venerdì 21 agosto 2020

SALVARE VITE NON CONVIENE


I tempi che stiamo vivendo sono la più recente e imponente dimostrazione di come la disponibilità a pagare dello stato (di uno stato, in particolare, cioè gli USA) funzioni da moltiplicatore degli sforzi (e ci si augura dei risultati) della ricerca farmaceutica (che è privata).
Lo ripeto per l'ennesima volta per chi affronta il tema con parole d'ordine ormai prive di significato (la privatizzazione degli utili dopo il finanziamento pubblico e via dicendo): se esistesse in occidente industria farmaceutica pubblica il problema sarebbe risolto, ma nessuno stato vuole spendere alcuni miliardi all'anno per ricerca e sviluppo farmaceutica. Tranne gli USA, in questa occasione, per motivi strategici, politici e geopolitici, e preferisce reclutare i privati e darli a loro.

Abbiamo avuto 35.000 morti da COVID-19, quest'anno. Ma ogni anno siamo leader in Europa con 11.000 morti da infezioni ospedaliere (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/laltro-lato-della-prevenzione-infezioni.html). E non c'è verso che questa cifra cali nel tempo: è il famoso problema dell'antibioticoresistenza, e l'unico modo per risolverlo è investire. In programmi di stewardship (ottimizzazione dell'uso degli antibiotici nelle strutture ospedaliere) e in nuovi farmaci: e non si fa, o se si fa si fa pochissimo.
Willingness to pay: disponibilità a pagare. Se per i vaccini antiCOVID in sviluppo vediamo disponibilità a pagare in anticipo, i nuovi antibiotici sono la classe di farmaci per cui la disponibilità a pagare è la più bassa in assoluto.
E' una conseguenza della peggiore interpretazione della stewardship, che si riduce tout court in taglio di spesa e indisponibilità ai prezzi dei nuovi farmaci.
Sembrava che la soluzione "di mercato" al problema potesse funzionare: aziende piccole, requisiti ridotti per i trial clinici con i conseguenti costi ribassatissimi, etc. (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/antibiotici-6-lo-stato-delle-cose.html).
E invece il panorama, nell'estate 2020, è desolante.

"In un amaro paraddosso, nel XX secolo gli antibiotici hanno alimentato la crescita delle aziende pharmaceutiche con i rendimenti più alti, e sono una delle classi di farmaci di cui la società ha un bisogno disperato.
Eppure il mercato degli antibiotici è sfasciato.
Per quasi due decenni le grandi multinazionali che un tempo avevano dominato la ricerca sui nuovi antibiotici sono fuggite dal business, dicendo che i prezzi ritenuti accettabili per questi farmaci salvavita erano troppo bassi per supportarne il costo di sviluppo. La maggior parte delle aziende che oggi lavorano sui nuovi antibiotici sono piccole firme biotech, che perlopiù vanno avanti a credito (cioè a debito bancario, NdCS)., e perlopiù stanno fallendo.
Solo negli ultimi due anni 4 di queste aziende hanno dichiarato bancarotta o si sono messe in vendita, pur essendo sopravvissute al periglioso decennio che è servito a sviluppare i loro prodotti. Quando Achagen, Aradigm, Melinta Therapeutics e Tetraphase Pharmaceuticals sono collassate, 5 dei 15 nuovi antibiotici approvati da FDA a partire dal 2010 sono spariti dal mercato - o la loro disponibilità si è drammaticamente ridotta"


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