
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come
sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in
ambito chimico farmaceutico tra laboratorio e impianto pilota a metà
anni 90, quando GSK non esisteva, ma c'erano Glaxo Wellcome e Smithkline
& Beecham, quando la Lombardia era costellata di medie aziende
chimico farmaceutiche, quando il polo farmaceutico dell'agro pontino
aveva iniziato la scalata verso quelli
che sarebbero stati i suoi 7 miliardi di euro dell'inizio del nuovo
millennio. Quindi chimica di processo, tra batch tossicologi,
trasferimenti di tecnologia, sviluppo chimico per NDA, continuamente con
dossier CMC tra le mani. E poi supporto sintetico alla chimica
medicinale, e poi a coordinare un progetto oncologico in cui era
coinvolta una struttura universitaria. Quindi negli ultimi dieci anni ho
visto il tracollo di quello era un settore fiorente: nel Lazio si è
scesi dai 7 miliardi a quasi 3, BMS non ha più strutture produttive
chimiche in Italia, il centro ricerche GSK di Verona non è più, quello
Menarini di Pomezia neanche, non esistono più una quantità di aziende,
Sigma Tau su tutte. Decine di miei colleghi (o un paio di centinaia, o
più? Nessuno ha fatto i conti) si sono trovati esodati, in mobilità,
disoccupati, costretti a emigrare, hanno cercato altri lavori, in altri
campi, disperdendo un capitale umano di difficile ricostituzione. Per
ora non li ho raggiunti né ho seguito il loro esempio, ma non è escluso
che in un futuro non troppo lontano non succeda. Quindi tanti altri
potrebbero raccontare esattamente la stessa storia, sono solo uno di
loro.
PS. I'm way past all this, now. E devo dire che fuori, beh... non parliamo del salario lordo, ma del livello base: mi sapete fare esempi in cui sulla base di pressioni sindacali i salari base sono stati aumentati di un 2.5% di botto, in Italia? E il lavoro è sempre lo stesso. Idem per le domande non proprio oneste.
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