domenica 23 novembre 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, BOLLA E DISOCCUPAZIONE

 

https://www.nature.com/articles/d41586-025-03776-0

La bolla AI probabilmente sta per scoppiare. Le conseguenze del suo scoppio finiranno per colpire anche chi di AI non si è mai interessato.

Dopo anni di clamore e investimenti in crescita esponenziale, il boom della tecnologia dell'intelligenza artificiale comincia a mostrare segni di cedimento. Molti analisti finanziari concordano ormai sul fatto che esista una "bolla dell'IA", e alcuni ipotizzano che potrebbe finalmente scoppiare nei prossimi mesi.

In termini economici, l'ascesa dell'IA è diversa da qualsiasi altro boom tecnologico nella storia — oggi gli investimenti nell'IA sono 17 volte superiori rispetto a quelli nelle aziende Internet prima del crollo della bolla dot-com dei primi anni 2000. E, con una valutazione di circa 4.600 miliardi di dollari, l'azienda di IA NVIDIA valeva più delle economie di tutte le nazioni ad eccezione di Stati Uniti, Cina e Germania.

Ma l'IA non sta mantenendo la promessa di rivoluzionare molteplici settori — quasi l'80% delle aziende che utilizzano l'IA ha riscontrato che non ha avuto un impatto significativo sui propri guadagni, secondo un rapporto della società di consulenza gestionale McKinsey, e le preoccupazioni riguardo all'architettura di base dei chatbot stanno portando gli scienziati ad affermare che l'IA ha il potenziale di danneggiare la loro ricerca. Questi dubbi sull'utilità della tecnologia, e sulla sua sostenibilità finanziaria, stanno spingendo analisti e investitori a ipotizzare l'arrivo di un crollo. Persino amministratori delegati del settore tecnologico come Sam Altman di OpenAI, la società madre di ChatGPT con sede a San Francisco, California, hanno ammesso che alcune parti del settore sono "un po' in bolla in questo momento".

Quindi l'outlook corrente si può velocemente tradurre in: scoppio della bolla, sì (quando? Nessuno lo sa). Esplosione dell'intelligenza artificiale no, sorry. E quando la bolla scoppierà probabilmente ci saranno molti sviluppatori di intelligenza artificiale senza lavoro. Ma pare che la stessa esistenza della IA stia provocando disoccupazione.


https://fortune.com/2025/11/20/gen-z-college-grad-unemployment-could-hit-25-percent-warns-us-senator-unprecedented-disruption-ai/

Non è soltanto una sparata politica: la FED di St.Louis più o meno concorda.

Una cosa è piuttosto certa: nel mio settore l'impatto dell'intelligenza artificiale non è stato rivoluzionario se non in un campo: il reclutamento. In generale oggi qualunque sistema di reclutamento, piccolo o grande che sia, si affida a un qualche agente LLM per lo screening dei curriculum ricevuti e anche i grandi nomi globali come Morgan McKinley producono mini corsi su come formattare il proprio curriculum in modo AI-friendly. Non solo. Mi fanno sapere che almeno una delle più grandi farmaceutiche globali sta mandando mail a quanti hanno il curriculum nel loro sistema di reclutamento per chiedere il consenso all'uso dei loro dati nel quadro del loro nuovo sistema gestito da intelligenza artificiale. Se il consenso non viene dato i dati vengono cancellati.

Detto questo torniamo al punto iniziale. Visto che il paragone è con la bolla delle dot-com, ricordiamo cosa successe. I numeri del crollo dot-com furono impressionanti. Entro la fine del 2002, 100 milioni di investitori individuali avevano perso 5.000 miliardi di dollari nel mercato azionario. Non furono i venture capitalist o gli addetti ai lavori a pagare il prezzo più alto, ma gli investitori comuni, che magari non sapevano di avere azioni tech nel loro fondo pensione o nella loro assicurazione sulla vita.
Il crollo portò a centinaia di migliaia di perdite di posti di lavoro solo nel settore tecnologico. Il mercato del lavoro per programmatori divenne saturo, e le iscrizioni universitarie a corsi legati all'informatica crollarono notevolmente.

Quindi, ancora, il punto sulla bolla IA non è se scoppierà, ma quando. Quantitativamente nessuno può fornire stime precise sul prezzo dello scoppio della bolla, ma da tutti i precedenti sappiamo chi lo pagherà, almeno nel mondo occidentale.

