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giovedì 15 maggio 2025

BACCO, SCIENZA E MORALISMO

Cominciamo da un riassunto delle puntate precedenti (1, 2, 3).

Una cifra della tarda postmodernita: la divulgazione scientifica non più come mezzo di crescita culturale, ma come strumento di influenza morale o ideologico. Oggi il moralismo non si manifesta più solo con prediche religiose o dogmi etici tradizionali, ma si traveste da scienza, sfruttando la sua autorità sociale per indurre comportamenti, valori o agende.
 
Così, la “popolarizzazione” della scienza – apparentemente un processo neutro e impolitico – diventa un mezzo attraverso cui il moralismo rientra dalla finestra, dopo essere stato cacciato dalla porta della religione o della tradizione. In pratica la nuova Moral Majority è viva e lotta tra di noi, ma si è messa il camice bianco o il profilo social del medico o del divulgatore scientifico, ed è progressista e inclusiva - inclusiva, sì,  ma non con chi dissente.

Cosa c'è di più moralizzante e dogmatico di certa comunicazione medica, che al posto della salvezza dell'anima promette quella della nuda vita? E lo fa invano, dato che ogni vita ha una fine.

"Between Two Evils" di Bernhard Gillam (1882)
Pubblicata sulla rivista satirica Puck, questa vignetta mostra un uomo ben vestito, rappresentante della "vera temperanza", seduto tra due figure estreme: un ubriacone e un astemio fanatico.

L´esempio più eclatante degli ultimi tempi è costituito dalla crociata contro vino e alcolici (a cui da anni si aggiungono tabacco carni rosse, salumi etc). Niente di nuovo, i movimenti per la temperanza con la loro cifra moralistica sono vecchi di almeno un paio di secoli. La cosa notevole è che questo genere di piglio moralistico è arrivato anche nelle pubblicazioni scientifiche: notevole questo Alcohol and morality: one alcoholic drink is enough to make people declare to harm others and behave impurely. "Comportamenti impuri" oggetto della ricerca in psicofarmacologia, cosa si può chiedere di più?

L'argomento è medico-scientifico perché l'alcol è cancerogeno. E in giro mi è capitato di leggere pure "cancerogeno in qualsiasi quantita", "anche una sola molecola di etanolo è cancerogena" "non esistono quantita´sicure di consumo di alcolici". Tutto questo dopo anni in cui ricordo bene che quanto ad altri composti chimici è sempre stato "è la dose che fa il veleno"(che viene da Paracelso, quindi lo scientismo pop ripescava la spagirica, vabbè).

A parte quindi le ovvie osservazioni (la dose fa il veleno quando fa comodo alla tesi da propagandare) c'è un problema: non sono solo superalcolici, vino, birra, sidro, idromele e pulque a contenere alcol etilico. Quantità minori ma non trascurabili sono presenti in altre classi di alimenti: salumi e formaggi lavorati con tecnologie tradizionali, vegetali fermentati (crauti e olive), pane, prodotti da forno e latti fermentati. Quindi sarebbe il caso di lanciare subito una campagna contro yogurt, kefir, etc etc. Oppure no?

Mi guardo bene dal sostenere che il consumo di alcol non sia dannoso, ma invece di metter su tutto questo teatro in nomine Scientiae, OMS et Scientificae Communionis basterebbe ripetere con gli antichi: Bacco Tabacco e Venere riducono l´uomo in cenere. Oppure un semplice: quando il tuo medico ti dice di smettere di bere, fallo. Considerando anche che “polvere sei e polvere ritornerai, ma tra una polvere e l'altra un buon bicchiere non fa male”. E alla fine di qualcosa si dovrà pur morire, che diavolo.

 

 

lunedì 28 ottobre 2024

LA CRITICA DELLE POLITICHE EMERGENZIALI E' DOVEROSA, MA...

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/22/vaccini-covid-e-essenziale-continuare-a-mettere-in-discussione-la-gestione-della-pandemia/7738660/

Durante la pandemia di Covid-19, la paura è stata spesso utilizzata in modo strumentale sia da chi ha sostenuto le misure più rigide di gestione della crisi, sia da coloro che ne hanno preso le distanze, alimentando un fronte del dissenso. Da una parte, i governi e le autorità sanitarie hanno utilizzato il timore del contagio e delle sue conseguenze più gravi per giustificare politiche restrittive, come lockdown, green pass e obblighi vaccinali, cercando di preservare la salute pubblica, ma creando un clima di allarme costante. Dall’altra, il fronte del dissenso ha fatto leva sulle paure legittime della popolazione riguardo agli effetti collaterali dei vaccini, amplificando i rischi in modo sproporzionato e spesso distorcendo i dati per spaventare oltre il dovuto. Questo duplice sfruttamento della paura ha avuto conseguenze profonde sulla società, polarizzando il dibattito pubblico e creando confusione. Il terrorismo psicologico sul rischio di infezione da una parte, e quello sui rischi dei vaccini dall’altra, hanno reso difficile un confronto equilibrato e basato su evidenze scientifiche.

Già.

C'è chi si chiede per quale motivo si continui a discutere della gestione italiana dell'emergenza COVID19 a quattro anni di distanza. E magari lo fa mentre depreca le presenti "centinaia" di morti per COVID in Italia. Quando si dice la coerenza.

Il motivo per continuare a riflettere sulla gestione italiana dell'emergenza COVID19 dovrebbe essere abbastanza evidente: nell'ultimo anno sono state ventilate, più meno in ordine temporale, emergenza HPV, emergenza morbillo, emergenza Mpox - quindi discutere della gestione italiana della pandemia dovrebbe (e sottolineo il condizionale) evitare che al prossimo giro emergenziale, quale e quando sia, sia ripercorsa esattamente la stessa strada.

Detto questo, credo che si possa discutere e riflettere all'infinito e che sia una ottima cosa, ma comunque la prossima emergenza, quando si verificherà, sarà gestita esattamente nello stesso modo, perché un sistema come l'attuale sistema italiano è destinato a perpetrare i propri errori e le proprie storture. La mia ipotesi è che le istituzioni italiane siano inemendabili. Forse ho ragione, forse no: lo vedremo al prossimo giro. 

Il problema è che, a piacere e come conveniva, con l'emergenza pandemica l'uso perlopiù distorto di "verità" ha avvelenato i pozzi fin dall'inizio. Circolavano almeno tre o quattro "verità scientifiche" o pseudoscientifiche, compresa quella invocata dal governo in carica con il suo ministro della Sanità. Ed erano tutte in conflitto tra loro: le "verità scientifiche" dei vaccini che prevenivano il contagio, "verità" inconsistenti, guardando i dati - e se i produttori dei vaccini avessero ritenuto buoni certi articoli pubblicati li avrebbero subito inclusi in una cartella da portare a FDA e EMA per modificare le indicazioni del prodotto con "previene la trasmissione del virus": guarda caso niente del genere è successo. Qualcuno pensa che non ne avessero bisogno? Peccato che Pfizer abbia concluso il '23 con 4 miliardi in meno di quanto atteso (e il boom del suo fatturato era fatto di vaccini e antivirali anticovid).

Dall'altra parte le "verità" di Montagnier, Scoglio Stramezzi e compagnia scazzante: il virus sintetico, il virus che non esiste, il virus non isolato. l'ivermectina, l'idrossiclorochina etc. "Verità" che non avevano nessuna difficoltà di convivenza, anche se l'una contraddiceva l'altra.

