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lunedì 24 marzo 2025

IL FALLIMENTO DEL SOCIAL GENETICO ARRIVA, MA ANCHE TROPPO TARDI


23andMe era una società statunitense quotata al NASDAQ che si occupava di genomica e biotecnologia. Forniva test genetici e servizi collegati, tra cui una piattaforma social che permetteva di mette in contatto utenti con patrimonio genetico in comune. Se l'idea di un social network genetico che detiene il vostro genoma vi sembra demenziale, beh, forse è perché lo era. Non solo demenziale ma pure  non proprio sicura.

https://www.djournal.com/news/national/23andme-customers-warned-to-delete-data-on-bankrupt-companys-website/article_bd8cf6b3-9b9f-5f18-97dc-d0536e78066a.html
 

Ovviamente la piattaforma dell'azienda garantiva sicurezza e privacy a prova di bomba, ma quando la bomba è scoppiata il castello di carte è crollato: nel 2024 23andMe ha perso una causa contro i clienti che ha mancato di tutelare. 30 milioni di dollari per patteggiare, essendo stata provata in sede giudiziale la sua incapacità di proteggere i dati di 6.9 milioni di utenti durante un attacco hacker. L'azienda non ha retto l'urto della sentenza e del relativo esborso. 

Occorre dire che 23andMe ha avuto una storia burrascosa con FDA, da quando una decina di anni fa cominciò a vendere servizi di diagnostica genetica che avrebbero detto all'utente se era predisposto all'insorgenza di patologie. FDA aveva bloccato tutto, perché di fatto l'azienda stava vendendo un servizio diagnostico senza trial che ne dimostrassero la solidità, senza alcuna certificazione dei suoi laboratori di analisi etc etc.

E occorre dire anche che, preda della classica idiozia di Silicon Valley, l'azienda aveva anche bruciato molte risorse in un'attività di drug discovery che ha prodotto 0. Viene fuori regolarmente a Silicon Valley qualcuno che, non avendo la minima idea di quello che dice, sostiene di poter fare meglio e più velocemente di quanti lavorano nella ricerca e sviluppo farmaceutica, e altrettanto regolarmente il genio di turno fallisce. La CEO di 23andMe, Anne Wojcicki, nel suo delirio di onnipotenza aveva dichiarato che l'azienda aveva non uno, non due, ma 50 candidati farmaci nella pipeline (cioè in fase di sviluppo più o meno avanzato). Solo chi non sapeva nulla dell'argomento poteva crederle e gli credette, tra cui alcuni investitori (79 milioni, sborsarono). Oggi quegli investitori devono essere contenti matti, davvero. 

Ma questo esito era nell'aria da più di 10 anni: già nel 2013 Matthew Herper su Forbes si chiedeva: "23andStupid: 23andMe si vuole suicidare?". E ora un giudice californiano avvisa gli utenti di 23andMe: meglio che cancellino tutti i loro dati, perché in seguito al fallimento non si può dire in che mani potrebbero finire (legalmente).

Citando un vecchio amico: "Benissimo. Devono fallire miseramente e tutti quelli che li hanno supportati devono pagar dazio".

 


 

giovedì 27 febbraio 2025

ANCORA RIGUARDO AI SOCIAL NETWORK

 

Ringraziando pubblicamente Sara Gandini per la condivisione e l'apprezzamento credo sia tornato il tempo di parlare di nuovo di social networks. "Anti social", per quanto un'etichetta abbia infiniti limiti, ci sta. Ma vorrei citare, di nuovo, un passo di Matthieu Amiech da L'industria del complottismo:

Va notato che se anche un'autorità pubblica che si preoccupa "dell'interesse generale" prendesse il controllo dei fornitori di servizi su internet, se i protagonisti non fossero quindi dei magnati privati assetati di profitto, la mia diagnosi rimarrebbe la stessa: l'informatizzazione delle nostre vite è un processo di confisca del mondo comune, organizzato dalla tecnocrazia, una classe di esperti dedita al perseguimento dello sviluppo industriale. Per queste persone, che lavorano a volte per lo Stato, a volte per il capitale privato, l'aumento della dipendenza degli individui dalla macchina social non  un problema, perché sono loro i principali gestori di questa macchina e il loro potere sulla vita degli altri aumenta man mano che la macchina cresce e diventa più sofisticata.

Per l'orizzonte delle mie letture da un certo punto di vista è la chiusura di un cerchio iniziato molti anni fa con L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio di Pierre Lévy, che sottolineava la condivisione dell'intelligenza come una delle possibilità intrinsiche della rete. Un tratto che è rimasto anche nelle sue successive evoluzioni con quello che veniva chiamato ai tempi il web 2.0: social network e piattaforme analoghe.Tre anni fa dal mio punto di vista la componente "intelligenza collettiva" era stata sommersa da fanatismi contrapposti che non temevano alcuna contraddizione, neanche la più eclatante. Il "dibattito" pubblico era schiacciato e neutralizzato, almeno da un anno (dalla fine del 2020) e scambi di mail relativamente recenti mi fecero ribadire il concetto.

Verissimo, CS è iniziato sui social network, lì ha fatto il suo percorso, un percorso che dopo cinque anni si è concluso per una precisa scelta. Tra le motivazioni oltre al dibattito neutralizzato c'era la sensazione persistente che si stesse giocando su un campo con arbitri del tutto parziali che cercavano di ottenere ogni tipo di vantaggio dalla situazione (su mandato politico). Era una partita che valeva la pena di giocare? Era uno sport che aveva un senso? Queste domande riassumono in modo conciso i motivi di quella decisione, elaborata a partire dalla visione di un film. francese anche quello:



Capita di rado di vedere un film intelligente riguardo i social network e questo lo fu. Intelligente, quindi fastidioso, per molti. Si tratta della storia del linciaggio sociale e mediatico di uno scrittore quando si scopre che è lui ad essere dietro ad un account twitter deliberatamente e violentemente provocatorio (assieme a qualche amico che però lo rinnega come se non fosse corresponsabile). Un film che in me ha lasciato una traccia e che ancora ricordo bene.

Quando abbandonai twitter (prima che Musk ci mettesse sopra le mani e non certo in vista del suo arrivo - ragioni più serie) qualcuno mi disse  "twitter però è politicamente rilevante". Ebbene, le società che ritenevano twitter politicamente rilevante si meritavano davvero il peggio del peggio, che è esattamente quello che stanno avendo. Già quando lasciai twitter mi chiedevo se allora fosse realmente possibile un uso significativo dei social network . Mi diedi una risposta e finì così. Una decisione irreversibile.

Di questi argomenti ho parlato privatamente anche di recente con più di una persona e certo: restare nella propria bolla provando ad allargarla ed evitando sterili flame è un'opzione e la cosa può essere utile per scambio di idee, promozione di articoli, libri o eventi, eccetera eccetera. Ma io non ho libri o eventi da promuovere e, come dissi nel post di addio già linkato, CS era nato per bucarle, le bolle, non per fare la bolla contro le bolle o costruire una community (tantomeno una fanbase). Quanto a questo blog, se vogliamo parlare di "soldi del Monopoli", senza sponda social continua a fare quasi centomila visualizzazioni l'anno, che sono qualcosa ma niente di eclatante. Una faccenda di nicchia e a me sta bene così, ogni tanto un tema si riesce ancora a farlo circolare. 




giovedì 6 febbraio 2025

L'EUROPA ULTIMO BALUARDO CONTRO LE FAKE NEWS (O DELLA CENSURA)

 

https://www.politico.eu/article/fact-checkers-under-fire-meta-big-tech-censorship-mark-zuckerberg-donald-trump/

"L'Europa ha un crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura" ha detto Zuckerberg, folgorato sulla via di Damasco della rielezione di Trump. Ovviamente da Bruxelles la risposta non è tardata: "Noi non censuriamo i social media".

