martedì 4 giugno 2019
GLIELI POTREMMO CHIEDERE, MA SIAMO TANTO BUONINI
"Vogliamo informare il cittadino dei costi sostenuti per tutelare la salute, anche in nome della trasparenza - dice l'assessora regionale alla Salute Stefania Saccardi - Per ora la comunicazione avviene solo in certi ospedali ma abbiamo intenzione di estenderla a tutti". (https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/06/03/news/pistoia_il_pronto_soccorso_all_anziana_curarla_e_costato_al_servizio_sanitario_264_euro_-227889814/)
Per i non edotti. Saccardi, laureata in legge, è una renziana "defèro" che è finita nella giunta Rossi che senza voti renziani non poteva nascere (e non è l'unica). Rossi ha il suo bel curriculum, ha tagliato come non ci fosse domani sulla sanità, promosso le assicurazioni sanitarie private (ci mancava una sponsorizzazione Unipol sulla carta intestata della giunta) e il tutto mentre andava in giro a promuovere la sua fatica scrittoria a titolo "L'attualità del socialismo", poi alla fine ha detto "coi tagli abbiamo esagerato", ma con i ragli no, perché pochi giorni fa urlava all'apocalisse, "non possiamo più sostenere i costi della sanità regionale": non da tutti, diamogliene atto.
La sua assessora alla sanità è tutta un "io sono l'assessore e voi tacete!" quando un qualche medico osa criticare le scelte politiche della madama. tipo levare i medici dal 118 e accorpare le zone affermando "Non abbiamo tagliato niente".
E ora siamo a questo bel "leggi qua: ma quanto ci costi???".
Mi segnalano che la pratica è in atto da tempo in Veneto e in Lombardia ed altrove, più o meno a macchia di leopardo. Lo scopo sarebbe la "responsabilizzazione" del cittadino che, conscio del costo del servizio, sarebbe così indotto ad accessi oculati alle prestazioni del servizio sanitario.
Il sotteso quale sarebbe? Che il Sistema Sanitario Nazionale per sua natura generi "spesa inappropriata". Se qualcuno se ne ricorda, si tratta della tesi ispiratrice della riforma De Lorenzo del 92, cioè in breve della battaglia contro l'errore storico del diritto alla salute (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/11/la-battaglia-contro-lerrore-storico-del.html).
Qual'è il contesto di tutto ciò? Dal 2011 al 2016 i tagli alla spesa sanitaria (definanziamento, per i più precisi) sono stati di 2 miliardi all'anno, e la spesa farmaceutica pubblica è scesa del 71% tra il 2005 e il 2016 (http://forward.recentiprogressi.it/numero-13/come-garantire-laccesso-ai-medicinali/?fbclid=IwAR2hvICdtSB-icOp6QcgmWZoDSGdXEHOypBdEjVCVnp2ZnsbWAh73zO3N38).
Nel 2017 per la prima volta la spesa sanitaria è scesa sotto il 6.5% di un PIL di per sé ristretto rispetto a 10 anni prima. In un contesto del genere, con liste d'attesa infinita, strutture cronicamente scarse di personale medico e paramedico e via dicendo, responsabilizzare l'utenza del servizio nel nome della sostenibilità del sistema è grottesco.
Banalmente, prezzare al cittadino il servizio pubblico è un'anticamera ad altro, cioè al pagamento del servizio stesso (se si considera l'andamento dei ticket, è un processo già in essere). E viene in mente Chomsky, e quel che dice su come si fa a privatizzare un servizio pubblico...
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