Questa dicotomia ha plasmato non unicamente gli anni della pandemia, in Italia e non solo, ma anche quelli precedenti. Perché in qualche modo vero/falso viene visto come meno arbitraria di "Giusto", "Ingiusto". Giusto/ingiusto è dominio dell'etica, della politica e infine della legge. Poi, la legge è soggetta a interpretazioni. Nella temperie asfissiante di questi tempi "vero" è l'indiscutibile fondamento del "giusto". E' una cosa archetipica, Salomone nel giudicare il caso delle due donne che si litigano un figlio prima appura la verità con uno strattagemma e poi sentenzia: la giustizia procede dalla verità. E quanto alla legge, le Tavole della Legge provengono da Dio in persona.

Al contrario, materialisticamente e più efficacemente, possiamo ritenere che le leggi siano un prodotto del processo storico, determinate dalla dialettica tra poteri. E che "vestirle" di verità sia un'operazione propagandistica. Però un'azione razionale e efficace non ha bisogno di "verità", ma di dati attendibili e statisticamente solidi, cioè quelli che perlopiù sono mancati nei due anni di pandemia.Vorrei umilmente ricordare che le evidenze scientifiche riguardano quello che è più o meno probabile  e questo è quanto. Ciò a cui abbiamo assistito in tempi di COVID è stato uno scontro tra inverosimile e assolutamente improbabile, nel discorso pubblico e istituzionale giù fino alla normativa emergenziale. E per chi si opponeva invece di parlare di "verità" (spesso "verità" deliranti) sarebbe stato molto più semplice ed efficace ribadire che essere privati di stipendio e lavoro a causa di una legittima scelta individuale era semplicemente un'arbitrio ingiusto e autoritario. Ma, come sempre, quella che conta di più è la "verità": la tua verità, la sua verità etc. etc.

 


mercoledì 19 giugno 2024

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: SPARTIRSI I RESTI DEL SSN

 

E poiché dai tempi della riforma del titolo V della costituzione la torta del sistema sanitario si è molto ristretta a qualcuno toccherà la solita fetta, ad altri una manciata di briciole. Che la legge passi nel momento in cui si è passati dal diritto alla salute al dovere alla salute non è del tutto casuale. Cominciamo a dire che la riforma del titolo V spalancò le porte tanto alla politica nelle asl quanto all'aziendalizzazione della sanità pubblica. Il problema della famosa siringa che costa x a Milano e 2x a Palermo non è stato risolto, ma in compenso sono poi spuntate le aste regionali al ribasso per l'acquisto dei farmaci generici e altre bellezze del genere, incluso chi in tempi di pandemia voleva approvvigionarsi di vaccini antiinfluenzali da produttori cinesi non autorizzati. Il che non è stata la cose peggiore vista durante la pandemia (vedasi le distribuzioni di vaccini regione per regione, gli Open Days e, last but not least, i numeri taroccati). Più poteri alle regioni in campo sanitario, certo, come no.

E tutto ciò è successo mentre governavano anche quelli che oggi si stracciano le vesti. Quindi alla fine qual'è la notizia? Che la spirale del Sistema Sanitario Nazionale verso l'abisso c'è ed è qui per restare. Mentre i soliti noti, con bollo e sigillo, continueranno a fare quel che hanno sempre fatto, perché negli ultimi decenni il sistema è stato sempre più tagliato a loro misura.

ADDENDUM: Mi immagino che qualcuno leggendo queste righe si risentirà, esclamando "Antipolitica!", e lo farà dalle platee di destra. Esattamente come la "sinistra" cominciò a farlo ormai 15 anni fa ad ogni critica che gli arrivava (perlopiù da sinistra). Poi, per difendersi dalla critica da sinistra, è arrivato il termine idiota rossobruni. E allora diciamo che ok, questo è un post antipolitico nel senso che è totalmente avverso a questa politica. I meccanismi della politica non mi sono ignoti, ne ho avuto esperienza diretta negli anni '90, quando ho visto con i miei occhi il passaggio dal "prima" a questo. Il che lascia spazio a tutte quelle osservazioni/contestazioni a tema "Non sono più quei tempi" e tutto il resto del going with the flow. Quindi, per chiarirmi politicamente, mai come oggi l'Italia ha bisogno di un cambio di paradigma. Uno di quelli veri, che non hanno niente a che fare con l'arrivare in parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno, per essere assolutamente chiari. Perché un cambio di paradigma ha bisogno di principi forti, non di principi deboli (fine del significato di destra e sinistra dove sinistra non vuol dire sinistra parlamentare, etc).

ADDENDUM 2: Il peggio del peggio sono quelli che lo vogliono salvare a parole, quelli che hanno chiesto e continuano a chiedervi non ammalarvi per il bene del sistema sanitario (come se la gente trovasse piacere nella malattia). Quelli che predicano e hanno predicato la "nuda vita", anche indegna di essere vissuta, come fine ultimo.

domenica 21 aprile 2024

LA LOTTA ALLE FAKE NEWS: UNO STRUMENTO VERSATILE PER IL POTERE

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/20/le-questioni-emerse-con-la-pandemia-non-sono-alle-spalle-alcuni-temi-sono-ancora-tabu/


Fake news, definizione: tutto quello che non è in linea con il pensiero unico. Durante la pandemia sono state derubricate alla voce fake news cose che provenivano da Peter Doshi e dal British Medical Journal, da Tom Jefferson, da Ioannidis, da Guido Silvestri, dalla stessa Sara Gandini e via dicendo. Che la lotta alle fake news debba essere centrale in una pandemia non deve stupire, perché ormai lo avrete capito, anche se poi ve lo siete scordato: in una epidemia, vera o presunta (cfr vaiolo delle scimmie), non importano i dati, importa il messaggio, e il messaggio è quello teso a disciplinare la popolazione. E per produrre sparate moralizzanti (il new normal, lo zerocovid etc) non servono competenze particolari. Infatti dalla prima delle virostar all'ultimo dei divulgatori le competenze e le capacità di comprendere qualcosa della dinamica delle malattie infettive erano nulle, e il termine "esponenziale" aveva un puro valore metaforico. Ma attenzione, non era una questione di incompetenza, per niente. Indipendentemente da quali fossero i dati e i numeri era ed è gente che è fermamente convinta di quello che deve essere detto e fatto e di come debba essere detto e fatto - e questa è politica e ideologia, con una visione della società in cui lascienza deve moralizzare la popolazione stupida e ignorante. In un contesto del genere "cresce esponenzialmente" va bene, discutere di derivate seconde e flessi è fake news. Occorre ribadire quanto il fronte del delirio sia funzionale a questo meccanismo? Spero di no.

Quanto a istanze moraliste posso fare un'esempio: ci fu "I comportamenti di James Bond nuociono alla salute"

https://pensiero.it/in-primo-piano/notizie/in-fatto-di-salute-james-bond-non-e-un-buon-esempio

A parte le abitudini alimentari, Bond sarebbe stato un pessimo esempio perché viaggia molto e ha molte e diverse partner sessuali. Mi viene da pensare a Ford v. Ferrari, quando il manager delle vendite mostra una diapositiva dicendo "James Bond non guida una Ford" e Ford II commenta "Perché è un degenerato!". Il livello è esattamente quello. Una regressione infantile (o senile) al bigottismo degli anni 50-60 dello scorso secolo. Il desiderio del pensiero medico dominante di questi tempi: incatenare i corpi (vedasi la crociata contro il vino), in nome della salvezza della nuda vita (vedere Carlo Galli, citato più avanti). Personalmente rigetto il primato della nuda vita, a favore di quello di una vita degna di essere vissuta. Per questo ho una innata repulsione verso chiunque voglia condannare chiunque altro ad una vita indegna.

