lunedì 8 giugno 2020

OMS, LA CINA, ASSOCIATED PRESS (E QUEL CHE MANCA)



Ad Associated Press una o più gole profonde raccontano quel che è successo a WHO a gennaio, con tanto di trascrizioni e registrazioni di riunioni.
WHO non ne esce bene, e specialmente i suoi vertici, ma neanche troppo male. La colpa è della Cina, che non forniva informazioni, e se WHO avesse premuto di più per averne rischiava di ottenere in risposta una chiusura totale delle autorità cinesi.
La ricostruzione è interessante, apparentemente accurata ma oculatamente parziale.
In primo luogo manca al quadro la vicenda Taiwan: il 31 dicembre Taipei comunicava a WHO riguardo il nuovo virus e la trasmissione da uomo a uomo, comunicazione caduta di fatto nel nulla.
In secondo luogo non si cita la vicenda di Li Wenliang (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30382-2/fulltext).
In occidente di un picco di casi di polmonite atipica collegati al mercato del pesce di Wuhan si parlava su Science il 3 gennaio (https://www.sciencemag.org/news/2020/01/novel-human-virus-pneumonia-cases-linked-seafood-market-china-stir-concern) e cinque giorni più tardi sul Wall Street Journal (https://www.wsj.com/articles/new-virus-discovered-by-chinese-scientists-investigating-pneumonia-outbreak-11578485668). Ancora ci si chiedeva se si trattava di un nuovo virus, mentre in Cina era già stato sequenziato e si taceva. Per quel che riguarda OMS, delle comunicazioni del 31 di Tawan si sarebbe saputo solo più di tre mesi dopo.

Un'ultima osservazione: le lamentele di Ryan riportate da AP (non è come in Congo con Ebola, la Cina non ci dà retta) mi lasciano basito. O dimostrano un'abissale ingenuità o era un tentativo inverosimile di pararsi le terga. Dopo la comunicazione di Taiwan del 31 dicembre, l'8 gennaio arrivava la notifica dalla Tailandia: una cinese proveniente da Wuhan con rinorrea, mal di gola e febbre alta era stata isolata all'aeroporto.
Ma ufficialmente il problema ancora non esisteva.
A WHO, stando a AP, si pensava a SARS e a MERS: trasmissione da uomo a uomo mediamente bassa o non significativa (nonostante l'alert di Taipei). E si è visto come è andata a finire.


domenica 7 giugno 2020

ANCORA IDROSSICLOROCHINA E COVID (UNA STORIA INFINITA E POCO EDIFICANTE)




Mai come negli ultimi mesi si è sentita una incredibile mole di laqualunque in materia di trial, criteri d'uso off label e approvazioni di farmaci.
Ho perso il conto di quelli che si sono prodotti in "questo funziona" riguardo l'uso off label di farmaci già approvati.
E siccome erano farmaci già approvati, si usavano direttamente o si mettevano su trial sulla base di razionali deboli o inesistenti. E ricordiamo com'è che le cose, invece, dovrebbero funzionare: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-off-label-razionale-e-meno.html
Invece il criterio impiegato (da AIFA) per discriminare tra off label non regolato e regolato (solo all'interno di trial o compassionate) sembra essere stato solo uno: il costo.
Per cui fino all'altro ieri nessun problema per Kaletra e Plaquenil, uso regolato per tocilizumab, ruxolitinib Remdesivir, essendo non ancora approvato, non lo metto nel conto, ma è singolare che, quando ancora il prezzo non è stato definito e sono state fornite gratuitamente più di un milione e mezzo di dosi, una serie di voci si siano levate a dire "comunque costa troppo".
E veniamo all'idrossiclorochina. Ad ora è stato il festival dell'articolo farlocco. Non solo Raoult, da ultimo sono arrivate le metaanalisi della discordia (il famoso articolo di Lancet, https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31180-6/fulltext), poi ritirate, e lo "scandalo" Surgisphere. Molti al riguardo hanno parlato di rivincita dell'idrossicclorochina.
Ma in mezzo a tutto questo rumore, vogliamo parlare delle "riperdite"?
2) un altro articolo francese, ovviamente pro HCQ, è stato ritirato dagli autori (https://retractionwatch.com/2020/05/21/french-hydroxychloroquine-covid-19-study-withdrawn/).

