lunedì 10 gennaio 2022

RESTO FUORI - By Starbuck

Ad inizio dicembre mi sono trovata in giro nel centro blindato di un nota località turistica alpina: mascherine obbligatorie in centro, uno per nucleo familiare dentro i negozi e GP per accedere a quasi tutto, famosi (o famigerati) mercatini natalizi inclusi. L'effetto di ritorno è stato, devo ammetterlo, piuttosto devastante. Ho improvvisamente capito che avevo bisogno di vedere volti e che quella ordinata fila di occhi tra cappucci ed FFP2 che mostrava QR code per entrare nell'area transennata dei mercatini non faceva per me. Soprattutto non faceva per me sapere che qualcuno doveva rimanere fuori. "Noi non entriamo?" mi ha chiesto la mano che stringevo nella mia. "No. Almeno io no." ho risposto con lo sguardo straniato ed un senso di angoscia crescente.
E così ce ne siamo usciti. Dal centro storico, dalla città, e nel giro di una settimana anche dalla nazione. "Ci si rivede verso fine gennaio" ho scritto ai colleghi. Poi dopo il punto ho aggiunto "forse".
Qual è il prezzo di una passeggiata in centro bevendosi una cioccolata calda mentre davanti a te i bambini ti sorridono o piangono sguaiatamente mentre si appendono al braccio dei genitori? Il costo di una ruota panoramica, in cui devi solo i soldi del biglietto? L'espatrio forse? Riguardo all'Italia e penso che no, non ci voglio tornare.
Penso ai miei colleghi che, nella maggioranza, con un abbondante uso di salti di logica, giustificheranno il SPG sui mezzi pubblici, la chiusura delle scuole, terzo richiamo e quarta dose urbi et orbi, e via dicendo. Lo dice Tizio, il giornale Caio ha scritto, fidati di quello che dicono gli esperti, dimenticandosi come funzionano le commissioni di "esperti".
Ricordo ancora una delle riunioni di progetto del 2019: F. aveva chiesto "...che poi io da dove salti fuori quel 25% di incertezza limite non l'ho capito...". Il capoprogetto, senior scientist prossimo alla pensione aveva dato LA risposta " ma lo sai come funziona, no? ad un certo punto a quell'ente o a quell'Istituzione serve un numero, un parametro, chiamano i 6 o 7 esperti internazionali e gli chiede di tirare fuori un valore e questi... in qualche modo lo tirano fuori, agganciandosi ai loro lavori precedenti e citando quello che trovano in giro".
Ma oggi quegli stessi colleghi, si dimenticheranno di "come funzionano le commissioni". Diranno che le risposte sono sicure e nel contempo che bisogna adattarsi. E che comunque stanno facendo tutti cosi'. Non distingueranno tecnica dalla politica. Non terranno conto della socialità. Confonderanno moralità e giustizia. Condanneranno in maniera politicamente corretta, chi non si adegua, chi non fa il suo "dovere". E se domani tutto questo dovesse cambiare, si riposizioneranno, ma senza malizia, senza neanche rendersene conto.
Ecco, in tutto questo io, io resto fuori. Forse perché non sono mai stata dentro. Mai stata dentro a certa ipocrisia conformante, che non ha nulla a che vedere con una emergenza sanitaria.
Io resto fuori. Dai comitati. Quelli pro e quelli contro. Perché i comitati, le commissioni sono parte di questo sistema fatto di fazioni e riconoscimenti e contrapposizioni e strumentalizzazioni.
Resto fuori. Di me non dovete sapere nulla. Non sono affari vostri se vado avanti (un cupo "tirare a campare") a tamponi, a vaccini, a guarigioni.
Nel dubbio resto fuori, nel silenzio, nell'oblio e financo nella derisione. Come un quindicenne arrabbiato in mezzo a volti tutti uguali. In mezzo a mattoni tutti uguali dello stesso muro.

 

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