martedì 17 settembre 2019

IL PROGRESSO POCO RACCONTATO



Per quanto sia stato assegnato un Nobel, per la microscopia CryoEM, non è che le tecniche di microscopia sviluppatesi negli ultimi anni abbiano avuto tutto questo eco sui media.
Eppure hanno costituito un passo avanti cospicuo. La cosa incredibile è che hanno largamente confermato cose che già erano state ricavate con tecniche ben più vecchie, tipo la diffrazione RX. Ma "fotografare" un recettore, o un enzima mentre sta lavorando è una cosa che continua a riempirmi di stupore. Con la microscopia di forza atomica abbiamo "visto" atomi e singole molecole - "visto" è tra virgolette, perché le immagini ottenute sono il risultato di una massiccia elaborazione del segnale.
Ma l'applicazione forse destinata ad avere in prospettiva l' impatto pratico più rilevante è MicroED, cioè micro-Electron Diffraction.
Il fatto che la diffrazione di elettroni venga accoppiata alla microscopia significa poter ricavare informazioni da un singolo microcristallo del campione. E ricavarne la struttura, magari in casi come quello del Reagente di Schwartz, impossibile da analizzare con le sole tecniche disponibili fino a qualche anno fa (RX, NMR). L'aspetto più rilevante è che per ottenere la struttura di un composto via diffrazione RX dovevate ottenere un singolo cristallo di composto puro, e di dimensioni sufficientemente grandi. E non sempre si riesce ad ottenerlo.
Con MicroED si possono determinare strutture da microcristalli in una miscela non purificata. Un cospicuo passo avanti

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