E mentre usciva tutto ciò 140 medici mandavano una lettera ad AIFA (https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/06/04/news/idrossiclorochina_140_medici_contro_aifa-258468634/). AIFA aveva sospeso l'uso di HCQ al di fuori dei trial, e i 140 protestano, perché secondo loro HCQ funziona nelle prime fasi della malattia. E questa sembra essere l'ultima linea di difesa dell'uso di HCQ per COVID19. Non funziona post esposizione, non funziona con patologia medio grave, non funziona come antivirale, ma funzionerebbe con patologie medio-leggere. Quando verrà fuori uno studio su HCQ nei pazienti con i primi sintomi che dirà che non funziona magari si troveranno altre ragioni. La "fede" nell'idrossiclorochina di molti medici si intreccia con l'ideologizzazione cresciuta attorno al suo uso.

La politicizzazione del plasma iperimmune è stata una iattura tutta italiana, e no, De Donno non mi pare proprio che si sia limitato a subirla (https://scenarieconomici.it/tarro-e-di-donno-in-un-evento-imperdibile-online-sabato/).
La politicizzazione dell'idrossiclorochina invece è una cosa perlopiù americana (e francese https://hivforum.info/forum/viewtopic.php?p=110806&fbclid=IwAR0_c28xcRlG5Gv-tVo2kNPpWEkSAha3n_lCqHn_0TzBVmdMTVtM3S6pcSs#p110806) ma con riflessi globali.
E ha ovviamente aspetti grotteschi: c'è gente che appoggia l'idrossiclorochina "contro bigpharma che vuole il remdesivir", peccato che Plaquenil sia Sanofi, che nel 2019 ha avuto un turnover di 36 milioni di dollari, contro i 22 di Gilead. Ma chi sostiene questa tesi dice che Plaquenil costa poco e Sanofi non ci guadagna, argomento identico a quello dei loro "nemici" che sostenevano che Sanofi, Merck Pfizer e GSK dai vaccini non guadagnavano.
Se è vero che OMS ha interrotto il braccio HCQ di SOLIDARITY sulla base del poi discusso articolo di Lancet la cosa è grave. Se OMS ha interrotto (e poi ripreso) la sperimentazione in chiave anti-Trump la faccenda sarebbe indegna e aggiungerebbe un altro tassello alla politicizzazione dell'organizzazione.
Il panorama nel suo insieme è sconfortante (anzi, direi che fa abbastanza schifo).

Il quadro su HCQ prima di oggi lo trovate qua:


sabato 6 giugno 2020

LA NARRAZIONE E LA CURVA




Un'unica cosa, riguardo l'affaire Zangrillo: è vero, ma la comunicazione è sbagliata, quindi è politica, non scientifica e deleteria, è apologia di postverità - i dati che non si incastrano nella narrazione governo-CTS la minacciano , quindi sono da trattare come falsi. Guarda caso, le reazioni più forti sono venute da ministero e CTS, che si aspettavano dopo il 4 maggio una crescita di casi che non si è materializzata (devo proprio dirlo cosa penso di una narrazione che ancora a fine febbraio diceva "tutto ok, nessun problema" e ora dice "il problema è grave, costante e presente fino a data da specificare"?). Ma anche su stampa, in rete e sui social le reazioni non sono mancate, arrivando a coinvolgere oltre a Zangrillo Bassetti, Silvestri e Gandini.
La cosa più triste è che gli argomenti sono sempre gli stessi: "Sono a caccia di notorietà, quel che dicono viene usato dai negazionisti e a scopi politici", sul merito il nulla liscio - le conosco piuttostosto bene, queste obiezioni, solo che a questo giro sono definitivamente e assolutamente ridicole, poco capaci di far presa (chi ci può credere a Silvestri negazionista COVID?).

COVID è riuscito a rendere completamente irragionevoli molti che di solito non avevano questo tipo di problema. L'argomento standard è: i casi oggi sono pochi, ma erano pochi anche a fine febbraio, quindi oggi può succedere la stessa cosa che è successa allora. Tanto per cambiare è un problema di derivate: a febbraio i casi erano pochi e crescenti, oggi sono pochi e decrescenti - mi è stato detto che chiedere di apprezzare le derivate è eccessivo e discriminatorio, ma se siete in un punto sul fianco di una montagna che tra salire e scendere ci sia una differenza cospicua dovrebbe essere chiaro a tutti. Mi verrebbe da dire che molti di quelli più timorosi quanto a fine del lockdown vogliano scontare in qualche modo il fatto che a febbraio erano iscritti al club "no panico, no problema". Perché in molti casi i posizionamenti questi erano.

