Se ne sono visti di Brucaliffi spuntare insieme al relativo fungo, spuntare insieme al cambio di stagione. Sotto un post, in una condivisione, spesso con la risposta già’ pronta in pieno stile “Chi siete? Dove andate? Due fiorini...”. O anche in un messaggio privato, talvolta a metà tra l’ammiccante e la minaccia. Ma quello che si cerca non è il sapere chi si è, quello è stato già ampiamente detto (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/chi-sono-uno-come-tanti-o-pochi.html).
Si cerca piuttosto un nome-e-cognome. Non si cercano contenuti su cui discutere in merito, di quelli ce ne sarebbero a volontà: ma i contenuti si sa, talora, sono ostici.
Per i più “scientifici” a tal proposito, consiglio la sezione “caos” del blog: troverete otto punte nere ad attendervi solo se le vostre basi “scientifiche” saranno solide come mura di marzapane.
Allora, meglio buttarla sul personale, sul nome e cognome. Su “che corrente partitica segui”, su “da che parte stai?”.
Ma a me in genere quando leggo articoli pubblicati da 2/3 ricercatori a spasso per il mondo in cerca di “contenuti” non è mai fregato troppo del loro “personale”, raramente vado a decifrare le iniziali del nome. Ricordo ancora quando scoprii nel corso di una conferenza che una delle mie letture scientifiche preferite era una attempata signora sui 70. Signora piacevole tra l’altro, a conoscerla, ma fosse stato un trentenne sudamericano l’avrei stimato uguale.
Non so. Sono nella ricerca da 20 anni. Me ne è sempre importato poco del “nome e cognome”. Certo sapevi che certi nomi (o istituti) in genere lavoravano bene, ma poi alla fine guardavi i numeri: i nomi possono sbagliare, i numeri molto meno. Me ne è’ sempre fregato anche di metterci il mio di nome (ad esempio alla fine di un paper in cui avevo dato un contributo marginale o a lato di un progetto poco convincente). Mi importava di più capire se stavo tirando fuori dati corretti: un onesto lavorare bene, lavorare seriamente insomma.
Non so. Non ho mai confuso il mio lavoro con la politica o con l’eventuale decisione politica che poteva derivarne. La “scienza” non è’ politica. E mi demoralizzano gli inviti agli scienziati ad entrare in politica, personalmente non credo si possano mischiare facilmente le due cose: si rischia di perdere di credibilità in un senso o nell’altro. Non so come si faccia ad appoggiare uno slogan come “vota la scienza”. Non so come ci si possa prestare a fare gli “scienziati (adesso va di moda “virologi”) di partito”.
Non so. Quando approdai su questa pagina, c’erano circa 400 follower. Ci approdai per caso. Quando ad inizio 2018 vedevate i miei post pubblicati qua, beh, io non sapevo chi amministrava questa pagina, né viceversa. La frase “ci interessano i contenuti e non i nomi” non era solo proclamata, era applicata, era agita. Nessuno dei due aveva chiesto il nome all’altro, non era servito.
Per cui mi chiedo, retoricamente, se veramente ci riteniamo così “scientifici” da essere in grado di guardare e giudicare nel merito solo i contenuti, a cosa dovrebbero servire i nomi-e-cognomi?
A sceglierli a fianco di una casella elettorale?
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