La questione della supposta fine del fact checking (o della censura) sta ormai prendendo tinte grottesche, ma una cosa è abbastanza chiara: se (e sottolineo se) oltreoceano c'è stato un tana libera tutti in Europa niente del genere. Su tutte le agende "pesanti" il vecchio continente va avanti come se a Washington ci fosse ancora l'amministrazione Biden. E questo riguarda anche la censura online: il contrasto alla diffusione della "disinformazione" era già l'oggetto principale dell' European Union’s Code of Practice on Disinformation adottato in tempi di Brexit dopo lo scandalo Facebook/Cambridge Analytics (2018). La tesi fu che i risultati del refendum per Brexit erano stati prodotti dalla disinformazione online - e dagli hacker russi. Eppure dieci anni prima il massiccio uso dei social media da parte di Barack Obama durante la sua campagna elettorale fu commentato con entusiasmo. Ma quelli erano i tempi in cui le relativamente nuove piattaforme erano acclamate come strumenti di democrazia (le proteste in Iran l'esempio più rilevante). Dalla metà del secondo decennio di questo secolo il quadro è stato piuttosto differente e gli "strumenti di democrazia" erano diventati pericoli per la "democrazia" (o meglio, per i gruppi di potere prevalenti in occidente). La cosa coincise con il "Momento Maria Antonietta delle elite" . Forse il primo episodio eclatante del nuovo corso venne da Cecilia Malmström, allora Commissario Europeo al Commercio, che riguardo al TTIP e al suo operato in materia si lascò sfuggire che lei non rispondeva di quel che faceva ai cittadini europei (poi spese molte energie per negare la cosa). Quattro anni dopo Brexit fu l'evento a cui non si poteva assistere senza reagire, quindi arrivò  l'European Union’s Code of Practice on Disinformation e includeva i contenuti che 

May cause public harm, intended as threats to democratic political and policymaking processes as well as public goods such as the protection of EU citizens' health, the environment or security.

Cioè i contenuti potenzialmente dannosi per il pubblico (tradurre "status quo"), intesi come minacce ai processi democratici e legislativi nonché all'interesse pubblico come la salvaguardia della salute dei cittadini europei, la loro sicurezza o il loro ambiente. Si aggiungeva che la norma escludeva pubblicità ingannevole, notizie errate, satira, parodia e contunuti chiaramente identificabili come di parte. Oggi è facile capire che l'Act fosse una misura "castrata" dalla sopravvivenza di un minimo di anticorpi autenteticamente democratici ancora in circolazione dalle parti di  Bruxelles. Per ovviare a queste "mancanze" nel 2023 è arrivato il Digital Services Act, molto più rigido: le piattaforme dovevano garantire la lotta alla disinformazione e la non ottemperanza significava multe che potevano arrivare al 10% del loro fatturato (un'enormità). Il DSA riguarda le piattaforme dai 45 milioni di utenti in su e si è ben visto che chi è al di sotto di questa soglia non è perfettamente al sicuro - vedasi l'arresto a Parigi di Durov, fondatore di Telelegram e qualcuno commentava, non saprei dire se compiaciuto o no, che 

Il filo su cui Durov e gli alfieri della libertà di espressione assoluta camminano, insomma, è molto sottile.

In tempi di DSA in Europa una piattaforma sopra i 45 milioni di utenti è obbligata a mettere in opera un sistema di fact-checking. Quello che ad oggi Meta ha fatto è proporre un sistema di community notes affine a quello di X. Al momento la Commissione Europea sta valutando la proposta. Staremo a vedere come va a finire, in questi tempi in cui "libertà di parola" significa sempre più "libertà di dire qualsiasi cosa sia utile agli assetti del potere e non li infastidisca".




domenica 26 gennaio 2025

ANCORA SU LINKEDIN, SEMPRE PIU' SOCIAL NETWORK

 

Io giochi su Linkedin... Io non so perché Linkedin abbia sterzato verso il social media. Sono stato fermamente ancorato alla sua natura di network professionale e con buone ragioni: non conto i contatti, le interviste e le volte in cui sono finito in shortlist che erano davvero corte grazie alla piattaforma. E questo è uno dei motivi per cui ho usato linkedin solo ed esclusivamente in chiave professionale - vi garantisco che si può ancora fare tutt'oggi.

Ma io mi sono mosso fuori dai confini italiani. Se non lo avessi fatto le occasioni sarebbero andate a quasi zero. La visione che si può avere della piattaforma dall'Italia è infinitamente peggiore rispetto a quella che si ha all'estero, con buoni motivi.


Non gli si può dare torto. Ma consiglierei di andare a scorrere i commenti: io non ho alcuna difficoltà a credere che ci fosse una delle Risorse Umane in Italia che definiva quelli con #opentowork nel profilo dei poveri sfigati. Il mondo del lavoro in Italia è un disastro da anni e chi lavora o ha lavorato nelle risorse umane in Italia è spesso del tutto in tono (mi ricordo dei bei soggettoni apparteni alla categoria ai tempi di CS sui social).

L'Italia; si tratta dell'unico paese europeo di cui io so in cui ci sono agenzie di reclutamento che fanno pagare i candidati invece che le aziende etc etc. (io non ho mai pagato né un headhunter né una piattaforma o agenzia di reclutamento). Fenomeni resi possibili da un tasso di disoccupazione alto, una stagnazione salariale anche più alta e scarsissime opportunità attraenti per gli high skilled worker. Con ciò quelli che sulla piattafrma si comportano come fossero su fb io non li capisco: sfoghi su Linkedin la tua frustrazione per non aver avuto mezzo colloquio o mezza opportunità? Complimenti, le tue probabilità di avere un colloquio si sono istantaneamente ridotte dell'80%. L'attitudine allo sfogo e al trolling non sono considerate positivamente da nessun reclutatore che abbia mai conosciuto. 

Una cosa però la posso capire: in Italia un candidato senza esperienza è nella peggiore delle posizioni possibili: senza esperienza e senza lavoro. Ma questi sono ottimi motivi per farsi furbi e non per fare gli idioti sventolando in giro la propria rabbia e le proprie frustrazioni. E ricordate che ci sono datori di lavoro che monitorano i social dei dipendenti e controllano quelli dei candidati. Poi non ci sono solo le risorse umane, nel caso di aziende di una certa dimensione ci sono anche gli Hiring Manager per la posizione, cioè quelli cointeressati nell'arruolamento in quanto il candidato è destinato a finire nel loro gruppo. E di solito non sapete chi sia l'Hiring Manager fino all'ultimo: potrebbe essere uno a cui avete dato del coglione su un social e in quel caso le prospettive di successo della vostra candidatura sarebbero molto vicine a 0.

Il consiglio finale resta sempre lo stesso: fatevi un minimo di inglese e cercate fuori, che così facendo scoprirete un mondo del tutto diverso da quello che avete sempre conosciuto e con molte più oppurtunità.

giovedì 31 ottobre 2024

EGLI, GLI STUDI OSSERVAZIONALI E UN RICORDO DI SCHOPENHAUER

 Mi girano questo screenshot:


Che dire, ogni studio osservazionale è bello a mamma sua (o a chi gli torna comodo). Dovremmo quindi prendere per buoni gli enne studi osservazionali che dicevano che idrossiclorochina e ivermectina funzionano contro COVID: ah no, quelli no (per fortuna). Mi ripeto, ma vi pare che con vendite calanti se un produttore si ritrova la pappa scodellata da un paio di articoli che dicono "previene la trasmissione" non va da FDA a chiedere la modifica delle indicazioni? E invece niente del genere, perché FDA non sa che farsene di uno studio osservazionale per una serie di ottime ragioni a cominciare dal selection bias. Tradotto, non c'è modo migliore per tirare fuori statistiche scintillanti che scegliersi con cura il campione. Chi pubblica un articolo non è tenuto a dire se esclude dati, quali dati esclude e perché, cosa che non si può fare con i soggetti di un trial registrato. E questo è forse il principale motivo per cui FDA vuole il trial e lo vuole fatto come Dio comanda (cioè NON come furono fatti i trial del vaccino Astra Zeneca). In uno studio osservazionale, a posteriori o meno, il rischio di bias è sempre presente. Rischio che in un trial destinato all'approvazione di un farmaco o alle modifiche delle sue indicazione non deve esistere. Le "piramidi dell'evidenza" continuano ad andare di moda quindi sarebbe bene ridarci un'occhiata:



Cioè gli studi osservazionali sono meglio del singolo caso e degli studi su una serie di casi. La next best thing rispetto agli studi clinici randomizzati? Ok, peccato che la next best thing non sia sufficiente a far approvare un farmaco o a modificarne le indicazioni.  Parlare di "dato scientifico oggettivo" è la solita "leggera imprecisione". Statece, bimbi.