Per quanto riguarda la Cina, la grande nemesi dell'AI a stelle e strisce, il 40% degli investimenti sono statali (e per il rimanente 60% di "privato" è bene ricordare che quasi sempre lo stato è indirettamente coinvolto, da cui Xi Jin Ping con i suoi ammonimenti alle autorità locali sui sovrainvestimenti). Quindi dal lato cinese la bolla sarà costituita da data center di nuova costruizione e deserti, molto simili all' edilizia ad alta densità deserta ai tempi della "bolla immobiliare cinese", che fece il suo bailamme nella borsa di Hong Kong ma non provocò una crisi globale.

mercoledì 19 novembre 2025

POP, DIVULGAZIONI, DISTORSIONI E VOLGERE DEI TEMPI (RELOADED)

It happened that while Fafhrd and the Gray Mouser were dallying in a wine shop near the Sidonian Harbor of Tyre, where all wine shops are of doubtful repute, a long-limbed yellow-haired Galatian girl lolling in Fafhrd's lap turned suddenly into a wallopingly large sow. It was a singular occurrence, even in Tyre. The Mouser's eyebrows arched as the Galatian's breasts, exposed by the Cretan dress that was the style revival of the hour, became the uppermost pair of slack white dugs, and he watched the whole proceeding with unfeigned interest.

The next day four camel traders, who drank only water disinfected with sour wine, and two purple-armed dyers, who were cousins of the host, swore that no transformation took place and that they saw nothing, or very little out of the ordinary. But three drunken soldiers of King Antiochus and four women with them, as well as a completely sober Armenian juggler, attested the event in all its details. An Egyptian mummy-smuggler won brief attention with the claim that the oddly garbed sow was only a semblance, or phantom, and made dark references to visions vouchsafed men by the animal gods of his native land, but since it was hardly a year since the Seleucids had beaten the Ptolemies out of Tyre, he was quickly shouted down. An impecunious traveling lecturer from Jerusalem took up an even more attenuated position, maintaining that the sow was not a sow, or even a semblance, but only the semblance of a semblance of a sow. (Fritz Leiber, The Adept's Gambit)

Avrei potuto scegliere un passo di Tolkien, che quanto a intraducibilità è un esempio assai più cospicuo di Leiber (non ho scelto Joyce perché l'Ulysses non è mai stato pop in nessun modo, finora). Qualcuno dirà: "Ma sono stati entrambi tradotti in italiano! Questa storia dell'intraducibilità è l'ennesima cazzata del CS!". E questo verrebbe da qualcuno che non si è mai posto il problema di leggere l'originale per vari motivi, non ultimo l'incapacità di farlo. Certo, c'è Google Translate e guarda caso la traduzione del passo citato con Google Translate, un anno fa, era bruttina e alquanto grottesca. Limitiamoci a dare un'occhiata a una parte della citazione nella traduzione dell'IA:

Accadde che mentre Fafhrd e il Gray Mouser si divertivano in un'enoteca vicino al porto sidoniano di Tiro, dove tutte le enoteche sono di dubbia reputazione, una ragazza galata dalle lunghe membra e dai capelli biondi che giaceva in grembo a Fafhrd si trasformò improvvisamente in una gigantesca e devastante seminare. Fu un evento singolare, anche a Tiro. Le sopracciglia del Mouser si inarcarono mentre i seni del Galata, messi in mostra dall'abito cretese che era il revival di stile dell'epoca, diventavano il paio di larghi seni bianchi più in alto, e osservò l'intero procedimento con sincero interesse.

(enoteche a Tiro ai tempi dei Seleucidi, come no: prenotavi online e quando arrivavi chiedevi qualcosa senza glutine da mangiare). Devo precisare che, in due anni, le cose sono molto migliorate e per fare un esempio, ChatGPT dà una traduzione piuttosto buona. Ma, sempre oggi, se si fa tradurre a ChatGPT qualcosa come

“Begone, foul dwimmerlaik, lord of carrion! Leave the dead in peace!"

il risultato è men che mediocre:

Vattene, lurido dwimmerlaik, signore della carogna! Lascia i morti in pace!

Ora se prestate un attimo di attenzione alla fin fine Google Translate si allineava ai moderni rifacimenti dei classici "espunti e corretti": una società che ha gran fastidio del proprio passato non ha alcun motivo per rispettarlo. E una società che non ha alcun rispetto per la propria lingua non ha alcun motivo per apprezzarne le sfumature.

E queste sono le fondamenta di un discorso sul pop in genere e sul pop contemporaneo in particolare. Perché Leiber, e potete sorprendervi, era pop ai suoi tempi: un autore di fantasy e fantascienza. E Tolkien pop lo è diventato - o meglio: è stato adattato in modo da essere pop, perché non è possibile chiedere a chi ha visto, per esempio, Rings Of Power, di sorbirsi TRE capitoli, proprio all'inizio de La Compagnia dell'Anello, sugli Hobbit, la loro storia e l'erba pipa.  

