mercoledì 29 aprile 2020

FAUCI: REMDESIVIR SARA' LO STANDARD OF CARE


Questa dovrebbe essere una buona notizia. Sicuramente lo è per i malati COVID-19 negli USA, che avranno accesso esteso al farmaco, stando alle parole del direttore di NIAID.
Però...
D'accordo, la situazione è di emergenza, e l'ho fatto notare spesso, ma ci sono un paio di cose che mi disturbano. La prima è proprio che Anthony Fauci dica "sarà lo standard of care" prima che FDA abbia aperto bocca. A voi sembrerà niente, ma Fauci oltre ad essere un personaggio di incredibile esposizione mediatica è una figura istituzionale, al vertice di una importante agenzia federale. Questa fuga in avanti è una bella stecca, da un punto di vista regolatorio.
Poi uno pensa "Dai, fino a ieri lo standard of care cos'era, lopinavir? Quindi bene così".
Da un lato sì, dall'altro mica tanto. Siamo già in un mondo in cui gli Standard Of Care vengono tirati fuori in questo modo, siano approvati per quell'uso o meno?
Mi immagino che FDA si pronuncerà velocemente al riguardo, comunque, e che a questo punto il suo responso difficilmente possa essere negativo.
Poi c'è un grosso problema di comunicazione: in primo luogo passerà su tutti i giornali "COVID-19: abbiamo la cura", che non è esatto (perché senza fermare la tempesta di citochine nei casi gravi curi un po' poco). In secondo luogo c'è il rischio di una definitiva politicizzazione su farmaci e COVID:  e sta già succedendo, perché esiste un partito pro idrossiclorochina che vede Fauci come il fumo negli occhi. E quindi passerà la narrazione di Fauci che impone remdesivir "contro" l'idrossiclorochina di Trump (e Raoult).Forse questo sarebbe successo comunque, ma se fosse successo dopo l'approvazione FDA mi sarei sentito meglio.

In breve, intravedo un problema di metodo. E non vorrei che un eventuale primo vaccino per COVID-19 venisse incoronato "Il Vaccino" in questo modo.

Eppure per il resto il discorso di Fauci è largamente condivisibile (anche se il paragone con AZT mi mette i brividi, da quanto è stridente)

martedì 28 aprile 2020

COME PRIMA, UGUALE A PRIMA



Avevamo un piano pandemico? No.
(Lo ripeto, nel 2009 ce lo avevamo. E alla sanità c'era Storace, mica un Nobel per la medicina).
Abbiamo un piano post pandemico? Neanche.
Due mesi di malgestione della crisi per quel che riguarda la parte governativa (da chi spifferava le immininenti zone rosse in giù). Che ci sarebbe stata una fase di uscita dall'ondata epidemica e dal lockdown era evidente.
"Eppure non si tornerà alla normalità finché non ci sarà un vaccino" quante volte lo abbiamo sentito?
Ma il vaccino non c'è, né sappiamo se ne verrà approvato uno, se ne verrà approvato uno non abbiamo idea di quale sarà la sua efficacia.
E allora l'assenza del vaccino è l'alibi per il vuoto, come le commissioni tecniche sono l'alibi per le mancanze del governo. Il vaccino non c'è, i tecnici dicono così e cosà, noi ci adeguiamo.
 
 

Guardando l'andamento dei contagi regione per regione quasi tutta la nazione si è lasciata alle spalle l'ondata epidemica. I criteri OMS per la fine del lockdown sono di fatto presenti, e quelli che non sono presenti non lo sono perché non si sono volute prendere disposizioni in questo senso.
La critica a questa Fase 2 che somiglia fin troppo alla Fase 1 è trasversale e molto estesa. Alcune ciambelle di cui si è molto parlato stanno uscendo senza buco (tipo la app Immuni https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-perche-copasir-indaga-app-immuni-ADJAuxL?fromSearch). A questo governo non riesce proprio di far passare per vincenti le proprie iniziative, e specialmente in questo momento.

Questa epidemia, in Italia (e non solo) è già una di quelle crisi epocali che entrano nei libri di storia. Prima di ground zero (Codogno) non eravamo messi bene, quanto ad economia. COVID ha tagliato le gambe a chi stava risalendo la china, e sta dando il colpo di grazia a moltissime attività, industriali e commerciali, e non solo piccole (pensate soltanto al campo petrolifero, sia per quel che riguarda la produzione che per la distribuzione).
Quando si discute di economia si discute di politica. Ed è ormai chiaro che politica e gestione della crisi epidemica sono legate a doppio filo. In situazioni del genere servirebbero i De Gasperi e i Mattei. E invece guardate chi c'è, al timone..

lunedì 27 aprile 2020

UOVA GRATIS PER TUTTI, ABBASSO LE GALLINE


https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/27/coronavirus-la-richiesta-di-medici-senza-frontiere-no-a-brevetti-su-test-e-vaccini-e-a-me-viene-in-mente-bennato/5783153/


Della serie: i temi fotocopia.
Una nota su "Farmaco Orfano": si tratta di una qualifica che può essere chiesta e ottenuta quando si ritiene che la popolazione da trattare sia relativamente piccola e che quindi le vendite non copriranno le spese di sviluppo. Se riconosciuta, lo stato (l'amministrazione federale USA) corrisponde un indennizzo allo sviluppatore. Come questo sia un metodo per "lucrare incredibili profitti" mi sfugge, ma questa vulgata è un leit motiv delle ONG anti proprietà intellettuale negli USA.
Chi mette le risorse per la ricerca e sviluppo farmaceutica? Nella maggior parte dei casi gli stati non vogliono farlo. Le ONG? Ma per favore...
Al riguardo riciclo una mia risposta rimasta poco visibile dentro un sottothread.
Vogliamo distinguere tra know how industriale e dinamiche del capitale, una buona volta?
Perché guarda caso chi è che non considera più il know how industriale (che non sono brevetti, ma mente d'opera) come un asset, da circa 40 anni?
La maggior parte degli stati. E quell'asset è stato lasciato nelle mani dell'economia finanziarizzata.
Ripeto che gli unici (e sottolineo gli unici) in grado di dare le migliori lezioni in materia sono gli USA (più della Danimarca). Perché guarda caso quando identificano priorità strategiche, interviene l'amministrazione federale in percentuali variabili e alla fine i risultati sono significativi. E parliamo della stessa amministrazione federale che ha tratto una lezione dalla vicenda paclitaxel (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/taxus-brevifolia-antitumorali-la.html?fbclid=IwAR2cfsuZWD3OCfpHFkLGSX4pp00kefcV4aTDV1Ep0IAwkEfg6J4GU3-lrXc).
Lo stesso privato si divide tra chi non riconosce il valore del know how (le aziende più "amiche" della politica occidentale) e quelle che lo tesaurizzano (le aziende più "nemiche" della politica occidentale, della Cina, della ONG e quanto altro), con i loro prezzi alti.
Se nessuno è in grado di trarre conclusioni da questa aporia, finirà che alla prossima emergenza globale non ci sarà un antivirale pronto per il repurposing o un antiartritico pronto per il repurposing: non ci sarà nulla, se non generici vecchi di 30 anni che non funzionano. E buona fortuna a tutti.