Comunque, si parva licet componere magnis, lo screenshot iniziale mi ha rammentato un passo de Il mondo come volontà e rappresentazione -  ho cambiato un paio di parole e spero che l'anima del grande filosofo non se ne avrà a male:

Egli, installato dall'alto, dai poteri costituiti, come il Grande
Scienziato certificato, era un cialtrone dalla testa piatta, insipido,
nauseante e analfabeta che raggiunse il culmine dell'audacia nel mettere
insieme e nel servire il più folle e mistificante nonsense. Questo
nonsense è stato proclamato rumorosamente come scienza immortale da
seguaci mercenari e prontamente accettato come tale da tutti gli
sciocchi, che si sono uniti in un coro di ammirazione perfetto come non
si era mai sentito prima. L'ampio campo di influenza scientifica di cui
Egli era fornito da coloro che erano al potere gli ha permesso di
raggiungere la corruzione intellettuale di un'intera generazione
.

 


giovedì 4 luglio 2024

SCIENZA, SCIENZA DELLE MIE BRAME, CHI E' IL PIU' SCIENZIATO DEL REAME?

Nota bene: quanto segue riguarda la popolazione della scienza accademica e della ricerca pubblica. Esclude i medici che si piccano di parlare di scienza e in generale i medici sui media social e non social, cosa che richiederebbe una lunga trattazione e su cui non sono aggiornato. Tantomento riguarda l'area divulgazione intesa come popolazione senza un lavoro nella ricerca di cui sopra.

Parto da un messaggio di Starbuck: "Gli "scienziati" sono, a parte rare eccezioni, degli egocentrici narcisistici di merda. Per quanto io ci stia passando attraverso, questo sistema di pubblicazione, relazioni, collaborazioni (il nettuorc) e progetti non riesce a non sembrarmi - anche storicamente - una mera esaltazione dell' individuo". 

Nella prospettiva della "scienza normale" secondo Kuhn (cioè di quella attuale) forse più che una mera esaltazione dell'individuo una reciproca glorificazione tra pari in cui nessuno minaccia l'altrui posizione di potere (perché le scienze accademiche non sono niente di sovrumano, ma solo un altro sistema di potere). Come sottoprodotto del processo, di quando in quando, c'è qualche avanzamento interessante, ma non è questo quello che il sistema nel suo complesso persegue: il sistema cerca quello che tutti i sistemi del genere cercano, la sua pura perpetuazione.

Questa è roba del 2010, ma non è che in 14 anni le cose siano cambiate e chi non se ne è accorto, beh...

https://oggiscienza.it/2010/11/15/scienziati-narcisi/index.html

In psicologia clinica e negli studi sulla personalità il narcisismo è definito in due modi: o come una vera e propria condizione clinica o come un semplice tratto di personalità, presente in modo più o meno marcato nella gran parte degli individui. Il narcisismo (che può essere misurato con appositi strumenti clinici – questionari – può condurre  a comportamenti truffaldini, siano essi coscienti o no. Narcisiste sono quelle persone che esagerano i loro talenti e pensano di essere speciali e uniche. A livello interpersonale questo tratto di personalità porta con se arroganza, mancanza di empatia, e rapporti interpersonali  superficiali. Il desiderio di essere ammirati poi può anche in casi estremi portare a comportamenti non del tutto onesti (magari senza che l’individuo ne sia cosciente).

Guarda caso c'è un collegamento tra frodi scientifiche (tutto quel che va da immagini tarocche a molto peggio) e narcisismo. Se ne può ricavare che il livello di competenze e conoscenze non sia proporzionale al livello di narcisismo, perché se sei bravo e a capo di un ottimo gruppo non hai bisogno di frodare. Si può dire tutto il male del mondo sull'H-Index, ma non è un caso se negli ultimi anni, in campi in cui H-Index vuol dire tutto, si sia assistito su isocial all'assalto delle mezze tacche contro chi aveva H-Index alti ma non cantava nel coro.

Se siete su un qualche social guardatevi attorno, non dovrebbe essere difficile individuarli, gli scienziati narcisi (immagino che siano sempre lì, a differenza di chi scrive). Da quel che mi ricordo dei social  terze missioni, outreach e compagnia cantante erano puri esercizi narcisistici. Si direbbe che scienze e social media non facciano un buon ménage. Perché... perché si potrebbe fare due più due:

https://www.insalutenews.it/in-salute/disturbi-della-personalita-e-social-piu-postiamo-selfie-e-piu-diventiamo-narcisi-lo-dimostra-la-scienza/

Per quanti vogliono la pappa scodellata: se i postatori di selfie sono narcisisti, uno scenziato che posta molti selfie è molto narcisista. E io di "scienziati" e/o accademici gran postatori di selfie me ne ricordo diversi. Ho dichiarato che avrei escluso il tema, ma direi che il peggior servizio al dibattito pubblico negli ultimi anni è stato fatto da medici narcisisti sui media, medici che si spacciavano per scienza e di "scienza" volevano parlare, quando quasi nessuno di loro ne aveva titolo. Perché qui non si intende ridurre il tutto a una questione di narcisismo degli attori: il senso politico del fenomeno nel suo insieme è stato discusso qua sopra molte volte e da anni e anni lo scienziato narciso è pronto a diventare uno scienzato "da marciapiede".

Addendum: una nota per quel che riguarda il sistema italiano: cosa succede se le risorse che c'erano non ci sono più? Di tutto di più. E allora l'hype, che è totalmente confuso con il narcisismo, è anche una tecnica di sopravvivenza, per mantenere una borsa di studio post doc, tenere vivo un gruppo di ricerca etc. E come ogni forma di resilienza in ultima istanza è perdente. Ma "nel lungo periodo saremo tutti morti" vale anche in questo campo. Quando si dice the human race...

 

 



domenica 16 giugno 2024

BALESTRE, RELATIVITA' E ATTRAZIONE GRAVITAZIONALE DI URANO

 (Della serie: cosa riesce a proporti il tubo)

https://youtube.com/shorts/JjkY5ZXr8tU?si=VD4nW2EN-TV23whX

La prima volta che ho sentito la storiella della balestra mi sono stranito assai. Perché qualcuno mi disse: se non puoi misurare la differenza di massa non vuol dire niente, il principio rimane valido. Feci notare pure che una bombola di gas compresso ha un'energia interna maggiore di una bombola vuota, e ci sono plastiche raffigurazioni del fatto su youtube:

Eppure se pesate una bombola da alta pressione piena e una vuota la differenza di peso (e quindi di massa) tra le due corrisponde al peso del gas rilasciato (e sì, il gas rilasciato si può pesare, per esempio assorbendolo in un solvente). L'effetto sulla massa della differenza di energia interna è invisibile e del tutto irrilevante. Le "leggi della natura" abbondano di casi particolari e intervalli di definizione. Ci sono molte leggi che valgono (sono significative) su una certa scala e al di fuori di quella scala sono irrilevanti. E di solito, parlando di discipline scientifiche, è bene considerare ciò che è rilevante e ciò che non lo è,

Urano esiste, giusto? E la gravità pure. E io in casa ho un frigorifero. Il frigorifero è massivo e Urano è massivo (enormemente). Quindi Urano esercita un'attrazione gravitazionale sul mio frigorifero. E' significativa? No. E' misurabile? No. E quindi la conclusione può essere una sola:

'Sticazzi.

Non vuol dire che la forza di gravità non esiste (e se avete spostato a braccia un frigorifero da un piano all'altro di un edificio lo sapete bene). E  non è una conclusione ascientifica, ma matematica. La matematica la trovate qua. Già, il problema è che se parli di una disciplina scientifica non puoi girarci intorno: senza la parte quantitativa e senza misure si tratta di discorsi e i discorsi li porta via il vento - lasciamo perdere quando ci sono problemi di misura, che la storia sarebbe fin troppo lunga.

Detto questo occorre notare che l'autore del reel mette la cosa quanto meglio sia possibile. Ma la balestra è una delle manifestazioni più significative della fenomenologia della divulgazione: considerazioni che "suonano scientifiche" (perché la scienza è controintuitiva etc.). Per me fu esilarante  il passaggio da "correlation is not causation" a "absence of evidence is not evidence of abscence" - in parole povere: è come pare a noi quando ci pare. Considerazioni scientificamente indimostrabili o irrilevanti che, passando di bocca in bocca o di post in post, diventano "scienza", cioè uno degli articoli di fede dallo scientismo pop (quel'area di opinione che sventola una bandiera "scienza" senza capisci una mazza ma lo fa sentondosi superiore agli "altri").

