sabato 4 aprile 2020

COVID-19: PENSAVATE FOSSE BRUTTA? E' ANCHE PEGGIO



In fondo se va male uno passa attraverso il calvario della terapia intensiva e poi ne esce guarito.
E' questo quello che molti pensano, perché in fin dei conti ci sono i guariti, e sono pure tanti.
Ma da qualche giorno sto ricevendo messaggi da medici che mi girano risultanze di autopsie di deceduti per COVID,
Danni polmonari estesi ed impressionanti, trombi che dai polmoni vanno in circolo, sangue coagulato in polmoni e bronchi.

Questo dovrebbe dire qualcosa a quelli "ci sono morti CON COVID, non morti PER COVID". Con polmoni conciati in quel modo è abbastanza futile dire "sì però era iperteso" o "sì comunque era un paziente oncologico". Sono stati uccisi dal virus.
Quanto ai sopravvissuti, in Cina pare che si possa uscire da COVID con una capacità polmonare ridotta del 20-30%. Una cosa da niente.

"Oggi ricercatori di Hong Kong dicono che i pazienti guariti da coronavirus possono rimanere con i polmoni danneggiati.
Un piccolo studio su 12 pazienti dimessi dall'ospedale ha dimostrato che due o tre hanno una funzione polmonare ridotta. Comunque è troppo presto per confermare effetti a lungo termine. 'In alcuni pazienti la funzione polmonare può scendere del 20-30% dopo la guarigione' dice il Dr. Owen Tsang Tak-yin, direttore medico del Centro Malattie Infettive del Princess Margareth Hospital di Hong Kong...
Questi risultati confermano i primissimi dati da Wuhan in febbraio. In uno studio recente, scienziati del Zhongnam Hospital dell'Università di Wuhan hanno analizzato le scansioni polmonari di 140 pazienti COVID-19 e hanno trovato zone opache entrambi i polmoni di ogni paziente"

Per tutto ciò un antivirale efficace da solo potrebbe non bastare Occorre bloccare il processo prima che il danno polmonare diventi significativo.
Fortunamente (e grazie allo "stato dell'arte") pare proprio che abbiamo gli strumenti adatti allo scopo: remdesivir (che probabilmente verrà approvato da FDA a breve), anti IL-6R (tocilizumab), inibitori JAK (ruxotilinib).
Prima ne viene fissato il protocollo d'uso ottimale meglio è.
Ma ormai se arriverà, da noi, arriverà troppo tardi, anche se prima di un ipotetico vaccino.
Poi, per quanti "il vaccino sconfiggerà il virus": ammettiamo che un vaccino venga approvato. Ammettiamo pure che sul campo dimostri un'efficacia più alta di quella del vaccino antiinfluenzale (max 50%). Facciamo 80%. Si considererà la cosa risolta, lasciando una piccola quota di gente a morire (o a giocarsela col plaquenil) esattamente come si fa da anni con l'influenza, pur essendo disponibile un antivirale per i casi gravi (remdesivir)?


https://www.dw.com/en/covid-19-recovered-patients-have-partially-reduced-lung-function/a-52859671

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