lunedì 27 giugno 2022

RU 486,INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA, SOTUS



La Corte Suprema degli USA ha rovesciato le giurisprudenza federale sulle interruzioni di gravidanza.
Il processo, avviato sotto l'amministrazione del riporto improbabile, ha finito per lasciare agli stati autonomia al riguardo (e potete immaginare facilmente la via presa, per dirne un paio, da Texas e Alabama).
E dall'Italia sale l'indignazione. Certo, se hai prodotto sia la legge 194 che un incontrollato fenomeno di obiezione di conoscenza tra i medici che dovrebbero attuarla la tua superiorità morale è incontestabile.
Comunque dateci un occho, al mifepristone, molto più noto come RU 486. E' un parente stretto di steroidi molto più socialmente accettati oggi, tipo l'etinilestradiolo (l'attivo per eccellenza delle pillole anticoncezionali). E quindi è pure roba antica, ormai, venuta fuori negli anni 80 ma approvata da FDA solo nel 2000 - allora erano solo farmaci di questo genere a portarsi dietro una polarizzazione ideologica.
Osservatene la struttura, dicevo: molto vicina a quella dell'etinilestradiolo, solo che quell'anilina in pozione assiale
(orientata in alto rispetto al piano della molecola) fa la differenza: è un antiprogesterone che provoca l'interruzione di gravidanza, ovvero il notorio aborto farmacologico.

Solo in paesi profondamente clericali (e negli USA) poteva venir fuori la storia che RU 486 trasformava l'interruzione di gravidanza in una "commodity": prendi la pillola, ti liberi della gravidanza, fine (e per la pillola "del giorno dopo" stesso film). Un'interruzione di gravidanza, che sia naturale, chirurgica o farmacologica non è episodio banale o banalizzabile, né individualmente sul piano emotivo né clinicamente. E almeno un monitoraggio clinico è opportuno.

Perché ho tirato fuori la storia di RU 486? Perché negli USA (e non solo) mifepristone era da sommistrarsi in ambiente ospedaliero, ma con la pandemia FDA aveva elaborato un'altro protocollo: la paziente interessata poteva ottenere il farmaco a casa inoltrando via mail la prescrizione del medico. Ecco, mentre alcuni stati si sentono le mani libere in materia di norme sulle interruzioni di gravidanza, FDA mantiene esattamente la procedura adottata all'inizio della pandemia, prorogandola a tempo indeterminato. E l'Attorney General dichiara che gli stati non possono bandire il mifepristone (https://endpts.com/following-scotus-decision-to-overturn-…/…).
Situazione interessante.
Suggerirei a qualsiasi infuocato "provita", prima di commentare, di considerare un fatto che è in giro da 40 anni: la regolazione delle interruzioni di gravidanza ha permesso di ridurre consistentemente i danni provocati dalla loro pratica clandestina. Lo ribadiscono di nuovo su NEJM (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMe2208288).


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