Negare, sempre, a qualunque costo. Molta gente è stata a sentire e ha dato credito a chi diceva "laggiú solo smartworking, laggiú restrizioni come le nostre, laggiú la strage etc etc".
Da mesi vado al lavoro (niente smartworking), non vedo cadaveri per strada, salgo su un bus, e non mi serve un certificato vaccinale per salirci, scendo dal bus e entro al lavoro, e non devo presentare un QR code per entrare. Certo, le restrizioni qua sono o erano come in Italia, o anche peggio, come no... (e poi hanno appunto quella faccia li', quella con cui strepitano "fake news!"). Invece di riempirci la bocca di "Stringency index" vogliamo darci un' occhiata? In occidente l'Italia (76) sarebbe seconda solo alla Germania (84). Buona parte del nord Europa sta fra 50 e 60 (https://ourworldindata.org/grapher/covid-stringency-index... e faccio notare che l'indice riguarda le norme varate, non la loro applicazione, cosa abbastanza diversa).
Ma è la narrazione, baby, e deve essere questa per... salvare vite? Sono convinto che ci siano teste, pronte ad essere riempite dell'altrui pensiero per poi andare in tv e ripeterlo, che davvero ne sono convinte. Questo le giustifica? Non credo, neanche fosse così che si portano la pagnotta a casa.
Ma per salvare la narrazione, questo e altro. Compreso l'appoggiare un clima disteso e rilassato, quello che caratterizza lo scontro sulle misure antipademiche.
In un tale contesto è chiaro che se qualcuno si prende migliaia di like, è seguito da centinaia di migliaia di persone ma non marcia esattamente a quel passo suonando esattamente la stessa musica riceve reazioni ostili di ogni genere ( https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10226202757231434 e basta molto meno per riceverle, in realtà). Estrapolo il commento di Sara Gandini:
"Ne so qualcosa pure io con il gruppo che segue il blog e la pagina gocciaagoccia.net Continuiamo così a testa alta. Solidarietà anche da parte mia. Questo clima terribile non fa il bene della scienza e della società nel suo complesso. Quello che siamo e che facciamo è chiaro a chiunque si muova con onestà intellettuale e rispetto per la metodologia scientifica, che non ha bisogno di vendere verità assolute e porsi come una religione, che non ha bisogno di palchi, di strumentalizzare le paure, di fare giochi di potere... riporto le ultime parole di un intervento di ioannidis che abbiamo tradotto "Molti scienziati eccellenti hanno dovuto tacere per loro scelta in questo caos. La loro autocensura è stata una grave perdita per le indagini scientifiche e lo sforzo per la salute pubblica. I miei eroi sono i molti scienziati ben intenzionati che sono stati maltrattati, diffamati e minacciati durante la pandemia. Li rispetto tutti e soffro per quello che hanno passato, indipendentemente dal fatto che le loro posizioni scientifiche siano in accordo o in disaccordo con le mie. Soffro e apprezzo ancora di più coloro le cui posizioni erano in disaccordo con le mie.
Non c'era assolutamente nessuna cospirazione o pianificazione dietro questa evoluzione col turbo. Semplicemente, in tempi di crisi, i potenti prosperano e i deboli diventano più svantaggiati. In mezzo alla confusione pandemica, i potenti e i combattenti sono diventati più potenti e più conflittuali, mentre milioni di persone svantaggiate sono morte e miliardi hanno sofferto.
Temo che la scienza e le sue norme non abbiano condiviso il destino degli svantaggiati. È un peccato, perché la scienza può ancora aiutare tutti. La scienza rimane la cosa migliore che possa capitare agli esseri umani, a condizione che possa essere sia tollerante che tollerata."
Quando il dibattito si tramuta in scontro le cose vanno così, sarebbe bene prenderne atto. Mi spiace, ma è tempo di smettere di parlare di scienze, o di credere che sia importante farlo. E'del tutto inutile, dal punto di vista che ha più importanza, che è quello politico. Le scienze possono produrre vaccini più o meno buoni e antivirali più o meno buoni: l'uso e il non uso che se ne fa poi è interamente politico, in Italia, e se qualcuno in due anni e rotti di pandemia non se ne è accorto, beh, rimanga pure attaccato ai propri paraocchi. Sul serio qualcuno pensa che sia utile discutere paper su paper con chi, avendo lottato per il non uso di questo o quel farmaco approvato o autorizzato, accusa gli altri di avere sulla coscienza decine di migliaia di morti? Davvero?
E' ora di trattare la cosa secondo la sua natura, quella dello scontro politico. E non esiste terreno di mediazione, né può esistere, rebus sic stantibus. Qualcuno prima deve perdere la guerra, e a fargliela perdere non saranno le scienze o i discorsi sui social, ma la somma tra i fatti e l'esasperazione di una moltitudine sfiancata non tanto dal virus quanto dalle politiche di contenimento della pandemia praticate in Italia che qualcuno insiste a travestire da "Scienza".
E in questa prospettiva, francamente, per quanto comprenda lo sfogo di Silvestri (been there, done that), io ormai avrei lasciato perdere: il mondo è assai più vasto dei social, and they don't worth the powder.
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