"Se trovi usato il libro di Giacconi prendilo", mi aveva detto Elisa Nichelli. Aveva ragione, dovevo assolutamente leggermelo.
"L'universo in raggi X" di Riccardo Giacconi e Wallace H. Tucker esprime il fascino dell'astronomia a raggi X raccontata da chi ne ha costruito la storia (Nobel per la Fisica 2002). E' una vicenda strettamente intrecciata a quella dell'esplorazione spaziale (visto che i raggi X vengono filtrati dall'atmosfera terrestre), e il racconto di Giacconi possiede la rara virtù dell'epica scevra di apologia.
Il libro ha un secondo capitolo, intitolato "Il mondo sensibile", che avrebbe come filo conduttore i rapporto tra teoria e sperimentazione (o meglio tra teorici e sperimentatori), ma che finisce per raccontare in questo quadro un po' di storia non "aggiustata" della scienza ed esprimere le proprie valutazioni sulla ricerca scientifica e sui suoi processi gestionali.
Comincerei con un primo estratto, Boltzmann vs Lord Kelvin, e finì male. Ovviamente Boltzmann giocava per i teorici e Kelvin per gli sperimentatori.
"Le idee filosofiche sul metodo scientifico, in confronto a come realmente viene fatta la scienza, possono avere una profonda influenza sulle condizioni in cui si conduce la ricerca. La polemica tra Lord Kelvin e Ludwig Boltzmann ne è una tragica dimostrazione.
In questa polemica Lord Kelvin rappresentava l'estremismo dottrinario della scuola galileiano-newtoniana. Secondo Kelvin "il vero naturalista sa che l'essenza della scienza consiste nell'inferire condizioni antecedenti e nell'anticipare futuri sviluppi da fenomeni che sono stati realmente osservati". Dall'altro lato Boltzmann difendeva l'approccio puramente teorico al mondo naturale: "Quanto più astratta è la ricerca teorica tanto più diventa potente; la teoria conquista il mondo".
Boltzmann fu criticato da Jelvin e Peter Tait nel campo della matematica applicata, ripudiato dagli atomisti che vedevano nelle sue teorie "eccessi sconvenienti di generalizzazione e astrazione", e attaccato da Ernst Mach e Wilhelm Ostwald sul terreno filosofico. Al congresso di Lubecca del 1895 la sua visione del mondo e le sue teorie scientifiche furono sconfitte da un voto di maggioranza. Questo verdetto, naturalmente, aveva più a che fare con l'atmosfera del tempo e il carattere dei suoi avversari che con la validità delle sue teorie, ma Boltzmann ne fu profondamente sconvolto. Anche se più tardi la storia lo vendicò e gli riconosbbe il merito di aver creato le basi e la struttura della meccanica statistica, Boltzmann fu perseguitato per tutta la vita dai suoi colleghi tedeschi finché malato e depresso si tolse la vita nel 1906."
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.