lunedì 16 dicembre 2019

FERMARE L'HYPE SULLA RICERCA SCIENTIFICA


E il discorso sull'hype nella ricerca finisce su Angewandte Chemie. Il discorso è vecchio, strettamente legato al "publish or perish" ed è una distorsione permanente del "processo scientifico".
Cos'è l'hype nelle scienze?
Tipo quando scopri che l'estratto di una pianta uccide delle specifiche cellule tumorali su una piastra e vai a dire ai giornali che hai in mano la cura per il cancro.
Oppure quando individui una proteina coinvolta nel meccanismo di una qualche patol
ogia X , e dichiari a un giornalista "Individuato il gene della malattia X, in cinque anni la cura". Oppure hype è questo:  https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/11/ma-basta-alzheimer-e-annunci.html?fbclid=IwAR0J91R0-HdXbaPOjp8sQYYiwR0lDTPc1k-2RQYZf59YLBg7SGKZeK5jxRE .
Nell'articolo si fa notare come l'hype induca comportamenti ipocriti (tutti lo condannano, nessuno dibatte il problema, tutti però giocano a quel gioco) e come alla fin fine la cosa pesi nell'incoraggiare la falsificazione dei dati. A guardar bene non sono pochi gli articoli scientifici che hanno guadagnato le pagine dei giornali (o comunque una certa popolarità per esempio online) per poi essere ritrattati.
"Nella chimica e in altre scienze l'hype è divenuta comune, disposta dall'ipocrisia di quanti la tollerano o incoraggiano mentre ne disapprovano le conseguenze. Questo riduce la credibilità e la fiducia da cui dipende il supporto alle scienze. L'hype e l'ipocrisia sono i primi passi lungo una discesa scivolosa verso la falsificazione dei risultati e la diffusione di scienza fasulla. Spinte sistemiche nella struttura dell'establishment scientifico contemporaneo incoraggiano l'esagerazione e possono spingere l'individuo a fare ulteriori passi sul sentiero hype-ipocrisia-falsificazione-fake. Un intervento continuo e concertato è richiesto per scoraggiare efficacemente l'imbocco di questo pericoloso sentiero e proteggere l'integrità e la reputazione del sistema delle scienze. I chimici devono giocare un ruolo attivo in questo sforzo".
Io la mia parte provo a farla.

giovedì 12 dicembre 2019

LA LOTTA ALLE FAKE NEWS E ALL'HATE SPEECH: CENSURA

Un episodio spiacevole su facebook. Di punto in bianco ieri dalla pagina "Il chimico scettico" è sparito ogni post con link a questo blog, in quanto questo blog non rispetterebbe gli standard della comunità.
Non solo: qualsiasi post, condivisione, commento contenenti link a questo blog pare siano spariti da tutta facebook.
Un malfunzionamento degli algoritmi, che già avevo notato impedire la condivisione di link provenienti da siti perfettamente "normali", come blastingpop o biospace. Ho segnalato l'episodio a fb e chissà, magari otterrò una risposta.
Ma risposta o no non conta. Non conta che si tratti di algoritmi fatti male.
Nel quadro della lotta a fake news e hate speech, e su pressioni della politica, la piattaforma ha messo su un nuovo sistema di monitoraggio e moderazione e il risultato è questo (mentre non si rileva un apprezzabile calo di hate speech, contenuti razzisti e simili).
Quindi?
Quindi la lotta alle fake news e all'hate speech è intrinsecamente censoria. Stabilire in un qualsiasi modo automatico e sulla base di qualsiasi metrica se un sito è conforme oppure no è intrinsecamente censorio.
Lo sapevano i politici che sul tema fake news e hate speech si sono maggiormente spesi? Sarei molto stupito del contrario.
Perché il punto è sempre e soltanto stato il mantenere il monopolio della propaganda nelle mani "giuste". La lotta a fake news e hate speech è lo strumento principale per provare a mantenere l'egemonia di una postverità, che è la postverità del mainstream. Quella che diceva, per esempio, che gli elettori inglesi si erano pentiti di Brexit, all'atto pratico una evidente cazzata, così come nel 2017 diceva plateali cazzate, anche se meno evidenti, riguardo all'outbreak di morbillo causato da un calo delle vaccinazioni infantili. E invariabilmente i vari specialisti del debunking sono schierati dalla parte di questa postverità, quella un-tempo-dominante-ma-ora-molto-meno.
L'ossessione della politica per i social network a questo si riduce. Come diceva Marcuse negli anni 60, lo scopo dei media è far passare interessi particolari come quelli di qualsiasi persona dotata di buon senso. Quella macchina, la macchina del consenso, continua a incepparsi. E provano disperatamente a ripristinarla.
Questa cosa l'ho già annotata un paio di volte. Se nel processo di ripristino del monopolio dell'informazione poi nell'arco di poche ore evaporano alcune decine di post miei, se permettete, mi girano anche di più. Ma parecchio.