sabato 25 aprile 2020

IL DIBATTITO? STERILIZZATO




Volete la dimostrazione di come il "dibattito" sia stato ammazzato, fatto a pezzi e di come si sia abusato di quel che rimaneva fino a sterilizzarlo? Guardate l'immagine, e poi cercate "Io sto con Tarro e Montagnier".
Quell'articolo sul Tempo galvanizzò l'area "free-no-vax". E fu la campana a morto per la discussione sulle politiche vaccinali in Italia (perché in realtà la prima cosa da fare per garantire un'egemonia è tacitare o addomesticare le voci critiche e gli argomenti realmente credibili https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/cochrane-sulla-vaccinazione-antimorbillo.html).
Sarà un caso, ma queste belle cose (Montagnier, Tarro etc) arrivano quando in Italia ci stiamo lasciando alle spalle l'ondata epidemica, ed esaurita la fase di emergenza ancora una volta la politica diventa prevalente, e guarda caso ancora una volta si traveste da scienza (esempio emblematico il tracciamento elettronico, che diventa una scusa per implementare la cartella sanitaria elettronica accessibile a chi di dovere - e anche da chi non di dovere, perché le questioni di sicurezza elettronica sono quelle che sono https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/04/25/arcuri-app-sara-anche-diario-sanitario_d2f385c0-a270-4454-a231-52391dd0739c.html).
Un tre anni fa un pugno di scemotti e scemotte inizò a dirlo: se si trasforma un dibattito sulle politiche sanitarie in lascienza vs la scienzah va a finire male. E non andò a finire male, andò a finir peggio.
Questa "bella" cosa pop del gradimento degli scienziati è quel che è: una hit parade di portabandiere (indipendentemente che gli elencati lavorino per esserlo oppure no). E parla da sola.
"E' ricominciato tutto il can can sui vaccini", mi scrive Riccardo Gallina. Già, è ricominciato. Bend over, here it comes again...


Sento che in giro, di nuovo, se fa una questione di posizione (da tradursi in "o con noi o con loro"), quindi, per adeguarmi al livello imposto alla discussione, ribadisco dove mi colloco:
UN POSITION POST Virus padano vs infettiamo i volontari? Sorry, per la lotta nel fango interessato solo a quella tra...
Pubblicato da Il chimico scettico su Martedì 21 aprile 2020

FDA, IDROSSICLOROCHINA, FARMACOCINETICA, ACCUMULO


https://www.fda.gov/drugs/drug-safety-and-availability/fda-cautions-against-use-hydroxychloroquine-or-chloroquine-covid-19-outside-hospital-setting-or



FDA pubblica un warning riguardo l'uso non controllato di idrossiclorochina, e il motivo è quello noto: rischio cardiaco.
Ho detto e ripetuto che con l'EC50 noto in vitro era impossibile avere attività antivirale nell'uomo con un dosaggio decente.
E allora perché medici su medici sono convinti dell'efficacia di plaquenil riguardo COVID-19? Si illudono? Effetto placebo? Non proprio.
L'idrossiclorochina accumula. Cosa significa?
Generalmente quando si assume una compressa di un farmaco il principio attivo va in circolazione, viene distribuito nei tessuti e poi più o meno velocemente viene escreto. Si parla di emivita o tempo di dimezzamento per definire il tempo necessario ad avere nel plasma la metà della concentrazione massima raggiunta dal farmaco col dosaggio.
L'aspirinetta ha un'emivita di 3-4 ore: il che significa che in capo a una mezza giornata non ci sarà più una traccia di composto in circolazione.
Ebbene l'idrossiclorochina (plaquenil) 200 mg ha un tempo di dimezzamento di... 40 giorni (https://www.accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/label/2017/009768s037s045s047lbl.pdf).
Cosa significa? Che prendendo una compressa al giorno progressivamente si accumula e la quantità di farmaco distribuita e in circolazione cresce (build up).
Il caso più famoso di accumulo è quello degli avvelenamenti da arsenico: una singola piccola dose è innocua, una serie continua di piccole dosi è letale.
Questa farmacocinetica atipica è probabilmente uno dei fattori che rendono la questione idrossiclorochina fumosa.
200 mg alla volta si accumula farmaco e magari in 10 giorni si può anche raggiungere una concentrazione in circolo con una qualche attività (anche perché la farmacocinetica non è costante da individuo a individuo, c'è chi accumulerà di più, chi meno). Però parallelamente alla concentrazione attiva si può raggiungere anche la concentrazione tossica, da cui il dietrofront francese (https://www.newsweek.com/hydroxychloroquine-coronavirus-france-heart-cardiac-1496810) e quello svedese (https://www.newsweek.com/swedish-hospitals-chloroquine-covid-19-side-effects-1496368).
Tutto ciò dovrebbe allertare sui rischi (gravi) e l'inutilità in chiave antivirale nelle prime fasi della malattia: se servono giorni per ottenere una concentrazione efficace, la carica virale può crescere tranquillamente, nel frattempo.

