giovedì 23 novembre 2023

NON E' UNA SCIENZA (E UN PO' DI MITOLOGIA)

È un luogo comune dire che la medicina è una scienza. Così non è. La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze - la fisica, la chimica, la biologia, l'ecologia, l'economia - che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l'uomo. L'autore ricostruisce storicamente il patrimonio scientifico di cui la medicina oggi dispone e considera tale patrimonio come il mezzo necessario per conseguire il fine dell'essere medico, cioè un uomo che cura i suoi simili con competenza e disponibilità. 

(Giorgio Cosmacini, La medicina non è una scienza  https://books.google.nl/books/about/La_medicina_non_%C3%A8_una_scienza_Breve_sto.html?id=NyfWLgAACAAJ&redir_esc=y)

Si potrebbe precisare "una pratica basata su scienze che in buona parte i praticanti o ignorano o non capiscono". Ma questo è irrilevante.

E' irrilevante perché, per quanto si possa parlare di metodo scientifico, occorre fare i conti con archetipi. La guarigione ad opera dello sciamano o del sacerdote preesiste a fisica, chimica, biologia e probabilmente pure alla matematica. Lasciate perdere il come e il con che mezzi: la pura funzione è archetipica. Nell'antichità classica l'Asclepeion era un tempio/luogo di guarigione consacrato ad Asclepio. Asclepio (o Esculapio) era un semidio figlio di Apollo (madre variabile, nelle fonti), dalle abilità di guaritore parimenti mitiche. 

Coronis si lavava i piedi nel lago Boibeis. Apollo la
guardò e la desiderò. Per lui il desiderio era una scossa
improvvisa, che lo assaliva di sorpresa e di cui subito
voleva liberarsi. Discese su Coronis come la notte. Il
loro avvicinarsi fu violento, inebriante e veloce. Nella
mente di Apollo si sovrapponevano la presa di un
corpo e lo scoccare una freccia. L'incontro dei corpi
non era mescolanza, come per Dioniso, ma urto. Così
un giorno aveva ucciso Giacinto, il giovane che più
aveva amato: nel gioco, scagliando un disco.
Coronis era incinta di Apollo quando si sentì attirata
da uno straniero, che veniva dall'Arcadia e si
chiamava Ischys. Accanto a lei vegliava un candido
corvo. Apollo lo aveva assegnato come custode all'amata,
« perché nessuno la violasse ». Il corvo vide Coronis
che si dava a Ischys. Allora volò a Delfi dal suo signore,
per fare la spia. Disse che aveva scoperto le
« opere occulte » di Coronis. Apollo, nella furia, gettò
il plettro. La corona di alloro cadde nella polvere.
Guardò il corvo con odio, e le sue piume si trasformarono
in un nero di pece. Poi Apollo chiese a sua sorella
Artemis di andare a uccidere Coronis, a Lacereia.
La freccia di Artemis affondò nel seno della traditrice.
E, insieme a lei, uccise molte altre donne, lungo le rive
scoscese del lago Boibeis. Prima di morire, Coronis
sussurrò al dio che aveva ucciso anche suo figlio. Allora
Apollo tentò di rianimarla, invano. Le sue arti mediche
si rivelarono insufficienti. Ma, quando il corpo
profumato di Coronis venne disteso sul rogo, alto come
un muro, e il fuoco già lo intaccava, le fiamme si
aprirono davanti alla mano rapace del dio, che estrasse
dal ventre della morta, illeso, Asclepio, colui che guarisce.

(Roberto Calasso, Le Nozze di Cadmo e Armonia, vedere nota)

Una figlia di Asclepio si chiamava Panacea e aveva il potere di guarire ogni malattia. Fu lui a resuscitare Glauco figlio di Minosse, dice Ippolito - mentre nella versione più classica del mito è Poliido a restituire la vita a Glauco. Il che ci dice che nel mito Poliido, sacerdote indovino, e Asclepio, semidio guaritore, sono praticamente sovrapponibili. Asclepio era stato istruito nella medicina nientemeno che da Chirone il Centauro, quello che aveva guarito la caviglia di Achille sostituendola con quella di un gigante morto. 

