Chiacchieravo con qualcuno dei coinvolti e si parlava dei primi tempi della pagina facebook (e se qualcuno fosse venuto a dirmi che ne sarebbe venuto fuori un blog con mezzo milione di visualizzazioni l'avrei preso per scemo). Si diceva, riguardo quello che all'epoca era etichettato come divulgazione (e debunking), che gente che veniva da formazioni come le nostre o strada facendo le aveva gettate alle ortiche o non si poteva pensare che avrebbe buttato giù quella roba senza eccepire (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../hard-science...).
La pagina, nel suo microscopico di allora, era diventata pietra dello scandalo perché eccepiva pubblicamente (e in un modo o nell'altro ha continuato a farlo). Il motivo principale dell'avversione era costituito dal fatto che, evidentemente, qua non si giocava nella squadra "proscienza" (e nemmeno nell' "altra"). Di conseguenza da una parte provavano insistentemente a mettermi cappellini di stagnola, dall'altra finivo per essere un "burioniano scientista". Se c'è una cosa che sui social network abbonda è l'idiozia militante.
Il fatto che i contenuti fossero spesso di un certo genere rendeva la cosa peggiore. Perché era stato costruito un mondo bellissimo, in cui per il solo fatto di essere "dalla parte giusta" qualcuno con una triennale in controllo degli alimenti si sentiva in dovere di spiegare a un professionista (JDB) come funziona la regolazione farmaceutica. E andava tutto bene così, per qualsiasi argomento: limiti che tendono a zero, energie scambiate per velocità o accelerazioni, tutto è irreversibile perché in un sistema chiuso l'entropia è sempre crescente, le molecole di cloruro di sodio, la temperatura di ebollizione dell'acqua come costante... (sulla termodinamica si scivola molto più facilmente che sulla matematica).
Un altro esempio: anche in passato si parlava di modelli (molto meno che negli ultimi 18 mesi, ovvio). E quelli che "mi sono occupato di modelli" non mancavano - oggi è diventata una cosa tipo "sono uomo di mondo, ho fatto il militare a Cuneo". Beh, io di modelli di un certo tipo mi sono occupato (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../modelli-ancora...), e non in un contesto in cui se la previsione è sballata che problema c'è, il modello andava comunque bene (che è quello da cui provengono i modelli più discussi degli ultimi 14 mesi). Di recente mi è capitato di esporre l'approccio ad un particolare problema con questi strumenti in un contesto industriale, e ascoltavano.
Qua sopra ai tempi, invece, qualcuno con titolo e posizione ebbe a commentare, con una faccia di bronzo allucinante, "cose da primo anno di università".
Poi quelle due o tre volte che ho prodotto citazioni senza specificare la fonte (a bella posta) non sono mancati quelli che commentavano "Uno che non capisce nulla", "Stronzate", "Fake news" etc, ma i testi in realtà erano di Penrose o Prigogine...
Perché il punto, sui social, era e continua ad essere che non importa cosa si dice, ma importa chi lo dice... e questo continuano a pensarlo in molti, anzi, alcuni che la pensavano al contrario con la pandemia hanno iniziato a pensarla così,
Tutto ciò è strettamente collegato alla questione dell'anonimato. E in particolare dell'anonimato del sottoscritto e di altri che a questa pagina contribuiscono o hanno contribuito. Ebbene, l'ho ripetuto allo sfinimento: la cosa che conta qua sono i temi. I temi di solito sono ampiamente documentati da link alla bibliografia. I temi non hanno bisogno del brand CS per essere rilanciati (e lo dico con cognizione di causa, perché da tre anni a questa parte sono stati rilanciati più di una volta da testate giornalistiche anche televisive). Sinceramente mi hanno stupito le reazioni di alcuni giornalisti alla faccenda del mio anonimato: dobbiamo verificare le fonti, quindi è un ostacolo (un esempio nei commenti qua https://www.facebook.com/sara.gandini/posts/10225999684641440). Ma io non sono una fonte, sono solo uno che rilancia fonti, e le fonti sono sempre solidissime. Magari fornisco anche una chiave di lettura, ma una chiave di lettura non è un qualcosa a me legato in modo indissolubile: prendetela e fateci quello che volete.
(Un grazie a Sara Gandini, che mi ha girato riguardo l'anonimato una cosa su Banksy https://www.ilsuperuovo.it/banksy-il-dono.../)
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