venerdì 24 aprile 2020

IL PUNTO SU REMDESIVIR



E le azioni Gilead vanno giù.
E le azioni Gilead vanno su.
E le azioni Gilead crollano.
L'ultima vicenda, "Remdesivir non funziona!" ha degli aspetti inediti. (https://www.statnews.com/2020/04/23/data-on-gileads-remdesivir-released-by-accident-show-no-benefit-for-coronavirus-patients/). I due trial cinesi, che non erano condotti dall'azienda, sono stati interrotti con la motivazione ufficiale che l'esaurimento dell'epidemia in Cina aveva reso impossibile concludere il reclutamento dei pazienti (non c'erano nuovi casi da trattare). Poi per errore OMS pubblica i risultati di uno dei due trial, che restano online abbastanza per fare il giro del mondo prima che OMS lo rimuova dal proprio sito. E' questo "errore" scatena il vortice di news e il crollo in borsa.
Quindi? Remdesivir funziona o non funziona?
Non sappiamo ancora. 
Gli ultimi risultati riguardano 1 dei 23 trial in corso.
Si tratta di risultati su casi gravi di COVID-19, quindi con la tempesta di citochine in atto, un processo su cui un antivirale efficace non può funzionare direttamente - da qua l'importanza dell'approccio con tocilizumab o inibitori JAK, che ovviamente restano fuori dai trial su remdesivir, e non è che qua sopra si sia citato e ricitato l'asse IL-6/JAK/STAT perché facesse figo.
E parliamo un attimo di endpoint. Lo studio in questione considera la mortalità e il tempo di guarigione.
Per quanto possa essere controintuitivo, la cosa che più interessa di sapere di remdesivir è se, quando e quanto azzera la carica virale (che è lo scopo di un antivirale) , e i risultati di questo studio, o almeno quelli diffusi, riguardo la carica virale non ci dicono assolutamente nulla
In quadro COVID grave, comprendente reazione iperimmune e tromboembolia, l'azzeramento della carica virale è insufficiente a garantire buone probabilità di remissione (da cui, di nuovo, l'importanza di immunomodulatori/immunosoppresori per i casi gravi).

Le dichiarazioni dell'azienda, che non dispera, attendendosi risultati migliori dai trial su casi meno gravi, non sono prive di fondamento. Gli effetti collaterali di cui si parla sul Guardian erano noti dalla documentazione preclinica, e riguardano dosaggi alti e continuati del farmaco.
Bassetti in Italia rimane convinto su remdesivir (ma questo non vuol dire gran che, ci sono medici e primari convinti quanto a cortisone e plaquenil). Genova è stata rimossa dalla sperimentazione sul farmaco, scatenando la reazione sua e della politica locale. AIFA ha reagito con un "Noi non c'entriamo!", e questa è una divertente risposta al riguardo https://www.primocanale.it/notizie/professor-bassetti-lasci-perdere-il-remdesivir-ce-lo-porter-il-pd-218613.html?fbclid=IwAR0eBU2CUpCGNS2PiNBCXh6DYlbL8KMOCS1ZlvPaZxNdArWO2sXXJnym7Ak
 
Quanto alla domanda "Remdesivir funziona?", la risposta definitiva la avremo quando gli altri 22 trial si saranno conclusi.

giovedì 23 aprile 2020

OMS "CATTURATA" DALLA CINA, GLI USA, LA GEOPOLITICA



WHO è stata cinesizzata? Sembrerebbe di sì. Personalmente ho avuto i primi sospetti con l'esitazione a proclamare l'allerta globale. Sui tempi della dichiarazione di pandemia non mi pronuncio, però l'endorsement implicito fornito nel trial SOLIDARITY a protocolli per COVID-19 basati su farmaci anti-AIDS, idrossiclorochina e interferone parlava cinese. L'insistenza sulla scorrettezza nel parlare di virus cinese o coronavirus Wuhan suonava male. Il non voler usare per il virus il nome SARS-CoV-2 suonava anche peggio.
La tensione tra USA e Cina è schizzata alle stelle fin da subito, quando le autorità cinesi hanno espulso giornalisti americani e Trump ha bloccato i voli con la Cina (misura condannata da OMS, ovviamente).
Ora che COVID-19 è diventato un diretto problema americano, il POTUS ha reiniziato a sparare ad alzo zero su CINA e OMS, minacciando di azzerare i finanziamenti americani a quest'ultima. E' ritornata in auge la tesi del virus sfuggito al laboratorio di Wuhan e tutto il resto.
Propaganda trumpiana? Anche. Ma non solo. Il problema dell'influenza cinese dentro OMS è diventato improvvisamente attuale. Anche in ragione dell'ultimo increscioso incidente, ovvero la questione Taiwan (https://www.ft.com/content/610e6d28-ddc2-4cbe-ae96-cc22f1ed43e8). La World Medical Association in una lettera al Financial Times ha denunciato le gravi conseguenze del mancato coinvolgimento di Taiwan da parte di OMS: Taiwan non è un membro di OMS a causa dell'opposizione cinese.
OMS è accusata di aver ignorato un'e-mail di Taipei del 31 dicembre 2019 che chiedeva della trasmissione da uomo a uomo del virus, al fine di mettere in atto una pronta risposta contro il rischio epidemico. Queste preoccupazioni furono liquidate da OMS. La Cina comunicò la trasmissione uomo-uomo del virus solo il 20 gennaio. Quando una giornalista di Hong Kong chiede a un vicedirettore OMS della faccenda Taiwan la cosa prende una piega vergognosa (https://www.youtube.com/watch?v=UlCYFh8U2xM&feature=emb_logo). Bruce Aylward, epidemiologo canadese, aveva avuto occasione di dichiarare che se si fosse preso COVID-19 avrebbe voluto essere curato in Cina...
Il punto è che Tedros Adhanom Ghebreyesus, biologo, è stato eletto direttore dell'OMS nel 2017 con una pesante influenza della Cina sull'assemblea elettiva. E non per meriti scientifici, quanto più probabilmente come Ministro della Sanità dell'Etiopia. L'Etiopia, il cui debito è per metà nelle mani della Cina, la cui compagnia aerea quando in Cina l'epidemia infuriava non ha mai smesso di garantire voli diretti con l'Africa - i dettagli sul Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/11/coronavirus-chi-e-tedros-adhanom-ghebreyesus-direttore-delloms-nel-mirino-di-trump-dal-governo-violento-delletiopia-agli-intrecci-di-favori-con-la-cina/5766179/). Alle critiche americane alla direzione OMS si sono affiancate quelle giapponesi e australiane.
Quando si parla di ONU tutti pensano alla politica. Chissà perché quando si dice OMS i più pensano a "scienza". E invece...

mercoledì 22 aprile 2020

IL RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI



Pare che vada fatto ogni tre mesi. Il nome di questa pagina è una citazione. Viene da "The sceptical chymist", di Robert Boyle (1661), ritenuto l'atto fondativo della chimica moderna come scienza galileiana, quindi basata sui dati sperimentali. Boyle era membro della Royal Society, il cui motto era mutuato da Orazio: Nullius addictus iurare in verba magistri - nessuno è tenuto a giurare sulle parole del proprio maestro, una dichiarazione programmatica contro i vari ipse dixit che imperversavano all'epoca - e che non hanno smesso tuttora, di imperversare, perché il principio di autorità si è fortemente radicato nei dibattiti a tema tecnico scientifico, negli ultimi anni.
Il principio di autorità E' l'ipse dixit moderno: è vero perché lo dice il prof Tizio o il Dott. Caio. Quindi, come nell'ultimo scontro Tarro/Burioni, il tutto va a finire in una canea diffusa dove ognuna delle due parti impugna il curriculum del proprio portabandiera contro quello dell'altro.
Che è il miglior modo per non entrare nel merito dei temi discussi, che è quello che invece si prova a fare qua sopra.