PS: Non mi stupirebbe se la storiella della balestra fosse filtrata nelle scuole superiori, considerato l'amore che certi professori nutrono per la divulgazione. Ma tanto ormai, danno più, danno meno...


giovedì 13 giugno 2024

ISOCIAL, ANCORA

Sono passati quasi due anni dalla chiusura della pagina fb, ma periodicamente mi arrivano inviti a tornare su isocial (facebook, twitter - ops, X).

Ribadisco alcune considerazioni per cui l'abbandono dei social da parte di CS è definitivo e irrevocabile, e sono considerazioni puramente politiche. 

In primo luogo CS è stato capace di incidere politicamente ben prima del boom di visualizzazioni correlato al COVID19. Senza apparire in nessun modo come autore (un autore plurale, al tempo) i temi qui proposti sono finiti su quotidiani nazionali e in programmi del giornalismo televisivo di prima serata. Questo succedeva quando i soldi del Monopoli (like, condivisioni, visualizzazioni) erano molto pochi, anche perché interagire pubblicamente con la pagina facebook ai tempi era considerato disdicevole in molti ambienti. 

Quando con lo stesso metodo gli stessi temi sono arrivati in Parlamento il blog era a più di 600.000 visualizzazioni in meno di ora. Ne ho concluso che per proporre temi e approcci critici una presenza attiva su  isocial non serve, a maggior ragione oggi che la loro situazione è estremamente diversa rispetto a cinque anni fa. Diversa la situazione ma non i contenuti: la pagina fb cominciò così e finì così. Un ciclo compiuto, senza altro da aggiungere.

Con tutto il rispetto per le richieste di ritorno e i loro motivi, credo di averlo detto più di una volta: creare e coltivare una community non era lo scopo dell'operazione (anche se in qualche modo è successo) e fondamentalmente i social gira gira quando mi sono sganciato servivano a crescere fanbase - chi non riusciva nell'intento già migrava su substack o tiktok . Non ho motivi di credere che le cose siano cambiate.

"Francamente non capisco la linea presa da questo blog. Negli anni hai fatto molta strada assieme a questo e a quello, con apprezzamenti reciproci. Oggi sembra che sul blog ci si limiti a tirare sassate in ogni direzione e alle volte non si riesce a capire a chi. Ritornando su X potresti rispondere a interrogativi del genere con un confronto pubblico e aperto", mi ha scritto qualcuno, che evidentemente confonde "confronto pubblico e aperto" con "dialettica significativa". Di "confronto pubblico e aperto" sui social ne ho avuto pure troppo, in cinque anni, e più che abbastanza per capire che quel genere di "confronto pubblico e aperto" è completamente sterile. A meno che non si ritenga produttivo dibattere con settari con i cervelli fritti dal dogma. Un esempio recente? Sara Gandini e Elena Dragagna hanno ripreso e largamente espanso le considerazioni qua pubblicate sulle vicende pugliesi di obbligo/semiobbligo vaccinale e questa è una campionatura dai commenti al loro articolo:


Cosa vuoi discutere con chi invoca l'ordine dei medici per un articolo scritto da una ricercatrice e da una giurista? E lasciamo perdere la "disinformazione marxista". Utile interloquire con un quidam de populo che ritiene le vaccinazioni una faccenda di ordine pubblico? E la stessa cosa vale per i riflessi speculari di questa bella gente, quelli "sieri genici" e compagnia cantante. Un confronto "pubblico e aperto" con costoro e i loro ispiratori non ha più alcun senso. Quanto al "pubblico e onesto dibattito scientifico" fu chiaro fin da settembre 2020 che non era più possibile. E la fine dell'emergenza COVID non ha cambiato le cose. Probabilmente tale esito in Italia era stato preparato fin dal 2017. Mi permetto di ricordare che 7 anni fa lo avevo scritto che certi fenomeni mediatici (Burioni) stavano facendo danni difficilmente sanabili. Bel risultato aver tirato su questa razzaccia (e i noquestoequellaltro sono ancora lì, pari pari).

 "Se tu tornassi faresti felici molti e tremare altri", mi ha scritto qualcun altro. Ma far tremare qualcuno che senso avrebbe?

Secondo me si continua ad attribuire a X e facebook un ruolo che nella migliore delle ipotesi hanno smesso di avere. Un partito o un influencer medico/scientifico possono pensare di avere davvero un grande seguito tra i cittadini perché lo hanno su isocial. Gli anni recenti dicono che no, il mondo reale non è uno specchio de isocial, specie nel segreto dell'urna. Quindi il "far tremare qualcuno" sarebbe solo produrre spettacolo, quel che facevano e immagino facciano ancora "la scienza" e la divulgazione su isocial. E avrebbe un peso risibile o nullo. Perché i tempi sono cambiati e continuano a cambiare.

Come writers and criticsWho prophesize with your penAnd keep your eyes wideThe chance won't come againAnd don't speak too soonFor the wheel's still in spinAnd there's no tellin' whoThat it's namin'For the loser nowWill be later to winFor the times they are a-changin'

domenica 5 maggio 2024

FACEZIE TERMODINAMICHE ETC.

 


Era a proposito del finale di questo.  E la mia risposta è stata: "Sì, veramente" (e sì, veramente tenevo un archivio, e l'archivio ancora esiste).


Chi mi ha scritto ha continuato: "Eh ma pure tu che non hai le evidenze del contrario!!!"

Risposta mia: "Solo la miserabile esistenza delle inutili costanti di equilibrio".

Su questo blog si è parlato per anni dell'importanza de non-equilibrio e dell'irreversibilità. Questo non vuol dire che "tutto è irreversibile". I processi reversibili sono parimenti importanti e alcuni di questi sono alle basi della vita stessa. Per esempio l'equilibrio di dissociazione dell'acqua, La dissociazione dell'acqua è reversibilissima: una molecola di acqua si dissocia in un anione idrossido e un idrone (un protone), un idrone e un anione idrossido si combinano per dare una molecola d'acqua.

Tutto questo mi ha ricordato cosa volesse dire "essere CS" sui social - e quanto tale esercizio fosse in realtà del tutto inutile. Uno avrebbe dovuto prendersi una camionata di copie fisiche del Denbigh

https://bookmemoryblog.wordpress.com/wp-content/uploads/2014/07/61-the_principles_of_chemical_equil.pdf

Fare incetta di copie fisiche del Denbigh e incominciare a tirarle fisicamente in testa alla gente (così forse se ne ricordavano), essere denunciato per lesioni dolose etc etc etc. E sarebbe stato ugualmente inutile. Inutile perché, indipendemente dalle bestialità che sparavano, i buffoni titolati avrebbero continuato pari pari a gonfiare il petto sui social network, evidentemente per compensare a qualcosa che i titoli tanto esibiti non garantivano: visibilità mediatica (in realtà c'era un'altra popolazione: quella costituita da espatriati che facevano esattamente le stesse cose forse perché speravano/sperano tanto tanto di ritornare in Italia da vincitori - della serie: non capire un tubo è per sempre - in realtà vinci se dall'Italia tieni la debita distanza di sicurezza e in ogni caso "vincente in Italia" vuol dire, globalmente, secondo classificato nel campionato di serie D).

Ritornando al discorso "gonfiare il petto sui social", piccolo particolare: per un Burioni che ce l'aveva fatta (uno che l'acqua non bolle mai prima dei 100*C e che parlava di molecole di cloruro di sodio) ce ne sono stati decine della stessa razza che ci hanno provato. Ma purtroppo per loro il vento era cambiato e milioni di follower loro non li hanno fatti. E nemmeno le centinaia di migliaia di visualizzazioni. E neanche le decine di migliaia o le migliaia. Il più delle volte se arrivavano a 100 stappavano una bottiglia per festeggiare. Tanti titoli esibiti e tanto amore irrimediabilmente frustrato per i soldi del monopoli (la vita è profondamente ingiusta). E qualcuno aveva pure il coraggio di chiamarla terza missione - una tristezza infinita.

Guardando indietro tutto ciò era il niente elevato all'ennesima potenza. E immagino che lo sia tuttora, con il 99.9% della gente che non si rende conto che i social media sono parte del problema, non parte della soluzione. E non se ne rendono conto perché tutti sono troppo occupati a guardare il proprio riflesso nello specchio dei social (con ben poche eccezioni).

