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giovedì 30 gennaio 2025

CINEFORUM: IL DELITTO MATTEOTTI (1973)

Perché se le narrazioni della storia sono frutto dei loro tempi, alle più recenti (M) preferisco le narrazioni del 1973.

La visione dovrebbe rinfrescare la memoria su quel che è richiesto da libere elezioni: la libertà dei candidati di parlare in pubblico e la liberta dei votanti di esercitare il proprio diritto senza minacce. Libertà di parlare non significa "libertà di parlare solo se si dice quello che  conveniente". E chi perde contro chi usa la sua libertà per proclamare la propria post-verità deve lamentarsi solo delle politiche che ha appoggiato, alienandosi parte dell'elettorato. Ma quando si è orma geneticamente immuni all'autocritica...

Si noterà, nel film, Giovanni Brusatori che intepreta Emilio Lussu, critica all'Aventino inclusa. Notevolissimi i ruoli riservati dalla sceneggiatura al Gramsci interpretato da Riccarco Cucciolla e al Gobetti interpretato da Stefano Oppedisano. Una rilettura di qualche anno fa di Lessico Familiare della Ginzburg mi fece notare quello che mi era sfuggito a suo tempo: le candide coltellate sferrate dall'autrice contro Giustizia e Libertà e Partito d'Azione. Un film frutto di un'Italia che non esiste più da tempo, che ancora ricordava bene quegli eventi e per questo, nonostante tutto, era ancora fedele a una Costituzione che ripudiava la guerra. Ogni guerra.

martedì 21 gennaio 2025

E ALLA FINE HO VISTO M...

 

E no, non mi sono letto i libri di Scurati perché ho letto e riletto Battaglia:


In più amo Rossellini, quindi sia quanto a storia che quanto a cinema ho standard forse un po' troppo alti, spiacente.

Comunque guardando quattro puntate di M ho notato un particolare significativo - c'è un M quasi petroliniano...

... poi ci sono gli squadristi, i socialisti, il re, la borghesia industriale... ma ho notato una mancanza sistematica: quella della raffigurazione dei comportamenti diffusi nella nazione che trasformarono quello che sarebbe potuto essere un breve episodio in un ventennio conclusosi solo con la fine della seconda guerra mondiale.

Tale raffigurazione dei comportamenti diffusi è invece ben presente in Emilio Lussu, autore perlopiù dimenticato, come Beppe Fenoglio. Autori con un merito intrinseco (merito che è anche di Roberto Battaglia): erano lì, hanno vissuto quei tempi e quelle vicende. Qualsiasi ulteriore loro lavoro, storico o narrativo, è permeato da questo essere, a loro modo, fonte primaria.

Lussu in particolare se viene qualche volta ricordato è per Un anno sull'altipiano (che ispirò Uomini Contro di Rosi). Ma c'è un suo testo che è stato quasi completamente dimenticato:

Uno spietato racconto che parte da cosa fosse il fascismo in provincia e visto dalla provincia per arrivare a cosa fosse in Parlamento e a Roma. E in Lussu quella nazione che ha reso possibile il ventennio è ben presente: opportunisti, leccapiedi, signor nessuno in cerca di uno scampolo di potere a cui attaccarsi, voltagabbana, soggetti interessati solo a garantire la propria posizione o ad accedere ad una più alta, conformisti e ignavi. Più la maggioranza, variamente silente, rassegnata e impaurita. E se devo ripetermi tutti questi caratteri e fattori li ho visti e rivisti negli ultimi cinque anni, cioè oggi. E non nei tre gatti della militanza neofascista, no: in tutto il resto del paese, che pesa infinitamente di più.

martedì 13 agosto 2024

COMPLOTTISTA, ASSOLUTAMENTE INGUARDABILE. UN INNO ALLA PEGGIORE ANTISCIENZA.

