giovedì 31 ottobre 2024

EGLI, GLI STUDI OSSERVAZIONALI E UN RICORDO DI SCHOPENHAUER

 Mi girano questo screenshot:


Che dire, ogni studio osservazionale è bello a mamma sua (o a chi gli torna comodo). Dovremmo quindi prendere per buoni gli enne studi osservazionali che dicevano che idrossiclorochina e ivermectina funzionano contro COVID: ah no, quelli no (per fortuna). Mi ripeto, ma vi pare che con vendite calanti se un produttore si ritrova la pappa scodellata da un paio di articoli che dicono "previene la trasmissione" non va da FDA a chiedere la modifica delle indicazioni? E invece niente del genere, perché FDA non sa che farsene di uno studio osservazionale per una serie di ottime ragioni a cominciare dal selection bias. Tradotto, non c'è modo migliore per tirare fuori statistiche scintillanti che scegliersi con cura il campione. Chi pubblica un articolo non è tenuto a dire se esclude dati, quali dati esclude e perché, cosa che non si può fare con i soggetti di un trial registrato. E questo è forse il principale motivo per cui FDA vuole il trial e lo vuole fatto come Dio comanda (cioè NON come furono fatti i trial del vaccino Astra Zeneca). In uno studio osservazionale, a posteriori o meno, il rischio di bias è sempre presente. Rischio che in un trial destinato all'approvazione di un farmaco o alle modifiche delle sue indicazione non deve esistere. Le "piramidi dell'evidenza" continuano ad andare di moda quindi sarebbe bene ridarci un'occhiata:



Cioè gli studi osservazionali sono meglio del singolo caso e degli studi su una serie di casi. La next best thing rispetto agli studi clinici randomizzati? Ok, peccato che la next best thing non sia sufficiente a far approvare un farmaco o a modificarne le indicazioni.  Parlare di "dato scientifico oggettivo" è la solita "leggera imprecisione". Statece, bimbi.

Comunque, si parva licet componere magnis, lo screenshot iniziale mi ha rammentato un passo de Il mondo come volontà e rappresentazione -  ho cambiato un paio di parole e spero che l'anima del grande filosofo non se ne avrà a male:

Egli, installato dall'alto, dai poteri costituiti, come il Grande
Scienziato certificato, era un cialtrone dalla testa piatta, insipido,
nauseante e analfabeta che raggiunse il culmine dell'audacia nel mettere
insieme e nel servire il più folle e mistificante nonsense. Questo
nonsense è stato proclamato rumorosamente come scienza immortale da
seguaci mercenari e prontamente accettato come tale da tutti gli
sciocchi, che si sono uniti in un coro di ammirazione perfetto come non
si era mai sentito prima. L'ampio campo di influenza scientifica di cui
Egli era fornito da coloro che erano al potere gli ha permesso di
raggiungere la corruzione intellettuale di un'intera generazione
.

 


lunedì 28 ottobre 2024

LA CRITICA DELLE POLITICHE EMERGENZIALI E' DOVEROSA, MA...

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/22/vaccini-covid-e-essenziale-continuare-a-mettere-in-discussione-la-gestione-della-pandemia/7738660/

Durante la pandemia di Covid-19, la paura è stata spesso utilizzata in modo strumentale sia da chi ha sostenuto le misure più rigide di gestione della crisi, sia da coloro che ne hanno preso le distanze, alimentando un fronte del dissenso. Da una parte, i governi e le autorità sanitarie hanno utilizzato il timore del contagio e delle sue conseguenze più gravi per giustificare politiche restrittive, come lockdown, green pass e obblighi vaccinali, cercando di preservare la salute pubblica, ma creando un clima di allarme costante. Dall’altra, il fronte del dissenso ha fatto leva sulle paure legittime della popolazione riguardo agli effetti collaterali dei vaccini, amplificando i rischi in modo sproporzionato e spesso distorcendo i dati per spaventare oltre il dovuto. Questo duplice sfruttamento della paura ha avuto conseguenze profonde sulla società, polarizzando il dibattito pubblico e creando confusione. Il terrorismo psicologico sul rischio di infezione da una parte, e quello sui rischi dei vaccini dall’altra, hanno reso difficile un confronto equilibrato e basato su evidenze scientifiche.