Ma proviamo a partire dall'inizio. La Treccani non ci è di grande aiuto:

(pòp〉 agg. ingl. [accorciamento di popular «popolare»], usato in ital. come agg. e s. m. – Detto di produzioni e manifestazioni artistico-culturali di vario tipo che hanno avuto una diffusione di massa a partire dagli anni ’60 del Novecento: musica pop (corrispondente alla locuz. ingl. pop music; anche assol., come s. m., il pop), la musica che, nata in Europa negli anni ’50 del Novecento e diffusa poi negli Stati Uniti, ha rotto gli schemi della canzone melodica tradizionale, dando grande importanza al ritmo, accogliendo motivi ispirati al folclore e alla tradizione musicale americana, elementi del jazz, del rhythm and blues, del rock, e imponendosi come espressione del mondo giovanile; una canzone, un cantante, un gruppo pop; un disco pop; una pop star (v.). Anche, relativo all’arte pop (v. pop art): un artista pop. Il termine viene talvolta usato anche col sign. generico di moderno, giovane: moda p.; o popolare, di massa: cultura pop.

Solo in fondo alla voce si trova l'accezione generale: popolare, di massa. Il che, storicamente, si può riferire a cose assai diverse tra loro. Per esempio la Salome di Richard Strauss ebbe un grande successo in un periodo storico in cui l'opera lirica era molto popolare, ma al Kaiser Guglielmo secondo, che l'aveva finanziata, l'opera non piacque affatto, ed ebbe a dire che con quella Salome Strauss si era fatto un gran danno. Strauss rispose "Altezza imperiale, con questo danno mi sono fatto una villa a Garmisch" (The Musical Times, Vol. 146, No. 1893 (Winter, 2005), pp. 5-27). A dimostrazione che per vari motivi (danza dei sette veli inclusa) la Salome nel 1905 fu un fenomeno pop, e la sua vicenda ebbe pure un notevole eco.

Paul Iribe, The skeleton of Salome dancing beside the head of Kaiser Wilhelm lying in a pool of blood on a plate, 13 April 1916

E quanto all'Italia l'opera lirica ancora all'inizio del XX secolo era talmente popolare che un carrettiere poteva dare alla figlia il nome di un'eroina verdiana. Ma del resto in quei tempi nelle campagne toscane con estrema scarsità di libri le veglie delle famiglie contadine non erano solo popolate dalle novelle raccontate dalle donne più anziane. Avevano pari attenzione la Divina Commedia o l'Iliade nella traduzione di Pindemonte, imparate a memoria da qualcuno, che a veglia le declamava a puntate (a proposito di complessità e sua diffusione al di fuori delle élite poi non era raro che negli anni 60-70 un operaio si fosse letto almeno un po' di Gramsci).

Oggi nessuno si sognerebbe di definire pop Salome, o Il Nabucco. Pop è quel che raggiunge una gran parte del pubblico o la sua maggioranza, e quel che è capace di raggiungerla cambia nel tempo. Quindi può succedere che il classico, ciò che non perde di valore o significato nel tempo, possa in un qualche momento diventare pop, e che quel che nasce pop possa diventare classico. Un esempio notevole è costituito da L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, che vide la luce a puntate su una rivista per ragazzi ( Mi piacciono le clessidre, le mappe, la tipografia del secolo XVII, le etimologie, il sapore del caffè e la prosa di Stevenson , ebbe a dire Borges, collocando lo scozzese nel suo luogo di elezione).

Oggi più che mai, in tempi in cui la distinzione tra media e social non esiste più, per raggiungere il pubblico occorre abbassare il livello. Più lo si abbassa, più pubblico si raggiunge. Già, se la traduzione di Google del brano di Leiber si perde per strada buona parte di sfumature e di stile, nell'ambito social la cosa è amplificata a dismisura. In Italia in media il rapporto con il linguaggio della maggioranza è fortemente mutato negli anni e il concetto stesso di "prosa" è stato smarrito. E l'impoverimento si estende a qualsiasi linguaggio rendendo poco fruibile tutto ciò che non sia veloce, semplice, poco articolato. Questo preso dall'archivio è un esempio tra tanti che si commentavano da soli.

(commenti del genere andavano a 10 cent la dozzina, all'epoca)

Come mi ricordo dai tempi del liceo, la forma è significato. Quindi la perdita della forma o la sua riduzione equivale a perdita di significato, e questo vale per qualsiasi linguaggio, dall'illustrazione alla matematica.