Questo riguardo le varie considerazioni sul termine "scettico", che continuano a venir fuori periodicamente.
Se è vero che "la scienza è una cultura del dubbio" (Feynman), occorre comunque distinguere tra dubbio e dubbioh (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/il-dogma-le-scienze-lascienza-il-dubbioh.html).

Per questo chi si interroga riguardo a questa pagina sul "da che parte stai/state" si pone in un modo completamente opposto alle logiche che ispirano questa operazione.
Qua non ci si è mai posti il problema "questo deve essere vero perché voglio che sia vero, come faccio a dimostrarlo", che di fatto è il principio fondante della creazione di bolle contrapposte, della polarizzazione, nonché dell'azione della Scienza (cfr Stengers) cooptata dalla politica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html).
Questo non vuol dire che questa pagina non abbia un indirizzo politico (e non partitico), che oltre che ad essere radicalmente democratico è fortemente contrario alle linee di politica sanitaria italiana, europea e globale che sono state imposte negli ultimi quindici anni (cosa che credo sia ormai chiarissima ai lettori di più vecchia data). Sono quelle politiche che hanno preparato al disastro pandemico così come lo stiamo vedendo e vivendo.

martedì 21 aprile 2020

CI ASPETTAVAMO LE ACCLAMAZIONI, E INVECE...

https://www.youtube.com/watch?v=cao9HFabxTo&fbclid=IwAR0XqTKvE37Dxd_GV_EV1OXGSWcVi54IPcTW54QjA0UH8IDiVCmsR7BU8zc


"Ad una delle nostre grandi conferenze internazionali ci fu un  progresso eccezionale: non avevamo trattato nessuno (per epatite C, NdCS) senza interferone, e avevamo provato tutti questi diversi farmaci. Lui aveva progettato questo trial e in questo trial c'erano pazienti trattati per 12 settimane. Alcuni erano trattati con questo nuovo farmaco, PSI-7977... e tutti i pazienti vennero curati. Questa è stata l'unica volta in cui mi sono ritrovato seduto a una conferenza medica in cui tutti rimasero a bocca aperta. Non ci potevano credere, per la prima volta delle pillole avevano curato l'epatite C... il tempo medio per lo sviluppo di un farmaco va tra i sette e i dieci anni. Questo successe nel 2011. Per il 2014 avevamo una formulazione combinata (con ledipasvir, NdCS), fatto i trial, presentato i dati che risultarono in un trattamento per epatite C che curava il 95% dei pazienti con una pillola al giorno. ed era semplice, sicura ed efficace. Fu un enorme passo avanti per la medicina, potevamo uscire a raccogliere la gloria per aver creato quello che fu letteralmente chiamato un farmaco miracoloso. Ci aspettavamo incredibili acclamazioni, ma non ne ricevemmo nessuna. Non avremmo ricevuto niente. Infatti la narrazione cambiò. E la narrazione cambiò perché questa diventò la pillola da migliaia di dollari."

Nezam Afdhal è nel board dei consiglieri scientifici di Gilead, ma non iniziate con "conflitto di interessi" e simili. La racconta giusta ed è quello che è successo. E non è successo solo con Harvoni e Sovaldi. E' diventato l'atteggiamento standard per quasi ogni innovazione farmaceutica dell'ultimo decennio, specialmente in oncologia - tutti hanno sentito parlare di immunooncologia, che in realtà si è fermata a due farmaci, o delle costosissime terapie Car-T, che riguardano piccolissime popolazioni di pazienti. Nessuno o quasi sa che il tumore ovarico BRCA+, quello per cui Angiolina Jolie si è sottoposta a una massiccia chirurgia di asportazione preventiva, è diventato curabile con gli inibitori di PARP.

lunedì 20 aprile 2020

RIGUARDO LE PROSPETTIVE DI UN VACCINO PER COVID-19 E MOLTO DEL RESTO

https://blogs.sciencemag.org/pipeline/archives/2020/04/15/coronavirus-vaccine-prospects


L'articolo di Derek Lowe è lungo, tecnico, in inglese ma offre il quadro più preciso che ho visto finora riguardo le prospettive di vaccini anti COVID-19. Quindi sforzatevi di leggerlo.
Vorrei aggiungere qualche considerazione sul "molto del resto". Derek parla di tempi senza precedenti, dal punto di vista dello sviluppo clinico, dicendo di sperare di non vederne altri di simili in futuro.
Il concetto è che si sta forzando, e forzando molto, i limiti di quanto consentito dalla regolazione farmaceutica riguardo lo sviluppo clinico, per forzare sui tempi di disponibilità di un eventuale vaccino. La scarsa disponibilità di modelli animali adatti (che esprimano ACE2 umano) è un problema che in alcuni casi viene risolto saltando direttamente alla sperimentazione clinica. E questa NON è una buona cosa.
Dal mondo accademico un misto di ignoranza e arroganza ha spinto in questa direzione in più di un'occasione, e la politica con tutto il sistema dei media segue.

Notare come a questa forzatura sul fronte vaccini sia corrisposta una del tutto simile sul fronte dell'uso off label di farmaci generici, ma niente di niente per quel che riguarda  farmaci ancora sotto brevetto o farmaci ancora sperimentali.
L'impostazione generici & vaccini ha completamente imbevuto le istituzioni mediche e le politiche sanitarie.
E con generici & vaccini da COVID-19 non se ne esce, ora e nel breve periodo, COVID-19 non si previene, COVID-19 non si cura. E' una sconfitta, e una sconfitta fortemente voluta da irrinunciabili pregiudizi. Su twitter ho letto una giovane rianimatrice che si sfogava: ci facciamo in quattro per questi pazienti, con turni massacranti, e non otteniamo risultati, più o meno questo diceva.
Senza farsi mezza domanda sul perché i risultati non si vedevano.
Le iniziative di successo, le eccellenze esistono. Ma sono minoritarie, e il conteggio dei morti lo dimostra. Lo stato dell'arte, per quel che riguarda le cure per COVID-19, è incredibilmente avanzato, e i risultati sono stati ottenuti e sono in via di conferma in tempi impensabili non dico 25 o 50 anni fa, ma anche solo ai tempi della pandemia H1N1 2009. Ma la maggior parte del sistema della medicina globale, anche nell'urgenza, anche nell'emergenza, si è dimostrata incredibilmente lenta nell'adottare l'innovazione terapeutica più efficace. Perché? Perché a base, ancora, di farmaci sotto brevetto e/o sperimentali. La pillola che cura COVID-19 da prescrivere al paziente a casa non esiste (Plaquenil/idrossiclorochina come antivirale non funziona). E non esisterà in tempi brevi, forse non esisterà mai, come il vaccino. Invocarla ora è futile.

