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giovedì 15 maggio 2025

BACCO, SCIENZA E MORALISMO

Cominciamo da un riassunto delle puntate precedenti (1, 2, 3).

Una cifra della tarda postmodernita: la divulgazione scientifica non più come mezzo di crescita culturale, ma come strumento di influenza morale o ideologico. Oggi il moralismo non si manifesta più solo con prediche religiose o dogmi etici tradizionali, ma si traveste da scienza, sfruttando la sua autorità sociale per indurre comportamenti, valori o agende.
 
Così, la “popolarizzazione” della scienza – apparentemente un processo neutro e impolitico – diventa un mezzo attraverso cui il moralismo rientra dalla finestra, dopo essere stato cacciato dalla porta della religione o della tradizione. In pratica la nuova Moral Majority è viva e lotta tra di noi, ma si è messa il camice bianco o il profilo social del medico o del divulgatore scientifico, ed è progressista e inclusiva - inclusiva, sì,  ma non con chi dissente.

Cosa c'è di più moralizzante e dogmatico di certa comunicazione medica, che al posto della salvezza dell'anima promette quella della nuda vita? E lo fa invano, dato che ogni vita ha una fine.

"Between Two Evils" di Bernhard Gillam (1882)
Pubblicata sulla rivista satirica Puck, questa vignetta mostra un uomo ben vestito, rappresentante della "vera temperanza", seduto tra due figure estreme: un ubriacone e un astemio fanatico.

L´esempio più eclatante degli ultimi tempi è costituito dalla crociata contro vino e alcolici (a cui da anni si aggiungono tabacco carni rosse, salumi etc). Niente di nuovo, i movimenti per la temperanza con la loro cifra moralistica sono vecchi di almeno un paio di secoli. La cosa notevole è che questo genere di piglio moralistico è arrivato anche nelle pubblicazioni scientifiche: notevole questo Alcohol and morality: one alcoholic drink is enough to make people declare to harm others and behave impurely. "Comportamenti impuri" oggetto della ricerca in psicofarmacologia, cosa si può chiedere di più?

L'argomento è medico-scientifico perché l'alcol è cancerogeno. E in giro mi è capitato di leggere pure "cancerogeno in qualsiasi quantita", "anche una sola molecola di etanolo è cancerogena" "non esistono quantita´sicure di consumo di alcolici". Tutto questo dopo anni in cui ricordo bene che quanto ad altri composti chimici è sempre stato "è la dose che fa il veleno"(che viene da Paracelso, quindi lo scientismo pop ripescava la spagirica, vabbè).

A parte quindi le ovvie osservazioni (la dose fa il veleno quando fa comodo alla tesi da propagandare) c'è un problema: non sono solo superalcolici, vino, birra, sidro, idromele e pulque a contenere alcol etilico. Quantità minori ma non trascurabili sono presenti in altre classi di alimenti: salumi e formaggi lavorati con tecnologie tradizionali, vegetali fermentati (crauti e olive), pane, prodotti da forno e latti fermentati. Quindi sarebbe il caso di lanciare subito una campagna contro yogurt, kefir, etc etc. Oppure no?

Mi guardo bene dal sostenere che il consumo di alcol non sia dannoso, ma invece di metter su tutto questo teatro in nomine Scientiae, OMS et Scientificae Communionis basterebbe ripetere con gli antichi: Bacco Tabacco e Venere riducono l´uomo in cenere. Oppure un semplice: quando il tuo medico ti dice di smettere di bere, fallo. Considerando anche che “polvere sei e polvere ritornerai, ma tra una polvere e l'altra un buon bicchiere non fa male”. E alla fine di qualcosa si dovrà pur morire, che diavolo.

 

 

lunedì 20 marzo 2023

C'E' UN MOTIVO SE...

... Mad Max è diventato un'icona, mentre Waterworld (1995) no. All'epoca fece notizia come manifesto ispirato al cambiamento climatico ma forse per l'allegoria smaccata e gli intenti propedeutici è invecchiato male quanto le profezie di Al Gore.