Quando si parla di popolarizzazione di contenuti intrinsecamente non popolari ovviamente le cose vanno molto male, specie se tali contenuti sono tecnico-scientifici. In questo caso l'abbassamento del livello serve nel 99% dei casi a far passare un messaggio il cui grado 0 è quello delle magnifiche sorti e progressive. Sul grado 0 si innesta la agenda di turno, quale che sia (non dovrebbe esservi difficile fare l'elenco delle agende politiche degli ultimi 10 anni). Ma nell'abbassare il livello la perdita di significato è inevitabile. Però che importa quando quel che conta è essere pop e veicolare il messaggio?

Quale è stato il risultato del processo? Lo scientismo pop: il particolare atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste scienze (Treccani), ma ignorando sostanzialmente tutto sia di detti metodi che di dette scienze. Un atteggiamento che è dilagato su ogni medium, pagine dei giornali incluse.

Ma essendo lo scientismo pop un prodotto mediatico oggi pare che risenta della crisi dei media stessi (https://ilbolive.unipd.it/it/news/digital-news-report-2023-crisi-stampa-nuovi-media). Eh, già: pare che il Re non solo sia nudo, ma che anche abbia serissimi problemi di salute.

PS: il complemento a questo post è qui. E la domanda in sintesi continua ad essere: come può essere intrinsecamente elitario oggi, con la massima disponibilità di informazione, quello che in una società molto più classista (sulla carta), con la minima quantità di informazione diffusa, non lo era? Probabilmente la risposta sta nel fatto che la scarsità crea valore. Nel mondo dell'informazione infinitamente disponibile, invece, l'informazione vale poco o niente, in sè, E acquista valore con metriche che possono essere artefatte, come quelle della della esposizione mediatica. E tra l'altro è evidente che non è una questione di quantità di informazione accessibile, ma una questione di dotazione di strumenti intellettuali per elaborarla. E la dotazione media, in materia, è rimasta la stessa da anni e anni, anzi, è andata calando.

lunedì 17 novembre 2025

L'ALTRO SIMULACRO: L'ANTISCIENZA

Robert F. Kennedy Jr. può lanciare campagne contro i vaccini mRNA e poi sostenere che Trump meritasse il Nobel per la Pace per l'Operation Warp Speed – il programma che accelerò proprio lo sviluppo di quei vaccini. Trump può appoggiarlo e definanziare la ricerca sui vaccini mRNA e poi vaccinarsi con un vaccino mRNA antiCOVID prima di partire per i suoi impegni internazionali.

Queste contraddizioni non sono errori da correggere con il fact-checking e il debunking: è la struttura stessa del simulacro complottista/populista, dove la coerenza interna cede il passo alla funzione identitaria e alla polarizzazione.

Essendo CS qualcosa di iniziato su facebook come pagina, nel 2017, ben ricordo i fatti tra 2017 e 2019. Le vicende su "metalli pesanti nei vaccini" (sparite dall'orizzonte tempo fa) e "nanoparticelle" furono oggetto di tentativi di falsificazione inconsistenti e di altri solidi. Ma ogni tentativo di dimostrarle false era destinato a non avere alcun effetto in chi sosteneva quelle tesi. Purtroppo ho una memoria abbastanza buona, quindi mi ricordo che un fan dei nanocontatori insinuò che ero un idraulico o un elettrauto che si spacciava per altro. Argomenti isomorfi a quelli che usavano i suoi nemici giurati.

Lo stesso accadde con certe "analisi scandalo sui vaccini". All'epoca si parlava da un lato di pseudoscienza, dall'altra di scienza indipendente. Qualunque fosse il termine più adatto si trattava di un oggetto non falsificabile: era soltanto un altro simulacro. Oppure, con un termine nato per essere usato contro l'amministrazione Trump I, di postverità (ma si trattava di buoi che davano del cornuto a cervi), e ammetto che al tempo valutai la definizione prevalentemente guardando all'uso che ne veniva fatto: la si usava per dire che "gli altri" incarnavano la postverità, sganciata da qualsiasi evidenza, per cercare di mantenere l'egemonia della narrazione prevalente. Il problema è che, per citare Dumas (padre)

"La menzogna è tanto più pericolosa quanto più è vicina alla verità."

