lunedì 20 aprile 2020

RIGUARDO LE PROSPETTIVE DI UN VACCINO PER COVID-19 E MOLTO DEL RESTO

https://blogs.sciencemag.org/pipeline/archives/2020/04/15/coronavirus-vaccine-prospects


L'articolo di Derek Lowe è lungo, tecnico, in inglese ma offre il quadro più preciso che ho visto finora riguardo le prospettive di vaccini anti COVID-19. Quindi sforzatevi di leggerlo.
Vorrei aggiungere qualche considerazione sul "molto del resto". Derek parla di tempi senza precedenti, dal punto di vista dello sviluppo clinico, dicendo di sperare di non vederne altri di simili in futuro.
Il concetto è che si sta forzando, e forzando molto, i limiti di quanto consentito dalla regolazione farmaceutica riguardo lo sviluppo clinico, per forzare sui tempi di disponibilità di un eventuale vaccino. La scarsa disponibilità di modelli animali adatti (che esprimano ACE2 umano) è un problema che in alcuni casi viene risolto saltando direttamente alla sperimentazione clinica. E questa NON è una buona cosa.
Dal mondo accademico un misto di ignoranza e arroganza ha spinto in questa direzione in più di un'occasione, e la politica con tutto il sistema dei media segue.

Notare come a questa forzatura sul fronte vaccini sia corrisposta una del tutto simile sul fronte dell'uso off label di farmaci generici, ma niente di niente per quel che riguarda  farmaci ancora sotto brevetto o farmaci ancora sperimentali.
L'impostazione generici & vaccini ha completamente imbevuto le istituzioni mediche e le politiche sanitarie.
E con generici & vaccini da COVID-19 non se ne esce, ora e nel breve periodo, COVID-19 non si previene, COVID-19 non si cura. E' una sconfitta, e una sconfitta fortemente voluta da irrinunciabili pregiudizi. Su twitter ho letto una giovane rianimatrice che si sfogava: ci facciamo in quattro per questi pazienti, con turni massacranti, e non otteniamo risultati, più o meno questo diceva.
Senza farsi mezza domanda sul perché i risultati non si vedevano.
Le iniziative di successo, le eccellenze esistono. Ma sono minoritarie, e il conteggio dei morti lo dimostra. Lo stato dell'arte, per quel che riguarda le cure per COVID-19, è incredibilmente avanzato, e i risultati sono stati ottenuti e sono in via di conferma in tempi impensabili non dico 25 o 50 anni fa, ma anche solo ai tempi della pandemia H1N1 2009. Ma la maggior parte del sistema della medicina globale, anche nell'urgenza, anche nell'emergenza, si è dimostrata incredibilmente lenta nell'adottare l'innovazione terapeutica più efficace. Perché? Perché a base, ancora, di farmaci sotto brevetto e/o sperimentali. La pillola che cura COVID-19 da prescrivere al paziente a casa non esiste (Plaquenil/idrossiclorochina come antivirale non funziona). E non esisterà in tempi brevi, forse non esisterà mai, come il vaccino. Invocarla ora è futile.

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