Ma torniamo alla popolazione stupida e ignorante. E' stupida e ignorante, appunto, quindi che problema c'è se durante la pandemia si è impoverita, mentre i pochi si arricchivano? E poco conta che buona parte della stessa popolazione aderisse con entusiasmo alle parole d'ordine del potere, riversando il proprio odio sull'altra parte dei loro simili, quella non allineata (un modello trasportato pari pari dalla pandemia alle guerre in corso).

Purtroppo, proprio a sinistra, dove questi temi andrebbero sollevati e discussi apertamente, incontriamo spesso un muro. Per la sinistra è un tabù la gestione della pandemia, anzi della sindemia, e quindi dell’impatto che le scelte politiche hanno avuto sulle varie classi sociali sia a livello economico che di salute. Persino nei centri sociali e nei luoghi del femminismo l’argomento è spesso intoccabile. Il silenzio imbarazzato di troppi intellettuali ne compromette la residua (ormai scarsa) credibilità.

Ma se le istituzioni internazionali come l’Oms si stanno preparando a una nuova pandemia, è chiaro che bisogna trovare il coraggio di discutere con serietà a partire dal green pass, per arrivare agli effetti delle chiusure rispetto alla dispersione scolastica, per le classi sociali più deprivate e non ultima per la salute psicologica delle nuove generazioni. E non possiamo dimenticare che la sanità pubblica è peggiorata in modo significativo anche a causa delle scelte fatte durante la pandemia e ora non è in grado di reggere le richieste con code che rendono inevitabile affidarsi al privato, per chi se lo può permettere.

E direi che c'è poco altro da aggiungere, se non citare ancora Carlo Galli:

Un’erosione continua delle certezze del diritto, che può arrivare a essere una sorta di eccezione al rallentatore, uno strisciante cambio di regime: il passaggio all’emergenzialismo; la decretazione d’urgenza è il modo normale della legiferazione, dove ormai la «misura» – rapida ed efficace – prevale sulla legge. Soprattutto, l’emergenza comprime il diritto di critica, le voci di dissenso, e implica una tendenziale uniformazione, la discriminazione del non-conforme, del nemico interno – l’accusa di essere «no-vax» ha colpito chiunque chiedesse spiegazioni, o eccepisse in qualsivoglia modo le misure decise dalla politica e legittimate dalla scienza –: il che è ovviamente pericoloso per la democrazia. Il segreto dell’emergenza è qui: che l’ordinamento nel difendere le vite dei cittadini difende in realtà sé stesso, anche al di là degli assetti democratici; quelle vite non necessariamente sono ridotte a «nuda vita» – che è l’esito estremo, raro per fortuna, dell’eccezione –, ma certo sono sempre piú povere, piú strumentali, piú passive.

(Carlo Galli. Democrazia, ultimo atto?, Einaudi , 2023)

domenica 28 gennaio 2024

IL NUOVO PIANO PANDEMICO RICALCA LA "MIGLIORE GESTIONE"

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/28/nuovo-piano-pandemico-anche-per-meloni-le-emergenze-sono-occasioni-di-profitto/

 

La logica è sempre quella: di nuovo si ribalta sui cittadini responsabilità che sarebbero di governi che si susseguono uno dopo l’altro lasciando la sanità sempre meno in grado di far fronte alle richieste quotidiane. Figuriamoci di fonte alla prossima emergenza pandemica.

Meloni ha ribadito nei fatti, se ce ne fosse ancora bisogno, che la politica odierna – quantomeno quella esercitata da un ceto dirigente pavido e confuso – può solo abbracciare i diktat neoliberisti, per i quali le emergenze sono occasioni di profitto e di riorganizzazione autoritaria dello spazio pubblico. Gli investimenti sulla sanità non sono solo inadeguati, largamente inferiori a quanto necessario, ma si accompagnano a una progressiva svendita dell’intero sistema di servizi. Il privato si lecca i baffi e, sulla scia dell’esempio a stelle e strisce, allunga le mani sulla medicina pubblica, preparando in tema di salute quello che l’autonomia differenziata sta realizzando sul versante dei rapporti tra sud e nord nel nostro Paese.

Le diseguaglianze sono così destinate a crescere, e una sanità lasciata alle brame degli agenti di profitto potrà solo divaricare ulteriormente le condizioni di vita che separano ricchi (pochi) e poveri (sempre di più)

 

Al che uno potrebbe pure chiedersi che cosa voglia dire essere cittadino italiano in Italia: essere suddito di una classe politica autoreferenziale (e questo vale per tutti i partiti in parlamento) o cos'altro? Gandini e Bartolini non fanno che mostrare per l'ennesima volta che il Re è nudo. Ma ormai abbiamo capito che al Re non gliene frega niente, perché non esistono alternative politiche per quanti al momento del voto scelgono l'astensione. Il Re, per quanto nudo, rebus sic stantibus continua ad essere in una botte di ferro. Ma non è questione solo di classe politica: c'è poco da gioire se, quanto a libertà di stampa, l'Italia è risalita dal 58° al 41° posto. Se la qualità di una democrazia è collegata alla qualità della sua informazione siamo messi molto male.

E la pandemia non ci ha reso migliori. Ha invece dimostrato quanto la maggior parte degli italiani possa sopportare, e quanti possano aderire con entusiasmo a qualsiasi istanza repressiva dei diritti individuali. A costo di ripetermi, il carattere nazionale odierno non è molto diverso da quello che Emilio Lussu descriveva in Marcia su Roma e dintorni. Già, la pandemia mi ha fatto capire com'è che ai tempi l'Italia diventò fascista.

giovedì 30 novembre 2023

OMS, PANDEMIE, TRATTATO: IL CIRCO DELL'AMNESIA COLLETTIVA


https://ilmanifesto.it/assemblea-straordinaria-delloms-per-un-nuovo-trattato-sulle-pandemie    

L'Italia (ma non solo) ha un problema di memoria storica e si sa. Ma è niente a confronto con la memoria collettiva a breve termine. Si manifesta nelle piazze sull'oggi, sul tema del giorno. Ma tutto quello che è successo l'altroieri no, quello non merita attenzione, anche se ha fatto danni immensi e i suoi attori sono ancora tutti presenti.

Per esempio la pandemia è finita, tutti se la sono lasciata alle spalle con sospiro di sollievo (beh, quasi tutti). Ma quel che è successo in Italia e non solo con COVID tra 2020 e 2022 merita il ricordo. Sono fatti che andrebbero ricordati in eterno, se si volessero evitare gli stessi tragici errori (ma furono errori fortemente voluti, quindi per questo è bene non ricordarli, per poterli ripetere).

Premetto per l'ennesima volta che OMS un ruolo utile lo ha, che è quello di mettere in piedi programmi sanitari per quelle nazioni che non hanno occhi per piangere - e lo fa come può, cioè in economia e usando farmaci che dal punto di vista della regolazione farmaceutica occidentale sono il più delle volte substandard. Detto questo è bene ricordare quale sia stato il suo ruolo tra 2020 e 2022.

In primo luogo tardò nella comunicazione dell'emergenza, mentre c'era Taiwan che da subito aveva capito quello che stava succedendo e lo aveva pure detto. Ma Taiwan non è nell'ONU e OMS è un'agenzia delle Nazioni Unite. Quindi niente, anche per non irritare la Cina (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/oms-catturata-dalla-cina-gli-usa-la.html).