E se c'è una cosa in cui il fronte complottista è stato abile è stata proprio questa: incorporare fatti stabiliti e istanze politiche leggitime (scelta informata ma libera sulle vaccinazioni, influenza del big business sulle decisioni politiche, trasparenza delle istituzioni) assieme a tesi deliranti. E così facendo ha fatto la sua parte nello sterilizzare il dibattito. Perché se esiste un'istanza politica legittima contraria agli orientamenti prevalenti del potere, il fatto che il fronte complottista se ne appropri la neutralizza ( e ancora occorre citare L'industria del complottismo di Matheu Amiech). In più, probabilmente in modo incoscio, il fronte complottista ha realizzato che la scienza-simulacro era un costrutto mediatico-sociale. Quindi era perfettamente possibile definire i propri "scienziati indipendenti" se esisteva una base sociale (o socialmediatica), per quanto minima, a supportare il processo. Ed è esattamente quello che è successo in USA con la seconda amministrazione Trump.  Non a caso RFK jr produsse un endorsement di fatto ad Antonietta Gatti e Stefano Montanari. Una faccenda ridicola, dal punto di vista delle discipline scientifiche? Certo, ma non è sul piano strettamente scientifico che andava valutata. Non essendo falsificabile, apparteneva all'ordine dei simulacri.  

Il problema non è culturale (cultura scientifica vs cultura antiscientifica, questa è l'ultima vulgata americana). Il problema è politico. Trump gioca la carta del simulacro antiscientifico non perché ci creda (si è ben visto), ma perché un 1% per lui può essere vitale. Ma così facendo legittima politicamente quel simulacro.

Riprendiamo, per un attimo, Lyotard:

La legittimazione è il processo attraverso il quale un legislatore si trova autorizzato a promulgare tale legge come una norma. Sia un enunciato scientifico; esso è sottoposto alla regola: un enunciato deve presentare un determinato insieme di condizioni per essere accolto come scientifico. Qui la legittimazione è il processo attraverso il quale un "legislatore" che tratta del discorso scientifico è autorizzato a prescrivere le condizioni dette (in generale, condizioni di coerenza interna e di verifica sperimentale) affinché un enunciato faccia parte di questo discorso, e possa essere preso in considerazione dalla comunità scientifica. 

Nel momento in cui si mette l'accento su comunità, invece che prendere "comunità scientifica" nel senso corrente dell'espressione, si noterà che la stessa medesima cosa oggi vale per l'antiscienza. In questa chiave Anthony Fauci e Robert Malone sono intercambiabili, ma il metodo rimane lo stesso. Ed è il metodo il problema. Quando le grandi ideologie del XX secolo collassano, il rischio è che le nuove narrazioni simulacrali vengano usate per favorire il ritorno di nuovi totalitarismi travestiti da consenso popolare.

E' esattamente la stessa cosa che, di nuovo, si sta provando a fare in Italia, in cui a quanto pare una parte della maggioranza di governo è incline a mutuare una parte consistente del pacchetto ideologico/propagandistico dell'amministrazione Trump II. Dalla Presidente del Consiglio che esibisce cartelli "Io sono Charlie Kirk" a pezzi di Lega che inneggiano a RFK jr. E' un circolo vizioso in cui la politica si appropria utilitaristicamente del simulacro complottista e così facendo lo avalla, incorporando istanze politiche (temi) che diventano patrimonio esclusivo di una parte e in quanto tali non più oggetto di dialettica o possibili compromessi. È in questo contesto che mentre, per fare un esempio, Repubblica pubblica l'ennesimo articolo sulla grande scoperta che curerà X (farmaco o vaccino che non arriverà mai oltre la Fase II), La Verità si produrrà nel rilanciare l'ultima performance di RFK jr.

Ovviamente la rielezione di Trump non è dovuta all'avere imbarcato RFK jr, ci sono motivi socioeconomici ben più profondi. In Italia poi questi temi non sono mai stati cruciali per il successo di un partito, perché i problemi strutturali del paese non solo vengono da lontano ma sono ancora tutti lì, da decenni. 

https://ilmanifesto.it/il-paese-e-meglio-di-chi-lo-governa
 

Solo restituendo dignità alla scelta politica esplicita (in materia di economia, scuola, sanità) si può uscire dal gioco dei simulacri che si alimentano reciprocamente, sterilizzando ogni autentica contestazione sociale. Finché restiamo intrappolati nel doppio simulacro, ogni amministrazione – "della scienza" o "del popolo" – continuerà di fatto le politiche della precedente, con minimi aggiustamenti, mentre il dibattito pubblico resta paralizzato su chi è più scientifico invece che su perché le politiche economiche non cambiano mai.

P.S. Dovrebbe essere ovvio, ma per evitare fraintendimenti: la "scienza-simulacro" è un elemento narrativo che non ha più alcun contatto con alcuna disciplina scientifica. Si stanno analizzando le rappresentazioni mediatiche e sociali, che sono costrutti replicabili e manipolabili. La mappa non è il territorio, qui parliamo di mappe in competizione mentre il territorio resta quello che è.

giovedì 13 novembre 2025

MEGLIO PARANORMALE CHE ANORMALE

 

Nel 2017 sprecai ironia e sarcasmo su distribuzioni gaussiane non normalizzate che figuravano in dispense di statistica per medicina. 

