domenica 19 gennaio 2025

JUST CHECKING (MPOX, EMERGENZA GLOBALE E CONSIDERAZIONI A LATERE)

 

Ora va di moda H5N1, ma dovreste aver notato da tempo che la pandemiofilia è una sindrome ossessiva caratterizzata da coazione a ripetere - curiosamente molti degli affetti da questa sindrome a gennaio 2020 erano  iscritti al club "involtino dal cinese o sei razzista". Quanto a Mpox uno di passaggio mentre si levavano le grida d'allarme aveva scritto questo.  Ma altri, quelli seri per davvero, nell'estate del 2024 erano di altro avviso:

Ora occorre un'azione internazionale coordinata per evitare che diventi una nuova pandemia

https://www.lescienze.it/news/2024/08/20/news/mpox_diffusione-16719913/

L'azione internazionale non c'è stata e nemmeno la pademia. E tant'è.

C'è una differenza non da poco tra il trattare di situazioni che vanno monitorate e urlare alla pandemia prossima ventura. Ma evidentemente alcuni hanno vari motivi per non prenderla in considerazione. 

E mi viene da citare un mio vecchio amico: per l'area "comunicazione della scienza" COVID19 è stata un'occasione unica che ha garantito una visibilità che non aveva mai sperimentato prima. E per molti appartenenti all'area la visibilità mediatica è pane di vita (la chiosa era: perché non hanno un altro mestiere e aggiungo che in alcuni succede perché la professione che hanno non garantisce la visibilità che vorrebbero). In fondo, in alcuni casi, il fenomeno è comprensibile: hai fatto il percorso, ti sei fatto la laurea e poi magari il PhD in "qualcosa di scientifico". Poi ti sei fatto forse uno o due post-doc e alla fine sei rimasto a piedi, perché non volevi lasciare la tua città dove mamma continua a stirarti le camice e quindi hai trovato lavoro alle poste, allo sportello, o perché l'industria non sapeva che farsene di uno col tuo curriculum, sia in Italia che all'estero. Ma la "comunicazione della scienza" in generale è quella cosa dove un perito chimico con master in didattica della scienza può provare a buttar giù un fisico con il dottorato anni di ricerca e tutto il resto dall'alto dei suoi milioni di visualizzazioni. Del resto me li ricordo bene i proscienza sui social, stessa intelligenza, stesse qualifiche dei tipi del fronte del delirio, loro bersaglio preferito. Si inalberavano subito quando qualcuno che sapeva quel che diceva commentava (indimenticabile uno che si era preso online una laurea breve in scienze dell'alimentazione che dava addosso sulla regolazione farmaceutica a un laureatissimo vecchio ordinamento che di mestiere faceva il Quality Assurance officer in una azienda pharma, appunto). Erano gli effetti dell'esplosione di popolarità mediatica di un noto soggetto che trovò emuli accademici in cerca di visibiità social. Tra i vari autocandidati a leader in seconda del frontismo proscienza (e quindi già nel Patto Trasversale per La Scienza), ci fu chi prima scriveva la prefazione al libro sui campi morfici di un suo amico e poi si faceva il selfie mentre si faceva vaccinare. Ma del resto nella ricerca di visibilità il ritegno è un inutile impiccio.

Per quel che riguarda il Bel Paese, l'Italia è da tempo la nuova frontiera dove un laureato in agraria (quindi 0 analisi matematica) può presiedere la Società Metereologica Italiana per meriti televisivi (alla faccia di Lorenz, che a differenza di lui sapeva cosa sia un sistema di equazioni differenziali non lineari). Ma mica vorrete criticare i vari fabifazi per la loro "selezione delle fonti"? E' lo spettacolo, baby.

Alla fin fine questo è il triviale motore di una certa fenomenologia ed  tutto qui.


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