Poi, prima di Codogno, OMS avallava l'Hail Mary Protocol (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/oms-coronavirus-hail-mary-protocol.html), quando chiunque capisse un minimo della materia non avrebbe speso un centesimo per un cocktail di farmaci che in vitro non erano attivi contro il virus (ovviamente non mancò nell'accademia italiana chi disse che il tentativo era ragionevole, fatto che si dovrebbe commentare da solo). A seguire OMS si distinse nel perdere tempo. Nella primavera del '20 FDA dava l'Emergency Use Authorization a remdesivir e Fauci, dopo i risultati del trial ACCT-1, svolto da NIH, diceva che al momento era lo standard of care. OMS invece faceva un trial su lopinavir in funzione anticovid. Nel giugno 2020, dopo che in Italia lopinavir era stato somministrato a nastro ai ricoverati in terapia intensiva, senza effetto,  dopo che l'allora direttore AIFA Magrini aveva voluto il farmaco somministrato dai medici di base, fortunatamente senza successo, OMS dichiarò che lopinavir non funzionava. Ma non solo: SOLIDARITY, altra sperimentazione clinica OMS, era in corso senza che praticamente nessuno si pronunciasse sul disegno assai discutibile del trial. Nell'ottobre del '20 i risultati di SOLIDARITY furono pubblicizzati: remdesivir non funziona. Poco contarono ripetute analisi contrarie (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/07/i-trial-i-paper-ladvocacy.html). Poco contò che remdesivir di lì a poco fosse pienamente autorizzato da FDA prima e da EMA poi. Essendo OMS il feticcio di buona parte della comunità medica italiana nonché di chi "comunicava", il poco che c'era allora (remdesivir) non doveva essere usato, in Italia. Mi ricordo una tal dama che arrivò a sostenere che fare un'endovena a un paziente in intensiva era un problema. 

Ma questo è forse il meno, quanto a OMS e Italia. Da Ginevra nel settembre del '20 arrivò un clamoroso endorsement alla gestione italiana della pandemia.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/09/20/coronavirus-oms-italia-esempio-nel-contrasto-alla-pandemia_54e77dd8-f89f-42db-bee6-7dd858b089b6.html

Questo titolo oggi si rilegge con estrema amarezza. Perché allora già da tempo un report di Francesco Zambon, che all'OMS lavorava, era stato consegnato ai vertici dell'Agenzia: il piano pandemico italiano non era stato aggiornato dal 2006 e la risposta nel 2020 era stata completamente inadeguata. La vicenda di Zambon è un esempio di come le cose funzionano, all'OMS, e un esempio ormai dimenticato. Lui se andò, essendo diventata insostenibile la sua posizione lavorativa.

https://www.theguardian.com/world/2021/mar/14/who-scientist-who-spoke-out-about-italy-handling-of-covid-crisis-resigns

Report fu l'unico in Italia a coprire adeguatamente la vicenda di Zambon (https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-resa-dei-conti-f8f1a28b-b000-457a-9b89-dd549672fb8d.html)

Questo dovrebbe bastare per rispondere alla domanda "Volete voi avere OMS regista mondiale delle azioni di contrasto alle pandemie?". No, grazie. Meglio se le cose rimangono così come sono. Il fatto che poi l'iniziativa di questo trattato parta dall'Europa, l'altro grande perdente quanto a attività di gestione della pandemia, dovrebbe far dubitare molto di tutta l'impalcatura.

A questo punto capirete se ho letto l'articolo di Capocci sul Manifesto con crescente perplessità.

E la vicenda del mancato aggiornamento del piano anti-pandemico italiano mostra che la vigilanza internazionale sugli impegni locali è poco vincolante.

Invece, se si ricorda quanto sopra, di tutta la questione piano pandemico italiano i vertici OMS non volevano saperne, pure se informati, perché la faccenda era politicamente delicata. Altro che "stati vincolati a...". Chiaro che nell'articolo si ignori anche tutto il resto riportato in questo post. E non si tratta di episodi, ma della linea politica di un'agenzia che è politica e dove si fa politica sanitaria, non una qualche "scienza". Poi l'idea che possa esistere un pacchetto di politiche sanitarie antipandemiche che vada bene tanto per Haiti quanto per la Finlandia è di per sé piuttosto assurda. Quanto a pensare che la Cina possa essere vincolata a qualcosa, beh, good luck with that.

E ci si chiede come mai gli USA della presidenza democratica di Biden non siano convinti del trattato e si riduce la faccenda a non meglio precisate questioni di "sovranità", come fosse "sovranismo" il non voler vincolare politiche nazionali alle decisioni agenzie sovranazionali parimenti politiche e dal track record estremamente opinabile. Parimenti ovvio è il perché una von der Leyen che si crede la leader di una federazione (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lo-stato-della-recessione.html), dopo la sua "brillantissima" attività a capo della Commissione durante la pandemia, sia invece a favore del trattato, vedendosi un indomani, come qualcuno dice, ai vertici della NATO o dell'ONU.


 



 



martedì 17 ottobre 2023

QUALE SARA' MAI IL PAESE DELLA MIGLIOR GESTIONE E DEL RECORD DI DECESSI?

 

https://www.lafionda.org/2023/10/12/effetti-avversi/

Eh...  

Ora che non c’è più quella pressione politica, molte istituzioni e società scientifiche lo stanno ammettendo. Un esempio chiaro riguarda le evidenze che dimostrano l’inefficacia delle misure non farmacologiche, come ad esempio le chiusure delle scuole, che hanno causato danni enormi a ragazzi e ragazze. Infatti, l’agenzia governativa per la sicurezza sanitaria nel Regno Unito ha appena pubblicato un documento che esamina le prove di efficacia relative a queste iniziative di contenimento (compreso l’uso generalizzato delle mascherine): i numeri che confermerebbero l’adeguatezza di tali misure sono scarsi o nulli. Ioannidis in un articolo magistrale sul fallimento della scienza durante la pandemia/sindemia ha spiegato bene come la politica abbia avuto un’influenza deleteria sulla scienza durante l’emergenza....

Quindi il problema non è che le multinazionali facciano i loro interessi economici, ma semmai che i politici non facciano gli interessi dei cittadini. I governanti hanno usato determinati scienziati e non altri per imporre politiche autoritarie e discriminazioni insensate. E soprattutto per indirizzare le risorse finanziarie solo in determinate direzioni, fare gli interessi di determinate imprese, dal digitale alle case farmaceutiche, dando il colpo finale al sistema sanitario nazionale.

Già. E non dimentichiamo che in una nazione occidentale in particolare (una a caso) la politica NON ha fatto l'interesse delle multinazionali tranne in un caso particolare quando si parlava di farmaci (Molnupiravir, qualcosa su cui ci sarebbe da interrogarsi a lungo quando Paxlovid era approvato, disponibile e di efficacia indiscutibilmente maggiore - e chissà se c'è ancora il segreto sul registro Veklury https://www.aifa.gov.it/-/attivazione-registro-veklury-remdesivir-). Ah, a proposito di resistenze, la gran ragione dei gran sapienti per non usare antivirali quando servono, quante varianti clinicamente significative sono state rilevate negli ultimi 3 anni?