Proverò a spiegare a chi è digiuno di analisi matematica e statistica perché la cosa è rilevante.
Le distribuzione normale che vedete nell'immagine è una funzione di densità di probabilità, il che vuol dire che l'area sotto la curva è uguale alla somma delle probabilità di ottenere uno dei valori della funzione nell'intervallo per cui è definita. E questa somma deve essere 1.
Visto che alcuni la troveranno difficile, c'è un esempio terra terra dovrebbe aiutare a capire. Prendete la classica moneta. Qual è la probabilità che esca testa, se la lanciate? 1 su due, quindi 1/2. E la probabilità che esca croce? Sempre 1 su 2, 1/2. Qual è la somma delle probabilità dei risultati possibili in un lancio di moneta? 1/2+1/2=1. Cambia qualcosa se si lancia un hdado? Nemmeno per sogno. La probabilità per ogni faccia è 1/6. La somma della probabilità di ogni evento per un lancio di dado è 1/6*6=1. Ovvero, se lanciate, necessariamente uscirà un numero da uno a sei.

Ho detto che sprecai ironia e sarcasmo, al tempo. Ebbene, se si considera la formazione dei futuri medici direi che no, non era sprecata. Ma d'altra parte se - e dico se - un medico si ritroverà a dover usare la statistica si affiderà a un pacchetto software usato come una black box: metti dentro i dati, prendi i valori che ne vengono fuori. Questa attitudine ha avuto varie conseguenze anche gravi, come la cosiddetta "idolatria del p-value", che si traduce in "Cos'è il p-value? Non lo so di preciso, ma deve essere inferiore a 0,05".

Ma nel mondo dei media, dei segni, anche una gaussiana non è più una funzione ma un atto performativo riferito alla scienza-segno. E un segno del simulacro della scienza, quindi "scienza", e che sia normale o no non importa, è un oggetto dello stesso insieme a cui appartengono "esponenziale!" e "equazioni metaforiche".

Ma in entrambi i casi, meglio una distribuzione paranormale che una a-normale.

lunedì 10 novembre 2025

DUE COSE SACROSANTE SULLE BIOTECH

Ho chiesto a un ex CEO di un API CDMO con 25 anni di esperienza qual era l'errore più grande che aveva visto commettere dalle aziende biotecnologiche.

La sua risposta è stata immediata: utilizzare il percorso di sintesi dal discovery per lo sviluppo.

Mi ha detto che i team biotecnologici spesso prendono il percorso che ha permesso loro di ottenere i primi grammi e lo spingono nel lavoro abilitante per l'IND, sperando che si possa scalare.

Nella sua esperienza, nel 75% dei casi non funziona.

La lezione chiave da 25 anni di sviluppo di API è che tre quarti di tutti i percorsi di discovery richiedono modifiche sostanziali o una completa riprogettazione.

I motivi sono quasi sempre gli stessi:  
• Troppi passaggi sintetici labor-intensive – il costo del lavoro rappresenta il 65% dei costi dell'API.  
• Procedure di laboratorio incompatibili – ricordate il comune “riflusso durante il weekend”.  
• Materiali esotici o costosi – venduti a 500 EUR per 10 ml nel catalogo.  
• Materiali con problemi di sicurezza – solventi classificati come classe 1 o 2 in ICH Q3C.  
• Pericoli per la sicurezza – l'etere dietilico è comune in laboratorio ma un No Go in impianto.

Quando i team procedono comunque, concentrati solo sul prossimo milestone, alla fine si scontrano con un muro. La scala successiva diventa troppo costosa, troppo lunga o semplicemente non fattibile.

Ed ecco un altro pezzo di conoscenza insider dalla nostra conversazione.

Questo è un errore specifico delle biotecnologie.

Le grandi aziende farmaceutiche entrano nello sviluppo con un piano strategico che considera l'intero percorso, fino all'ingresso sul mercato. Non è un piano perfetto, ma è abbastanza dettagliato da evitare percorsi di sintesi destinati al fallimento.

Le aziende biotecnologiche fanno molte cose meglio della pharma. Ma nella pianificazione strategica, le biotecnologie possono prendere spunto dal libro della pharma. 

(https://tinyurl.com/3bjseusf) 

Mi ricordo, anni e anni fa, un Direttore della Chimica di Processo che diceva: arrivano qui dicendo "Il processo? Lo abbiamo!", poi fai due conti sulla loro procedura e vedi che ti servirebbero delle colonne cromatografiche che neanche i cannoni di Navarone.