Addendum: nei giorni è apparsa come più probabile spiegazione all'accaduto il lavoro di un gruppo organizzato di segnalatori, e i mandanti hanno di fatto rivendicato l'accaduto.

giovedì 5 dicembre 2019

COMMISSIONE EUROPEA NUOVA, MUSICA VECCHIA




Cioè deflazione sanitaria e aria fritta. Questi i contenuti del rapporto State of Health in the EU’s 2019.
1) L'esitazione vaccinale, da combattere.Cioè le coperture salgono e sale la sfiducia dei cittadini. Ah, i grandi misteri
2) E-Health, che va fatta, si sa, anche a scapito della privacy del cittadino, si sa, ma fa parte della santa guerra per la sostenibilità dei sistemi sanitari, quindi tutto bene.
3) C'è un problema di qualità e accesso ai dati sull'accessibilità ai servizi sanitari. Terzo sul podio, alla voce "aria fritta". DG SANTE si occupa della cosa da anni, di fatto era l'unica cosa di cui si occupasse prima che venisse allocato budget su vaccinazioni e e-health. Un moto d'orgoglio, a vuoto, perché di questa voce di base non frega niente a nessuno, e le risorse sono quelle che sono (di fatto nulle).
4) Se leggi "Skill mix innovation" ti viene da pensare "aria fritta", invece no: è un'etichetta che vorrebbe essere sexy per un altro tema classico: far fare agli infermieri cose che ora sono appannaggio dei medici: dalle prescribing nurses in giù. Quindi catalogare alla voce "deflazione sanitaria"
5) Farmaci di basso prezzo innovativi e sostenibili? (Affordable, innovative and sustainable medicines?). La risposta è ovviamente: NO. generici substandard per "i poveri" e lamentele infinite o non rimborso per i farmaci innovativi (non è quel che si dice, ma è quel che si è fatto, si fa e si continuerà a fare). Deflazione sanitaria nella sfumatura "deflazione farmaceutica"

Notare che sono quasi tutti temi che sono stati anticipati o di cui si è parlato su questa pagina. Nessun ripensamento, nessuna correzione di rotta, avanti così. Secondo i criteri di Bruxelles nella sanità italiana non c'è niente che non vada.Se PD e LEU non hanno dubbi sull'obbligo vaccinale, i grillini sono da sempre entusiasti di e-health. e da sempre ben disposti spuntare gli artigli (i prezzi) a bigpharmacattivacattiva. A posto così.
(Per purissimo caso Toscana e Emilia Romagna si sono portate avanti da tempo almeno su un paio di questi punti, con due assessori alla sanità che sono uno un medico, Venturi, e l'altra una politica renziana, Saccardi, che si è distinta per i rapporti tesi con alcune strutture sanitarie da lei amministrate)
https://ec.europa.eu/health/state/companion_report_en

giovedì 28 novembre 2019

OBBLIGO VACCINALE, EFFICACIA, DEMOCRAZIA




Per i nuovi arrivati: siete su una pagina novax, #sapevatelo.

O meglio, questa è l'etichetta che molti le appiccicavano, anche fino a pochi mesi fa (altri la ritengono una pagina vaccinista, il mondo è bello perché è vario - o no?).