E' materiale che viene da prima della crisi della tarda Età del Bronzo - cioè dai tempi del materiale dell'epica omerica. Il bastone di Asclepio, un bastone a cui è avvolto un serpente, è alla fine una versione ridotta del Caduceo, quello che sta sulle insegne delle Farmacie. Perché il Caduceo, che precede di secoli nell'iconografia l'età classica, è attributo di Mercurio, cioè Hermes, il messaggero degli Dei, dio del logos e della comunicazione. Si potrebbe pensare che il bastone di un semidio non poteva avere le piene prerogative di quello del dio, quindi un serpente invece di due. Le questioni gerarchiche nella mitologia greca contano: secondo Ippolito quando Asclepio resuscitò Glauco Apollo se la prese molto a male (e fece una strage).

Così per dire, Ippocrate, quello che scrisse Le Epidemie, quindi probabilmente il primo epidemiologo della storia, nonché quello di un certo giuramento (ὠφελέειν, ἢ μὴ βλάπτειν, disse, cioè primum non nocere) era un sacerdote di Asclepio. E secoli dopo pure Galeno fu θεραπεύτής in un Asclepeion. Facendo un salto in avanti di un migliaio di anni, che dire dei Cavalieri dell'Ospedale (Ospitalieri), poi di Rodi, poi di Malta? E nella versione maltese ancora esistono come ONG operante nella sanità. La santa patrona dell'ordine, Santa Ubaldesca (Ubaldesca Taccini, pisanissima con un nome proprio dagli echi longobardi) si distinse per le cure ai malati.

Santa Ubaldesca, raffigurata con la livrea dell'Ospedale

In breve la medicina come religione/magia e i medici come sarcerdoti non sono una novità. E' storia antichissima, che in teoria avrebbe dovuto essere archiviata tra 600 e 700, e in pratica archiviata lo fu. Fino all'altro ieri. Bei tempi, i nostri tempi, con quella loro travolgente nostalgia di Ancien Régime.

Ma, se proprio vogliamo giocare sul piano degli archetipi, come abbiamo visto c'è chi di serpenti attorno al bastone ne ha uno e chi ne ha due...

Ritorniamo su Le Nozze di Cadmo e Armonia

C'è una nostalgia, negli dèi sovrani, che li spinge a ripristinare
lo stato del primo fra loro, di Fanes. Per
Zeus, la nostalgia di Fanes si fissò nella figura del serpente.
Soltanto Zeus poteva ricordare la visione dei due
serpenti allacciati, prima che il mondo esistesse. E Fanes
era apparso tra le spire di un serpente. Quando Zeus
ebbe espulso il mondo dal suo cuore, sentì il desiderio
di congiungersi con sua madre. Quel desiderio era mosso
da un ricordo remoto. La madre fuggiva, e Zeus non
si stancava di inseguirla. Alla fine, Rea Demetra si trasformò
in serpente. Allora anche Zeus divenne serpente,
si avvicinò alla madre e strinse le sue squame alle
sue in un nodo eracleotico, lo stesso che formano i due
serpenti sul caduceo di Hermes.

E' più chiaro il senso dei due serpenti avvolti al Caduceo? In pratica ying e yang. Personalmente mi ricordo una stele cristiana irlandese, "la mano di Dio" (Museo di Dublino), con due serpenti, uno bianco e uno nero avvolti attorno a un avambraccio con la mano aperta e iscritta in un disco solare. Immagine che dovrebbe essere più esplicativa di centinaia di parole.

Ai tempi di Manetone in Egitto Hermes e Thot erano completamente confusi e sovrapposti: Thot, il dio dalla testa di ibis, inventore della scrittura, della geometria e della matematica, patrono degli scribi ed egli stesso scriba del gran dio Ra o di Osiride. Hermes/Thot si confonde con Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος (Ermete Trismegisto, tre volte grande), a cui è attribuito il Corpus Hermeticum , cioè l'insieme dei testi canonici dell'Ermetismo, che da alcuni è ritenuto una corrente filosofica ellenistica, da altri una corrente dello gnosticismo, quindi una religione (cfr Doresse e Puech, https://books.google.nl/books/about/Gnosticismo_e_manicheismo.html?id=qFl8mgEACAAJ&redir_esc=y).

