"Ruxolitinib però dai, funziona meglio della clorochina contro la reazione immune/infiammatoria da COVID"
"Sì, però sono 1500 euro quello, 3 euro l'altra"
Dialogo con un medico.
A parte che, come capitato con tocilizumab, Ruxolitinib in questa occasione viene offerto gratuitamente dal produttore/originatore, questa è una cosa che spiega molto.
Spiega l'attaccamento alla clorochina e l'attaccamento al cortisone da parte di molti clinici.
Spiega l'attaccamento agli AntiRetroVirali (cioè agli anti AIDS) ancora largamente in uso a nord dell'appennino tosco-emiliano.
Remdesivir viene preso in considerazione con una lentezza estrema e a macchia di leopardo. La sua approvazione arriverà probabilmente sull'ultima coda dell'ondata epidemica in Italia. Ruxolitinib inizierà ad esser preso in considerazione seriamente nello stesso periodo, ad occhio e croce (eppure si tratta di uso off label, come per tocilizumab).
Lo ripeto: è difficile non osservare come vengano usati off label senza alcun problema farmaci a brevetto scaduto (e di efficacia nulla o dubbia), mentre l'off label degli altri pure se promettenti viene guardato con immenso sospetto, anche se basta poco a fare meglio del nulla.
Le cose non vanno così solo in Italia. E' rimbalzata ovunque la notizia del medico di NY che ha trattato 300 pazienti a clorochina, azitromicina e zinco solfato. L'endorsement di Trump nei confronti della clorochina è stato roboante.
Questa pandemia ha saggiato il paradigma della medicina consolidatosi negli ultimi 20 anni, e lo ha trovato tragicamente deficitario.
Alla fin fine è il modello OMS per i paesi poveri, diventato globale: generici (cinesi) e vaccini. Per COVID-19 il vaccino non c'è e forse non ci sarà mai, di sicuro non ci sarà in tempo utile, ma la Commissione Europea finanzia con 80 milioni la tedesca CureVac: un prezzo spropositato per un asset preclinico (di solito si arriva a un massimo di 10 milioni). E Speranza, ministro in carica per il disastro sanitario, riecheggia un certo epidemiologo dicendo "sarà il vaccino l'arma che ci permetterà di sconfiggere il coronavirus". Si era capito, grazie.
Su medici e decisori sanitari incombe l'incubo epatite C: solo la cura, nessun generico funzionante, niente vaccino.
Alla fin fine è il modello OMS per i paesi poveri, diventato globale: generici (cinesi) e vaccini. Per COVID-19 il vaccino non c'è e forse non ci sarà mai, di sicuro non ci sarà in tempo utile, ma la Commissione Europea finanzia con 80 milioni la tedesca CureVac: un prezzo spropositato per un asset preclinico (di solito si arriva a un massimo di 10 milioni). E Speranza, ministro in carica per il disastro sanitario, riecheggia un certo epidemiologo dicendo "sarà il vaccino l'arma che ci permetterà di sconfiggere il coronavirus". Si era capito, grazie.
Su medici e decisori sanitari incombe l'incubo epatite C: solo la cura, nessun generico funzionante, niente vaccino.
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