domenica 19 aprile 2020

#IMMUNI, TRACCIABILITA', APP E TAMPONI


Appena è venuta fuori la faccenda Immuni al solito la cosa si è polarizzata
tra "La tua privacy finisce dove inizia il mio diritto a non ammalarmi" e notrax.
Di che si parla? Di niente, come al solito.
La cosa significativa di questa app è che registra i contatti via bluetooth.
Facciamo una piccola simulazione col presupposto di app obbligatoria (condizione
giuridicamente impossibile, a quanto pare).

Vado a fare la spesa in un supermercato in cui è obbligatorio l'ingresso con mascherina.
La maggior parte degli utenti che entra è anche dotata di guanti usa e getta, tutti rispettano la distanza di sicurezza di un metro, una situazione che minimizza i rischi di trasmissione.
Ammettiamo che io sono positivo asintomatico.Ammettiamo che mi ritrovo a distanza di un metro 20 soggetti, nell'arco della mia permanenza al supermercato, e poi la cassiera. Secondo la app ho avuto 21 contatti.
Una settimana dopo risulto COVID positivo al tampone. I 21 contatti (secondo la app) avuti durante la mia spesa al supermercato quindi risultano contatti con un infetto.
Quale è la probabilità che i miei contatti con loro siano stati efficaci dal punto di vista della trasmissione del virus? Quasi nulla. Se l'idea è che il tracing serve a fare meno tamponi, i 21 contatti verranno messi in quarantena sulla base del fatto che mi hanno incrociato al supermercato, con un criterio assolutamente ingiustificato.
Se invece il tracing prevede anche tamponi, si effettueranno 21 tamponi quasi sicuramente inutili.

In realtà essendo il raggio utile del bluetooth 10 metri, o la app riesce a discriminare in modo intelligente le distanze, o si può creare un numero folle di falsi contatti.
Il garante della privacy così si è espresso in audizione parlamentare:  «In primo luogo, la valutazione dell’efficacia attesa dalla misura non può prescindere da un’analisi inerente le azioni complementari e, dunque, la fase - che dovrebbe ragionevolmente conseguirne - dell’accertamento sanitario dei soggetti individuati, tramite data tracing, quali potenziali contagiati.
    Si possono raccogliere, infatti, tutti i dati possibili sui potenziali portatori (sani o meno che siano), ma se poi non si hanno le risorse (e persino i reagenti!) per accertarne l’effettiva positività, non si va molto lontano.» (https://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9308774) - Link portato alla mia attenzione dal Prof. Enrico Nardelli (https://link-and-think.blogspot.com/2020/04/problematiche-del-tracciamento-dei.html)

Quindi, al di là delle problematiche privacy sì o no, fondamentalmente è l'ennessima falsa soluzione al problema vero, cortina fumogena, etc, mentre ancora ci si rifiuta di pronunciarsi a livello governativo su tamponi periodici al personale ospedaliero, per parlare della cosa più immediata ed urgente. Fallimentari prima, fallimentari durante, fallimentari ora. Su questa roba ha perplessità pure Il Fatto, ci rendiamo conto? (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/17/coronavirus-app-immuni-lisi/5773615/)

venerdì 17 aprile 2020

E PERCHE' NON L'ANTIEBOLA?


Hai visto mai...

Forse forse il vaccino COVID ultraveloce IRBM/Oxford University a settembre non ci sarà, anche perché pare che la condizione necessaria sarebbe mettere insieme entro giugno 100 milioni https://www.scmp.com/week-asia/health-environment/article/3079375/coronavirus-why-theres-no-quick-fix-covid-19-vaccine . Anche avere in squadra un allievo del virologo più noto della rete non garantisce miracoli (https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/coronavirus-vaccino-1.5108276).
In mancanza del vaccino antiCOVID Zingaretti si porta avanti: obbligo per over 65 e personale sanitario per antiinfluenzale e antipneumococcica, per eliminare fattori confondenti con COVID, perché lo dice l'OMS.
A parte che l'OMS non riesco a trovare dove l'ha detto (il solito vecchio trucco, per caso? L'OMS dice... e poi invece no, l'avrà detto qualcuno ma OMS no di certo), parliamo un attimo di questi fattori confondenti.
A dare un'occhio alla prevalenza delle infezioni virali respiratorie in Italia il quadro sarebbe questo: rinovirus 44% Adenovirus 18%, RSV 13%, PIV 12%. L'influenza? Un misero 7% (ok sono dati pediatrici ma danno un quadro di quel che circola e quanto ne circola https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5958661/)
Considerato che l'antiinfluenzale se va bene e quando va bene ha un'efficacia del 50%, si parla di una riduzione massima (se va bene) del 3,5% quanto a fattori confondenti. Un obiettivo davvero ambizioso, per giustificare un obbligo vaccinale.
E con la polmonite come andiamo?
Eh eh, qua lo spettacolo si fa anche più interessante.
La Community Acquired Pneumonia (CAP), è la polmonite che ti prendi FUORI dagli ospedali, che è quella da pneumococco. La Hospital Acquired Pneumonia (HAP) è la polmonite che ti prendi SOLO in ospedale, causata da MRSA, pseudomonas, klebsiella etc: tutta roba per cui il vaccino antipneumococcico non funziona, ok?
Torniamo alla CAP: la sua frequenza in Italia negli over 65 è del 4.8 per MILLE, e l'antipneumococcica ha anche quella un'efficacia massima del 50%, ma prendiamo come riferimento quella dell'articolo: 27% (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4964513/).
Qui l'obiettivo non è ambizioso, è assolutamente spettacolare: portare il fattore confondente da CAP da 4,8 per mille a 3,3 per mille circa. Spettacolare.
Che poi a pensar male verrebbe da dire che forse sperano follemente in una minore necessità di tamponi (di braccino corto in Lazio, coi tamponi).
Oppure c'è una spiegazione più semplice: è una fissa, una compulsione monomaniacale per cui un vaccino non funziona se non è obbligatorio, per cui un vaccino o è obbligatorio o non è.

https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_coronavirus_vaccino-5176656.html

giovedì 16 aprile 2020

NELLA VECCHIA FATTORIA...