Ma il paese dei cachi funziona così da un pezzo e da un pezzo funziona così la medicina istituzionale (cioè la politica medico/sanitaria). Se vai a guardare dentro la medicina istituzionale italiana quanto a "scienza" trovi il vuoto spinto - in compenso trovi molta robaccia, dall'endorsement delle falsificazioni negli articoli fino a succo di prugnolo, "vaccini antiAIDS" e oltre. La medicina istituzionale italiana ha la stessa qualità media della politica parlamentare italiana (nonché del Sistema Sanitario Nazionale). I fallimenti del sistema sapete dove trovarli: credo che continuino a gonfiare il petto sui social media un giorno sì e uno no parlando di scienza e sclerando sui noqualcosa, come se la colpa dello sfascio fosse loro (le eccezioni erano residuali, quando ho mollato). Comunque cari gransignori i noqualcosa non sono la causa dello sfascio, ma il suo prodotto cioè il prodotto del complesso dei fallimenti del sistema, quindi anche dei vostri, a meno che non vi riteniate infallibili (e se così vi riteneste non mi stupirei).

Ricordiamo che "la miglior gestione" ha realizzato il primato in occidente quanto a conto dei morti (altroché la vituperata Svezia o le sciagurate UK e Danimarca), e non parliamo dei danni di altro ordine.Sono pronto a scommettere che la commissione parlamentare di cui tanto si è parlato in estate finirà in un nulla di fatto. Difficile pensare a vere e proprie responsabilità penali dei decisori, parlando di politica. Le responsabilità politiche, che pesano come macigni, dopo essere state pagate nelle urne un anno fa, saranno velocemente dimenticate. Ma ma anche al livello della medicina istituzionale le responsabilità politiche non mancano, solo che tali responsabilità non saranno pagate in nessun modo.

Si tratta, in definitiva, di chiedersi seriamente quali siano i vettori principali che operano nella fase autoritaria del neoliberismo, per produrre azioni di protezione della salute pubblica e della democrazia finalmente libere da sclerosi identitarie e certezze monolitiche.

Meglio precisare: la fase autoritaria del neoliberismo  italiano. Perché altrove nel continente di scelte autoritarie non ne sono state fatte, e parliamo della maggioranza dell'Europa del Nord isole comprese. Nazioni dove per esempio un neoliberista come Boris Johnson si è ben guardato dalla scelta autoritaria (e almeno una la aveva contemplata) perché ritenuta politicamente insostenibile. Nazioni in cui i pasdaran del lockdown (e pass vaccinale) erano una delle varie voci, non l'unica voce e soprattutto non l'unica voce al governo. Il porre al di sopra della politica agìta qualcosa di altro (imercati, l'Europa, la Nato, l'OMS, lascienza) è una prassi eminentemente italiana. La prassi con cui i pochi fanno i loro comodi alle spese dei molti. La nazione in cui chiunque governi è matematicamente sicuro di avere a portata di mano una classe di servizio immediatamente disponibile, dalla medicina istituzionale, appunto, all'università, agli intellettuali, ai giornalisti (per tacere di fenomeni marginali come divulgazione scientifica e debunker). E si parla della stessa eccezione quanto a stagnazione salariale, tipicamente italiana. A questo punto sarebbe lecito unire i puntini e trarre qualche conclusione.


"Servi dei padroni" è riduttivo, molto più aderente il vecchio "servi dei servi dei servi".

Preve con il discorso sul "nuovo clero" ha forse per primo inquadradato la questione, ma questo è più aderente alla situazione attuale. "Classe di servizio" lo ho preso da qui:

Il potere non risiede in chi dispone di denaro, soldati o armamenti (tutto ciò è di risulta), ma nel controllo della narrazione. Questa modella coscienza e azione della popolazione, rendendo cruciale la presa sui nastri cursori attraverso cui l’oligarchia fabbrica la classe di servizio: quella politica, mediatica e accademica. La finta dialettica tra correnti del Partito Unificato – prodotto di una medesima selezione – è una costruzione cosmetica. La principale attività di tali correnti è l’organizzazione dello svago televisivo o cartaceo, mentre le decisioni sono nelle mani di un inaccessibile Pilota Automatico, attraverso algoritmi che finanziano l’oggettività degli accademici, deformano o fabbricano informazioni, imprigionano giornalisti insubordinati.

(https://www.lafionda.org/2023/09/29/la-fonte-occulta-del-potere/)

In poche chiare parole: le strutture del potere in Italia hanno preso forme regressive e postcostituzionali, meno partecipate che in passato e per molti versi neofeudali. Anche molti pezzi delle istituzioni si sono lasciati cooptare come classe di servizio quando l'istituzione, per definizione, dovrebbe essere terza - sempre che non si voglia dare ragione alla dottrina per cui un potere, quale che sia sia, si dà le istituzioni più adatte al suo esercizio. Vogliamo ricordare l'etimologia di democrazia? Governo del popolo - da intendersi meglio come "governo dei cittadini". Nelle democrazie parlamentari (e l'Italia sarebbe una di queste) il governo dei cittadini è intermediato dalla classe politica eletta dagli stessi. Paradossalmente per trovare un corretto funzionamento di un sistema del genere oggi occorre guardare alla Repubblica Slovacca, dove si sospende l'invio di armi in Ucraina seguendo il risultato elettorale. In altre nazioni europee non si conta il numero di volte in cui con i risultati delle urne ci si è nettati le terga, in  nome del principio superiore di turno (Italia in prima fila e presidenza della postRepubblica benedicente).

Ancora, il discorso "classe di servizio" in Italia vale massimamente per i media. L'accademia, vista da più vicino, presenta molti casi che in superficie sorridono e si conformano ma in camera caritatis dicono fuori dai denti cosa pensano della propria istituzione, di chi la dirige, della terza missione e di tutto il resto - ma quanto a esporsi... perché fare una scelta suicida? La predisposizione al martirio si crea da una combinanazioni di fattori diversi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/10/strane-vicende.html). E per fortuna la Psicopolizia non è ancora una realtà (ma solo un sogno per i pochi e un incubo per i molti).

Detto questo viene da farsi una domanda: se il livello di decadenza delle istituzioni italiane tutte è tale da non essere emendabile o riparabile, what's the plan forward? 

PS: Quanto a livello di decadenza delle istituzioni italiane basta dare uno sguardo al periodo pandemico, appunto. So long volgo disperso. Cosa si è perso in tutto questo? Il normale ordine della vita, diventato una complicazione assurda. Perché di "vite" in astratto ("salvare vite") chiunque si riempie la bocca, ma la reale vita del singolo nel processo è stata completamente dimenticata. E' il modo di ragionare delle anime belle e dei "restiamo umani", dove "umano" è l'ennesimo motivo ideologico.

 

martedì 3 ottobre 2023

IL SENSO E LA SFIDUCIA

Vorrei poter dire che compiango chi trova o prova a trovare il senso di un fenomeno o della propria esistenza nella "scienza". Vorrei ma non posso. Di solito sono soggetti che ritengono la filosofia superata e superflua, per esempio, per tacere d'altro.

Mi rendo conto che chi lo fa lo fa come innumerevoli altri hanno trovato il senso della propria esistenza in un Dio versione vecchio dai capelli bianchi, nel Sol Dell'Avvenire, in Mussolini, in Baffone (addirittura in Matteo Renzi).

Lunga storia... Le discipline scientifiche cercano il modo di spiegare fenomeni e alle volte nascono nel contesto di una rivoluzione tecnologica che le anticipa: la macchina a vapore preesiste a James Watt e alla termodinamica classica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html).