Già.

C'è chi si chiede per quale motivo si continui a discutere della gestione italiana dell'emergenza COVID19 a quattro anni di distanza. E magari lo fa mentre depreca le presenti "centinaia" di morti per COVID in Italia. Quando si dice la coerenza.

Il motivo per continuare a riflettere sulla gestione italiana dell'emergenza COVID19 dovrebbe essere abbastanza evidente: nell'ultimo anno sono state ventilate, più meno in ordine temporale, emergenza HPV, emergenza morbillo, emergenza Mpox - quindi discutere della gestione italiana della pandemia dovrebbe (e sottolineo il condizionale) evitare che al prossimo giro emergenziale, quale e quando sia, sia ripercorsa esattamente la stessa strada.

Detto questo, credo che si possa discutere e riflettere all'infinito e che sia una ottima cosa, ma comunque la prossima emergenza, quando si verificherà, sarà gestita esattamente nello stesso modo, perché un sistema come l'attuale sistema italiano è destinato a perpetrare i propri errori e le proprie storture. La mia ipotesi è che le istituzioni italiane siano inemendabili. Forse ho ragione, forse no: lo vedremo al prossimo giro. 

Il problema è che, a piacere e come conveniva, con l'emergenza pandemica l'uso perlopiù distorto di "verità" ha avvelenato i pozzi fin dall'inizio. Circolavano almeno tre o quattro "verità scientifiche" o pseudoscientifiche, compresa quella invocata dal governo in carica con il suo ministro della Sanità. Ed erano tutte in conflitto tra loro: le "verità scientifiche" dei vaccini che prevenivano il contagio, "verità" inconsistenti, guardando i dati - e se i produttori dei vaccini avessero ritenuto buoni certi articoli pubblicati li avrebbero subito inclusi in una cartella da portare a FDA e EMA per modificare le indicazioni del prodotto con "previene la trasmissione del virus": guarda caso niente del genere è successo. Qualcuno pensa che non ne avessero bisogno? Peccato che Pfizer abbia concluso il '23 con 4 miliardi in meno di quanto atteso (e il boom del suo fatturato era fatto di vaccini e antivirali anticovid).

Dall'altra parte le "verità" di Montagnier, Scoglio Stramezzi e compagnia scazzante: il virus sintetico, il virus che non esiste, il virus non isolato. l'ivermectina, l'idrossiclorochina etc. "Verità" che non avevano nessuna difficoltà di convivenza, anche se l'una contraddiceva l'altra.

Questa dicotomia ha plasmato non unicamente gli anni della pandemia, in Italia e non solo, ma anche quelli precedenti. Perché in qualche modo vero/falso viene visto come meno arbitraria di "Giusto", "Ingiusto". Giusto/ingiusto è dominio dell'etica, della politica e infine della legge. Poi, la legge è soggetta a interpretazioni. Nella temperie asfissiante di questi tempi "vero" è l'indiscutibile fondamento del "giusto". E' una cosa archetipica, Salomone nel giudicare il caso delle due donne che si litigano un figlio prima appura la verità con uno strattagemma e poi sentenzia: la giustizia procede dalla verità. E quanto alla legge, le Tavole della Legge provengono da Dio in persona.