Con questo non si intende sostenere che non sia in corso un cambiamento climatico etc etc. Però occhio all'advocacy, specie quando si maschera da "scienza", perché la reazione negativa è assicurata e le sue conseguenze non possono essere curate con più advocacy. Specie quando si è iniziato ad "esagerare un po' " da fin troppo tempo. Non condivido l'entusiasmo per i social e youtube di Sabine Hossenfelder, ma ne apprezzo lo spirito critico. E sì, onestamente anche io avevo capito male l'effetto serra. 

Riguardo le "leggere imprecisioni" di Al Gore, anche oggi modello che prendi e quantità che trovi (temperature, tempo), quindi figuratevi nei '90. Lo ricordava sempre la Hossenfelder in un articolo sul NYT: è un problema, diciamo così, di risoluzione, e ancora oggi non abbiamo la potenza di calcolo per modelli di risoluzione maggiore (https://www.nytimes.com/2019/06/12/opinion/climate-change-supercomputers.html?fbclid=IwAR1HXE2pR-O4urGw88B44q0VOovparPqD2-BXXhFoC3F9SgnivNrO0Ugo2w). Qundi le previsioni per il 2030, beh... ci possono stare, oppure finire come la profezia di Gore, magari con meno clamore (poi c'è la questione dei dati grezzi, passate un po' di tempo con qualcuno che ci lavora "leggermente a disagio" e vi renderete conto che non sono esattamente oro colato).

Mi chiedo se davvero per spingere verso alternative ai combustibili fossili (o per promuovere le vaccinazioni) ci sia necessariamente bisogno di una collossale montagna di stronzate. I risultati direbbero di no, perché se metti fuorilegge il catorcio euro 2 del poveraccio che non arriva alla fine del mese l'unica risposta che avrai sarà una giustificata e feroce avversione, idem se obblighi all'adeguamento energetico delle case, specie nei paesi ricchi di città con un centro storico. Nel mentre ci sono processi, come il record delle energie rinnovabili (https://www.iconaclima.it/energia/energia-europa-rinnovabili-2022/) in cui l'advocacy non ha contato un tubo, mentre la geopolitica ha pesato immensamente (la nuova guerra per niente fredda, ormai).

Il problema continua ad essere lo stesso di sempre: se in un modo o nell'altro chi pratica l'advocacy (di solito autodefinita divulgazione) ne ha un ritorno, monetario o no che sia, ci ritroviamo nella fattispecie dell'oste che giudica il suo vino, con la differenza che nel caso del cambiamento climatico non c'è misura che sia sufficiente ed è sempre e comunque troppo tardi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html). E tutto questo mai, mai, mai, mai guardando all'elefante nella stanza (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/la-produzione-mondiale-di-co2-questione.html). Ogni volta che leggo o sento certa roba sui media mi dico "Per mia fortuna non campo facendo quel lavoro lì".

C'è poco da fare o da dire. Per fare un esempio nessuno si ricorderà del processo Fischer-Trops. Io invece lo studiai ai tempi dell'università: idrocaburi leggeri da syngas (CO e idrogeno), e il syngas ai tempi si produceva dal coke, e quindi dal carbone (oggi le cose sono un po' diverse). Il processo è ancora usato, ma nella storia si ricorse al Fischer-Trops quando l'approvvigionamento di idrocarburi diventava problematico per una nazione e l'esempio più noto è quello della Germania nazista, ma ci fu anche il Sudafrica ai tempi dell'embargo. Considerando questi esempi il deterioramento delle relazioni est-ovest può promuovere in occidente l'impiego di energie rinnovabili, e lo sta facendo. Che effetto questo avrà globalmente non credo che nessuno possa dirlo.


venerdì 25 novembre 2022

IL DUBBIO

 

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/lessenza-della-scienza-il-dubbio-non-la-verit-nemmeno-dei-dati-y4ly153q

Qual'è la ragione di un In Process Control? Il dubbio che qualcosa sia andato storto (e al primo batch su scala è atto dovuto, a quelli di produzione pure). Quando si ricontrolla un EC50 stessa cosa. Poi ci sarebbe da dire tanto sulla validazione dei target (cfr "il gene dell'Alzheimer" e i piagnistei su chi ha interrotto i bonifici a chi pensava di aver trovato la chiave di volta di una patologia che ormai quasi sicuramente è multifattoriale).

