E questo sarebbe uno dei rari post in cui parlo di fatti miei (che però mi inducono riflessioni di più largo respiro).
 Developing chemistry and people: anche di questo si parlava nella 
descrizione della posizione che ormai da qualche tempo ricopro, e questo
 sto facendo. Developing people significa coaching, cioè "tirare su" gli
 juniores, professionalmente parlando - cosa che il più delle volte mi è
 venuta facile, come "costruire la squadra", quando il materiale umano era appena decente.
 Si tratta di qualcosa che viene chiesto spesso ed esplicitamente, 
ormai, nell'anglosfera. Perché, avendo avuto un periodo di 
deindustrializzazione, e specialmente in campo chimico e chimico 
farmaceutico, da qualche anno hanno cominciato a ricostruire e 
continuano a farlo - mi è capitato più volte di dire che a chiudere un 
centro ricerche basta qualche mese, ma per ricostruirlo servono anni e 
anni. E chi decide di ricostruire non può pensare che i seniores 
licenziati al tempo della chiusura dopo una decina di anni siano ancora 
lì ad aspettare di essere riassunti: i più sono ormai pensionati, hanno 
cambiato carriera, hanno nuova posizione che non intendono lasciare e/o 
su quell'azienda ci hanno fatto una croce (per esempio non so di alcuno 
pfired che abbia mai fatto i salti mortali per rientrarci).
 In breve
 in un certo ambiente industriale il fatto che il know how cammini sulle
 gambe di donne e uomini è del tutto scontato e in più al know how si dà
 valore.
 In certi altri ambienti industriali invece gli over 40 non 
sono valore, ma un costo (questo in Italia non so se sia un assioma 
delle risorse umane o uno dei grandi Amministratori Delegati che le 
risorse umane pongono in essere, ma alla fine il prodotto non cambia).
 Per arrivare al dunque "tirerò su" britannici (inglesi e gallesi) e 
indiani. La seconda categoria nel tempo andrà a rivendersi tutto ciò a 
casa sua, e i britannici, beh, non credo se la giocheranno mai lontano 
dalle proprie isole. Il che mi ha fatto pensare che sono soltanto uno 
dei vari pezzi di una sistematica esportazione di know how italiano 
all'estero. Da cui ovviamente l'Italia non ricava nulla (visto che le 
mie tasse vanno perlopiù a un differente paese che mi ospita di buon 
grado).
 Quello che individualmente mi consola è  il sapere bene che 
alla mia nazione di origine di perdere know how non è mai fregato 
niente, tanto in un modo o nell'altro si regge anche oggi, nonostante 
tutto. Con meno mezzi e risorse rispetto a ieri, e domani si reggerà 
ancora un po' meno, con ancora meno risorse e mezzi, ma per arrivare a 
domani c'è  tempo.
giovedì 25 novembre 2021
DEVELOPING CHEMISTRY AND PEOPLE
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CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...
 
 
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