venerdì 27 marzo 2020

L'INNOVAZIONE FARMACEUTICA FA SCHIFO




Quanti sanno che dal 2012 l'influenza grave è curabile con una singola endovena che ti ripulisce dal virus?
Quanti sanno che l'epatite C prima del 2014 non era curabile? E chi sa cosa è successo nel 2014 per capovolgere la situazione?
(Ovviamente i lettori storici di questa pagina lo sanno)
Nell'autunno 2014 la notizia non fu "L'epatite C è diventata curabile". La notizia fu "un farmaco contro l'epatite C costa un'esagerazione".
Era vero, che costava un'esagerazione. Ma quale stato avrebbe mai messo sul piatto i circa due miliardi di dollari necessari allo sviluppo clinico? Nessuno. Chi li ha messi, quei soldi? Banche e finanza. E secondo voi chi c'era dentro con il capitale quando nel 2014 sofosbuvir fu approvato si accontentò di meno del 20% di ritorno sull'investimento? No di certo. Rendimenti più bassi si ottengono con investimenti molto meno rischiosi.
Sì, perché la ricerca e sviluppo farmaceutica è un'attività altamente rischiosa e molto costosa, con chance di successo dell'ordine del 10%.
Per questo piace sempre meno. 

Non piaceva ad Sir Andrew Witty, l'allora CEO di GSK, una decina di anni fa, quando parlò di fine del modello blockbuster (blockbuster è un farmaco che fattura una miliardo o più all'anno). Il fatto che dopo 10 anni di ristrutturazioni della propria ricerca mondiale GSK non aveva tirato fuori un ragno dal buco non c'entrava nulla, ovviamente. In effetti quando qualcuno di loro ci riusciva (vedere Tykerb) prima disperdevano il gruppo di ricerca, seguendo la dottrina (idiota) che nella sua vita un gruppo non può avere successo più di una volta,
e poi neanche riuscivano a vendere il prodotto "perché non avevano capacità commerciale in oncologia" (GSK ha finito per cedere la propria oncologia a Novartis, ricevendo in cambio i loro vaccini). 

Inciso, parlando fuori dai denti: l'insostenibilità del modello blockbuster era predicata verso il 2010 da chi aveva ri-ri-ri-ri-ristrutturato le ricerche o da chi dopo un passato glorioso "trattava i ricercatori come funghi" ("leave them in the dark and feed them shit").

Non piace alla finanza (https://www.fiercepharma.com/financials/car-t-and-other-gene-therapies-may-not-be-sustainable-businesses-for-pharma-analyst). Salveen Richter, analista di Goldman Sachs, in una nota agli investitori, indicava Gilead come esempio di una azienda che che aveva sofferto finanziariamente per aver curato i pazienti. Il successo del franchise epatite C dell'azienda, che include gli ormai ex megablockbuster Sovaldi e Harvoni "ha gradualmente esaurito la popolazione dei pazienti trattabili", diceva, e il cash flow era calato.

Non piace neanche a certi MBA (Master In Business and Administration) che lavoravano per una delle poche multinazionali con un modello di business reasearch oriented. Kelvin Stott, portfolio manager di Novartis, parlava di corda a casa dell'impiccato, prevedendo per questo anno, il 2020, l'azzeramento del ritorno sull'investimento nella ricerca farmaceutica (https://www.linkedin.com/pulse/pharmas-broken-business-model-industry-brink-terminal-kelvin-stott/)

Non piace alle ONG, che da sempre fanno la guerra ai prezzi dei farmaci, in modo anche grottesco.(https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/02/epatite-c-medecins-sans-frontieres-vs.html).

Non piace a molti medici, perché viene dall'industria farmaceutica. Le polemiche sui costi dei nuovi antitumorali sono una nota costante, e quelle sulla loro inefficacia pure (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/nuovi-farmaci-oncologici-e-benefici.html). Uno come Vinay Prasad s'è fatto un nome andando contro l'industria farmaceutica, spesso con argomenti surrettizi (sviluppare un nuovo farmaco non costa certo una cinquantina di milioni) e recentemente con uscite in tono (non ci saranno antivirali efficaci contro COVID-19.

Lungi da me difendere l'industria farmaceutica nel suo insieme: diverse grandi negli ultimi 15 anni hanno avuto performance penose, alcune hanno collezionato class action e multe per un totale di miliardi per pratiche scorrette.

Ma in giro c'è una corrente di pensiero che partendo da giuste e sacrosante considerazioni sul conflitto di interesse in medicina, poi insiste sul tema della sostenibilità...
E magari alla fine si diventa fan di Vinay Prasad, e si sposa l'ideologia delle ONG: farmaci a basso costo e accessibili, abbasso l'industria - che è come dire: uova gratis per tutti, abbasso le galline.

Quindi tutti quelli che parlano di "Salvare vite" la dicono a metà: manca sempre "Ma solo a prezzi modici".

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