Poi ci sono quelli allargati (in più di un senso) che cancellano tutto questo con "La comunità scientifica". Quindi prendiamo uno a caso, Joannidis: quanti hanno eseguito l'esperimento di controllo? Che sarebbe quello per verificare se la tesi regge oppure no.

Non ho alcuna empatia (e rimpiango quella elargita incautamente) con chi "divulga" o "comunica"  quel che è giusto comunicare, al di là di qualsiasi validazione solida. "La comunità scientifica dice che..." senza validazioni in mano. Solo articoli di chi non sa cosa voglia dire "validare". Ma il dilettantismo (colpevole) fa comodo a chi lo paga. Comunicazione "giusta" di questo paio di sfere.

Serve la pratica delle scienze. E la pratica è quella in cui prendi pesci in faccia dalla realtà quanto le tue ipotesi erano sbagliate. Il resto è favola per i bambinetti (cioè il pubblico, che sarebbero poi i cittadini). I cittadini trattati come bimbetti delle elementari a cui occorre insegnare e inculcare valori ( perché quanto alla trasmissione di valori le famiglie latitano, ormai). Democraticissimo. Ovvio che gli adulti quando vengono trattati da bambini si alterino. Tristissimo quando sedicenti adulti vanno pedissequamente dietro alla maestrina o al maestrino.

Quindi tutti i discorsi sulla "complessità" (e endorsement a una pagina fb) erano cazzate strumentali, puntellini per giustificare chi scriveva . Velo pietoso sui poveracci della scienza democratica, che era invece lascienza partitodemocratico (democratico una beata sega).

Quindi "comunicatori/e" pagati/e da...? E poi discutevano di conflitto di interessi di "quello". Il ciarpame della rete ha trovato chi gli paga la fatturina a fine mese. Perché non sarebbe capace di niente di più.  Great achievements.


Poi c'erano quelli per cui ildubbio era solo un'altra verità, la loro, e quindi più forte delle altre, ma erano e sono tre gatti, presi a calci nei denti nelle urne e quindi il nulla cosmico che prova a fare rumore e niente più.

Comunque da lontano tutta la faccenda italica "divulgazione e comunicazione" mi appare sempre più un vuoto esercizio stilistico su quale forma debba avere la propaganda, intrecciato con una costante ricerca di riconoscimento sociale e mediatico. In pratica il club del "terzo ladro" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html), che con la pratica delle discipline scientifiche non ha mai avuto niente a che fare.

domenica 27 settembre 2020

DOVE LA SCIENZA FINISCE, INIZIA LA FANTASCIENZA (E IL GROTTESCO SELVAGGIO)

 

https://www.leggo.it/sanita/covid_virus_mutato_resiste_mascherine_distanziamento_lavaggio_mani_24_settembre_2020-5482758.html

Da non crederci. Vero che la metapandemia della comunicazione ci ha offerto di tutto, finanche il virus che viaggiava da nazione a nazione con lo spirar dei venti. Ma qua siamo un pezzo avanti.

Eh, il virus che muta... mutazioni sintetiche che non sopravvivono nel tempo, mutazioni che lo hanno reso innocuo, mutazioni così e mutazioni cosà e ora... 

E ora è definitivo: il virus acquisirà il gene del teletrasporto:

https://www.tpi.it/esteri/coronavirus-la-mutazione-resiste-a-mascherine-distanziamento-e-lavaggio-delle-mani-20200925671490/

Che la prima vittima della pandemia fosse stato il buonsenso s'era capito da gennaio. Oggi siamo al puro delirio, e impazza sui grandi media.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...