Il problema, nei suoi termini, è che la biotech vuole il batch clinico quanto prima possibile per arrivare all' Investigational New Drug Application (INDA) perché, in genere, non ha farmaci approvati, e quindi non ha cash flow proveniente dal mercato. La biotech vive di finanziamento, condizionato al raggiungimento di milestones (pietre miliari), tappe raggiunte nel processo di sviluppo del farmacom e l'INDA  una di queste. E' il momento in cui arrivano altri soldi, per arrivare alla tappa successiva. 

E' un sistema efficiente? Mah...

https://www.fiercebiotech.com/special-reports/2025-biotech-graveyard
 

Se vi interessa scorrete la lista. Contiene un'interessante sezione "Il mausoleo delle terapie cellulari", che dimostra come funziona il business: sull'onda dell'hype per "the next big thing" arrivano molti soldi, e poi, quando si arriva al dunque, spesso c'è questo cimitero.

mercoledì 5 novembre 2025

LE DEMOCRAZIE ALL'ULTIMO ATTO E LE LORO PRATICHE

https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/31580-enrica-perucchietti-pfizergate-chiusi-i-conti-corrente-a-frederic-baldan-l-uomo-che-ha-denunciato-von-der-leyen.html

 

Le banche si sono arrogate il diritto di chiudermi i conti bancari senza alcuna motivazione». Frédéric Baldan, autore del saggio Ursula Gates. La von der Leyen e il potere delle lobby a Bruxelles, si è visto chiudere tutti i conti bancari, personali e aziendali, compreso il conto di risparmio del figlio di cinque anni. Le banche belghe Nagelmackers e ING hanno comunicato la rescissione dei rapporti senza motivazioni plausibili, chiedendogli la restituzione delle carte di credito. Un caso di “debanking” politico che colpisce chi ha osato toccare il cuore opaco del potere europeo: il cosiddetto caso Pfizergate. Baldan, ex lobbista accreditato presso la Commissione UE, è l’uomo che ha denunciato Ursula von der Leyen per gli SMS, inviati tra gennaio 2021 e maggio 2022, mai resi pubblici con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. Ora, oltre all’isolamento istituzionale, subisce l’esclusione finanziaria.

Raggiunto da noi telefonicamente, Baldan ci ha spiegato che «le banche hanno iniziato a crearmi problemi simultaneamente, pur non comunicando tra loro. L’unica spiegazione plausibile è che esista un elemento scatenante: penso si tratti di un ordine impartito dai servizi segreti dello Stato belga, su pressione dell’Unione Europea, di trasmettere tutte le mie transazioni finanziarie». Al contempo, Baldan ha espresso la sua determinazione a non lasciarsi intimidire: «Sul mio account X, l’annuncio di questa informazione è stato visualizzato 600.000 volte in 24 ore.

Che differenza c'è tra un avvelenamento da polonio o un volo dalla finestra e il debanking?

Il debanking è più pulito: non cancella una vita, la rende difficile in potenza fino all'impossibilità di essere vissuta. Il debanking non lascia corpi né genera titoli di cronaca, eppure attiva un meccanismo di morte civile progressiva e inesorabile. Quando tutte le banche chiudono simultaneamente i conti di una persona, si innesca una cascata di impossibilità: niente stipendio, niente utenze, niente affitto. L'asfissia finanziaria è la repressione perfetta nelle democrazie formali: non viola esplicitamente leggi, non genera martiri visibili, non lascia sangue. 

Mi stupisce che l'articolo non citi il caso più clamoroso e sciagurato di questi tempi, cioè quello di Francesca Albanese, fino a prova contraria un funzionario ONU che quindi dovrebbe godere di protezione internazionale - invece non gode nemmeno di quella del paese di origine, cioè l'Italia. Le attuali democrazie (formali) dell'occidente hanno un rapporto assolutamente pessimo con la critica, quella non eversiva, cioè non mirata a sovvertire l'ordinamento democratico bensì a garantirne il suo funzionamento e la sua trasparenza, E purtroppo hanno cominciato a reagire con strumenti antidemocratici, come se la critica democratica fosse una minaccia insopportabile. In breve la critica democratica  è diventata eversiva perché i poteri che si definiscono democratici democratici non sono.

Welcome to the brave new world!  

PS: Qua sopra si è parlato dello Pfizergate, al tempo (qui), e no, la faccenda non si è risolta in nessun modo. Come si scrive nell'articolo sull'Indipendente di fatto la storia è finita con un'implicita ammissione di colpa della Commissione, che non ha avuto alcun eco mediatico. E aggiungo che non ho mai avuto alcuna simpatia nei confronti di Marcello Foa (specialmente da quando ha portato in radio Citro, idolo del fronte del delirio di cui fa parte).


domenica 2 novembre 2025

COS'E' LA CHEMIO?