PS: Alla voce ingegneri gestionali sui social che parlano di scienza per me resta indimenticabile anche quello che definì Galileo padre delle trasformazioni non galileiane. Applausi (soprattutto risate) a scena aperta. Tanta di questa bella gente con nome e cognome se la googlavate la trovavate solo sui social, perche "esisteva" solo lì. Nella realtà ... boh... "essere CS" voleva dire anche uscire dal gioco "guarda chi sono!", la vuota esibizione dei titoli e in alcuni casi degli stipendi. Personalmente l'ultimo salario l'ho condiviso solo con i cacciatori di teste che mi chiamavano o mi scrivevano.

martedì 3 ottobre 2023

IL SENSO E LA SFIDUCIA

Vorrei poter dire che compiango chi trova o prova a trovare il senso di un fenomeno o della propria esistenza nella "scienza". Vorrei ma non posso. Di solito sono soggetti che ritengono la filosofia superata e superflua, per esempio, per tacere d'altro.

Mi rendo conto che chi lo fa lo fa come innumerevoli altri hanno trovato il senso della propria esistenza in un Dio versione vecchio dai capelli bianchi, nel Sol Dell'Avvenire, in Mussolini, in Baffone (addirittura in Matteo Renzi).

Lunga storia... Le discipline scientifiche cercano il modo di spiegare fenomeni e alle volte nascono nel contesto di una rivoluzione tecnologica che le anticipa: la macchina a vapore preesiste a James Watt e alla termodinamica classica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html).

Quanto a fornire un senso a fenomeni e all'esistenza dei singoli... no, questo non è previsto. Se qualcuno lo crede è un poveraccio, uno di quei soggetti che impestano isocial parlando di "scienza" con cognizione di causa nulla. Per costoro "la scienza" è il biblico vitello d'oro. E' lì, è d'oro, si crede in lui. E basta.

Questi individui sono "casi da social", ma  rappresentano anche una certa "cultura" diffusa, distribuita quotidianamente dai grandi media, In realtà pare che questa area si restringa sempre di più, e qualcuno in alto loco lamenta il fatto che "la scienza" stia perdendo credibilità : il Nobel Parisi si chiede come il mondo abbia perso la sua fiducia in scienziati come lui (https://amp-theguardian-com.cdn.ampproject.org/c/s/amp.theguardian.com/commentisfree/2023/sep/25/tiktok-global-crisis-world-trust-scientists-online-attack). 

L'anno scorso, mentre il numero di italiani che si facevano la quarta dose di vaccino antiCovid era basso, Il ministro della Salute mi chiese, come scienziato, di apparire un uno spot di 50 secondi, spiegando perché i soggetti vulnerabili avrebbero dovuto farsi un'altra dose di vaccino. Fu trasmesso in TV centinaia di volte. Come risultato ricevetti molte email in cui mi si attacava; su Twitter e Facebook fui accusato (a sproposito) di essere nel taschino di Big Pharma.

Le dinamiche de isocial quelle sono, e Parisi dovrebbe saperlo: online sembrano una folla immensa, nelle urne fanno regolarmente zerovirgola. E ovviamente Parisi al soldo di Big Pharma è cosa che fa ridere i polli. Però...

... però un Nobel per la fisica che fa uno spot di politica sanitaria è cosa che stride un bel po', almeno per me. Poi chiaramente il Ministero, nella sua infinita idiozia, ha evidentemente pensato che essendo la quarta dose "scienza" e Parisi un Nobel lo spot era un'ottima idea. Ovviamente quello spot non risollevò i numeri della quarta dose e Parisi s'è beccato una secchiata di odio social. Pare che sia stato quello a fargli riflettere sul problema, e la conclusione è:

E' anche importante che noi scienziati non parliamo solo dei nostri successi ma anche dei nostri sbagli e delle nostri dubbi e delle nostre esitazioni. Spesso non c'è traccia, nel discorso scientifico della fatica del processo scientificoe dei dubbi che lo accompagnano. Se gli scienziati vengono visti come parte dell'èlite forse il primo passo nel ripristino della fiducia è una dose di modestia - per dimostrare che siamo umani quanto quelli che di noi non si fidano.

Belle parole, vero? Purtroppo Parisi si scorda di tutte le volte che quanto a COVID si è accodato alle previsioni della maggioranza, cannandole quindi  con una perfetta regolarità. Magari avrebbe potuto cominciare da lì, da quante volte ha sbagliato invece che dall'unica volta in cui ci ha beccato. Guarda caso non lo ha fatto. So much for accountability, so much for restored trust. 

Un possibile contributo alla risoluzione del problema sarebbe una massiccia smobilitazione dalle posizioni occupate nei media da ufficiali e marmittoni de "la scienza", ma figurati se mollano l'osso. Una volta un lettore mi chiese cosa ne pensavo dell'attività online di "un mio collega": gli risposi che non era un mio collega, perché io non lavoro nello spettacolo né ci ho mai lavorato.



mercoledì 27 settembre 2023

C'ERA UNA VOLTA UN NETWORK PROFESSIONALE

https://www.lettera43.it/linkedin-social-guru-storytelling/
Non sarebbe dovuta andare a finire così, forse.

Da più di una ventina di anni uso linkedin strettamente per lavoro. Solo per quello. E per lavoro, nel tempo, si è dimostrato di una certa utilità, per quanto non manchi gente che lo giudica completamente inutile... e al riguardo l'unico commento possibile da parte mia è questo:


All'inizio linkedin era solo quello: network professionale, con le aziende che si promuovono e gi annunci di lavoro. E se si ha a che fare sempre per lavoro con qualcuno è facile risalire al suo profilo e vedere in passato per chi ha lavorato facendo cosa. In breve linkedin può essere anche un discreto strumento di business intelligence. Breve nota per le aziende che promuovono la propria immagine: puro marketing che spesso fa sembrare autentici scalzacani leader del mercato. Colpa anche di PR men un po' troppo incompetenti ma molto entusiasti e scintillanti. Un esempio? Un'univeristà aveva assoldato qualcuno per fare promozione e questo ne è uscito, su linkedin:


Ovviamente agrari, forestali e scienziati della produzione animale con equazioni differenziali, vettori etc non hanno niente a che fare (e neppure con la chimica), ma tanto è tutto "scienza", no? Le risate che si sono fatti amici e colleghi su questa cosa ve le potete immaginare.

Comunque tutto questo è rimasto. Ma nel tempo si è aggiunto molto altro. Nel tempo l'aspetto "social media" è cresciuto a dismisura. E oggi...

Una volta era il social del recruitment e del lavoro. Ora è uno spazio in cui guru sconosciuti fuori dalla loro bolla promuovono uno storytelling atteggiandosi da Dalai Lama e sperando di essere i nuovi Aranzulla. Basta avere un ego esuberante, fingere di non essere dei cazzari e non temere di apparire ridicoli.

«Specchio social delle mie brame, chi è il professionista più figo del reame ?». A Linkedin ci riferiamo, anche se la domanda si pone per tutti i social media, in modi diversi ma con identica propensione narcisistica e risposta dopaminica. Parlare di sé dà molto piacere e in Rete è possibile farlo senza freni, perché manca l’interlocutore dal vivo. Dati empirici e ricerche scientifiche dicono che se nella relazione faccia a faccia uno può parlare di sé per il 20/30 per cento del tempo, nelle conversazioni sul web si può arrivare sino al 70/80 per cento. Insomma che sia un commento, una foto, una condivisione quasi tutto tende sempre a gravitare attorno al postatore. «Io sono io e voi non siete un cazzo!»: fatte le debite differenze socio-tecnologiche, ci troviamo sempre nei paraggi de Il marchese del Grillo.

E questo spiega, quanto all'Italia, che ci facciano su linkedin debunker e divulgatori, gente il cui curriculum non interesserebbe a nessun reclutatore. Comunque non hanno bucato il linkedin social, che resta in qualche modo professionale e business oriented - e poco interessatato alla divulgazione.