Natura non facit saltus, si diceva, e non senza qualche ragione - poi è arrivata la meccanica quantistica, ma i sistemi viventi non possiedono stati ad energia quantizzata: trivializzando un'uomo non passa istantaneamente da sdraiato a in piedi applicandogli un'energia corrispondente alla differenza tra i due stati.
Un'ondata epidemica è fatta a forma di ondata epidemica.
Sembra un'affermazione banale, ma stando a quel che si dice in giro non lo è.
Non si passa istantaneamente da 0 a 1000 casi al giorno, o da 1000 a 0.
Quindi la coda (fine) di un'ondata epidemica si distingue bene dalla testa (inizio): in testa c'è un andamento crescente di casi *nel tempo*, in coda c'è un andamento decrescente di casi, anche qua *nel tempo*. Sottolineo "nel tempo" per dire che il singolo dato di un giorno non conta: la tendenza deve essere verificata su alcuni giorni.
E' quel che si intende quando si dice che con R>1 si è in fase epidemica e con R<1 in fase di esaurimento dell'epidemia o endemica.
Sulla base di tutto ciò sarebbe il caso di prendere atto dei fatti: siamo sul finire dell'estinzione dell'ondata epidemica di COVID19. I worst case scenarios non si sono materializzati, e neanche quelli non molto brutti
Dopo il 4 maggio ci è stato fatto vedere di tutto: i navigli affollati a Milano, folla accalcata sotto una finestra, sempre a Milano, la movida di qua, la movida di là. E cosa è successo, a fronte di questo bel campionario? Niente.
E questo mentre si sprecavano quanti erano sicuri che dopo il 4 di maggio ci sarebbe comunque stato un aumento di casi. E invece no. Anvedi.
Le manifestazioni dei primi di giugno, smascherinate o meno, costituiscono un pazzesco challenge test: se verso metà mese non verrà fuori un congruo numero di contagi collegato alla manifestazione di Milano o a quella di Roma quasi tutto l'impianto della fase due inizierà a scricchiolare, prossimo al cedimento strutturale.

PS. Il 3 di giugno è arrivato, il caro leader ha celebrato la riapertura dei confini regionali con l'ormai consueto discorso alla nazione. Ma il distanziamento generalizzato avrà un'impatto devastante, dal turismo alla ristorazione. In particolare per la ristorazione la registrazione degli avventori è cosa che mi ha lasciato esterrefatto: https://www.ilmessaggero.it/italia/ristoranti_bar_regole_fase_2_18_maggio-5231370.html - pare che la misura sia su base volontaria, ma da regione a regione viene comunicata come obbligatoria, con l'usuale caos. In questo caso la Svizzera non si differenzia da noi: il governo la voleva obbligatoria, il loro garante della privacy si è messo in mezzo ed ora è diventata volontaria. Le politiche scomposte e insensate indotte da COVID non sono un'esclusiva italiana, ma in questo caso "mal comune, mezzo gaudio" non vale.

sabato 30 maggio 2020

C'ERA UNA VOLTA UNA PAGINA...

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/honor-is-like-hawk-sometimes-it-must-go.html


Tre anni sono pochi e sono tanti. In tre anni di cose ne succedono molte, emergenze epidemiche vere e fasulle comprese.
Molti tra i lettori non c'erano, tre o due anni fa, e non hanno idea di quanto questa pagina all'epoca apparisse ai più incongrua, stonata, addirittura "pericolosa". Una pagina che ci si doveva vergognare di seguire, scientista o antivaccinista (a giorni alterni) e via dicendo.
Partita con l'intento velleitario di rimuovere legno secco e moneta falsa dal "dibattito" da questo punto di vista è servita a poco- alla moneta falsa, da qualsiasi parte venga, non ci vuole rinunciare nessuno, perché è il collante identitario delle "bolle" (echo chambers), piccole o grandi che siano.
A dire il vero, e vicende recenti me lo hanno ricordato, c'era anche un altro fattore: le dinamiche del tempo avevano reso possibile agli scientificamente analfabeti di salire in cattedra e parlare di Scienza con la "S", una cosa insopportabile. E con la benedizione di alcuni accademici, il che era pure peggio. "Eh, ma Red Ronnie si era messo a parlare di vaccini" ... e quindi mandiamo in campo Cattelan? Complimenti vivissimi.
Da ultimo alcuni medici che decidevano di parlare di chimica, tossicologia, farmaci non offrivano uno spettacolo edificante. Quando loro colleghi di più umile posizione, tipo il pediatra di base del paesino, si mettevano a far loro il verso la cosa diventava indecente.
Tutto ciò è diventato un metodo, e lo abbiamo visto all'opera durante l'epidemia COVID ma soprattutto lo stiamo vedendo al lavoro nella fase postepidemica.

