domenica 22 giugno 2025

LA CONFRATERNITA DIALETTICA -2- LE BESTIACCE - FAVOLA CON ANIMALI

 

Tasso del miele

 

Il porcospino arrivò trafelato, dopo una lunga corsa, sotto il vecchio castagno dove il topo, il coniglio e lo scoiattolo stavano discutendo della Condizione postmoderna di Lyotard.

"La frammentazione dei saperi," stava dicendo lo scoiattolo, aggiustando gli occhiali da lettura, "non è necessariamente una perdita, ma una liberazione dai totalitarismi epistemologici..."

"See, magari..." aveva detto il topo. "Lyotard pensava alla liberazione, ma Baudrillard..."

"Ragazzi, ragazzi!" li interruppe il porcospino ansimando. "È un'ora che vi cerco!"

"Basta!" esclamarono i tre all'unisono. "Siamo stanchi delle tue assurdità!"

"No, dovete ascoltarmi!" Il porcospino si fermò a riprendere fiato, le spine ritte per l'agitazione. "Hanno assalito la Confraternita Dialettica!"

Il silenzio calò improvviso.

"Cosa?" chiese il topo.

"Quando?" chiese il coniglio, drizzando le orecchie.

"Chi?" chiese lo scoiattolo, togliendosi gli occhiali.

Il porcospino prese un respiro profondo. "Le bestiacce. Sono state le bestiacce."

Una bestiaccia era arrivata davanti all'istrice, al corvo e alla faina porgendo una pila di fogli di corteccia.

"Fare quel che fate non solo non è inclusivo, ma è un'offesa alla morale pubblica prevalente," aveva detto. "Abbiamo presentato un esposto alla Magistratura e all'Ordine dei Bovini, all'Ordine degli Equini e a quello degli Avvocati. Lo consegniamo a voi in copia per notifica. È firmato da millemila Granduomini, Personalità Istituzionali, Eminenti Professionisti e Onoratissimi Cittadini."

Il corvo aveva obiettato che lui non era né un bovino né un equino e neanche un avvocato, quindi non era iscritto ad alcun ordine. L'istrice e la faina l'avevano imitato.

"Che c'entra?" aveva sbottato la bestiaccia. "Avete finito di fare quello che fate!" E se ne era andata lanciando per terra la pila di fogli di corteccia con un'espressione sprezzante e indignata.

"E poi che è successo?" chiese il coniglio.

"Alla fine non molto, però ha lasciato il segno," disse il porcospino.

L'istrice, la faina e il corvo erano stati condannati per occupazione abusiva di suolo pubblico e pesantemente multati.

"Il daino, quello giovane, che fine ha fatto?" chiese il topo.

"Lo hanno precettato, costringendolo a combattere per le femmine," disse il porcospino.

Era finito palchi contro palchi con un maschio più vecchio di lui, che lo sorpassava di almeno venti chili e che gli aveva spezzato il collo.

"E il tasso del miele?" chiese lo scoiattolo.

"Ah, contro di lui hanno spiccato un mandato di cattura." disse il porcospino.

Una bestiaccia era scomparsa e avevano dato la colpa al tasso del miele. Lui stava pensando di rispondere all'accusa a modo suo quando era incappato in due bestiacce che avevano appena scritto sul tronco di un albero: "Godiamo come ricci! Finalmente qualcuno si è occupato di quegli arroganti della Confraternita Dialettica! Ma si meritavano di peggio!"

Il tasso del miele le aveva sgozzate, le aveva appese a due rami a testa in giù a dissanguarsi, aveva cancellato sfregiandolo con gli artigli il messaggio delle bestiacce e sotto aveva scritto: "Non so che fine abbia fatto la bestiaccia scomparsa, ma vorrei averla fatta fuori io. Comunque mi sono rimesso in pari e affanculo Darwin!". 

Poi era scomparso nel nulla.

Lo scoiattolo si rimise gli occhiali. "Sapete cosa significa tutto questo?" chiese.

"Che Lyotard aveva ragione, maledizione!" mormorò il topo. "Quando i grandi racconti collassano, il rischio non è solo la frammentazione, ma anche il ritorno di nuovi totalitarismi travestiti da consenso popolare. Aggiungerei: travestiti da un consenso che magari non c'è."

NB: la morale della favola è che le bestiacce sono gran brutte bestie

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