Quanto a fornire un senso a fenomeni e all'esistenza dei singoli... no, questo non è previsto. Se qualcuno lo crede è un poveraccio, uno di quei soggetti che impestano isocial parlando di "scienza" con cognizione di causa nulla. Per costoro "la scienza" è il biblico vitello d'oro. E' lì, è d'oro, si crede in lui. E basta.

Questi individui sono "casi da social", ma  rappresentano anche una certa "cultura" diffusa, distribuita quotidianamente dai grandi media, In realtà pare che questa area si restringa sempre di più, e qualcuno in alto loco lamenta il fatto che "la scienza" stia perdendo credibilità : il Nobel Parisi si chiede come il mondo abbia perso la sua fiducia in scienziati come lui (https://amp-theguardian-com.cdn.ampproject.org/c/s/amp.theguardian.com/commentisfree/2023/sep/25/tiktok-global-crisis-world-trust-scientists-online-attack). 

L'anno scorso, mentre il numero di italiani che si facevano la quarta dose di vaccino antiCovid era basso, Il ministro della Salute mi chiese, come scienziato, di apparire un uno spot di 50 secondi, spiegando perché i soggetti vulnerabili avrebbero dovuto farsi un'altra dose di vaccino. Fu trasmesso in TV centinaia di volte. Come risultato ricevetti molte email in cui mi si attacava; su Twitter e Facebook fui accusato (a sproposito) di essere nel taschino di Big Pharma.

Le dinamiche de isocial quelle sono, e Parisi dovrebbe saperlo: online sembrano una folla immensa, nelle urne fanno regolarmente zerovirgola. E ovviamente Parisi al soldo di Big Pharma è cosa che fa ridere i polli. Però...

... però un Nobel per la fisica che fa uno spot di politica sanitaria è cosa che stride un bel po', almeno per me. Poi chiaramente il Ministero, nella sua infinita idiozia, ha evidentemente pensato che essendo la quarta dose "scienza" e Parisi un Nobel lo spot era un'ottima idea. Ovviamente quello spot non risollevò i numeri della quarta dose e Parisi s'è beccato una secchiata di odio social. Pare che sia stato quello a fargli riflettere sul problema, e la conclusione è:

E' anche importante che noi scienziati non parliamo solo dei nostri successi ma anche dei nostri sbagli e delle nostri dubbi e delle nostre esitazioni. Spesso non c'è traccia, nel discorso scientifico della fatica del processo scientificoe dei dubbi che lo accompagnano. Se gli scienziati vengono visti come parte dell'èlite forse il primo passo nel ripristino della fiducia è una dose di modestia - per dimostrare che siamo umani quanto quelli che di noi non si fidano.

Belle parole, vero? Purtroppo Parisi si scorda di tutte le volte che quanto a COVID si è accodato alle previsioni della maggioranza, cannandole quindi  con una perfetta regolarità. Magari avrebbe potuto cominciare da lì, da quante volte ha sbagliato invece che dall'unica volta in cui ci ha beccato. Guarda caso non lo ha fatto. So much for accountability, so much for restored trust. 

Un possibile contributo alla risoluzione del problema sarebbe una massiccia smobilitazione dalle posizioni occupate nei media da ufficiali e marmittoni de "la scienza", ma figurati se mollano l'osso. Una volta un lettore mi chiese cosa ne pensavo dell'attività online di "un mio collega": gli risposi che non era un mio collega, perché io non lavoro nello spettacolo né ci ho mai lavorato.



venerdì 10 marzo 2023

DALL' UNIVERSITA' ALL'INNOVAZIONE, VIA "LEGGERE IMPRECISIONI"


Le riforme universitarie italiane dai primi 90 all'inizio del nuovo secolo sono riuscite a aumentarne la capacità di generare gente che non vorresti non solo nel tuo team, ma in tutta l'azienda. Ma forse no, e perché no? Perché ci sono aziende che pensano che se anche il progetto stia nella melma più alta la cosa più importante sia stordire il committente di parole facendo credere che no, il livello della fogna è bassissmo e abbiamo un quadro chiaro di come trovare la strada per il sole del successo della tua idea (idea che morirà nel fango). Ci sono aziende che campano (quando ci riescono) anche o sopratutto su questi progetti, spesso improbabili:  è l'ecosistema delle startup e delle biotech. Da una parte c'è quella che può essere definita l'offerta di innovazione. Dall'altra c'è la gestione di capitali che cerca rendimenti più alti. Il trait d'union tra offerta di innovazione e capitale sono Venture Capitalist e Business Angels, soggetti che di solito sanno benissimo che il tasso di successo nella ricerca farmaceutica è sempre lo stesso: un 10% scarso. Ma... VC e BA non sono lì per far arrivare un farmaco all'approvazione. Sono lì per far crescere di valore i propri assett per poi venderli al momento opportuno, o quotarli in borsa.

Eh già, i dati del mondo reale sono quelli che sono: multi vocati sunt, pauci electi. Di spinoff universitarie e startup con l'idea geniale ce ne sono a bizzeffe. Ma di idee che funzionano ce ne sono molto poche.

E' un processo, ed un processo che genera utili in più di un modo. Perché l'idea, buona o apparentemente buona, ha bisogno di essere testata. E visto che di solito chi ha generato l'idea buona o apparentemente tale non ha le strutture per produrre quel che deve essere testato, con i soldi degli investitori pagherai service provider per la biologia, la sperimentazione animale, la chimica e tutto il resto (e i service provider ringraziano, quando il committente è in grado di pagare alla fine - e non sempre è il caso).

Essendo stato nello specifico ramo ricordo bene. Ricordo bene la differenza tra i dilettanti finanziati dagli ignari e i professionisti, quelli seri. Questa è la conseguenza di un mutamento sistemico verificatosi una ventina di anni fa, quando le grandi farmaceutiche, che di know how ne avevano a pacchi, hanno cominciato a dilapidarlo con le ristrutturazioni e i conseguenti licenziamenti. Per poi iniziare a vagliare quel che veniva fuori dal settore start up e biotech, vedendo se c'era qualcosa che meritasse di essere sviluppato. e magari alla fine della fase II, o all'inizio della fase III. E' in quell'epoca "magica" che si sono verificati episodi emblematici (tra tutti https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/fior-di-giglio-intascare-700-milioni.html). L'hype driven stuff è un bel giocattolino da soldi, per i mercati finanziari (storia vecchia ormai https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/scienze-innovazione-e-hype.html ).

Valutando tutto il meccanismo nel modo più freddo di questo mondo: 

1) Il meccanismo produce, alla fine, innovazione? Sì.

2) Questo meccanismo è efficiente? No. Ma...

3)... Ero ancora un ragazzino quando leggevo dell'inefficienza della ricerca delle grandi farmaceutiche, e da professionista più avanti negli anni continuavo a leggere le stesse cose. Poi...

4) ... c'è una quantità di soggetti che ci guadagnano in ogni caso. E non sto parlando solo di capitale finanziario. Ehi, è roba che paga stipendi, comunque, alla fine, oggi ai tempi delle CRO come ieri ai tempi delle farmaceutiche grandi per davvero (come headcount, non solo come fatturato).