Se avete letto su un giornale qualcosa che prima avevate letto qua non è stato un caso (e ho scoperto che un tema che "passi" una volta sulla carta stampata serve a poco).
Se avete visto in tv qualcosa che prima avevate letto anche qua, beh, anche quello non è stato un caso (e ho capito che la tv conta più della carta stampata, ma fino a un certo punto).
Da ultimo temi trattati qua sopra sono arrivati anche nei palazzi romani, e non in quegli esercizi sterili che sono le audizioni in commissione (e mi sono reso conto che questo conta più di tutto).

Per il resto... per il resto stiamo assistendo ad un grande revival del 2017, perciò non mi stupisco quando, dopo tutto questo tempo, ritornano fuori le stesse cose.
Il dibattito si ripete, e come la storia alla seconda diventa farsesco. Dopo tre anni non c'è un'attacco contro questa pagina e i suoi annessi che non sappia di deja vu.
Cose come  "questa non è una pagina scientifica" (e infatti è una pagina di critica),
Cose come "perché non ci metti la faccia" (sono tre anni che lo dico).
Cose come "perché non ti schieri, o sei di là o sei di qua", e anche questa è vecchia, tanto che nel tempo ho spiegato il tutto più di una volta, l'ultima qua: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/il-riassunto-delle-puntate-precedenti.html
Cose come "chi c... è questo?" Uno come tanti, o pochi, a seconda del punto di vista: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/chi-sono-uno-come-tanti-o-pochi.html . Cosa lo prova? Gli argomenti, i temi trattati e come vengono trattati.
Il famoso principio "la competenza riconosce la competenza" funziona a due condizioni, che da entrambi i lati la competenza ci sia e che si sia disposti a riconoscerla. Fortunatamente qua sopra di vere competenze se ne è raccolto un discreto numero.

In materia di COVID e della sua gestione in Italia mi pare di aver detto praticamente tutto quello che avevo da dire, quindi dopo questi ultimi post (alcuni inutilmente polemici, ovvio) a chiusura del terzo anno, la pagina si piglia qualche giorno di stop.

LA POLARIZZAZIONE, DI NUOVO

Reductio ad delirium. E' semplice, funziona, è già stata usata. E siamo lì lì per ritornarci.
Facciamo un esempio, prendiamo il lockdown.
Ci sono quelli pro-lockdown senza se e senza ma, perché gli italiani sono bestie ignoranti (tranne loro, ovvio) e senza lockdown avremo una seconda ondata con di nuovo decine di migliaia di morti - spesso quelli che sono pro-lockdown ora erano anti-quarantene 3 mesi fa, il che dovrebbe dire qualcosa sulla natura squisitamente politica della posizione.
E c'è un'ampia area di critica al protrarsi del lockdown, ma alla fine quella più rumorosa, al solito, è costituita da gente che parla di morti con covid e non per covid, pandemia fasulla etc etc.
C'è una lunga serie di ottimi motivi contro gli eccessi che si sono approntati per la fase 2. Sanificare le spiagge non ha senso, ed è solo la cosa più assurda di tutto il capitolo "sanificazioni", che globalmente è un bel po' fuori testa, i box in plexiglass attorno agli ombrelloni sono insensati e si potrebbe andare avanti molto a lungo.
Ma... l'impressione è che si stia rapidamente andando verso: "i contrari al lockdown sono soltanto i nomask notrax notest che credono che la pandemia sia un'invenzione dei poteri forti". E questo rende automaticamente inattaccabile e indiscutibile la posizione di chi vuole un lockdown prolungato.
E' questa la reductio ad delirium: se non sei d'accordo con la politica x sei solo uno degli idioti complottari.
Io vedo un certo disagio attorno alle posizioni di Guido Silvestri, per esempio. Fortunatamente le sue pillole di ottimismo, e specialmente le ultime, hanno avuto una grande diffusione, sopratutto questa: https://www.adnkronos.com/salute/medicina/2020/05/29/silvestri-bimbi-scuole-colleghi-comitato-leggano-dati_s0QMOVo1skvOcDHA7n2hpL.html . Ma c'è stato anche disagio, disagio espresso da una serie "la condividono i novax nomask, sta dando loro nuove armi".
Discorsi del genere, nel mio piccolo, li ho sentiti a ripetizione per tipo due anni.
E come va a finire? Va a finire come nell'immagine. Condivido su twitter il post di Silvestri e Sara Gandini su COVID e diffusione in età pediatrica. La cosa viene variamente ritwittata e tra le notifiche mi vedo apparire questa cosa di un dirigente infettivologo di un'ospedale ligure. E vi renderete conto che sono rimasto esterrefatto, ma anche preoccupato.