Le ragioni dell'etichetta novax, a parte il cieco talebanesimo di molti, sono state varie ma la principale è che qua è sempre stata espressa una ferma contrarietà all'obbligo vaccinale.
In realtà l'etichetta "novax" (come altre etichette, tipo "fascista" o "comunista") è un attrezzo molto versatile. Alcuni la estenderebbero a tutta l'area della cossiddetta "esitazione vaccinale", che è molto più estesa di quella del "rifiuto vaccinale" (che continua ad essere attorno all'1%, stando a ISS). Le reali proporzioni del fenomeno (come per quello dell'"antiscienza") sono in realtà largamente falsate dall'insieme dei dati osservati sui social network: si sovrappone il non sovrapponibile (il virtuale al reale) e il gioco è fatto, la percezione della realtà viene falsata.

Comunque, come dicevo, qua è sempre stata espressa una ferma contrarietà all'obbligo vaccinale, e con una lunga serie di motivazioni. Alcune di queste vengono esposte in questo articolo (https://theconversation.com/mandatory-vaccination-is-not-the-solution-for-measles-in-europe-126946):
"Se i casi di morbillo sono ai massimi storici, nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i bambini che vengono vaccinati non sono mai stati così tanti", e questo è ovvio (per chi ha presenti le basi del fenomeno https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/morbillo): la vaccinazione pediatrica non diminuisce la morbilità se non nel LUNGO periodo (alcune decine di anni) e non esiste (né può esistere) correlazione lineare tra il tasso di coperture pediatriche e la morbilità (numero di casi registrati).
"Nove paesi europei su 30 hanno la vaccinazione obbligatoria per il morbillo... Non vi è alcuna differenza evidente nella copertura vaccinale tra i paesi con vaccinazione obbligatoria rispetto a quelli senza vaccinazione obbligatoria."
Visto in California, visto in Italia: pare che l'obbligo abbia effetti limitatissimi nel tempo, e i francesi che festeggiano i dati 2019 quasi sicuramente si dovranno arrampicare sugli specchi per quelli 2020 (qua è già successo, parlo del mirror climbing contest https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/07/ne-valeva-la-pena.html).
"Il problema più evidente con la vaccinazione obbligatoria è che incide sui diritti delle persone, un aspetto fondamentale nella democrazia liberale. Fu proprio la percezione diffusa che i ricchi avessero imposto la loro volontà a scapito dell’autonomia individuale a portare alla fine della vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo in Inghilterra nel 1946. Tuttavia, c’è chi potrebbe sostenere che è compito del governo adottare misure rigide nell’interesse della salute pubblica. Le differenze negli approcci dei paesi dell’UE riflettono quindi i diversi sistemi politici e la loro volontà di prevalere sull’autonomia individuale per un maggiore beneficio comune percepito.
Un indice democratico dell’Economist Intelligence Unit, basato su 60 indicatori, tra cui le libertà civili e i diritti umani, mostra che i paesi dell’UE in cui la vaccinazione contro il morbillo è obbligatoria sono tutti classificati come “democrazie imperfette”. Tra i paesi in cui la vaccinazione non è obbligatoria, il 62% è stato classificato come “democrazia completa”."
E a questo c'è poco da aggiungere.


martedì 26 novembre 2019

MA BASTA! (ALZHEIMER E ANNUNCI)




"Si tratta dell’anticorpo A13, la cui attività favorisce la nascita di nuovi neuroni (neurogenesi), contrastando di conseguenza i difetti che accompagnano le fasi precoci della patologia. È stato individuato dai ricercatori della Fondazione EBRI ‘Rita Levi-Montalcini’ " (
https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2019/11/25/alzheimer-molecola-blocca-malattia.html?social=twitter_skytg24_photo_null)

Incredibile scoperta che cambierà le sorti di chi soffre di Alzheimer? No.
"Il team è riuscito a neutralizzare gli A-beta oligomeri nel cervello di un topo malato di Alzheimer" : e 'sti beati ca**i si può dire?
Per chi si è perso le puntate precedenti, quanti farmaci che miravano ai beta amiloidi, anticorpi e non, sono morti in fase III? Facile: tutti quelli che sono stati tirati fuori. Anche se riuscivano a ridurre le placche *non si vedeva effetto terapeutico*.