 

E spero si colga il sarcasmo. Da poco su Prime: fictiom quindi spettacolo che non voleva certo avallare ufologia e teorie del complotto. Voleva intrennere e ci riusciva benissimo (ma il complesso militare-industrale-mediatico non se lo sono certo inventato Chris Carter e compagni).

domenica 14 luglio 2024

SPARI A PRESIDENTI, CITAZIONI

 

Shooter (2007)

  • Mr. Rate: Chiunque abbia sparato quel colpo è probabilmente già morto. Una cospirazione funziona così. Quei ragazzi sulla collinetta erbosa (1) erano morti entro tre ore. Sepolti nel maledetto deserto. Tombe senza nome subito fuori Terlingua .
  • Nick Memphis: E lo sa di sicuro?
  • Mr. Rate: Ho ancora la pala! 
(1) Riferimento all'omicidio di JFK

domenica 23 giugno 2024

TRA FICTION "ALTRE" E CRISI CONTEMPORANEE


Per anagrafe mi ricordo bene i primissimi anni 80, la recrudescenza della guerra fredda, la faccenda degli euromissili, il massacro di Sabra e Shatila e tutto il resto. Erano gli anni in cui al cinema uscivano Rambo II, Delta Force, quello con Chuck Norris. Una nauseante propaganda reaganiana debordava ovunque partendo dal cinema. Gli anticorpi a quella narrazione in Italia erano garantiti dal PCI, e viaggiavano in modo particolarmente efficace nei media minori, in particolare nel fumetto. Alcuni di quei contributi sono assolutamente classici e indimenticabili. Indimenticabli come Vacanze a Zahlé di Magnus, alias Roberto Raviola, dove questo grande autore prende il più profondo e controverso dei suoi personaggi e lo sistema per le feste.

Lo Sconosciuto (Unknow), ex ufficiale della legione straniera, mercenario che spesso finisce per vivere di espedienti pericolosi, si ritrova a cedere all'OLP dei progetti di missili terra aria. Poi l'autore lo fa morire in un attentato palestinese in Libano. In realtà Magnus finirà per resuscitarlo grazie alla chirurgia d'urgenza in una clinica di Nazareth, rimettendoci mano qualche anno dopo con quella che per me è la sua storia più intensa e commovente proprio per la sua brevità: La fata dell'improvviso risveglio.

Parrebbe che oggi la propaganda USA/NATO non abbia bisogno delle sale cinematografiche o delle serie. Oggi il tono e i contenuti di The Delta Force (1986) non mi pare siano dominanti nella fiction, forse perché sono stati traslati nella somma della cosiddetta informazione, tradizionale e non (e soprattutto nella comunicazione della politica europea). Quella che segue è una passeggiata casuale nell'ultima decina di anni o giù di lì, senza pretese di completezza o altro. Ma credo che meriti di essere percorsa, in un momento di crisi (in primis crisi di nervi), in cui sarebbe molto meglio se qualcuno avesse già stravinto la guerra in Ucraina, non importa chi.

Questi sono tempi in cui basta niente ad essere "divisivi". Christopher Nolan è divisivo,  Zack Snider è divisivo. J.J. Abrams è divisivo.

A me quello che J.J.Abrams ha fatto con Star Wars non è piaciuto neanche un po'. Mi piacque di più il commento di Leo Ortolani:

https://leortola.wordpress.com/2015/12/25/star-wars-vii-mi-risveglio-a-forza/

Ma J.J. Abrams, prima di essere coinvolto in questo triste capitolo, aveva fatto cose notevoli. Non tanto per il cinema quanto per la televisione e in particolare per quel che mi riguarda due: Fringe e Continuum.

Fringe (2008-2013) in primo luogo metteva in scena un laboratorio di chimica con un minimo di realismo. non come NCIS dove i composti uscivano da un LC-MS agitando una bandierina e urlando "Sono io!".


In secondo luogo, nel primo episodio "Qualsiasi cosa McNeil abbia visto da quel finestrino lo ha fatto dare di stomaco davanti alla sua unità" non era affatto male e prometteva bene (in realtà dava semplicemente il tono della prima serie). Olivia Dunham (Anna Torv) era senza dubbio la protagonista, un personaggio femminile assertivo e forte, tanto più funzionante in quanto "debole", quasi in fondo alla catena di comando.  Occorre dire che il personaggio è reso ottimamente sia dall'intepretazione di Anna Torv che dalla sceneggiatora. Ma alla fine è John Noble nei panni di Walter Bishop il mattatore della serie. John Noble i più lo hanno presente come Denethor ne "il Signore degli Anelli" di Peter Jackson. Ma la sua prova attoriale in Fringe è stata qualcosa di raro, quasi introvabile oggi. Un qualcosa di altri tempi. La divisione Fringe del FBI dopo essere fortemente avversata. finisce per essere un'entità esistente/non esistente di uno spessore leggendario. E quando Dunham è fuori gioco e subentra un'altra agente, ci vuole poco o niente perché reciti "E' tutta la vita che aspettavo persone come voi.".