giovedì 28 maggio 2020

COVID19: PARTE IL PRIMO TRIAL REMDESIVIR-TOCILIZUMAB

https://www.fiercepharma.com/pharma/roche-hooks-up-gilead-for-actemra-remdesivir-combo-trial-covid-19


La differenza tra molti studi clinici e quelli che hanno come sponsor aziende farmaceutiche è abbastanza semplice: i secondi non puntano alla pubblicazione su Lancet, ma a mettere assieme nel miglior modo un dossier da presentare al regolatore (FDA o EMA) che dopo aver controllato il tutto di solito può fare tre cose: non approvare, richiedere un supplemento di studi clinici, approvare.
Uno studio su un farmaco sperimentale pubblicato su Lancet non ha conseguenze concrete. L'approvazione FDA o EMA sì - poi sempre più spesso dopo l'approvazione la questione è se e quando il farmaco inizierà ad essere usato. Per dire, da noi il fondo farmaci innovativi fu creato nel 2014, praticamente all'avvento di Sovaldi e Harvoni di Gilead, le prima cure (molto costose) per l'epatite C. Nelle dichiarazioni doveva garantire l'accesso alle nuove cure, ma con i tetti di spesa ne frenava l'impiego (specialmente all'inizio).
Tornando a Roche e Gilead questa iniziativa è benvenuta e servirà a mettere a punto ufficialmente un primo combo per la cura di COVID19.
Non è il meglio che si potesse sperare, forse, perché dovrebbero venire fuori a breve studi significativi sugli inibitori JAK. Ma vi ricordo che ai primi di marzo lo Standard Of Care era l'Hail Mary Protocol (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/coronavirus-lhail-mary-protocol.html)  e non c'era da stare allegri neanche un po' (e fino a un mese fa il direttore di AIFA e buona parte dei medici del nord insistevano somministrando lopinavir a fiumi, e poi ci si produceva in uscite imbarazzate sulle dichiarazioni di Fauci https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-direttore-aifa-remdesivir-il-3-e-la.html ).
E' probabile che questo trial dia buoni risultati ma, alla fine, per quel che ci riguarda, la domanda è sempre la stessa: in caso di approvazione sarà usato ogni volta che serve oppure no?

Ormai su remdesivir mi pare di aver detto tutto quello che c'era da dire. Di qua e di là continuano e continuate a postarmi articoli con l'ultimo Lancet o l'ultimo NEJM su remdesivir e occasionalmente si ritorna a "L'avevi detto!". In realtà averci indovinato non conta: quel che contava, ai primi di marzo, era che sulla base dei dati disponibili si trattava del miglior antivirale in giro, per quanto sperimentale, e non è stato usato se non marginalmente.
Ai primi d'aprile EMA autorizzava l'uso compassionate, e il dossier relativo costituiva un volume non indifferente di dati preclinici positivi, mai stato disponibile riguardo COVID per i farmaci usati off label che sono andati per la maggiore (Kaletra, Plaquenil). E si è continuato a non usarlo se non marginalmente.
In giro sento gente che parla di effetti collaterali pesanti e alcuni li estendono a tutti gli antivirali sistemici (wow, chi è guarito dall'epatite C grazie ad Harvoni in effetti è ridotto uno straccio, vero? Per non parlare di quanti sono sopravvissuti ad un'influenza grave grazie a una flebo di peramivir - non da noi, da non non si usa, per quanto EMA l'abbia approvato, molto dopo FDA).
Mi piacerebbe sapere dove hanno trovato i loro dati, perché se in Cina, in un trial non sponsorizzato dal produttore, davano dosi massicce per giorni e poi venivano fuori a dire "problemi ai reni!", beh, grazia graziella etc... (informazione già disponibile dalla documentazione preclinica, ricavabile dalla tossicità acuta).
Se al culmine dell'emergenza, quando ancora di plasma iperimmune non si parlava (e nemmeno ce ne era a disposizione), non usi la migliore opzione disponibile per ridurre il danno c'è un problema serio, indipendentemente dal fatto che uno o due mesi dopo qualcuno lo incoroni Standard Of Care o altro.