Dopo Boccia che chiede "alla Scienza" inconfutabili certezze, ecco Di Maio che come Speranza invoca come deus ex machina un vaccino che non c'è e che forse non ci sarà mai. Questa politica che cerca soluzioni esterne a sé per la gestione della pandemia (la task force, "La Scienza", il vaccino che non c'è) non dichiara la propria impotenza, è a caccia di alibi: la colpa è delle regioni (ma il governo aveva avocato a sé i pieni poteri sulla pandemia con un decreto), la colpa è dei cittadini incoscienti e indisciplinati, specialmente dei runner sulle spiagge, la colpa è delle scienze che presentano pluralità di opzioni e non certezze inconfutabili, la colpa è della ricerca che non ha ancora messo a punto un vaccino (i cui tempi di sviluppo non sono settimane o mesi, ma anni). Ci sono stati al vertice della nazione atteggiamenti coerenti nel non riconoscere l'allerta globale prima e l'emergenza nazionale poi.C'è stato un classico ricorrere a "non è di mia competenza" - ma se la politica sanitaria non è competenza del ministero della salute, di chi è competenza? Certo, la regionalizzazione della sanità è uno splendido strumento di scaricabarile. Ma, regioni o meno, guarda caso chi governa è responsabile della propria azione o inazione. Fino a prova contraria (irraggiungibile). Quanto alle regioni, beh: la regione ha responsabilità nella gestione COVID lombarda, ma Zaia non ha meriti nel risultato del Veneto. E questa è propaganda pro-governativa, strumentale fino in fondo, rivoltante, assolutamente disgustosa (perché stiamo parlando di 20.000 morti tra cui un centinaio di medici).In una situazione di EMERGENZA storica il governo. ha davanti agli occhi il modello che ha funzionato meglio nella gestione della crisi COVID (https://www.ilpost.it/2020/04/16/coronavirus-veneto-modello/) ma fa come se non esistesse. Crisanti, reo di aver collaborato con Zaia, è diventato un indesiderabile il cui nome non deve essere neanche preso in considerazione per i vari "tavoli" governativi.Se non si prende atto dei risultati del Veneto, significa che forse non importa di un'efficace gestione, della riduzione del danno, perché quello che importa soprattutto è il gioco politico (la sopravvivenza del governo, il gradimento dei partiti che lo appoggiano). In spregio alla pubblica salute. Ma ritorniamo sul tema vaccino. La sparata di Di Maio si basa probabilmente su questo delirio: https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/04/13/vaccino-anti-covid-in-aprile-via-ai-test-sulluomo-_558cf6e5-96db-45a1-be78-c02a15c83d12.html?fbclid=IwAR3QX9zzOSFXQtNHUPBvTy8W8QOZLbdMiS2yURi7zKxVC6b4D-tujcEW-P0 Uno, ricordiamo che IRBM aveva "già pronto" un vaccino antiebola, qualche anno fa: mai pervenuto, e fin dall'inizio quanto a COVID le affermazioni con la stampa di Di Lorenzo apparivano dubbie, per non dire assolutamente irrealistiche, fuori dal mondo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-la-frenesia-del-vaccino.html). Due, ricordiamo la valutazione di qualcuno appena appena informato dei fatti, Rappuoli, che ha detto più di una volta che se va bene (se) servirà minimo un anno, un anno e mezzo. Qua invece ci si produce nel delirio totale: si dice che a fine aprile inizierà una fase I/IIa con 550 soggetti, e si conta di averlo approvato per settembre (!!!), E abbiamo ministri (e loro staff) talmente incompetenti da crederci, pure il viceministro Sileri, che pur mantenendosi sul vago ha dichiarato: “Con il vaccino sconfiggeremo questo virus. Visti i danni che ha creato il virus, non ho dubbi sul fatto che un vaccino del genere debba essere obbligatorio." (https://www.globalist.it/politics/2020/04/16/il-viceministro-sileri-sono-ottimista-la-fase-2-potrebbe-iniziare-il-4-maggio-2056348.html). E siamo alle solite, con l'obbligo: a parte il fatto che se il fantomatico vaccino fosse disponibile domani ci sarebbero le file chilometriche per farselo, c'è davvero da alimentare sfiducia parlando di obbligo (perché dati alla mano l'obbligo questo fa)? Starbuck in un tweet ha riassunto al meglio la situazione:

"Non c'è ancora ma ... sarà la soluzione all'epidemia Non si sa se e quando verrà approvato ma ... sarà obbligatorio Non se ne può immaginare neanche l'efficacia ma... ci proteggerà tutti Notevole, la strategia Vaccino-che-non-c'e', seconda stella a destra e poi dritti alla fine."

Già: a chi si ricorda lascio elencare gli animali della vecchia fattoria che ci governa, e i loro versi.

mercoledì 15 aprile 2020

IL RAZIONALE E IL NON



Quando ho detto che una cura per COVID è a portata di mano e i suoi componenti cardine sono remdesivir e inibitore JAK (ruxolinib o baricitinib) o tocilizumab andavo a impressioni, a sentimento?
Pare che qualcuno la pensi così. In realtà invece sono disponibili una serie di elementi significativi, per "gli skilled in the art". Mi pare il caso di riassumerli a beneficio degli "unskilled".
Primo: profilo preclinico di un farmaco. Lo ripeto: è improbabile che un farmaco (stabile al metabolismo di primo passaggio) con attività in vitro scarsa abbia buoni risultati in vivo, impossibile che li abbia nell'uomo.
Bene, a questa categoria appartengono buona parte dei farmaci usati contro COVID, in primis in chiave antivirale (AntiRetroVirali, per chiarirci) in secondo luogo idrossiclorochina. Remdesivir è l'unico antivirale con attività submicromolare su SARS-CoV-2 che abbia conosciuto uno sviluppo clinico avanzato (fasi III, indicazione ebola virus).
Rispetto ad altre molecole che finiscono sui giornali a giorni alterni è quindi estremamente ben caratterizzato. E' su questa base, e sulla base del dossier fornito dal produttore, che all'inizio del mese EMA ne ha approvato l'uso compassionate contro COVID-19 (https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-provides-recommendations-compassionate-use-remdesivir-covid-19). Poi c'è chi con dossier del genere ha familiarità, chi no (https://www.ema.europa.eu/en/documents/other/summary-compassionate-use-remdesivir-gilead_en.pdf), ma la documentazione è estremamente significativa. Inoltre il fatto che abbia accumulato nel giro di 3 mesi buoni risultati preliminari fa ben sperare. A breve conosceremo i risultati dei trial di fase III contro COVID-19 e il verdetto di FDA.
Fin qui ci siamo? Ottimo.
Secondo: immunosoppressori, cioè tocilizumab e inibitori JAK.
Se qualcuno ottiene buoni risultati preliminari in clinica con tocilizumab (inibitore IL-6R), e a stretto giro qualcun altro ne ottiene con ruxolitinib (inibitore JAK), non ne deduco che "gli antiinfiammatorii funzionano", o "i farmaci per l'artrite reumatoide funzionano", per evitare o "spegnere" la tempesta citochinica che caratteriza i casi di COVID-19 grave. Anche perché cortisone, idrossiclorochina, FANS si sono dimostrati di utilità scarsa o nulla, a tal fine.
Ne concludo invece che l'asse IL-6/JAK/STAT ha probabilmente una notevole importanza nei COVID-19 gravi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-off-label-razionale-e-meno.html), e che quindi intervenire lì usando off-label farmaci già approvati per altre indicazioni è un'opzione a portata di mano.
Queste sono valutazioni professionali con un solido razionale, e non impressioni.