Ma al di là dell'affresco complessivo della serie, in cui ci sono dettagli incomprensibili nella prima stagione che diventano fondamentali nella quarta, vorrei ricordare una sequenza il cui tema è di una certa attualità:


"God is science", dice l'antagonista, liquidando così gli aspetti morali del suo operato. Il suo discorso oggi suona anticipatorio.

Se Fringe è in un modo o nell'altro diventata una serie di culto, Continuum (2012-2015) non se la ricorda più nessuno. Apparentemente banale fantascienza, con plot apparentemente non così brillanti specie all'inizio della prima serie, è in realtà profonda, scomoda e disturbante. La poliziotta del futuro, proiettata 60 anni indietro nel tempo assieme a un gruppo di terroristi nel giorno della loro esecuzione scoprirà, episodio dopo episodio, il cumulo di cadaveri e sfruttamento su cui si basa la sua società. E più di lei lo scopre lo spettatore: il gran Satana, il terrorista omicida di massa, non ha fatto altro che terminare esseri umani già uccisi dal sistema per trasformarli in automi. L'agenda della terribile organizzazione terrorista Liberate è incredibilmente simile a quelle, reali, di movimenti come Occupy. Quello contro cui i terroristi combattono, in Continuum, sono le cause di una generale oppressione politica ed economica messa in atto "per il bene di tutti" (ricorda qualcosa?). In breve, le istanze dei terroristi sono perfettamente condivisibili (i loro metodi molto meno). Polarizzazione, terra bruciata delle posizioni intermedie, il potere che dice che solo chi non non riesce a capire (oggi: gli ignoranti) si oppone: una buona capacità di anticipazione. Dopo di che la cosa si complica come si complica la maggioranza dei plot basati sui viaggi nel tempo.

Poi ci sono fiction "altre" perché esprimono punti di vista molto distanti dal nostro. Un paio di quelle che ho presente sono state prodotte da Netflix. La prima è Mosul (2019), ispirato a eventi realmente accaduti. Un gruppo della SWAT irachena dà la caccia a quelli di Daesh/ISIS, in un fitto intreccio di doppiogioco, tragedie personali e legami familiari.

g

Uno dei dialoghi migliori:

"Un colonello delle forze speciali iraniane in Iraq, che spara munizioni NATO con un fucile americano?"

"E' un mondo folle"

Mosul è un film intenso in cui gli occidentali sul terriorio sono remoti e inaffidabili.

Fighter (2024) ancora Netflix, è faccenda completamente differente. Una cosa stile Tanguy e Laverdure (Les Chevaliers du Ciel), o Topgun, ma in salsa indiana, con intermezzi Bollywood. Gli aerei sono Sukhoi e i cattivi sono pakistani.


Eh già. Solo capitando su questo film ho saputo che il Sukhoi Su-30MKI è stato sviluppato dalla Sukhoi in collaborazione con l'aeronautica militare indiana. Notare che in questo film figura la stessa manovra Cobra che è stata immortalata in Top gun -Maverick, dove è eseguita da uno dei superiori "caccia di nuova generazione" nemici con uno dei protagonisti che commenta "E quello cosa diavolo era?". Come dire, la fiction sia USA che indiana non si era adattata quanto basta al racconto della Russia con armi vecchie e arretrate. Essendo  Top gun -Maverick uscito nel 2022 la lavorazione e la sceneggiatura sono precedenti la guerra e offrono un punto di vista completamente opposto a quello della narrativa iniziata con il conflitto in Ucraina, una narrativa pericolosa come lo è sempre stata una narrativa che sottovaluta l'avversario, tipo questa:

https://insightnews.media/putin-rusty-nuclear-weapons/


Il concetto sarebbe: dai, che poi se lancia perlopiù fanno cilecca. Il che parlando di armi nucleari strategiche (ma anche tattiche) è una bestialità delle peggiori: sai la bella differenza tra 250 megatoni efficacemente sganciati su UK (la stima di Threads, ipotesi di sopravvivenza) e il caso in cui ne detonano "solo" 100. Poi verrebbe spontanea una domanda: l'arsenale strategico NATO è stato rinnovato, dai 90 in poi, anche in tempi di trattati START? Perché dalle informazioni generalmente disponibili il rinnovo dell'arsenale strategico russo è regolarmente ripartito dopo il crollo di START (vedere lo schieramento del RS-28 Sarmat, codice NATO Satan 2). Ovviamente questo tipo di propaganda serve a rassicurare o ridicolizzare i timori di un'escalation nucleare e se mira a minimizzare il rischio di solito vuol dire che il rischio è alto. L'orologio dell'apocalisse infatti continua a segnare 90 secondi a mezzanotte. E di quale rischio si tratti lo spiega molto bene Massimo Zucchetti, professore al Politecnico di Torino. Negli ultimi giorni è rimbalzato per ogni dove (tranne che su quotidiani e tv) Vucic, che dice che la guerra totale scoppierà entro 3-4 mesi. A parte l'ambiguità del personaggio mi verrebbe da dire che, per storia, se qualcuno gli dice "ti ammazzo la famiglia" lui prende immediatamente la cosa sul serio - filmografia minima sulla guerra in ex Jugoslavia Prima della pioggia (2024) e Quo vadis Aida (2021). Resta il fatto che chi vuole estende l'escalation al livello nucleare è un nemico dell'umanità, chiunque egli sia e da qualsiasi delle due parti egli sia. E basta.

La cosa curiosa era che una trentina di anni fa in USA e UK la narrativa dell'arretratezza dell'arsenale sovietico era quella da combattere ed era alla base di un film che dovrebbe essere un classico ma per qualche ragione non lo è: The Russia House (1990), tratto dall'omonimo romanzo di John Le Carré, quello de La Talpa e Tutti gli uomini di Smiley, nonché de La spia che venne dal freddo, da cui fu tratto un altro classico dimenticato con protagonista Richard Burton (1965). 

 

Concluderei con una battuta tratta dalla quarta serie di The Boys (2024) in cui si mette in scena quella che di fatto potrebbe essere una conferenza di Qanon: 

Cosa preferiresti credere, di appartenere a una comunità di guerrieri che lottano contro un male segreto o che sei un nessuno inutile e solo che nessuno ricorderà? 

E questa è una potente chiave di lettura di molti fenomeni odierni (buona sia per gli "anti" che per quelli che vivono per dargli addosso), compreso quello di chi si mette una bandierina nel profilo, di fatto  un complice, qualsiasi sia la bandiera.


sabato 2 settembre 2023

GUERRA FREDDA, ARMI NUCLEARI: THE BEDFORD INCIDENT (STATO D'ALLARME)

 

Sara Gandini mi ha detto che ha postato la mia minirecensione di Oppenheimer (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/oppenheimer-il-film.html) e che sotto il post c'è stato un certo movimento. Io continuo ad essere soddisfatto di essere lontano da quel dibattito, che per il fatto di essere collocato lì è nella migliore delle ipotesi la quintessenza dell'effimero (i social media non hanno memoria, né a breve né a lungo termine). E voglio ricollegarmi a quella mia recensione, di film in film, per ricordare quello a cui Oppenheimer si oppose (senza successo).

Nella filmografia su guerra fredda e rischio nucleare The Bedford Incident (1965, in italiano Stato di Allarme) non è certo tra i film più citati. Non certo quanto Fail Safe (A prova di errore) di Sidney Lumet, di un anno prima, con Henry Fonda attore protagonista, o Il Dottor Stranamore, capolavoro di Kubrick, o la produzione anni 80 (The day after, Wargames). Unici film più recenti degni di essere menzionati, a parte Oppenheimer Thirteen Days (2000) , di Roger Donaldson, con Kevin Costner, sulla crisi dei missili a Cuba, e The Sum Of All Fears (2002   https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/03/la-somma-di-tutte-le-paure.html), dal romanzo di Tom Clancy. Da un certo punto di vista The Bedford Incident, con la coppia di protagonisti Richard Widmark e Sidney Poitier prefigura Gene Hackman e Denzel Washington in Crimson Tide (Allarme rosso, 1995), da cui mi piace citare questo: nell'era nucleare il nemico è la guerra stessa, battuta affidata al secondo ufficiale del sottomarino, interpretato da Denzel Washington. Una nota a fondo pagina per The Wolf Call (2019), che più che altro ci ricorda che la force de frappe francese ha anche vettori sottomarini (e che dava per scontata la presenza di truppe di èlite fancesi durante la guerra in Siria). Ovviamente questa è una mia filmografia, che non pretende di essere esaustiva. EDIT: infatti manca Threads (Iptesi sopravvivenza, 1984) e non sarei dovuto scordarmene.

