martedì 24 aprile 2018

PER IL 25 APRILE...

... ripropongo il ricordo di Gianfranco Mattei. Dal 25 aprile si arriva alla costituzione repubblicana che, oltre a stabilire una nazione "fondata sul lavoro" (e non sulla disoccupazione a due cifre), sanciva il diritto alla salute. Quindi, se permettete, esprimo un distaccato disprezzo per quanti presteranno "lip service" ai valori della Liberazione dopo aver entusiasticamente lavorato alla demolizione di almeno un paio di diritti costituzionali.


IL PROFESSOR GIANFRANCO MATTEI

Laureatosi a Firenze, Gianfranco Mattei fu assistente di Natta (a cui sarebbe andato il Nobel per il polipropilene isotattico) e docente al Politecnico di Milano a partire dal 1940.
"Mattei è il chiaro esempio di chimico immerso nel suo tempo, consapevole delle potenzialità della scienza studiata e incapace di concepire, come sottolineato da Adriano Isernia come lo scienziato possa “venir meno alle sue responsabilità di cittadino e di uomo” ".
"E' tra i pochi (appena cinque) firmatari, insieme a Carlo Alberto Rollier e Antonio Banfi, del “Manifesto dei docenti del Politecnico di Milano”, in cui si auspica “che venga immediatamente abrogata ogni discriminazione religiosa, politica e razziale per l’ammissione di docenti e discenti in tutti gli Istituti di Alta Cultura del Paese” e “che il solo ed unico criterio di ammissione nei corpi accademici torni ad essere la competenza”. Mattei è chiamato a scegliersi una parte, nel conflitto che per l’Italia sta mutando in guerra civile, e la sua appartenenza è chiara fin dall’adesione a questo documento... Dopo l’armistizio di Cassibile e lo sbandamento delle forze armate, Mattei e la sua famiglia sono ormai un obiettivo troppo visibile in Lombardia, e si decide per un loro trasferimento a Roma... Le sue competenze scientifiche tornano particolarmente utili nell’ottimizzazione della produzione di ordigni esplosivi, in particolare nella messa a punto di una granata a doppio effetto...L’azione di Mattei si svolge a Roma tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944, periodo in cui la Capitale è occupata dai nazisti, durante il quale Herbert Kappler prende il controllo della polizia fascista, intensificando la lotta contro le bande partigiane
La lotta si inasprisce ancora di più, all’inizio del 1944 quando, sulla spinta di Winston Churchill gli Alleati sbarcano ad Anzio, sono a 60 chilometri da Roma, il piano prevede di attaccare la linea Gustav alle spalle sbloccando la situazione. Roma fermenta, le azioni dei GAP si fanno più audaci, ma la speranza di una rapida conclusione viene meno, e la capitale verrà liberata solo il 4 giugno.
Nel pomeriggio del 1 febbraio 1944, tuttavia, sia Mattei sia Labò vengono catturati (pare in base alla denuncia di una spia) dai soldati tedeschi. Nei giorni successivi i famigliari di Mattei nel disperato tentativo di salvarlo, riescono, con l’aiuto di Giovanni Battista Montini (allora sostituto alla segreteria dello Stato del Vaticano), a far pervenire a Kappler una lettera di sollecitazione del Vaticano per la liberazione dello scienziato, lettera che il capo del Sicherheitsdienst romano rigetta. Di Mattei, Kappler dirà “Questo comunista Mattei, è terribile, è terribilmente silenzioso, ma ora useremo il tenente Priebke che saprà farlo parlare, con mezzi fisici e chimici”.
Temendo di non poter resistere alle torture, già inflitte a Labò, ed essere costretto a rivelare i nomi dei compagni, Mattei si impicca, nella sua cella, nella notte tra il 6 ed il 7 febbraio"

La sua storia sarà immortalata negli anni 70 in una canzone degli Stormy Six.

http://www.scienze-ricerche.it/?p=3288


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