giovedì 21 giugno 2018

FIOR DI GIGLIO - INTASCARE 700 MILIONI COL NULLA LISCIO

All'inizio del nuovo millennio ci fu un certo traffico riguardo i meccanismi biologici dell'invecchiamento. E cominciarono a filtrare anche sui media generalisti aritcoli a titolo tipo "Scoperto il gene dell'invecchiamento". In una serie di modelli animali, dalle drosophile a non ricordo che pesci, l'attivazione di enzimi fino allora relativamente poco studiati, le sirtuine, diede risultati sorprendenti: l'allungamento della vita media dell'individuo.
Fermo restando che tra un moscerino ed un uomo ce ne corre, è facile capire com'è che la cosa generò aspettative. Non semplici aspettative, aspettative stellari.
Come per altre tecnologie o target a metà del primo decennio del secolo sulle sirtuine l'atmosfera era diventata "are you game or are you lame?". E i grandi, banche comprese, volevano tutti essere "game".
Qualcuno 5 anni ha pure scritto un libro, sul fenomeno: https://books.google.it/books?id=lXdWh_ML0IQC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
L'autore sintetizza ottimamente l'atmosfera attorno al 2007:
"Quattro pathways erano emersi come principali, ma la fortuna di questi geni aveva a che fare con l'esposizione mediatica e col potere delle istituzioni (di ricerca, NdCS) tanto quanto con l'evidenza scientifica. Gli studi puntarono su resistenza cellulare allo stress, insulina e mTOR, assieme ad altri cavalli di battaglia della longevità come telomeri e sirtuine ... Il risultato apparve quel che la ricerca è in una democrazia capitalistica: rischio, errori, passione, immaginazione e hype. E poi tutto esplose."

Di tutte le startup venute fuori dal calderone delle ricerche per la longevità, Sirtris era la più promettente. Nel 2007 l'azienda, che stava per essere quotata in borsa, era corteggiata dai banchieri. E dai media: arrivò sulla copertina di Fortune, e profili dell'azienda finirono in Discover e Newsweek.
E GSK (nel mezzo del suo decennio perduto) iniziò a dimostrare un'enorme interesse nei confronti di Sirtris. Ma cosa aveva in mano Sirtris?
Aveva in mano una piattaforma, un magnifico sistema per individuare attivatori di sirtuine e lo aveva battezzato Fleur de Lys-Sirt1 ( Voi comprereste una tecnologia che si chiama di fatto come l'agenzia di escort di lusso in L.A. Confidential di James Ellroy?)
Essendo enzimi, le sirtuine "lavorano" su altre molecole, nella fattispecie su peptidi. Sirtris aveva preso uno di questi peptidi e aveva attaccato etichette fluorescenti per fare funzionare un saggio che potesse determinare quanto una molecola funzionasse come attivatore di sirtuine. Un'articolo su Nature illustrò la tecnica e il potenziale delle molecole individuate per il trattamento del diabete (ma "lifespan extension" era espressione molto frequente del testo, https://www.nature.com/articles/nature06261).
Contro il parere dei propri scientist che avevano fatto la due diligence a Sirtris, il management GSK nel 2007 acquisì la società per 720 milioni di USD.
Per dare un'idea di ordini di grandezza, un progetto arrivato con successo alla fine del preclinico all'epoca veniva valutato tra i 4 e i 10 milioni. Le centinaia di milioni erano l'ordine di valore di un progetto verso la fine della sperimentazione clinica. Sirtris aveva Fleur de Lys-Sirt1 e un pugno di molecole ancora lontane dall'essere ammesse alla sperimentazione umana.
Nel 2009 il comparto "longevità" cominciò ad accusare contraccolpi. Iniziarono ad essere messi in dubbio alcuni dei più quotati studi che collegavanto restrizione calorica e longevità. Sul versante sirtuine cominciò Amgen (vi ricordo i ricercatori Amgen annunciare che avevano controllato i maggiori paper oncologici che giravano all'epoca e avevano trovato i risultati irriproducibili).
Quelli di Amgen non la toccarono piano, neanche un po': i risultati di Sirtris erano artefatti sperimentali dovuti alle etichette fluorescenti, senza etichette fluorescenti (ovvero sul peptide naturale) niente di quanto descritto attivava alcunché (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19843076).
Da Pfizer ribadirono: artefatto sperimentale. Ma non solo: provarono a replicare quanto descritto da Sirtris su modelli animali di diabete di tipo II, e non riuscirono a replicare nulla.

Finì come doveva finire (ad mulierculas), con i fondatori di Sirtis che provarono a commercializzare il resveratrolo e GSK che che lì contrastò in quanto "mettevano a rischio l'investimento quasi miliardario dell'azienda". Dal programma sirtuine non è mai uscito un farmaco, ma strada facendo il manegement GSK aveva fatto fuori i 2/3 del suo gruppo ricerca sulle malattie cardiovascolari, e la metà di quello sulle malattie metaboliche.

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