The Bedford Incident, che per più di un verso anticipa un realismo alla Tom Clancy, parla di un giornalista a bordo di un incrociatore lanciamissili americano che assiste alla tesa caccia a un sottomarino russo dotato di siluri nucleari. Una caccia tutta basata sulla deterrenza portata al limite, nel tentativo di fare emergere il sottomarino. La situazione sfuggirà di mano in un finale tragico - e scusate l'eventuale spoiler per chi il film non lo ha visto.

Guardando indietro mi pare che nei media e nella società occidentale e italiana in particolare il dibattito sulle armi nucleari abbia fatto molti passi indietro proprio come hanno fatto incredibili passi indietro i dibattiti su tutti i temi più rilevanti. Non saprei se questo sia dovuto all'avvento dei social media vecchi e nuovi o al crollo verticale della qualità della scolarizzazione italiana negli ultimi trenta anni. Ma chissà. Chissà che effetto potrebbero fare questi film su un ventenne con una qualche bandiera sul suo profilo social. Molto probabilmente reagirebbe dicendo: ma oggi è diverso. Eccerto, diverso abbestia.

Perché tutto questo diventa incredibilmente attuale? Per quello che preoccupa più gli svizzeri che gli italiani, addormentati da giornalismo mediamente demenziale:

https://www.tio.ch/dal-mondo/attualita/1693729/putin-schiera-il-sarmat-il-missile-piu-temuto

Avendo amici "informati dei fatti" ho chiesto un parere veloce. La risposta è stata "In realtà non hanno schierato nulla, semplicemente è operativo dopo parecchi anni e parecchi ritardi (è il sostituto del R-36M Satan). Va bene a Putin per motivi pubblicitari e va bene a noi per altrettanti motivi pubblicitari".

Detto questo il problema resta più o meno lo stesso. Ma a porre problemi del genere, oggi, in Italia, spunta quello che urla "pacifinto"!

E "pacifinti", tra i tanti neologismi degli ultimi tempi, è quello che definisce meglio l'ottundimento ideologico di chi lo usa. Ed è pure finito sulla Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/pacifinto_%28Neologismi%29/). Ah, anche ottundimento lo trovate sulla Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/ottundimento/). Quanto a pacifinti lo abbiamo trovato per esempio qua: https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/01/27/news/contro-i-pacifinti-sulla-guerra-in-ucraina-4891615/. E non è che sia stato un caso isolato e appassito dopo qualche mese. E' una vecchia manfrina, "troppo cattolicesimo, troppo grande il passato PCI" (come se ci fossero eredi di quel passato). E diciamolo, pure la Costituzione è un inutile aggeggio obsoleto e forzabile a piacere, Certo, come no. Ma mi raccomando, tenete a portata un antiemetico prima di leggere certa roba, se proprio volete leggerla. Io certe volte ci casco, a leggere roba del genere, e invariabilmente me ne pento.



martedì 22 agosto 2023

OPPENHEIMER (IL FILM)

 

(Visto che ho semplicemente accennato al film, in un post di qualche giorno fa: sì, lo ho visto ad un'antemprima e dirò qualcosa al riguardo - senza spoiler? Non so se il termine abbia senso per un film del genere)

"I am become Death, destroyer of worlds"?

No, non proprio. Anzi no, non soprattutto.

Oppenheimer è la storia di un comunista che ai suoi tempi era anche uno dei pochi a poter insegnare meccanica quantistica, negli USA. E essendo comunista appoggiò la tentata sindacalizzazione della ricerca all'Università di Berkeley.

Ed è la storia del perché un comunista guidò lo sforzo americano per arrivare alla bomba nucleare - perché la Germania nazista aveva cominciato già a lavorarci, e la sola idea di una bomba atomica nazista riempiva alcuni, tra cui Oppenheimer, di un immane terrore.

E' anche la storia dello sviluppo della bomba, ma soprattutto è la storia del rimpianto di Oppenheimer per le inutili stragi di Hiroshima e Nagasaki e di come il padre dell'atomica si mise di traverso alla lobby nuclearista di Washington e dintorni, e per questo fu inquisito, perseguitato e quasi distrutto.

