ancora riuscito.

4) I nomi

Montanari, Gatti, Bolgan, D'Anna: hanno deciso di riavviare la loro bullshit machine, cogliendo l'occasione della pandemia, per ritrovare visibilità. Qualsiasi cosa esca da loro è pura deiezione taurina, perché questa è la loro ragione sociale, e hanno uno sparuto gruppo di affezionati clienti che quello vogliono, quello chiedono: tossici dell'informazione funzionale.
Quindi non chiedetemi "che ne pensi di questo?" linkando un loro post o un loro video o qualcosa dei loro accoliti (i fulminati cronici dispersi in giro per la rete). Se il marchio di fabbrica è quello, il prodotto è quello: minchiate, minchiate purissime. E di tempo per discutere delle uscite di professionisti della minchiata e casi umani assortiti non ne ho.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...