 


Domanda solo apparentemente stupida. Facendo oggi un giro sui media italiani direi che "chemio" è il termine con cui chi non ha nessuna cognizione di causa definisce in genere i farmaci antitumorali.

Siccome non sono un ragazzino direi che per me la chemio(terapia) è quell'insieme di farmaci che iniziarono ad essere usati per la cura di pazienti oncologici tra anni '60 e '70: gli antiblastici, cioè in genere farmaci che inibiscono la riproduzione cellulare. La classe comprende alchilanti, antimetaboliti, antimitotici e i cosiddetti antibiotici antitumorali il cui capostipite è la doxorubicina. La loro tossicità è tale che richiede misure di sicurezza per il personale sanitario che li deve manipolare. E costituiscono quella classe di composti responsabili di una certa cattiva reputazione dei farmaci oncologici.

Qua sopra si è parlato spesso e a lungo di farmaci oncologici, quindi non vorrei ripetermi. Quindi preferisco analizzare il segno "chemioterapia".

In quest'ottica "chemio" è la croce che devi portare per salvarti o quello che devi fuggire ad ogni costo. E' l'ennesima polarizzazione tra quel moralismo medico che ormai è comunissimo e l'approccio negazionista-complottista. In questo regime simbolico e in questa contrapposizione il concetto di trade-off semplicemente non esiste più. Trade-off: ok, la terapia esiste ma il suo peso e i suoi costi sono tali che preferisco rifiutarla (i costi possono essere la perdita di un arto o di un'altra parte del corpo o quella della funzionalità sessuale o della capacità riproduttiva, per fare alcuni esempi).

Ritornando a "chemio", il problema è che essendo segno (o simulacro) non ha alcun rapporto con la realtà, mentre le patologie sono reali, la qualità della vita è reale, la morte è reale.

Forse non è inutile ripetere che negli ultimi 25 anni sono statei approvate decine di farmaci targeted (cioè meno tossici perché non colpiscono indistintamente ogni cellula che si sta riproducendo), inibitori di checkpoint, che impediscono alle cellule tumorali di sfuggire al sistema immunitario del soggetto, e alcune terapie cellulari. Non si tratta di terapie o farmaci privi di effetti collaterali, ma siamo molto lontani dalla tossicità degli antiblastici. In alcuni casi siamo rimasti a come erano le cose 40 anni fa, in altri no. E la comunicazione medica al riguardo me la ricordo estremamente carente, specialmente sui social dove, per fare un esempio, il "tumore di Angelina Jolie" era diventato l'immagine standard, con il suo corredo di amputazioni preventive. E in certi casi la comunicazione non è affatto cambiata, anche se oggi abbiamo in Europa ben 4 inibitori PARP (targeted) che hanno cambiato le prospettive per quel tipo di tumore (principalmente per il carcinoma ovarico BRCA+). Ma non solo: vecchi antiblastici di seconda o terza generazione, non mirati, sono diventati targeted, riusati con la tecnologia di coniugazione farmaco-anticorpo (l'anticorpo trasporta il farmaco tossico sulla cellula tumorale, dove viene rilasciato). E EMA ormai ha approvato una decina di ADC (Antibody Drug Conjugate).

Il punto è che, nonostante ogni progresso, ogni episodio che finisce sui media ripropone il simulacro, in cui la chemio-segno equivale alla scienza-segno. Che è un ottimo modo per non parlare di supporto al paziente e, soprattutto, dell'accesso alle cure. Un problema, quello dell'accesso alle cure, che convive senza problemi con un altro oggetto della rappresentazione mediatica, i viaggi della speranza. I viaggi della speranza sono proprio un fenomeno che nasce dal mancato accesso alle terapie, ai farmaci e alle sperimentazioni più avanzate.

Tutto questo accade in un contesto, quello italiano, in cui sicuramente esistono ancora direttori sanitari che ritengono che il cisplatino sia un'ottima cosa, perché costa quanto le patate. Una posizione che tra l'altro interiorizza il principio aberrante che in Italia non possa esistere una sanità pubblica che non sia una sanità dalle risorse sempre più scarse. La spesa sanitaria italiana continua a scendere in rapporto al PIL. Il problema non è l'assenza di risorse pubbliche: è la scelta politica di allocarle verso altri capitoli di spesa - armamenti inclusi - piuttosto che garantire l'accesso universale alle terapie oncologiche innovative. 


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...