In tempi di maccartismo lo negò fino all'inverosimile, ma pure se senza tessere Oppenheimer era un comunista dalla pianta dei piedi fino alla punta dei capelli.

Dopodiché una doverosa precisazione. A Hiroshima e Nagasaki ci furono 210.000 morti e 150.000 feriti. Le stime del non-atomico bombardamento di Dresda arrivano a 225.000 morti. Ma forse più di altri Oppenheimer aveva capito che non era questione di contabilità del massacro: la vera minaccia esistenziale per il genere umano era il genio malefico del fuoco atomico ormai fuori dalla bottiglia.

EDIT: Mi fanno notare che i 100.000 morti del bombardamento convenzionale di Tokyo sono la pietra di paragone più consona, e hanno ragione: le stime più corrette per Dresda sono tra 25.000 e 30.000 morti, e io sono troppo influenzato da Mattatoio n°5 di Kurt Vonnegut.

mercoledì 12 luglio 2023

GRANDI (?) RITORNI - MA LA QUARTA SERIE E' UN FLOP

 

https://www.salute.eu/2023/07/11/news/covid_virus_autunno_epidemie_previsioni-406991684/

 

Eravate in crisi di astinenza virale? Tranquilli c'è chi pensa a voi. Ora avete una nuova speranza.

Questo articolo si inserisce in un filone che in teoria dovrebbe essere estinto, quello della pandemia perpetua. Qualcuno se le ricorda le idiozie sul "nuovo normale"? Tiravano ancora niente male in certi giri quando in mezzo continente il vecchio normale era tornato al suo posto, esattamente dove era prima. E si tiravano virtuali uova marce a chi aveva avuto l'ardire di scrivere la parola "omoplasia". Poi arrivò Kraken...

Ora, fosse stata una sceneggiatura per una fiction chiamare la nuova terribile mutazione del virus Kraken non avrebbe funzionato. Sicuramente piu' di un critico avrebbe scritto che si era cercato l'effettaccio da poco e senza successo. Quando si è arrivati ad Arturo... ok, è diventata una sitcom, potevate dirlo.

E veramente sitcom è stata. Adnkronos: Covid, Oms: "Variante Arturo può diffondersi e far salire contagi"(https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/covid-oms-variante-arturo-puo-diffondersi-e-far-salire-contagi_5mzBaKDVBUGmkIQPtXcLBo) (risate fuori campo). "Covid, continua calo casi. Oms: variante Arturo la più diffusa " (http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/covid-continua-calo-casi-oms-variante-arturo-la-piu-diffusa-/) (ohhhhhhhh fuori campo). Ma fin da aprile "L'Oms reputa "bassa" la "gravità""(https://it.euronews.com/next/2023/04/26/covid-nuova-variante-arturo-tutto-quello-che-ce-da-sapere). Applausi, titoli di coda.

In realtà non ci sono parole per la stampa italiana. In estate morti di caldo in autunno morti di COVID (o altro, che fa lo stesso). In inverno suggerirei l'apocalisse nucleare, poi si può riprendere da capo. 

Nella stagione fredda i virus respiratori ritornano... ma dai, chi l'avrebbe mai detto. Certo è incredibile come l'umanità sia riuscita a sopravvivere a periodiche epidemie di influenza. Ma che dico, incredibile come l'umanità sia sopravvissuta al raffreddore. Una cosa incomprensibile.

Alle volte penso che sono davvero fortunato. Fortunato perché non lavoro ne nel giornalismo ne nella comunicazione più generalmente intesa. Che tristezza infinita deve essere essere ridotti a scrivere roba come questa o tanta altra (e tra 2020 e 2022 s'è visto molto di peggio). Che incredibile squallore ripetersi in questo modo.


giovedì 29 giugno 2023

ALTRI MONDI?


 e poi

 

"Fascismo" negli ultimi anni in Italia è diventato un termine puramente strumentale nel dibattito politico. A "sinistra" (cioè al centrocentrocentrodestra) è divenuto lo strumento principe per l'affermazione della propria esistenza, per opposizione: "i nostri padri contro i vostri padri". Poi le manifestazioni dei lavoratori, operai o insegnanti che fossero, venivano equanimente manganellate da governi di "sinistra" e di "destra", ma questo è un dettaglio irrilevante.