Ma non finisce qui. A Ermete Trismegisto è attribuita anche la Tabula Smaragdina 

Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.

(https://it.wikipedia.org/wiki/Tavola_di_smeraldo)

La Tavola Smeraldina è la pietra d'angolo dell' alchimia, e dall'alchimia quale disciplina scientifica è venuta fuori? 

E si va avanti: ho perso il conto delle volte che su isocial in ambito "scienza" ho sentito ripetere a pappagallo "è la dose che fa il veleno": sola dosis venenum facit, e di chi parliamo? Parliamo di Paracelso, il padre della spagirica, oggi etichettata pseudoscienza ma madre di parte della chimica farmaceutica moderna (isolamento degli alcaloidi e degli olii essenziali delle piante). E Paracelso è da classificare alla voce "Storia dell'alchimia". Quindi in una certa misura il Caduceo sulle insegne delle farmacie italiane è giustificato. Dopo di che... Qualcuno si è mai scandalizzato per la "non scientificità" del Caduceo? Non mi pare, non mi pare che ci sia stato nessuno così idiota da proporre la sua sostituzione con la doppia spirale del DNA.

Ok, la faccenda "chi un serpente, chi due" l'ho messa giù un po' per ridere. Ma resta un fatto, non proporzionale al numero dei serpenti, cioè che il peso simbolico di guarigione, medicina, assistenza ai malati è infinitamente grande. E si può ben capire la moderna sovrapposizione dei piani: religione/scienza, sacro/profano.

Oggi mi verrebbe da dire che è assai disonesto giocare pesantemente (e politicamente) su questa sovrapposizione, che la cosa sia cosciente o meno . Per carità, a lascienza hanno giocato tanti, ma i medici erano la schiacciante maggioranza della popolazione che lo facvea. E che ci siano medici che fanno ricerca lo so bene (con qualcuno di loro ci ho pure lavorato, in passato). Qualcuno di loro provò a dire la sua, in tempi pandemici, e provò a farlo su un social nework. Non fu precisamente né ignorato né bene accolto: fu invece omologato agli antivaccinisti e, sempre su quel social network, fu bersagliato con manciate di fango e peggio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/con-quella-faccia-li.html). Ma penso che il punto sia chiaro quanto basta. Non era amor di scienza, ma puro integralismo zelota quel che motivava gli attacchi (non solo di tizi qualunque, ma pure di accademici di molto minor fortuna che, chissà, forse perseguivano un personale riscatto su isocial).

Solo rimuovendo il carico archetipico a cui ho accennato si potrebbe fare un discorso pubblico pienamente scientifico in medicina, sempre che sia possibile (i tempi pandemici direbbero che la possibilità è esigua, vedasi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/coronavirus-lhail-mary-protocol.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-foyes-e-i-case-studies.html).

Ma il carico archetipico costituisce un vantaggio irrinunciabile, per molti, vantaggio che è stato massicciamente usato quando più era usabile e travisabile, cioè nell'evento epidemico - un evento politico con risvolti medici, ricordiamolo. A tutti gli effetti per la classe medica giocare la carta della classe sacerdotale viene ed è venuto facile, con un background del genere. Facile ed efficace. Ma che tutto questo sia stato accompagnato da discorsi sul metodo scientifico, da parte di praticanti di una disciplina che scienza non è, è quanto meno grottesco. Grottesco e deleterio, perché ormai "scienza" nel discorso pubblico è praticamente identificabile con pensiero magico. E quindi ogni genuina laicità è stata il più delle volte bollata come eresia.

Nota: Roberto Calasso (https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Calasso), oltre a saper raccontare la mitologia greca come nessun altro, fu il patron di Adelphi. Adelphi, come è stata negli 80 fino ai 90, è  stata una casa editrice che non può avere rilevanza nell'Italia di oggi - infatti è da tempo più o meno un'editore come tanti altri e la sua storia vive solo nel suo catalogo. Ma la mia adolescenza e la mia gioventù sono stati segnati da libri pubblicati da Adelphi, da La nascita della filosofia di Giorgio Colli a Goedel, Escher, Bach di Douglas Hofstadter passando per La gaia scienza di Niezsche. Erano tempi più civilizzati.


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