Ma l'aspetto social non si limita a questo: su linkedin ormai si convide anche da altre piattaforme, come succede isu un'altra qualsiasi piattaforma: ci sono professionisti sul viale del tramonto che su linkedin postano la propria pagina facebook, o che ripostano lì quello che hanno postato su facebook, o twitter. Fu con grande sgomento che mi trovai davanti agli occhi su linkedin un repost della pagina fb CS - perché, ripeto, per me linkedin è stata sempre e soltanto una cosa di lavoro mentre ogni attività CS per me è sempre stata altamente extracurriculare (roba che non fa curriculum). Detto questo e potendolo fare senza essere notato, ho dato un occhio a certi divulgattori di poca competenza e di una certa notorietà e like sul fronte italiano con cui ci furono alterne vicende, quando CS era su isocial. Quelli più giovani, poveretti, mettono a curriculum il poco che hanno, cioè perlappunto la militanza social assieme altre 2 cose. Ovviamente da un punto di vista professionale non gli è fruttato gran che - diciamo pure nulla. Perché non hanno capito le regole del gioco e per capire gli serviranno anni e anni: il carosello delle vanità narcisistiche (isocial) interessa ai reclutatori solo per capire se sei persona problematica e quindi da evitare. E specialmente fuori dal teatrino italiano parlando di professione, cosa hai potuto fare o non fare di "scienza" su isocial tricolori non interessa, neanche un po'.

Quanto a linkedin e alle cose serie, la situazione non è cambata negli ultimi anni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/chimica-cercare-lavoro-online.html). E il modo migliore per far sembrare linkedin quello che era è evitare di seguire guru, CEO di sé stessi e professionisti preda di una irrefrenabile bulimia social.

lunedì 7 agosto 2023

I DUE UBRIACHI


C'erano due ubriachi che uscirono dall'osteria e nessuno dei due si reggeva in piedi. Ma si resero conto che se uno si appoggiava all'altro riuscivano a stare ritti e a camminare. Allora il primo ubriaco disse al secondo: dai, così ce la facciamo, ti accompagno a casa. Quando furono davanti alla casa del secondo ubriaco quello disse al primo: tu mi hai accompagnato a casa, ora ti devo accompagnare io. E lo accompagnò a casa, ma davanti alla propria casa il primo ubriaco disee: ora ti devo riaccompagnare io. E andarono avanti e indietro così, per tutta la notte.

Questa non è una storia del Monaco Gui Gou, ma una vecchia storiella della mia città natale. E mi è venuto da pensare che complottisti-no-questo-e-quello e anticomplottisti-antino-questo-e-quello, bufalari e debunker, sono esattamente come i due ubriachi della storia, pari pari: nessuno dei due si regge in piedi senza l'altro. Ma nel loro caso la notte non finisce mai.

E comunque non accetterei mai un passaggio da nessuno dei due.

PS: Mi accorgo di aver usato la stessa similitudine tempo fa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/i-due-ubriachi.html), quindi sto diventando ripetitivo. Però la ripetizione mi dicono sia l'essenza dei media digitali, quindi... però continua a non piacermi.

lunedì 20 marzo 2023

C'E' UN MOTIVO SE...

... Mad Max è diventato un'icona, mentre Waterworld (1995) no. All'epoca fece notizia come manifesto ispirato al cambiamento climatico ma forse per l'allegoria smaccata e gli intenti propedeutici è invecchiato male quanto le profezie di Al Gore.


Con questo non si intende sostenere che non sia in corso un cambiamento climatico etc etc. Però occhio all'advocacy, specie quando si maschera da "scienza", perché la reazione negativa è assicurata e le sue conseguenze non possono essere curate con più advocacy. Specie quando si è iniziato ad "esagerare un po' " da fin troppo tempo. Non condivido l'entusiasmo per i social e youtube di Sabine Hossenfelder, ma ne apprezzo lo spirito critico. E sì, onestamente anche io avevo capito male l'effetto serra. 

Riguardo le "leggere imprecisioni" di Al Gore, anche oggi modello che prendi e quantità che trovi (temperature, tempo), quindi figuratevi nei '90. Lo ricordava sempre la Hossenfelder in un articolo sul NYT: è un problema, diciamo così, di risoluzione, e ancora oggi non abbiamo la potenza di calcolo per modelli di risoluzione maggiore (https://www.nytimes.com/2019/06/12/opinion/climate-change-supercomputers.html?fbclid=IwAR1HXE2pR-O4urGw88B44q0VOovparPqD2-BXXhFoC3F9SgnivNrO0Ugo2w). Qundi le previsioni per il 2030, beh... ci possono stare, oppure finire come la profezia di Gore, magari con meno clamore (poi c'è la questione dei dati grezzi, passate un po' di tempo con qualcuno che ci lavora "leggermente a disagio" e vi renderete conto che non sono esattamente oro colato).

Mi chiedo se davvero per spingere verso alternative ai combustibili fossili (o per promuovere le vaccinazioni) ci sia necessariamente bisogno di una collossale montagna di stronzate. I risultati direbbero di no, perché se metti fuorilegge il catorcio euro 2 del poveraccio che non arriva alla fine del mese l'unica risposta che avrai sarà una giustificata e feroce avversione, idem se obblighi all'adeguamento energetico delle case, specie nei paesi ricchi di città con un centro storico. Nel mentre ci sono processi, come il record delle energie rinnovabili (https://www.iconaclima.it/energia/energia-europa-rinnovabili-2022/) in cui l'advocacy non ha contato un tubo, mentre la geopolitica ha pesato immensamente (la nuova guerra per niente fredda, ormai).

Il problema continua ad essere lo stesso di sempre: se in un modo o nell'altro chi pratica l'advocacy (di solito autodefinita divulgazione) ne ha un ritorno, monetario o no che sia, ci ritroviamo nella fattispecie dell'oste che giudica il suo vino, con la differenza che nel caso del cambiamento climatico non c'è misura che sia sufficiente ed è sempre e comunque troppo tardi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html). E tutto questo mai, mai, mai, mai guardando all'elefante nella stanza (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/la-produzione-mondiale-di-co2-questione.html). Ogni volta che leggo o sento certa roba sui media mi dico "Per mia fortuna non campo facendo quel lavoro lì".

C'è poco da fare o da dire. Per fare un esempio nessuno si ricorderà del processo Fischer-Trops. Io invece lo studiai ai tempi dell'università: idrocaburi leggeri da syngas (CO e idrogeno), e il syngas ai tempi si produceva dal coke, e quindi dal carbone (oggi le cose sono un po' diverse). Il processo è ancora usato, ma nella storia si ricorse al Fischer-Trops quando l'approvvigionamento di idrocarburi diventava problematico per una nazione e l'esempio più noto è quello della Germania nazista, ma ci fu anche il Sudafrica ai tempi dell'embargo. Considerando questi esempi il deterioramento delle relazioni est-ovest può promuovere in occidente l'impiego di energie rinnovabili, e lo sta facendo. Che effetto questo avrà globalmente non credo che nessuno possa dirlo.


sabato 25 febbraio 2023

PAGINA FINITA IN TEMPO PER NON CONTRIBUIRE?

Sia ben chiaro e non  temo smentite: la pagina fb quando esisteva non ha mai chiesto o visto un centesimo. Neanche gli spiccioli del notorio "offritemi un caffè". Detto questo aver smesso di produrre contenuti per un grande elusore/evasore è stata un'ottima cosa. E forse ho smesso di contribuire anche troppo tardi. 

Si legge in giro che le casse di Meta piangano, da cui le nuove iniziative sui nuovi servizi a pagamento. Beh, da tempo si era capito che aria tirasse ed è una delle ragioni di CS per non esserci più dentro. Ma le altre ragioni sono diverse, per quanto derivate da tutto ciò che il colosso dei social ha messo in campo negli ultimi due anni per aumentare il cash flow. Per esempio quello di cui ho parlato come di "oscuramento delle frequenze".

Sembra che con twitter le cose non vadano diversamente, pare che il social dei cinguettii se la passi anche peggio di fb. Quindi?

Quindi la stagione della popolarizzazione dei media volge alla fine, dopo una lunga serie di occasioni mancate, fisiologicamente o per colpa? Chissà.

La rete ne ha viste tante di realtà che nascevano, vivevano e poi morivano. Vi ricordate Myspace, per fare un esempio? Io neanche mi ricordo più il nome del primo sw per videochiamate che ho utilizzato, ma in materia per esempio pare che anche Zoom non se la cavi benissimo oggi. Skype regge. ma in certi ambiti non c'è storia, è tutto Microsoft: Outlook and Teams, una specie di monopolio, con il risultato che se i server MS hanno problemi migliaia di aziende si ritrovano senza comunicazioni funzionanti (https://www.bleepingcomputer.com/news/microsoft/microsoft-365-outage-takes-down-teams-exchange-online-outlook/).