Perché, a differenza di quanto sembrano pensare molti, lo sviluppo farmaceutico non è magia nera, non è il "metodo scientifico" nella versione che è stata raccontata alle masse negli ultimi tre anni - che prevedrebbe l'approvazione di un farmaco dopo la pubblicazione di articoli peer-reviewed, secondo un noto debunker.
No, è un altro film, che bene o male ho raccontato abbastanza spesso, nell'arco di tre anni.

lunedì 13 aprile 2020

IL CARDIOLOGO DI PAVIA VIRALE ETC


Mi sono piovute addosso innumerevoli richieste di un parere su questo.
Parto da una premessa che per molti sarà ovvia, ma per altri forse no:
in tema farmaci io sono sempre stato all'estremità della catena più lontana dai pazienti, e quindi tale è la mia prospettiva. In questa faccenda servirebbero i patologi, e servirebbero i patologi sperimentali, perché la dinamica dei casi COVID-19 gravi ad oggi è stata descritta dai clinici.

Comunque arriviamo al punto. Provo a farla semplice semplice.
Nei gravi la catena degli eventi è infezione-reazione immune/infiammatoria-polmonite grave-tromboembolia.
La tromboembolia è uno degli effetti della catastrofe che il virus scatena nei casi gravi. Per una qualche ragione è largamente diffuso l'uso di eparine a basso peso molecolare nei gravi (anticoagulanti) che coprono questo aspetto quando la situazione è ancora gestibile.

Poi una cosa è il difficile riconoscimento del confine tra reazione immune e infiammazione, una cosa è confonderle tout court. E qui, mi spiace le cose si fanno un po' complicate.
Per trattare le polmoniti COVID gli antiinfiammatorii puri, FANS o NSAID che dir si voglia non funzionano. Quindi COX-1, COX-2 (e NFkb) , su cui NSAID agiscono, non sono rilevanti nel processo.
I cortisonici hanno un effetto misto, antiinfiammatorio e immunomodulatorio (non eclatante). Non funzionano gran che con le polmoniti COVID, OMS addirittura li sconsiglia. E qua c'è da parlare di interleuchine: si tratta del gruppo forse più importante di "molecole segnale" coinvolte nella tempesta citochinica di cui avete sentito parlare spesso.
I cortisonici hanno un qualche effetto sulle interleuchine 2 e 4, ma per vederne traccia servono dosaggi massicci (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1365-2362.1993.tb00740.x). Peggio va con IL-6 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2365313/).
Le terapie per i pazienti con artrite reumatoide prevedono anticorpi anti-TNF, anticorpi anti IL-1, anticorpi anti IL-6R, inibitori JAK, cortisone e idrossiclorochina (plaquenil, che ha un certo effetto su IL-1). Globalmente hanno un carattere immunosoppressivo (perché l'artrite reumatoide è una malattia autoimmune).
In RA l'immunosoppressione si traduce in un effetto antiinfiammatorio (detta tecnica, cioè parlando di bersagli, le interleuchine, prodotte dai leucociti, sono reazione immune, JAK e TNF anche, mentre COX-1 COX-2 eicosanoidi e NFkb sono infiammazione, per quanto si possa distinguere tra meccanismi così interconnessi).
Quindi non è "l'essere sotto antiinfiammatorii" che salva dalle polmoniti da COVID, semmai l'essere sotto immunomodulatori/immunosoppressori.
Torniamo alle cicloossigenasi ( COX-1 COX-2). Che la 1 e la 2 non siano la stessa cosa è noto, ma il problema è che l'azione su COX-2 con i coxib è stata un disastro storico (eventi cardiaci in proporzione anomala, e il meccanismo non è stato chiarito). Il citato celecoxib è l'unico sopravvissuto della famiglia, per uso umano, e FDA ha imposto una serie notevole di alert sul suo uso. Va bene essere alla frutta, ma proporre un coxib? Eviterei.
Che la polmonite interstiziale non c'entri niente con la tromboembolia mi pare peregrino (a regola parte da lì). Ma c'è qualcuno che smanettando con le simulazioni al PC ha prodotto un preprint in cui si dice che SARS-CoV-2 attacca i globuli rossi ("siamo arrivati al virus vampiro", ha commentato in privato un medico).
Il problema è che la patologia complessiva di COVID-19 grave ancora non è ben definita. Se saranno confermate tromboembolie (magari estremamente leggere) in pazienti COVID con sintomi leggeri e senza polmonite (neanche leggera), potremo dire che il virus è capace di provocarle senza provocare polmoniti.
Altrimenti sono non ipotesi, ma illazioni.
Il discorso "ossigenare non serve perché...": se avete presente le TAC dei polmoni messi male (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/covid-19-pesavate-fosse-brutta-e-anche.html) in realtà la situazione non riguarda TUTTO il polmone, e quindi le parti non ancora danneggiate sono capaci di assorbire ossigeno.
Tromboembolia venosa disseminata? Se così fosse non servirebbero rianimazione e ventilatori come scrive un cardiologo di...
Pubblicato da Lina de Cesare su Giovedì 9 aprile 2020

venerdì 10 aprile 2020

COVID-19, ITALIA: L'ALLERTA IGNORATA, LA CRISI E TUTTO IL RESTO

E alla fine c'è stata la grande esibizione di muscoli (e droni) per il periodo pasquale. Vero che dopo un mese di lockdown la popolazione non ce la fa più, altrettanto vero che siamo sul finire della festa, e le grandi misure, le grandi e strombazzate iniziative ministeriali e governative servono a far rumore e a cancellare due mesi ignominiosi

