martedì 18 agosto 2020

I CASI INFINITAMENTE CRESCENTI, IL POLITICALLY CORRECT


1 - COME LE PIGNE VERDI
 
 
Dure da morire.
Le epidemie a casi infinitamente crescenti non esistono, e questa immagine, nota come "The hammer", questo suggerisce: casi infinitamente crescenti.
NB: è chiaro che la curva "business as usual" a un certo punto sparisce e non si sa se ci sarà un flesso un massimo o cosa (e ci sarebbero di sicuro).
E' il messaggio che lancia che è terroristico, paternalistico, assolutamente irricevibile.
Ripetiamo: non è dato fenomeno epidemico a infetti infinitamente crescenti, non è così che funziona, non succede (e non semplicemente perché il serbatoio di esseri umani da infettare è finito https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/09/il-calo-della-morbilita-per-il-morbillo.html).
E' stata la questione dietro tutti i modelli esponenziali e logistici visti tra marzo e aprile: pure se fittavano anche decentemente i dati per un limitato periodo di tempo (poi sballavano, perché si era raggiunto il flesso della campana epidemica o si era superato il suo massimo), la dinamica descritta da quella matematica non aveva senso, non era quella di un fenomeno epidemico reale.
Kermack e McKendrick (1927), talmente vecchi e superati che si continua a rielaborare il loro modello pure oggi, produssero un modello che non prevedeva, ma descriveva: descriveva le dinamiche fondamentali del fenomeno.
Ho perso il conto di quanti , in tre anni, mi hanno detto che loro e Robert May erano roba superata: e tutta questa bella gente (testacce di legno irredimibili) poi magari stava a condividere in aprile modelli basati sull'equazione logistica, introdotta da Pierre François Verhulst con una serie di tre articoli tra 1838 e 1847.
E che dire della curva di Gompertz, che è stata usata (a sproposito) per fittare i casi COVID cumulati (https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0236860)? Presentata per la prima volta da Benjamin Gompertz (1779–1865) in un articolo pubblicato il 16 giugno 1825.
Troppa gente ciancia di scienza (e pseudoscienza) a casaccio, senza averne idea e senza preoccuparsi di conoscerne la storia, anche quando per la posizione che occupa sarebbe tenuta a conoscerle bene, queste cose, e ci si aspetterebbe che una mezza idea di cosa siano le scienze e come funzionano dovrebbe averla.
 
2-IL SENSO DEL POLITICALLY CORRECT PER IL COVID

... non esiste. Specialmente per la sua variante figa, che faceva sfoggio di analogie storiche che analoghe non erano e per cui ai primi di febbraio 2020 il vero problema erano nell'ordine il razzismo e l'opposizione italiana (quando arrivi a credere che il problema di un paese non sia il suo governo ma la sua opposizione, beh, sei bello che andato: so long, hasta luego, mandaci una cartolina dai fantastici luoghi verso cui stai veleggiando). Lo stigma sociale lo abbiamo visto, sì. Ma non dei confronti dell'asiatico, bensì verso i runners senza mascherina anche quando correvano su spiagge deserte.

Se campi abbastanza ne vedi di tutte... da chi tifava Vesuvio a chi, in tempi recenti e recentissimi, tifava virus.
Nell'estate 2017 c'era chi tifava morbillo. Forte dei suoi modelli art attack ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/modelli-art-attack-numeri-al-lotto-e.html) o di output di programmi usati in modo poco più evoluto diceva "vedrete, vedrete alla riapertura delle scuole". E alla riapertura delle scuole non successe niente.
E nell'estate del 2018? Visto che quella di turno nella sequenza in corso di pessimi ministri della salute pareva volesse metter mano all'obbligo vaccinale, il virologo più famoso della rete tuonò che eventuali morti di morbillo sarebbero stati una sua diretta responsabilità (e di morbillo non si è più parlato).
Due anni dopo anche diversi di quelli che fieramente osteggiavano il virologus maximus si ritrovano a tifare COVID, a tifare lockdown e a distribuire patenti di responsabilità morale (indovinate a chi).
Solo gli stupidi non cambiano idea, giusto?
E quindi... e quindi è toccato vedere per alcuni giorni #lockdown in tendenza su twitter. Roba da chiodi.
 
 
 
E molti si sono impegnati all'inverosimile per dimostrare che "E' vero, ci siamo, arriva!" (la seconda ondata). La masturbazione estrema del dato, come tutte le pratiche sessuali, a parer mio dovrebbe rimanere una cosa privata, da non ostentare in pubblico.

In breve, il senso di costoro per dati e tendenze... beh, non c'è, come non c'è mai stato. Infatti...
Infatti dopo ferragosto che è successo?
Molto poco.
La curva rispetto a giugno, e a luglio, esibisce una leggera tendenza alla risalita, in linea con quel che succede in Germania e Austria, e questo in un momento di massimo degli spostamenti rispetto a marzo. Poi c'è la situazione clinica, che è un altro discorso (e che non desta preoccupazioni). Quindi l'apocalisse e lo stracitato lockdown 2 sono rimandati.

Magari la seconda ondata arriverà, coi primi freddi oppure prima. Ma non ora, né fra una settimana, e probabilmente neanche tra due o tre. E un incremento di numeri nelle terapie intensive probabilmente niente avrà a che fare con la riapertura delle scuole, che dovrebbe essere un ritorno a una vigile normalità, e non la pagliacciata che si va profilando. Vigile normalità: quel che non si fece tra gennaio e febbraio e che invece viene fatto oggi, quanto bene è difficile da dire: controlli in ingresso, test, trace (sul treat si apre un capitolo a parte: come vengono trattati oggi i pazienti ricoverati in intensiva?).

C'è quindi chi parla in modo pretestuoso di responsabilità morali. Io invece ricordo responsabilità politiche pesanti come macigni.
Quella di chi disse "Siamo pronti!", e pronti non eravamo.
Quella di chi si produsse in una sequela di circolari ministeriali inadeguate e contradditorie.
Quella di quanti ritardarono la zona rossa nella bergamasca, tra governo e regione.
Quella di chi non forniva ai sanitari DPI, o li forniva non certificati (e i risultati si sono visti).
Quella di chi ritardava l'uso delle migliori opzioni terapeutiche (in nome del risparmio sanitario, anche se non lo dicevano).
Quella che per molti è roba da dimenticare, nel nome dell'eroico sforzo del personale medico e della stabilità del governo dell'emergenza permanente.

Ah, cosa c'è di più evidente per stabilire un "ritorno alla normalità" del rispuntare de "Il problema è il razzismo"? Stakeholders del settore accoglienza si sbracciano sulla stampa (https://www.internazionale.it/notizie/2020/07/29/migranti-covid-19-lampedusa-sicilia) e dall'altra parte risponde uno squillo (https://www.scienzainrete.it/articolo/covid-19-pericolo-migranti/giuseppe-costa-guido-giustetto-paolo-vineis/2020-08-05?fbclid=IwAR3BdZQfcGGlEZElxI_jjB4imEMkRgU4VcgDqtj2TotUgZgCk5kNnhfnGtQ).
Impeccabile il commento di Gianni Rezza, nell'immagine.
 
 

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