The times are a changing, o forse no, chissà


domenica 12 febbraio 2023

CONVERSAZIONI (FB, MATTONI, SANCOSO)


 

"Sai che all'epoca ritenevo che la chiusura della pagina fosse una sconfitta, ma adesso mi sono fortemente ricreduto. Semplicemente FB non è il posto giusto. O meglio, non lo è più...."

"Non era una sconfitta se non in senso lato. Semplicemente una non troppo veloce analisi mi aveva convinto della completa inutilità nel nuovo contesto (utile solo ad essere un personaggio social, cosa che non mi ha mai interessato)" 

"Anche se pensi che siano dei coglioni ti assicuro che il pezzo merita https://laterum.wordpress.com/2023/02/08/la-scienza-e-una-montagna-di-merda/ "

"Confermo la prima e la seconda"
 
"Anche io sono italiano. Da dove venite?"
 
"E' complicato"


"No, non ho visto. Quanto al resto se un paese è in avanzato stato di decomposizione la sua vetrina interna - per il paese stesso - non può che essere in tinta"
 
Una cosa sulla lontananza: evidentemente essere abbastanza lontani è quasi impossibile. Anche se ti tieni a distanza dai media italiani di qualsiasi tipo alla fine arriva il messaggio o la mail. Quindi la fine della pagina è stata il segno di una resa poco invincibile.







 

mercoledì 8 febbraio 2023

E DACCI OGGI LA NOSTRA APOCALISSE QUOTIDIANA

 

https://ugobardi.blogspot.com/2023/01/ugo-bardi-traditore-del-catastrofismo.html?fbclid=IwAR2d-yBMrmBuUdtDSZ9qNtkOFBTvnsKZlgMh2bkcXXsz5FJ_g7X6e-mfLfQ

Avrei un'ipotesi sul motivo per cui ai tempi in cui CS era una pagina facebook ci siano state in più di un'occasione convergenze. Secondo me un chimico industriale di antica formazione nattiana e un chimico fisico della sua generazione hanno naturalmente territorio in comune, perché Natta concepì la chimica industriale come termodinamica e cinetica applicate.

Segnalo questo post perché rende conto per l'ennesima volta della profonda demenzialità delle postideologie correnti. La rapida crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili non dovrebbe essere una buona notizia: perché è troppo poco, perché è troppo tardì, perché Greta etc etc etc.

Quindi, proprio come l'affermazione di Nicolazzi sul tight oil era odiata dagli estremisti del picco del petrolio (incluso me), le mie affermazioni sulle rinnovabili sono state interpretate come un'offesa mortale dagli estremisti catastrofisti

Fornire un dato che incrina il dogma catasftrofista (se non ci ha ammazzato COVID sarà il cambiamento climatico a estinguerci) è eresia, perché al dogma bisogna solo credere (sono anni che scrivono "scienza" ma si pronuncia "fede"  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/agilitate-plebem-imperitam-circonveniunt.html ).

 

Scienza nostra che sei in rete

sia scientificato il tuo nome, venga la tua Verità

come su twitter così su Facebook

dacci oggi la nostra apocalisse quotidiana

e liberaci dal negazionismo

Amen

venerdì 3 febbraio 2023

AGILITATE PLEBEM IMPERITAM CIRCONVENIUNT

 

Non mi ricordo il titolo di questa secentina da cui presi la foto. Del resto sono passati sei anni. Ma la prendo come punto di partenza di una riflessione.  Quanta gente su isocial ha raggirato la plebe inesperta negli ultimi anni? A molti verranno in mente quelli che raccoglievano sottoscrizioni per finanziare un microscopio elettronico (che curiosomente costava quanto il gettito fiscale di un piccolo comune), o quelli che invece si curavano la fanbase pagante, perché senza fanbase pagante non riescono a portare la pagnotta a casa. Ma dall'altro lato le cose non erano forse le stesse, i meccanismi i medesimi? Il gioco è esattamente lo stesso. Ti cresci la fanbase perché con la fanbase ci campi, promuovendo libri, articoli, conferenze, eccetera (massimo disprezzo da parte mia, le eccezioni si possono contare sulle dita di mezza mano). 

La regina Mab faceva sognare ai prelati "prebende ed offerte", e si parlava esattamente della tipologia che oggi, online e sui media tradizionali, ha venduto e continua a vendere cautionary tales sulla pandemia COVID e tutto il resto. Cautionary tale può essere tradotto come "monito, ammonimento", ma è anche un racconto del folklore con un certo tipo di morale, una storia in cui un personaggio ignora degli avvertimenti e mal gliene incoglie (mai ricordandosi che i fenomeni naturali non hanno una morale, a meno che non si pensi che siano determinati dalla mano di Dio, esattamente come nella lettera del Vecchio Testamento).

Perché citare il prelato nel celebre monologo di Mercuzio (Shakespeare, Romeo e Giulietta https://www.youtube.com/watch?v=VsRQSazjl4U)? Perché la tipologia combacia. La maggior parte della "divulgazione" (e del debunking, e del fact checking) vende verità, verità della stessa natura di quelle di un maturo prevosto del XV secolo, e vendendole si guadagna il pane, oppure solo un poco di condimento, direttamente o indirettamente. E' un mestiere socialmente utile? Nell'ottica dell'ancient regime sì, senza dubbio.  

Il vendere o elargire verità agli sprovveduti non è quindi certo una novità. E a ben vedere il contesto non è poi così diverso da quello del XVII secolo. Anche per questo al tempo il nome di pagina e poi blog fu mutuato da The Sceptical Chymist; or Chymico-Physical Doubts & Paradoxes di Robert Boyle: le affinità del contesto determinavano la necessità di ripescare "Nullius addictus iurare in verba magistri" contro il dilagante e deteriore uso del principio di autorità. Un'autorità "scientifica" la cui natura sconfinava in quella dell'autorità religiosa, con tutto il suo armamentario: i fedeli, le investiture, le scomuniche.

C'è un filmetto, su una popolare piattaforma di streaming, Three Thousand Years Of Longing. All'inizio c'è una parte di sceneggiatura che non è male: nella conferenza iniziale si parla di mitologia e di scienza. Nell'antichità si spiegavano i fenomeni naturali con gli dei (o con un singolo dio), oggi non ne abbiamo bisogno perché la scienza ci dà le risposte a quelle domande. Il che è verissimo. Oggi la maggioranza crede nella scienza come 5000 anni fa credeva agli dei e come mille anni fa credeva in Dio o in Allah (e in entrambi i casi gli eretici venivano perlopiù bruciati). I fedeli pensano che non sia un paragone nemmeno lontanamente ammissibile perché la scienza e il metodo scientifico etc, ma in realtà se andate a sondare la loro familiarità con la pratica scientifica troverete il vuoto spinto (o alcune ppm, nei casi meno disgraziati).

Io non ho assolutamente niente contro le religioni. Ma credo ormai che la "scienza" popolarizzata sia la forma religiosa deleteria e decadente dell'occidente, come talebanesimo e jihadismo lo sono dell'Islam. Mutatis mutandis le fenomenologie sono del tutto analoghe. Un esempio d'archivio?

"la Scienza, una, sola, perfetta ed incorruttibile è l’oggetto dello studio della comunità scientifica"

Un pensiero che ti aspetteresti in altri contesti, tipo "Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio,  il Compassionevole, il Misericordioso, il Santo". E se non sono state lanciate vere e proprie fatwa, in occidente, negli ultimi tre anni, io sono Iron Man. 

In un contesto del genere, per esempio in Italia, chi si è voluto ergere a sacerdote o sacerdotessa non si conta, nel panorama mediatico esteso (isocial inclusi). Un tempo qualcuno diceva che la religione è l'oppio dei popoli. Di sicuro oggi il nuovo oppio di molti è lascienza (e il suo contrario l'oppio di tre gatti). In tutto questo la responsabilità dei grandi media, in Italia, pesa come un macigno. Come del resto quella di chi è campato, campa o vorrebbe campare di popolarizzazione delle scienze (il cui prodotto è lo scientismo pop ).

