Ricevo e pubblico
DODICI DOMANDE SUI LOCKDOWN
Ogni giorno che passa la
valutazione dei lockdown diventa più negativa. La loro efficacia si è
rivelata limitata a fronte di una assoluta insostenibilità, al punto che
l'idea di ZERO-Covid è
naufragata ovunque. Questo mentre i danni da lockdown si sono palesati
in tutta la loro gravità, soprattutto a carico di giovani e poveri
(locali e globali).
Tutti sappiamo che un breve lockdown nel caos sanitario della fase iniziale della pandemia ci stava, ed
io stesso ne proposi
l'adozione. Ma quello che si è verificato dopo, cioè la costruzione di
un vero e proprio "culto dei lockdown", deve essere approfondito
rispondendo a domande specifiche, che valgono in linea generale e per
l'Italia:
1. Perché i politici di area
governativa hanno fatto scelte basate quasi esclusivamente sul criterio
della "prudenza a tutti costi" nei confronti del virus senza
manifestare simile prudenza
verso i rischi dei lockdown?
2. Perché molti esperti di
salute pubblica hanno usato due pesi e due misure nella loro
comunicazione, allertando il pubblico ed i politici in modo energico sui
rischi causati dal virus ma non
altrettanto su quelli causati dai lockdown?
3. Perché i media mainstream
hanno sostenuto una linea editoriale per cui i lockdown erano (i)
efficaci e (ii) giustificati in base all'assioma per cui in loro assenza
il virus avrebbe fatto
danni immani, mentre minimizzavano i danni dei lockdown stessi?
4. Perché, con poche
eccezioni, si è dato peso scarso o nullo ai pareri di quei giuristi,
costituzionalisti ed altri intellettuali, spesso di grandissima
esperienza e spessore accademico, che
esprimevano dubbi "filosofici" sull'uso dei lockdown?
5. Perché c'è stato uno
sforzo organizzato da parte di vari soggetti (tra cui, ahimé, anche
diversi scienziati) per spacciare l'ipotesi che i lockdown funzionassero
come un "dato scientifico
assodato ed incontrovertibile" quando non lo era?
6. Perché riviste
scientifiche di grande impatto (i.e., Nature e Science) hanno pubblicato
articoli sulla diffusione del Covid e sull'efficacia dei lockdown con
metodologia ed assunzioni molto
discutibili, così fornendo la base al punto #5 qui sopra?
7. Perché si è spinta ad
oltranza la fake news di una "catastrofe svedese" da Covid quando la
mortalità in quel paese è chiaramente inferiore a paesi dai lockdown
durissimi, Italia in primis,
e solo del 30-35% superiore a quella di Danimarca e Finlandia?
8. Perché si è scelto di
"politicizzare" la discussione sui lockdown per cui ogni opinione
critica sulla loro efficacia veniva appiattita e/o sminuita
equiparandola a idee "pseudo-scientifiche"
come quelle di no-vaxx, no-mask e "negazionisti" della pandemia?
9. Perché è stato e rimane
così difficile fare chiarezza medica e scientifica su quante delle morti
di persone molto anziane e/o con patologie pregresse avvenute dopo
infezione con SARS-CoV-2
siano effettivamente dovute al Covid?
10. Perché si sono creati
nei social gruppi di troll e cyberbullies che insultavano e/o
minacciavano chiunque esprimesse dubbi sull'efficacia dei lockdown e/o
ne enfatizzasse gli effetti collaterali,
anche se si trattava di scienziati famosi?
11. Perché social media come
Twitter hanno censurato o marchiato come "pericolosi" post ed accounts
in cui si esprimevano dubbi e perplessità sui lockdown anche se questi
venivano da scienziati
di valore internazionale?
12. Quali soggetti hanno
diffuso e propagandato la narrativa pro-lockdown per ottenere obiettivi
personali, come ad esempio incarichi politici (punto #1), progressioni
di carriera accademica
(punto #2) o visibilità mediatica (vedi punto #3)?
Credo che rispondere a
queste domande in modo pacato, oggettivo e "data-driven" possa
rappresentare uno sforzo di "truth and reconciliation" necessario per il
Paese intero, affinché si possa
definitivamente uscire dalla grande crisi della pandemia avendo
imparato tutto quello che si poteva imparare, cosi da non commettere mai
più gli stessi errori in futuro.
Guido Silvestri, M.D.
Georgia Research Alliance Eminent Scholar in Comparative Pathology
Professor & Chair, Department of Pathology and Laboratory Medicine
Executive Associate Dean for Research Strategy
Georgia Research Alliance Eminent Scholar in Comparative Pathology
Professor & Chair, Department of Pathology and Laboratory Medicine
Executive Associate Dean for Research Strategy
Emory University School of Medicine
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