giovedì 6 giugno 2019

POSTVERITA', PLURALE




Di recente mi hanno chiesto: "quando mai chi sui grandi media ha parlato di immunità di gregge ne ha parlato a sproposito? Quando mai è stato attribuito il morbillo 2017 a pochi punti di calo di copertura vaccinale pediatrica?". Di questi tempi capita che la gente faccia finta di cadere dal pero, così, con disinvoltura. 
Beh, un compatto sunto di tutte le balle che sono state spacciate al riguardo ce lo offre Milena Gabbanelli. Solo che non le denuncia come balle, ma le presenta come dati: https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/vaccini-quanti-bambini-li-hanno-fatti-tutti-dati-ministero-salute-vax/9e4a9a8e-86ea-11e9-aa8a-b6cfaffcadf0-va.shtml

Gli stessi grafici dello storico casi di morbillo vs coperture vaccinali vengono usati per dire che la vaccinazione diffonde la malattia, oppure che un calo di pochi punti percentuali nella vaccinazione pediatrica provoca in capo ad un anno un outbreak (uguale a quello di qualche anno prima, prima del calo delle coperture, ma su questo si sorvola).
E la stessa cosa vale per qualsiasi tema divisivo, politico o meno - ma se è divisivo è inevitabilmente politico, e difficile dire se sia nata prima la polarizzazione sul tema o la sua politicizzazione, di solito.

Qua non siamo dalle parti di Rashomon, storico classicone di Kurosawa. Lì il dato, cioè il fatto, era riportato in modo diverso dai diversi protagonisti, unica fonte disponibile.
Qua la cosa è diversa. E' il dato che non solo si trova alla base di interpretazioni divergenti, ma subisce vere e proprie deformazioni funzionali alla tesi. E questo è un punto di non ritorno. Perché quando per dimostrare le proprie ragioni il dato viene aggiustato non c'è più terreno comune, e se non c'è più terreno comune non c'è più confronto possibile.
Un esempio: "i vaccini" provocano meno reazioni avverse dell'aspirina. Eudravigilance, il database della farmacovigilanza europea dice che non è vero, a confronto con la vigilanza postmarketing AIFA. Un argomento retorico scelto in modo stupido, senza controllare, e poi sostenuto a spada tratta, perché su queste cose non si va indietro, mai (sono mattoni costitutivi della postverità che si sta costruendo).
Ora gli stessi che hanno sostenuto a spada tratta questa postverità dal palco del convegno di lancio di una certa associazione cosa dicono? "L’associazione vuole anche portare in #tribunale chi scrive e racconta falsità".
E a questo punto è una postverità contro un'altra postverità. e quando ho espresso dubbi sui criteri che avrebbero discriminato tra scienza e pseudoscienza , nel mio piccolo microscopico e invisibile, non ponevo problemi inesistenti. Specie in un momento in cui l'obbligo vaccinale è diventato un tema globale, qualsiasi cosa si opponga a questo frame rischia concretamente di essere etichettata come pseudoqualcosa. Vorrei davvero che fosse solo una mia impressione.

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