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_9-aprile-2020.pdf
Un esempio caratteristico del caos aggiunto dal ministero è costituito dalla vicenda dell'interferone: prima approvato, in capo ad una settimana AIFA torna su suoi passi (https://www.iltempo.it/cronache/2020/04/01/news/coronavirus-ai-malati-farmaco-killer-aifa-autorizza-poi-ritira-avonex-interferone-beta-1-contro-covid-19-insufficienza-respiratoria-1306393/) e infine lo riammette per la partecipazione al trial SOLIDARITY di OMS (che per 4/5 è tempo perso, in quanto l'unico trial ragionevole riguarda remdesivir, per il resto al solito, anti AIDS, clorochina, idrossiclorochina, interferone, etc  https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/covid-19-aifa-autorizza-lo-studio-solidarity-promosso-dall-oms).
Probabilmente finiremo con l'arrivare verso i 20.000 morti ufficiali (e ben altra contabilità verrà fuori dagli eccessi di mortalità, come al solito).
Ormai i giochi sono fatti e quel che è stato è stato. Ma cosa è stato?
Mi sono accorto che non esisteva un tag COVID19, per i post di questo blog. Ora c'è (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/COVID19). E' una specie di instant book, un diario tra il prima della crisi annunciata e la gestione della medesima, carente e troppo spesso colpevole e cialtrona.
Del resto da una classe politica e dirigente quale quella al timone, perfettamente inquadrata da Tony Capuozzo il 21 febbraio, cosa ti potevi aspettare? Erano lì per l'ordinaria amministrazione e faticavano, l'emergenza storica si è rivelata largamente superiore alle loro risicate capacità.




mercoledì 8 aprile 2020

COVID-19: IL RUMORE, QUELLO SI' CHE E' EFFICACE


Ormai è piuttosto chiaro che la cura per COVID-19 è a portata di mano, dove per cura si intende che il paziente esce dall'ospedale senza polmonite e senza carica virale.

A costo di essere noioso, si tratta della combinazione tra remdesivir (antivirale) e tocilizumab (anti IL-6R) o ruxolitinib o baricitinib (inibitori JAK).
Remdesivir "ripulisce" dal virus, l'anti IL-6R o gli inibitori JAK bloccano la tempesta di citochine che devasta i polmoni nei gravi.

Solo che oggi remdesivir , tocilizumab ,ruxolitinib , baricitinib sono nomi indistinti in un turbinio di altri: clorochina, idrossiclorochina, ivermectina, avigan etc etc . Nomi indistinti nel rumore assordante su cure e vaccini per COVID-19. Tutti "cure" a cui non crede nessuno o che vengono guardati con un misto di sospetto e speranza, a parte qualcuno che inizia a tifare per questo o quello.
Nel rumore assordante sulla sezione del sito AIFA dedicata all'emergenza COVD ci sono le schede dei farmaci consentiti per uso off label dall'agenzia: idrossiclorochina e AntiRetroVirali, di utilità esigua o nulla (https://www.aifa.gov.it/aggiornamento-sui-farmaci-utilizzabili-per-il-trattamento-della-malattia-covid19).

Per definire il protocollo remdesivir/anti IL-6R/ inibitore JAK ci vorrà tempo, per l'approvazione di remdesivir da parte di FDA qualche settimana. Si sarebbe potuto intanto usarlo in emergenza mentre era in fase di definizione, il protocollo, e invece no, pezzi e bocconi. La limitazione del danno nella fase del massimo epidemico tramite farmaci è stata risicatissima. Ennesima cosa per cui non si era pronti né politicamente né intellettualmente.
Anthony Fauci, in un dibattito televisivo, parlando di idrossiclorochina, ha detto che anche se alcuni medici "sentivano" che funziona non si può concludere che sia un trattamento efficace (https://twitter.com/revrrlewis/status/1246051051301679105), Ormai la questione si sta definendo, su idrossiclorochinca (plaquenil).
Il problema non è tanto funziona si/no, ma quanto funziona (poco), come funziona (non come antivirale https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/covid-19-idrossiclorochina-plaquenil.html), e quale è il rapporto tra rischi e benefici (su idrossichinolina la Francia, che aveva approvato la somministrazione ai pazienti a casa, ha fatto dietro front, e la Svezia ha bloccato la somministrazione ospedaliera https://www.expressen.se/nyheter/carl-40-fick-kramp-och-syn-problem-av-coronamedicin/).
Ma in Emilia Romagna si scambia la "sensazione" che qualcosa funzioni con la prova di efficacia. Per l'ambiguità dell'effetto capisco che l'idrossichinolina possa dare un'impressione positiva abbastanza forte. Ma non c'è verso che gli AntiRetroVirali possano funzionare, eppure qua vengono dati per sicuramente efficaci, scavalcando la stessa AIFA che parla solo di potenziale beneficio (https://www.sanitainformazione.it/salute/visite-domiciliari-cure-precoci-e-controllo-da-remoto-con-il-modello-piacenza-il-coronavirus-si-sconfigge-casa-per-casa/?fbclid=IwAR1aXdElZ8P2isI8Lv5Moz0F2Cl0sDLXVxDOUANkTN8NaIci7lArMHx_2wU).



Ma il problema non soltanto emiliano, è un problema globale: nell'emergenza pandemica la risposta della medicina globale e delle istituzioni mediche è stata lenta, istintiva e sbagliata (nella media). Di istinto ci si è rifatti all'esperienza cinese, perché "loro l'hanno visto, il virus", senza neanche stare a pensare bene chi si stava prendendo come benchmark (un riferimento MEDIAMENTE pessimo). In questo ha pesato una OMS China-oriented, nella prima fase (forse il primo motore del "facciamo come loro").
Ma l'occidente, in materia, mediamente, sa fare meglio della Cina. Molto meglio. O forse sapeva fare meglio, ma ora non più.
Comunque riguardo ai trattamenti farmacologici ci stiamo muovendo verso quelli più efficaci. Senza fretta.
Magari la prossima volta andrà meglio (siamo oltre i 16.000 morti).Forse. Ma speriamo che non ci sia, la prossima volta, davvero.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...