" Divulgazione al minimo comune denominatore e in compenso uno si deve ingoiare le loro uscite da scrittori frustrati. Come dico sempre, dietro un "popolarizzatore della scienza" italiano c'è sempre uno scrittore fallito", mi ha scritto un amico al riguardo. Per contrappasso mi sono ricordato di un chimico norvegese, un accademico che ha dato moltissimo all'industria. Nell'introduzione alla seconda edizione di un suo libro (per me fondamentale) ricordava che tutta la chimica è fatta di modelli e che i più fortunati diventano "leggi della natura". Dopodiché citava George Box, "All models are wrong but some are useful". Si può dire che questa impostazione era parte della della temperie culturale della mia disciplina ai tempi in cui ho studiato, mi sono laureato e ho iniziato a lavorare: un periodo in cui la disciplina, culturalmente, era molto più evoluta di quanto sia oggi. Per i più curiosi: se non lavorate nel campo lasciate perdere.

Al contrario, rigettando anche la sola possibilità di concetti del genere, non è difficile notare quanta parte della casta medica abbia giocato a barattare il ruolo sociale della professione per quello, molto più solido, di casta sacerdotale. Un tempo si parlava di potere spirituale e potere temporale. Guardando all'Italia degli ultimi tempi si direbbe che abbia vissuto il duumvirato di poteri esecutivi e poteri medici. E i veri fedeli continuano ad essere davvero troppi.

Per formazione, una cosa la so bene: poche tra le fedi incrollabili reggono quando il peso della realtà si fa insostenibile e va contro il loro credo. E questo sarà forse per buona parte  del popolo dello stivale l'orizzonte dei prossimi dieci anni. Ma non c'è problema, il cambio di casacca veloce al cambio del vento è inscritto nel genoma di buona parte della popolazione. Avevo un lontano parente che durante quel certo ventennio era stato comunista. Dopo la liberazione, sollevato, volle andare alla Casa del Popolo (che era la vecchia Casa del Fascio). Guardandosi in giro vide alcuni volti a lui fin troppo noti e prese da parte un suo vecchio amico. "Ma lui, luilà e quell'altro non andavano in giro con randelli e olio di ricino anni fa?" "Che vuoi" disse il suo amico "Si sono ravveduti".


sabato 14 gennaio 2023

DIVULGATORE? MAI!

 

 

L'equivoco è stato persistente ed evidentemente lo resta. Sono stati trattati questi argomenti, nel tempo? Sì. Lo si è fatto con lo spirito del "divulgatore"? Ma figuriamoci...

Ricordo, forse confusamente, Quattrocciocchi che parlava della "divulgazione" in Italia come una grande occasione persa.

Senza scriverlo ai tempi dissentivo su un punto o due: non era stata un'occasione e non era stata grande.

"Divulgazione" in Italia è stata la cosa per chi non aveva un mestiere (o voglia o qualifiche per trovare un lavoro coerente con la propria formazione). Il tutto unito ad attitudine da attention junkie o attention whore. E questo spiegava l'essere sovente pappa e ciccia con il debunking, magari criticato, poi giù a fianco di sbutacchiatori e simili, perché i ruoli nella comunicazione "scientifica" sono come il maiale, non si butta via niente.

Se c'è qualcosa che il biennio 2020-2021 ha dimostrato è che in Italia la "divulgazione" non aveva la minima intenzione di informare, perché non era importante. L'unica cosa importante era "comunicare la cosa giusta" cioè educare il pubblico. Educarlo a tutto meno che a informarsi, a vagliare le informazioni, ad esercitare senso critico, tutte cose che invece erano in continuazione citate nei loro post e nei loro video e nei loro podcast etc etc etc. Una forma di ipocrisia tutta nuova, o forse antichissima: 

væ vobis scribæ et Pharisæi hypocritæ quia similes estis sepulchris dealbatis quæ a foris parent hominibus speciosa

Ma la realtà è che quando tiravano fuori l'usuratissima locuzione "comunità scientifica", da cui hanno sempre escluso gli accademici e simili sgraditi per le loro posizioni, forse si riferivano in realtà alla propria realtà sociale, quella della "comunità divulgativa", che come associazioni professionali, o di reduci e simili, ha i propri convegni, i propri happening, le proprie relazioni istituzionali e le proprie connessioni mediatiche.

E a questo punto si capirà perché a me il verbo "divulgare" provochi una certa allergia: no, mai fatta quella roba, mai voluto imbucarmi in quel clubbino e se qualcuno pensava diversamente pensava molto, molto male. Poi, va bene essere ingenui e incompetenti, ma come caspita ti poteva venire in mente di chiedere ad uno che all'epoca lavorava nel settore farmaceutico in Italia e diceva peste e corna di AIFA: salve, perché non esce allo scoperto e partecipa al nostro gruppo sulla scienza? 

Tra profonda ingenuità e profonda stupidità alle volte il confine è estremamente labile e io degli stupidi non mi sono mai fidato.

PS: Sulla pagina fb e qua sopra ha scritto gente che la pratica delle scienze ce l'ha per lavoro. Se le dichiariazioni d'intenti iniziali erano pretenziose e irrealistiche (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/honor-is-like-hawk-sometimes-it-must-go.html) e non abbastanza sitù (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/debord-attualissimo.html), beh, questa è un'altra storia. CS molti l'avranno preso per un personaggio del circo isocial, ma le intenzioni reali sono state declinate fin troppe volte e non saranno ripetute per l'ennesima.

venerdì 13 gennaio 2023

LA SECONDA CHE HAI DETTO

Conversazione telefonica con un vecchio amico, uno dei pochissimi che conoscono l'uomo dietro l'iniziativa CS. "L'area divulgazione ti avrebbe voluro cooptare, ma poi..."

Conversazione con il greco sul lavoro, che lamenta che di questa stagione qua l'alba arrivi più o meno un'ora dopo (forse di più) rispetto a casa sua "E' il periodo più brutto dell'anno, qua". Il greco ha un PhD preso somewhere north. Non ha mai lavorato a casa sua, la sua intera vita lavorativa l'ha spesa qua. Abbastanza lunga, anche se è meno della metà della mia.

Conversazione telefonica, altro vecchio amico "Il chierico del sistema in vigore in Italia deve immedesimarsi nel ruolo, l'onestà intellettuale se la deve dimenticare, la deve seppellire nel profondo".

Conversazione con un middle manager tecnico scientifico "l'anno scorso le cose non erano così diverse" dice lui "Sai qual'è la differenza?" dico io "Che poi c'è stato qualcuno che ha venduto. E indovina chi comanda, chi è stato comprato o chi ha comprato? E non ci sarebbero problemi, se non che chi ha comprato has no clue."

Conversazione telefonica con il vecchio amico #1 "Si sente la mancanza perché c'era quel rigore..."

Conversazione con una collega. Lei: "Tu l'avevi detto che quel progetto sarebbe franato" Io: "A bassa voce, che è ancora sconveniente dirlo."

Conversazione con qualcuno che a questo blog ha contribuito ."Letti gli ultimi post del blog. Troppo passato e troppo astio" "Se guardo qualcosa di quel si dice in Italia mi pare che sia ancora del tutto attuale: sempre le stesse cose, che meritano la stessa reazione. Comunque in ultima analisi hai perfettamente ragione."

Conversazione con il magazziniere (in realtà è lui che ha attaccato un bottone infinito) "Glielo ho detto: applicherò la metà delle SOP in vigore. Le altre che mi riguardano ma coprono situazioni che non si sono verificate in 20 anni le ho buttate nella carta da riciclare" ("Non lo devi dire a me, caro, e non voglio averci niente a che fare" penso, mentre la mia risposta è un sorriso di circostanza.)

C'è uno che mi manda una mail che dice che tizio ha detto questo e quell'altro di CS. Neanche rispondo e la cancello.

C'è l'uomo del compratore che mi ferma, si complimenta e mi vuole stringere la mano. La mia risposta è il sorriso canonico, mentre stringo la mano che mi viene porta.

C'è pinco che mi manda una mail chiedendomi di questo e quello.

E c'è un Full Factorial Design con un fit perfetto, senza confounding factors di mezzo, che dice da che parte andare.

Se qualcuno mi chiedesse "Cosa conta davvero ora, la prima o la seconda?" Per me l'unica risposta possibile sarebbe "La seconda che hai detto".



CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...