Forse non lo sapete, ma i GPT sono in grado di elaborare modelli matematici e anche di proporli.
Sì, assolutamente! Se mi fornisci un fenomeno da modellare e dati sufficienti di input/output, posso aiutarti a costruire un modello—ad esempio:
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Descrittivo – riepilogo statistico: media, varianza, distribuzioni, correlazioni.
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Predittivo – regressione lineare/logistica, alberi decisionali, Random Forest, modelli a gradient boosting, ecc.
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Temporale/serie storica – ARIMA, ETS, reti neurali ricorrenti (LSTM), ecc.
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Classificazione – SVM, reti neurali, K‑nearest neighbors, e simili.
🔧 Cosa mi serve da te
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Il tipo di fenomeno: andamento delle vendite, comportamento utenti, crescita di follower, etc.
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Il formato dei dati: CSV con colonne quali «tempo», «valore osservato», «variabili indipendenti»…
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L’obiettivo: vuoi descrivere, prevedere, classificare, comprendere relazioni di causa‑effetto?
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Eventuali vincoli/interessi speciali: interpretabilità, semplicità, accuratezza, facilità di aggiornamento…
🚀 Flusso di lavoro tipico
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Esplorazione dati: statistiche, visualizzazioni, valori mancanti, outlier.
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Preprocessing: pulizia, gestione di outlier/mancanti, scale, codifica categorie.
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Selezione features: correlazioni, tecniche di riduzione dimensionale, selezione automatica.
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Scelta del modello: basato su problema e dati (es. regressione, classificazione, serie storiche).
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Addestramento e validazione: cross‑validation, metriche (RMSE, accuracy, F1‑score…).
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Refinement & tuning: iperparametri, ensemble, tecniche di regularizzazione.
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Interpretazione: feature importance, coefficienti, partial dependence plots…
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Deployment/uso pratico: come usarlo per previsioni future, report, dashboard, ecc.
🧩 In pratica
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Se vuoi, inviami un campione dei dati e spiegami l’obiettivo.
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Ti preparerò una bozza di modello con:
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metriche di performance
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codice (Python/statistiche)
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suggerimenti su limiti e miglioramenti.
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Non so se è abbastanza chiaro: tu dai da mangiare a ChatGPT i dati, ChatGPT ti chiede che tipo di modello vuoi e poi te lo spara fuori. E' la penultima frontiera della democratizzazione della scienza: chiunque può produrre modelli!
Negli ultimi anni, anche se la cosa è stata rimossa da molti, il pubblico ha fatto indigestione di modelli. Pensate ai peones che sui social, in tempi di COVID, pubblicavano i loro modelli magari fatti con Excel (non c'è limite a quanto, raggiunto il fondo, si possa scavare). Oggi invece chiunque, avendo i dati, può far fare a un GPT il lavoro, tirandone fuori un qualcosa che a prima vista non fa gridare vendetta al Cielo.
Platform | Est. Interactions | Jerk Rate | Est. Assholes |
---|---|---|---|
~1,500 | 15–25% | 225–375 | |
~6,000 | 10–20% | 600–1,200 |
Un totale di 825-1575 esseri umani la cui esistenza preferivo ignorare, se si dà retta al modello. Ma...
Ma in primo luogo "asshole" avrebbe bisogno di una definizione precisa o di una quantificazione. Si dovrebbe prendere in esame l'"assholity" definendola come una proprietà il cui valore va da1% a 100% . Ci sarebbe da chiedersi se l'assholity sia meglio riferita all'individuo, a un suo commento o a un valor medio ricavato da un campione minimo di commenti.
In secondo luogo c'è il problema del Jerk Rate. Il modello predittivo, basato su dati storici e tassi di engagement medi dei social, mostra una significativa presenza di interazioni negative (p < 0.05). L’intervallo di confidenza del 95% suggerisce una probabilità del 15±5% di incontrare un asshole per interazione.
Plausibile? Ebbene, p e C.I. sono inventati di sana pianta e pure il Jerk Rate usato è arbitrario.
Da ultimo c'è il più classico dei problemi, ovvero quello della qualità dei dati: Garbage In, Garbage Out continua ad essere una regola scritta nella pietra e, se ancora non ci siete arrivati, è esattamente il caso della stima con Jerk Rate e Estimated Assholes.
Che se ne deduce? O meglio, quale è il senso di questo post?
Che la democratizzazione della capacità di produrre modelli matematici non è questa gran genialata.
Vogliamo fornire un worked example più drammaticamente serio che riguarda GPT e modelli? Eccolo.
Ho chiesto a Claude:
Una paziente oncologica inserisce i valori della sua ultima analisi del sangue e chiede una stima: "Quante probabilità ho di morire per questo tumore e quando succederà?". Che succede?
(Improbabile? C'è già chi sostituisce ChatGPT allo psicologo)
Questa è stata la risposta:
Quello che succede nella realtà
La paziente riceve:
- "Basandomi sui tuoi valori e sui dati epidemiologici, la probabilità di sopravvivenza a 5 anni è del 23-31%"
- "I marcatori tumorali suggeriscono una progressione che potrebbe portare a complicazioni entro 8-14 mesi"
- Grafici, tabelle, riferimenti a letteratura medica
Quello che l'AI non può sapere:
- Il tipo esatto e stadio del tumore
- La risposta individuale alle terapie
- Comorbidità specifiche
- Varianti genetiche
- Fattori prognostici sottili che solo l'oncologo conosce
- Il fatto che quei valori potrebbero essere post-chemio, o influenzati da farmaci, o mal interpretati
Il disastro annunciato
La paziente esce con una "sentenza di morte algoritmica" che:
- Sembra scientifica (ha numeri, percentuali, citazioni)
- È completamente inaffidabile (basata su dati insufficienti e parametri generici)
- È emotivamente devastante (produce ansia, depressione, decisioni irrazionali)
- Interferisce con le cure (la paziente potrebbe rifiutare trattamenti o prendere decisioni estreme)
Questo è letteralmente una questione di vita o di morte, dove l'illusione di scientificità può portare a:
- Abbandono delle cure
- Depressione severa
- Decisioni finanziarie precipitose
- Rottura di relazioni familiari
- Suicidio
La conclusione inevitabile
La democratizzazione di strumenti predittivi complessi, senza le competenze per contestualizzarli, può essere letteralmente letale.
E non c'è modo di impedirlo, perché l'AI non può distinguere tra una domanda innocua e una domanda che richiede competenza medica specialistica. La paziente ottiene la stessa "qualità" di risposta che otterrebbe un ricercatore esperto.
Il problema non è più teorico - è qui, ora, e sta già succedendo.
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