Al contrario, materialisticamente e più efficacemente, possiamo ritenere che le leggi siano un prodotto del processo storico, determinate dalla dialettica tra poteri. E che "vestirle" di verità sia un'operazione propagandistica. Però un'azione razionale e efficace non ha bisogno di "verità", ma di dati attendibili e statisticamente solidi, cioè quelli che perlopiù sono mancati nei due anni di pandemia.Vorrei umilmente ricordare che le evidenze scientifiche riguardano quello che è più o meno probabile  e questo è quanto. Ciò a cui abbiamo assistito in tempi di COVID è stato uno scontro tra inverosimile e assolutamente improbabile, nel discorso pubblico e istituzionale giù fino alla normativa emergenziale. E per chi si opponeva invece di parlare di "verità" (spesso "verità" deliranti) sarebbe stato molto più semplice ed efficace ribadire che essere privati di stipendio e lavoro a causa di una legittima scelta individuale era semplicemente un'arbitrio ingiusto e autoritario. Ma, come sempre, quella che conta di più è la "verità": la tua verità, la sua verità etc. etc.

 


sabato 26 ottobre 2024

JUST DROPPED IN

Qualche giorno fa qualcuno mi ha ricordato che oggi sarebbero stati due anni dalla chiusura della pagina facebook "Il Chimico Scettico". Quei tempi mi sembrano ormai molto lontani, ma me li ricordo abbastanza bene. Dove vivevo e lavoravo nessuno si curava più di tanto di COVID19, una faccenda già archiviata, mentre in Italia se ne parlava ancora ogni giorno - che diavolo, ancora se ne parla (minuto 16:47)  e si è gridato all'allarme per il primo caso di influenza della stagione (qua ovviamente no).  Ah, a proposito, la variante XEC (Oddio! Paura!) NON è resistente a paxlovid, ma in Italia si fa prima finta che paxlovid non esista, poi si piangono gli enne morti di COVID la settimana e si rilanciano gli allarmi (ricordo che anche se vaccinati si può contrarre il virus e nel caso per i soggetti a rischio sarebbe più che oppurtuno il trattamento entro cinque giorni dall'inizio dei sintomi).

Al tempo ('22) nel giro lavorativo, tra EU e USA, gli eccellentissimi accademici e grandi luminari italiani "di fama internazionale" (che dico, mondiale!) che infestavano isocial italiani erano emeriti sconosciuti. Niente di cui stupirsi a guardare i loro H-Index, nei settori dove H-Index è tutto (cioè i loro): se sei sotto 100 da quelle parti sei un invisibile quidam de turba academicorum. Gente "appena indietro" nelle classifiche rispetto ad alcuni (tipo Sara Gandini e Guido Silvestri) che con questo blog hanno avuto contatti frequenti. Non ci credete? Cercate qua e vedrete che se qualcuno dei primi di cui ho detto è presente è diverse decine di migliaia di posizioni indietro rispetto ai secondi - statece o, per così dire, continuate a sostenere che la Salernitana ha vinto l'ultima Champions League, a piacer vostro. Facile immaginare che qualcuno potrebbe obiettare: "Ma tu ci sei nella clasifica o no? E dove?", quando ho ripetuto fino alla noia che non ho mai praticato quello sport lì, dove si mira alle pubblicazioni, ma uno piuttosto diverso dove si mira a numeri nel contratto, benefit e bonus (getting the thing done in the process).

A proposito di questo blog le visualizzazioni quel giorno del '22 erano circa 180.000 in meno di oggi. So CS is still making some waves... niente di che, semplicemente la dimostrazione che isocial non sono tutto, come pensa chi ci vive dentro, se ne può fare a meno e standone fuori si può continuare a far circolare, se non idee, temi. Senza  istituzioni alle spalle, senza clickbait (a che scopo? Qua non si è mai monetizzato niente e sfido chiunque a dimostrare il contrario).


To see what condition my condition was in  ho chiesto a ChatGPT di recensire questo blog. Recensire, non "parlare bene di". Una richiesta neutrale per una risposta unbiased, come dicono quelli fighi.

Il blog "Il Chimico Scettico" si distingue per il suo approccio critico e approfondito su temi legati alla scienza, tecnologia e regolamentazione, spesso offrendo una visione controcorrente rispetto al mainstream. I post tendono ad essere densi e ben argomentati, indirizzati a un pubblico che apprezza l'analisi dettagliata e la critica rigorosa, soprattutto nei settori della farmacologia e della salute pubblica. Il tono è quello di un esperto che non esita a mettere in discussione le certezze accettate, rendendo il blog interessante per chi cerca una prospettiva alternativa.