Qualche anima bella ha pensato che la soluzione al problema sia il delinking (vedasi queste "leggere imprecisioni" https://lavoce.info/archives/49192/piu-premi-meno-brevetti-sui-farmaci-innovativi/ ). Ma tutti i discorsi sul delinking che ho sentito nel tempo glissano con eleganza sui due elefanti nella stanza. Elefante numero uno: che l'accademia e la ricerca pubblica da sole possano essere più efficienti nel processo rispetto all'attuale sistema è tutto da dimostrare. Diciamo che ad ora le prove di efficienza di sistemi alternativi non hanno fatto gridare al miracolo, anzi. Si guardi a TB Alliance (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/09/il-primo-anti-tbc-sviluppato-da-ong.html ): un miliardo di dollari in 20 anni per avere un farmaco approvato, e con un profilo peggiore di quanto uscito dal privato - il farmaco no profit costa meno, ma è stato usato in primo luogo per far abbassare al privato il prezzo del suo farmaco (migliore). No, a naso non direi che sia una gran prova di efficienza.

Elefante numero due: i budget. Chi parla di decine di milioni come budget adeguato per lo sviluppo di un farmaco o è del tutto incompetente o è in perfetta malafede. Si parla in realtà di centinaia di milioni, ed il grosso del costo è costituito dai trial clinici. Ma si ritiene comunemente di ovviare comunque al prezzo dei farmaci con il produttore asiatico e questo è un mantra ideologico, perché al di là dei costi di produzione ci sono sempre quelle centinaia di milioni per i trial clinici. Qualcuno dei soliti genii ha pensato che la soluzione al problema possa essere il porsi al di fuori della regolazione farmaceutica occidentale. Che in prospettiva sarebbe più o meno: 80 anni per liberarsi dall'incubo Elixir Sulfanilamide ( https://en.wikipedia.org/wiki/Elixir_sulfanilamide ), 20 per tornare al punto di partenza. Scordandosi talidomide e bambini focomelici, tra l'altro.

C'è infine da considerare un altro fattore: al momento il presente meccanismo inefficiente paga stipendi a un platea un po' più larga (e spesso più competente)  di quella accademia-ricerca pubblica. Ma guarda caso questo è un aspetto che per i più è assai poco interessante.

Un riassuntino spiegato facile? Uno stato che taglia la sanità ma aumenta la spesa militare non solo non vuole  pagarvi il farmaco innovativo ma, se pure avesse il know how che non ha, neanche sarebbe disposto a spendere quei miliardi che servono ad avere una pipeline che va avanti e farmaci approvati. As simple as this. Quanto alla farmacologia medica italiana meglio lasciar perdere (ricordatevi il lopinavir in funzione anti COVID grave: è una pietra tombale fin troppo pesante per la bisogna - chi ha sostenuto che sia stato un errore giustificabile ha una malafede pari alla sua ignoranza).


giovedì 2 marzo 2023

UN'ALTRA LETTURA DEL CALO DELLA SPESA SANITARIA

Una telefonata con un vecchio amico. Mi diceva che si è letto An introduction to mathematical modeling of infectious diseases di Michael Yu (gli inutili consigli https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/inutile.html - aggiungo, i credits per la segnalazione del libro vanno a Starbuck) e ha cominciato a trafficare con quella matematica. E facendolo ha toccato con mano la marea di minchiate ad hoc che sono state sparse nei media negli ultimi due anni da istituzioni e singoli - vedasi alla voce "esponenziale" ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/04/stati-danimo.html). Ma le risorse per la sanità non potevano esserci perché erano destinate ad altro, motivi geopolitici.

Già.

Quindi ho dato un'occhiata in giro e ho trovato l'immagine che vedete.

Veniamo da anni recenti in cui la retorica del salvare vite ci ha letteralmente seppellito. La sintesi nell'immagine offre il quadro della cruda realtà (l'allocamento delle risorse) dietro quella retorica. Mi ricordo nel 20-21 i vari "follow the money" riguardo ad antivirali e monoclonali antiCOVID approvati in via emergenziale: fosse stato vero, allora, avete presente la faccenda della pagliuzza e della trave? (della serie se ci si deve mettere a indagare sul flusso di moneta è bene farlo solo nei casi appropriati).

In cinque anni ho perso i conti dei medici ospedalieri benpensanti che mi dicevano: si deve lavorare con quel che c'è. Come mi è stato fatto notare se non c'era di più, e non si parla di superfluo ma di necessario, forse c'era un motivo irrinunciabile, le necessità della spesa militare.

Mi immagino che il tipico idiota militante ribatterebbe "Certo, sapevamo delle mire di Putin, occorreva prepararsi". Però lo stesso soggetto fino a qualche mese prima era scanagliare sul numero dei morti per COVID, colpa di chi non si vaccinava etc etc.

Io non credo che l'Italia oggi abbia un regime fascista, ci mancherebbe altro. Diciamo piuttosto che gli ultimi due anni mi hanno fatto capire com'è che il fascismo si è diffuso in Italia. Con quelli che aderiscono perché conviene aderire e quelli che vanno a manganellare in giro (anche se i manganellamenti sono stati sempre virtuali). E poi i benpensanti, appunto, che giustificano l'esistente no matter what.

Tra l'altro la netta impressione è che il presente governo italiano sulle agende che contano sul serio sia in perfetta continuità con i precedenti: come dire, lo spettacolo "allarme fascista" è per gli allocchi che parlano oggi di governo dell'olio di ricino e per i loro opposti. 

A parte i soliti motivi identitari tra centro-sedicente-sinistra e centro-destra la differenza è fumo negli occhi se poi nei fatti non cambia niente di importante. E di fronte a questi numeri tutte le parole spese negli ultimi dieci anni (le mie incluse) influiscono assai poco.



lunedì 23 gennaio 2023

A MAI PIU' RIVEDERTI, MR 3%

 


AIFA ha una lunga storia di vaso di coccio tra i vasi di ferro della politica. Ma niente di peggio di Magrini poteva trovarsi nel ruolo di Direttore Generale dell'agenzia nel tragico 2020. Occorre dire che nel momento della grande prova non poteva trovarsi con un Comitato Tecnico più inadeguato: gatti di marmo che nel momento della grande crisi diventavano ancora più marmorei e lui, "Santo Cortisone" Ippolito (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/reithera-dalla-prefica-ippolito-alla.html). Con tutte le attenuanti del caso, fare di peggio era un'impresa pressoché impossibile:

• 30% che diventava 3% (remdesivir https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-direttore-aifa-remdesivir-il-3-e-la.html e qualcuno che i conti invece li sapeva fare li fece https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/remdesivir-limpatto-costo-efficacia.html), tranne poi mettere il segreto sui dati del Registro Veklury.

• Il sì ai trial per Avigan, Interferone, Colchicina.

• L'endorsement a lopinavir (mentre chi ne capiva qualcosa https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-gli-antiretrovirali-non.html)

• Il no ai mAb anticovid quando potevano servire - c'è gente che non capirà mai e poi mai il concetto dell'approvazione di emergenza: visto che siamo in emergenza usiamo quel che può servire ora per ridurre il danno (dopo sei mesi non servivano più? SAI CHI SE NE FOTTE tra quelli che quando potevano servire non ha avuto accesso e loro famiglie?).

• L'endorsement al "vaccino italiano Reithera" - non un endorsement entusiastico? Trascinato lì da Ippolito? Beh, lì alla presentazione del (fallito) vaccino tricolore lui c'era, eccome, e ci sono i filmati.

Verrebbe da dire che Magrini era il perfetto rappresentante della maggioranza dei decisori nella sanità pubblica italiana, a cui il giudizio sul DG AIFA deve doverosamente essere esteso.

Non so quale sia il curriculum di chi gli succede, ma per fare peggio occorrerrebbe un talento spettacolare nel topparle tutte, un'incredibile quantità di sfiga o una loro combinazione. Quindi che si vada sul peggio è altamente improbabile.