mercoledì 27 maggio 2020

HARD SCIENCE, HARD LIFE (RELOADED)- By Starbuck


Ovvero scienziati in cerca d'autore (Hard Science Hard Life, l'originario, qua: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/08/hard-science-hard-life.html)

In principio furono i no-vax. Nel calderone no-vax furono messi a bollire – cosa nota - quelli che erano semplicemente contrari all’obbligo vaccinale, perché “tanti nemici, tanto onore” e prendere solo I no-vax rendeva il numero folkoristico ma esiguo. Per loro venne coniato “la scienza non è democratica: la velocità della luce non si decide per alzata di mano”.
Quello che seguì fu asini, blaster, influencer della scienza, che proseguivano la loro scalata ai social a colpi di ineluttabilità della scienza: era un giochetto facile.
Tra il lusco e il brusco, tra un obbligo flessibile ed uno flesso venne il COVID, un simpatico bastardello.
In tanti postulanti si affollarono alla fontana della Scienza. Qualche ricercatore con laurea (e fors’anche PhD) assortita tra biologia, medicina, farmaceutica, chimica, statistica… Qualche ricercatore dietro ad un vetrino, in un’opsedale, sotto una cappa, dietro un elaboratore di calcolo, cercava di capirci onestamente qualcosa, lavorando a testa bassa, per tirare fuori una soluzione anche parziale, una previsione, un pattern, un …qualcosa.
Qualche scienziato in cerca d’autore invece rimpinzava di “certezze” i talk show in prima serata e le pagine dei social.
Dicendole un po’ tutte.
Perché se i ricercatori anonimi erano pieni di “forse” e “proviamo”, gli influencer e i taskforcer sapevano già tutto. Tutto ed il contrario di tutto. Detto nel giro di pochi mesi.
Sapere e pontificare a pricipio di autorità: il gochetto continuava a funzionare , apparentemente…
Ma, perché nelle storie c’è sempre un ma… In principio erano i no-vax, dicevo, ma oggi, dopo 3 mesi di Scienza infusa con ogni mezzo al popolo italiano, il 23% non farebbe il vaccino anti COVID ed il 16 % ci penserebbe (inclusa la mia amica che ha fatto anche l’antitifica ai figli).
MA, oggi, abbiamo i no-mask (l’indispensabilità della mascherina in un prato a Monteviasco, quando di lì a tre passi vai anche a scuola senza mascherina può indurre ad avere dei dubbi), i no-trax (il ministro della sanità Belga o anche il Canton Ticino che indichi come inutile una applicazione orfana di analizzatori dei dati, sono spunti di riflessione per alcuni…) ed infine ma non per ultimo i no-test (su 7300 convocati dall’ISTAT per il test per la positivita’ del COVID, solo il 15% ha accettato).
E adesso, forse dare degli assassini ai no-mask, e dei coglioni a tutto il resto, dopo che forse, per mancanza di chiaroveggenza, qualcuna la si è pure sbagliata o ritrattata, forse forse non funziona più…
Anzi, è un po’ controproducente.
Allora… Allora… La scienza si è anche complicata… Ma in realtà lo è sempre stata.
E’ sempre stata “hard life, hard science”, avara di gloria.

NdCS: Quisquilie, pinzillacchere, si linearizzava un outbreak di morbilo correlandolo linearmente con le coperture vaccinali pediatriche. Cosa vuoi che sia. E tutto il resto, robetta di poco conto, e poi era a fin di bene (di chi? Boh). E non ci fosse stato lui, ci sarebbe stato un'altro, visto come è stato liquidato come "allarmista" tra fine gennaio e inizi febbraio. E' sempre stata dura (ma per alcuni molto meno che per altri).

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...