Da un annetto a questa parte invece è tornato qualcosa che si sperava confinato nei libri di storia e nella fiction: il nazismo. E un termine che costituisce la definizione del male assoluto in terra è stato ridotto all'ennesima buffonata dal circo politico-mediatico. L'ultimo numero da baraccone: il gioco di prestigio con cui il male incarnato di ieri diventa la grande speranza di oggi (tranne che poi tutto sfuma), risultato perfettamente digeribile alla maggioranza del pubblico - e sto parlando di Wagner e dintorni. Ma da quando ho sentito qualcuno parlare di nazisti tanto buonini non mi stupisco più di niente. Del resto è un po' la dottrina a stelle e strisce sull'america latina tra anni 60 e 80: sì, sono bastardi sanguinari ma sono i NOSTRI bastardi. Sono schemi talmenti vecchi da essere ormai antichi. Quanto al primo comandamento "crederai solo a quello che dice il tg in prima serata" beh, non è proprio nuovo, ma almeno 40 anni fa non era esattamente un comandamento. Pensate un po', erano tempi in cui si parlava di pluralismo... che matti. E pensare che in quel decrepito rudere a cui è ridotta la Costituzione c'è scritto "L'Italia ripudia la guerra". Un obsoleto lascito di una generazione che la guerra l'aveva vissuta e subita sulla propria pelle: la guerra, la morte, i bombardamenti, la fame. Poi ad un certo punto è venuto fuori che ci sono morti, bombardamenti e fame che sono buoni e giusti, o irrilevanti. E altri invece che vanno avversati con la massima forza, cioè bombardamenti morte e tutto il resto. E lasciatemi dire che una insurrezione armata di contadini morti di fame negli anni 80 o 90 è una fattispecie tutta diversa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/05/valori-della-sinistra.html).  Sono più che sicuro che questo sia un ragionamento completamente alieno al "grande pubblico" che DEVE essere schierato tra i tifosi dei due diversi macellai. E buon pro gli faccia. Goebbels nel nostro presente si sarebbe trovato come un bambino nel paese dei balocchi: così tanti giochi diversi, un numero incredibile di possibilità. Possibilità largamente realizzate, allo stato attuale delle cose.

Ora, io mi ricordo troppo bene la guerra in Siria. I gas gelatinosi, le fumate nere del cloro (!) etc (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/05/armi-chimiche-la-guerra-la-propaganda.html). A Aleppo c'erano più ospedali pediatrici che panettieri, ma non uno, o due o quattro, decine: per qualche settimana tre volte alla settimana c'era un infame che spediva un missile o altro su un ospedale pediatrico, il che fa un incredibile numero di ospedali pediatrici. Mi ricordo d'altra parte l'appello del vescovo di Aleppo, a cui ammazzavano i fedeli quando andavano a messa: inascoltato e dimenticato. Guardando indietro credo che la Siria sia stato un grande test run di proxy war nel nuovo millennio. Dopo il test run si è passati alla produzione e i risultati si sono visti. Non quelli militari, che non saprei discernere. Ma quelli della macchina della propaganda. Un tempo esisteva una rivista chiamata Avvenimenti (https://it.wikipedia.org/wiki/Avvenimenti). Un tempo Claudio Fracassi scrisse un instant book fondamentale, "L'inganno del golfo". Tutta roba archiviata. Da lì si è passati al giornalista embedded, e poi, al diavolo i modernismi, alla sana vecchia propaganda stile Istituto Luce di quel ventennio lì. Gia, come diceva uno, non è vero che i giornalisti sono come le prostitute: le prostitute certe cose non le fanno.

Ma veniamo alle immagini. Una svastica sul sole , serie Amazon di qualche tempo fa, sarebbe presa da Philip Dick. In realtà sviluppa in chiave piuttosto fumettisticaquel che Dick lasciò incompiuto  e regala alcuni momenti assolutamente epici (cfr seconda foto) . La cosa funziona, ma non so quanto sia dickiana. Per me il Dick più dickiano che ci sia è Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch, quindi mi piace pensare a un finale di romanzo in cui il protagonista non riesce a distinguere se sia nel mondo nazifascista oppure no.