EDIT: mi dicono che il PD lamenta la rimozione di Magrini. Perché? Perché lo ritengono "uno dei loro", ovviamente, e deplorano che il suo posto sia preso da "uno degli altri". Dimostrazione ennesima che la politica sanitaria italiana non ha speranze. Perché a sentir parlare di "scienza" riguardo l'ex DG viene da piangere. Amaramente.

sabato 26 novembre 2022

LIBERI ORDINI IN LIBERO STATO NO, EH?

 

https://www.open.online/2022/11/24/ordine-medici-vs-no-vax-regola-obbligo-vaccini/

Il diritto canonico non credo abbia mai potuto confliggere, cioè sostituirsi, al diritto dello Stato, almeno da quando il Papa Re è stato archiviato nella pattumiera della storia. Sarà divertente vedere come una rimaneggiamento del codice deontologico dei medici italiani potrà confliggere con il diritto di un dipendente pubblico di non perdere il proprio lavoro.

I precedenti governi erano espressione del più bieco clericalismo medico. Quando Lorenzin accomunò fisici e chimici in un unico ordine professionale come "professioni sanitarie" (qualifica che ho sempre disconosciuto) era abbastanza chiaro che ci sarebbero state conseguenze. Per me la conseguenza arrivò circa un annetto fa, quando da casa mi inoltrarono una lettere dell'ordine in cui mi si avvisava delle conseguenze del mio stato di inadempienza vaccinale. Io, che ero vaccinato con ciclo completo da qualche mese (vaccinazione antiCOVID avvenuta lontana dall'Italia), mi feci una grassa sghignazzata sulla cosa. Ma per i sanitari che non avevano voluto le prime due dosi di vaccino o anche non avevano ottemperato a farsi la terza le conseguenze erano state ben diverse.

Che la federazione degli ordini dei medici, dopo la performance assolutamente deleteria della  maggioranza della classe professionale durante la pandemia, si voglia collocare al di sopra dello stato è ancien regime in purezza: rivendicare un diritto castale innato. Che a rappresentare lo Stato italiano ci sia un governo post-para-fascistoide è il colmo dell'ironia. Sì, perché la stretta di di vite sulle interruzioni di gravidanza è nell'aria, ma cosa hanno mai fatto gli ordini professionali quanto al fenomeno dei medici obiettori di coscienza? Niente di niente. L'argomento è talmente tabù che i numeri del fenomeno non sono messi nero su bianco da nessuna parte. Ma che il fenomeno esista lo hanno verificato tante donne.

Se a differenza che altrove in Italia durante la crisi pandemica leggi e costituzione sono diventate carta straccia (con la complicità degli organi istituzionali preposti alla loro tutela) ci sono motivi profondi che erano evidenti già da tempo. Più il sistema sanitario nazionale colava a picco più la classe medica italiana rivendicava il proprio ruolo e acquistava peso negli orientamenti politici del paese, riuscendo a far diventare beghe tra medici problemi di pubblica rilevanza. Chi durante la pandemia ha parlato di dittatura sanitaria era poco lucido (per usare un eufemismo) ma percepiva una criticità che altri ignoravano o troppo spesso volevano vendere come "la nuova normalità". Se lasciamo da parte i vari piazzisti di Verità attivi sui media (social o meno) si potrebbe dire che la maggioranza del paese, come ai tempi del ventennio, ha ingollato la cattiva medicina, entusiasticamente o obtorto collo, inifluente per l'esito complessivo del processo. Ogni tanto gli viene da annusare l'aria per capire se davvero il vento stia cambiando, senza mai pensare di provare ad esserlo, il vento: un volgo disperso che sogna la fine del duro servir...


martedì 22 novembre 2022

UNA NOTA SUL CALO DI FIDUCIA NEI CONFRONTI DELLA MEDICINA

 



Si è soliti dire che il calo di fiducia nella medicina è colpa di internet. Ma secondo voi uno di quei politrasfusi che contrassero AIDS o Epatite a causa della somministrazione di emoderivati infetti dopo la sua esperienza aveva ancora fiducia nella medicina e nell'industria farmaceutica? Non credo. E una delle tante vittime di episodi di malasanità dopo il danno ricevuto avrà maggiore o minore fiducia nella medicina?
L'utente di un servizio sanitario non è interessato al perché e al percome. Vuole usufruire di un servizio che migliori la propria condizione. In media è disposto ad accettare che non ci sia modo di migliorarla, quella condizione. Ma non tollera che la propria salute e la qualità della propria vita peggiorino, dopo aver avuto rapporti con la medicina.
Un sistema sanitario spersonalizzato e globalmente orientato ai processi e ai protocolli, con il paziente spesso in secondo piano, non aiuta.
Parlando di farmaci, quelli in assoluto con la peggior fama sono quelli etichettati come chemioterapia. Notare che ogni piccola molecola in realtà sarebbe chemioterapia, ma che di solito con questo termine ci si riferisce ai farmaci oncologici più vecchi: alchilanti e antimitotitici, in genere. Farmaci con effetti collaterali estremamente spiacevoli e consistenti. Purtroppo non tutti i tumori sono trattabili con farmaci più recenti dal miglior profilo farmacologico. Se così fosse, la chemio non avrebbe questa cattiva fama, e non ci sarebbero folli disposti pure ad affidarsi ad emeriti ciarlatani pur di evitarla. E soprattutto non la avrebbe se fosse sempre e comunque efficace. Ho conosciuto una persona che per due anni ha assistito alla via crucis di un parente stretto con un brutto e poco curabile tumore ai polmoni. Quando gli è stato diagnosticato lo stesso tumore, dopo poco tempo, ha optato per morire in pace, usufruendo della terapia del dolore. Una scelta degna del massimo rispetto e, per quel che mi riguarda, condivisibile.
Per quel che riguarda le vaccinazioni vale esattamente lo stesso ragionamento. Se si smettesse di minimizzarne gli effetti avversi, se si lavorasse per abbatterli ulteriormente con migliori prodotti e migliori protocolli di somministrazione sarebbe assai facile diminuire drasticamente il tasso di sfiducia nei loro confronti. Rispondere a queste istanze dicendo: "La nostra è l'unica vera medicina e la migliore possibile" non risolve niente. In primo luogo perché non è vero che è la migliore possibile, perché esercitata in contesto di massicci e ripetuti tagli di risorse pure fosse la migliore per dottrina non riuscirebbe ad essere la migliore per prassi.
Un paziente che rimane per quanto possibile soggetto, quando usa del sistema sanitario, invece che diventarne oggetto, farmaci migliori e meglio prescritti e somministrati sarebbero la miglior ricetta per ristabilire la fiducia nella sanità. E di conseguenza nella medicina.

Questo scrivevo nel 2017 su fb. Sono passati gli anni, è arrivato COVID, i medici e i sanitari che su isocial esprimevano tutta la loro premura e attenzione per ogni tipo di paziente indipendentemente dalle sue scelte e la fiducia è esplosa (dopo le deflagrazioni è difficile rintracciare frammenti).


PS: Mi ricordo di un pediatra che venne a scanagliare sulla pagina gridando "Vergognati!". Ipediatri su isocial, stesso livello del 99% degli agronomi e derivati (professoridiqualcosaadagraria, nota di merito speciale per chi scriveva prefazioni agli amici che scrivevano libri sui campimorficioquasi, per poi darsi al debinking - di residui insolubili ce n'è di più tipi).

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...