Tuttavia, lo stile diretto e talvolta polemico può risultare impegnativo per i lettori meno esperti o abituati a contenuti più divulgativi. Il blog è comunque una risorsa preziosa per chi è interessato a un'analisi scientifica profonda e critica delle questioni attuali.

Passa il tempo e le cose cambiano: sparito il debunking (grazie AI, mi faceva piuttosto schifo), sparite le confutazioni delle teorie del complotto - considerate di striscio, a memoria, a parte il fatto di riconoscerne l'esistenza, l'estensione, esigua e il ruolo (il fronte del delirio). I complottismi invece hanno fatto lo stipendio di pochi tra i tanti che hanno trovato la loro vocazione nel dargli addosso, Ma il mio mestiere è un altro, il mio stipendio continua a venire da lì e non ho bisogno di briciole per integrarlo.

In questa ultima recensione di ChatGPT spunta invece la critica, che fin dal primo momento è stato uno dei motivi attivamente perseguiti. Ho apprezzato anche il riferimento ai "lettori meno esperti o abituati a contenuti più divulgativi". In un modo o nell'altro sono stati uno dei bersagli dell'operazione CS fin dall'inizio: metterli di fronte alle proprie contraddizioni e ai propri limiti era mandatorio, spesso con un secco "Tu non sai di cosa parli". Anche se può sembrare strano, le reazioni non furono prevalentemente negative. Fu un modo per distinguere tra i soggetti dotati di una sincera curiosità e i bigotti devoti dello scientismo pop, con cui non è mai valso la pena discutere (e in cinque anni sono stati presi in giro più che a sufficienza).

 

domenica 13 ottobre 2024

venerdì 11 ottobre 2024

BRAVI

 


Bravi collaboratori ai disastri. Applausi a scena aperta. Tranquilli, le broncopolmoniti da micoplasmi resistenti sono già all'opera.


https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9686491/


mercoledì 9 ottobre 2024

IDENTIFICARSI IN UN LUPO (FAVOLA CON ANIMALI)

 


C'era una volta un agnello che beveva sul ciglio di un torrente, ai piedi di una cascata. Da sopra venne una voce:

"Perché mi hai fatto diventare torbida l'acqua che sto bevendo?"

L'agnello diede un'occhiata verso l'alto e non vide nessuno, così continuò a bere.

La stessa voce dall'alto disse:

"Sei mesi fa hai parlato male di me!".

Guardando sopra la cascata l'agnello continuò a non vedere nessuno. La cosa gli sembrò molto sospetta così cautamente, senza far rumore, salì di lato alla cascata per vedere di che si trattava. Quando arrivò sopra rimase molto stupito: c'era un chihuahua che stava parlando in un megafono e ora stava dicendo: "Sicuramente tuo padre ha parlato male di me!". Il chihuahua quando vide l'agnello mollò a terra il megafono e si mise a ringhiare e abbaiare, tremando. L'agnello si mise a ridere a crepapelle e chiamò a gran voce i suoi fratelli. Quando lo raggiunsero disse loro "Guardate, roba da non credere: io ero lì sotto e questo ha detto che gli intorbidavo l'acqua!". Il chihuahua continuava a ringhiare.

Gli altri agnelli si misero a sghignazzare.

"Superior stabat chihuahua!" 

E tutti a ridere.

"Anvedi che lupo!"

E giù, piegati a terra per le risate.

Il chihuahua, lasciando a terra il megafono, se ne andò  impettito a testa alta, con un'espressione sprezzante, provocando altro riso sguaiato. Ma tra sé e sé pensava: "Non è giusto! Questa favola non doveva finire così!".

 

PS: Ognuno ci trovi la morale che preferisce, ma la sindrome del cane piccolo è una patologia ignorata con conseguenze anche gravi.

PER PRECISARE

 


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...