E il finale che immagino è molto adatto ai nostri tempi o meglio a tempi correnti in Italia. E questo non perché ci siano ifasci al governo, niente affatto. Ma perché in due anni di gestione della pandemia in Italia ho visto come la maggioranza possa chinare il capo, e una corposa minoranza si possa trasformare in manganellatori (virtuali), delatori e tutte le altre razze di belle persone, nel nome della Verità e della Giustizia (cioè nel nome del Partito, ai tempi). E ricordiamoci che non tutti i fascisti giravano in camicia nera e fez. C'erano quelli in camice bianco, c'erano quelli in camicia davanti a una macchina da scrivere nelle redazioni dei giornali, c'erano gli accademici in cattedra, c'erano i bottegai e via dicendo.

The Man in The High Castle, la serie, è del 2018. Riguardandola oggi sembrerebbe quasi profetica. E profetica nel suo filo conduttore: un altro mondo è possibile. E benedetti siano quelli che lavorano per realizzarlo.


sabato 11 marzo 2023

NEANCHE SE MI PAGATE

 


Non so come mai questa mail non sia finita automaticamente nello spam, ma del resto ormai chi vende spam pubblicitario ha una clientela molto varia, che include anche anche i grandi editori.  Periodicamente mi arrivano inviti a abbonarmi al Corriere, a Repubblica, a Il Manifesto, a National Geographics, e non c'è filtro antispam che regga.

Comunque le ragioni del "neanche se mi pagate" sono già state esposti (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/scrivere-di-scienza.html) Poi per quale motivo uno dovrebbe comprare qualcosa dove scrivono scarti del sistema aristocratico-politico-accademico, roba varia più un ginecologo che parladiscienza? Ofelè fa el to mesté, si diceva...

Una volta mi uscì riguardo a certuni: chissà come verrebbero valutati (o per dirla nel modo più crudo, prezzati) i Curriculum Vitae di questa genia che gode a sragionare di scienza sui social. La risposta era scontata. Ma possono sempre pensare di scrivere per Le Scienze, 

(Ah, ciccini, la pandemia pare proprio finita alla strafaccia di quelli tipo voi a cui avrebbe fatto comodo che andasse avanti per anni e anni)

mercoledì 14 settembre 2022

I DUE WALTER



Se si deve parlare di immagine della chimica nella fiction non si può non parlare di Breaking Bad (http://pubsapp.acs.org/cen/science/86/8609sci1.html?). La serie non ha bisogno di presentazioni, ma vorrei far notare alcune cose.
Nei primi episodi la chimica messa in scena era molto precisa, forse pure troppo. Una correzione di rotta piuttosto evidente fu imposta, probabilmente perché qualcuno avrebbe potuto pensare di usare la serie come un manuale per fare meth e questo avrebbe procurato grossi guai. Credo comunque che rimanga un caso assolutamente unico: Walter White mette su un kilolab con palloni da 12 litri e il setup di reazione è quasi giusto - molto quasi, è da pazzi lavorare con un 12 litri senza agitazione meccanica ma, appunto, si cercava di essere quanto più possibile vicini alla real thing senza fornire un manuale per cucinare metanfetamina.
La storia di Walter White, ex chimico dell'industria che si ritrova a insegnare scienze in liceo e senza soldi per curarsi un tumore vede la luce nel 2008, all'inizio del peggior periodo degli ultimi 20 anni quanto a livelli occupazionali del settore in occidente: ai tempi in molti pensavano che la chimica ormai fosse una commodity low cost, roba da indiani o cinesi.
Dal realismo di Walter White passiamo alla science fiction di Walter Bishop che, guarda caso, vede la luce nello stesso anno, il 2008. Al di là di tutta la (fantastica) sf della serie, Walter Bishop ha diversi agganci al reale: ex ricercatore governativo, ex professore universitario e ex imprenditore (cofondatore di Massive Dynamic), per esempio, eppure scientist to the core e come tale percepito (per quanto nella serie parta con la nomea di scienziato pazzo internato in manicomio). Al di là dell'irrealistica varietà delle competenze tecniche del personaggio, che passa dalla chimica alla fisica all'ingegneria con nonchalance, e dell'immensa interpretazione di John Noble, che sottolinea la poliedricità del personaggio, qualche aggancio alla realtà non manca. I setup della vetreria nel laboratorio di Bishop a Harvard sono più realistici di quanto mediamente presentato su uno schermo televisivo. E Bishop ha qualcosa che manca completamente a White: amore per musica e letteratura, che si traduce in un flusso di citazioni che la intrecciano con la (fanta)scienza.
Al tempo Walter White mi ispirava solidarietà ma Walter Bishop mi affascinava.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...