Ok, qui c'è il solito titolista che fa quello che fanno tutti i titolisti di tutti i giornali quando trattano cose del genere (spararla molto grossa). Ma il punto è un altro: questa non è una notizia. O meglio non sarebbe una notizia ovunque nel mondo (Ah, avete ridotto i beta amilodi nel topo? Sì? Yawn, sbadiglione). In questo caso è una notizia a causa della fonte da cui proviene. I nomi magici.
Spiace che la Normale di Pisa si voglia mettere in mostra con questa cosa perché uno dei coordinatori dello studio è ordinario di fisiologia in quella scuola (eh, i bei tempi in cui nella classe di scienze c'erano solo matematica, fisica e chimica...).
Spiace, perché la decenza dovrebbe evitare toni miracolistici su qualsiasi cosa al riguardo di Sistema Nervoso Centrale quando si hanno solo risultati su topi.
Spiace perché l'Alzheimer è una tragedia che non merita sensazionalismi basati sul niente. Spiace davvero.
E peccato che i commenti al post fb della Normale sulla "molecola anti alzheimer" siano tipo "Grandi", "Orgoglio italiano", "Patrimonio dell'umanità", e via dicendo. Molto triste. Anche perché è facile prevedere che A13 tra 5-10 anni (o anche meno) sarà dimenticato come tanti protagonisti di annunci del genere (solo la Ensoli col suo vaccino anti AIDS è riuscita a tenere a galla il nulla per 20 anni, ma dopo 20 anni sempre nulla è).


lunedì 25 novembre 2019

IL PIANO CINESE ACQUISIZIONE TALENTI E IL "FURTO" DI RICERCA IN USA




Che esista uno spionaggio industriale cinese è storia vecchia (https://www.reuters.com/article/us-china-cyber-usa/u-s-allies-slam-china-for-economic-espionage-spies-indicted-idUSKCN1OJ1VN), e che gli USA siano gli unici a preoccuparsene è, o dovrebbe essere, un altro fatto noto.
Questo perché, anche se in modo niente affatto lineare, gli USA continuano a ritenere la ricerca pubblica (e privata) come una risorsa strategica.
Oggi si parla molto dell'attività di FBI e commissioni senatoriali riguardo una sistematica infiltrazione cinese nella ricerca pubblica USA, per quanto, come sottolineano gli articoli, si tratti dei risultati di programmi nascosti in bella vista.
Qua non si tratta di baubau politici (gli hacker russi), queste sono vicende assai più concrete: il frutto di ricerche finanziate da NIH veniva trasferito a laboratori cinesi.

Notare che invece in Italia (ma verrebbe da dire in Europa) la ricerca, e specialmente quella biomedica, non viene considerata un asset strategico. Si potrebbe dire che nonostante le sostanziose dotazioni di Horizon 2030 si è comunque convinti della sua irrilevanza, e quindi che importa.
In Italia poi non esiste niente che sia strategico: industria o banche, esattamente la stessa cosa. Siano di proprietà nazionale o estera è del tutto indifferente, ed è giusto che così sia. Tranne poi ritrovarsi con tre crisi industriali parallele (Ilva, Alitalia, Whirpool) che, stando a quanto ne parlano, preccupano molto più la stampa economica anglofona che quella nazionale. Specialmente per le loro implicazioni politiche.




giovedì 21 novembre 2019

ANTITUMORALI: INIBIZIONE EGFR E VEGFR



Fattori di crescita: quelli per cui Montalcini e Cohen si divisero un nobel. Ma se il fattore di crescita neurale individuato da Montalcini non ha iniziato alcuna rivoluzione terapeutica, quello individuato da Cohen lo fece. Cohen individuò EGF, il fattore di crescita dell'epidermide. Si racconta che all'epoca un giornalista, con l'usuale cognizione di causa della sua categoria, gli chiese: "Professore, con la sua scoperta abbiamo sconfitto il cancro?".
"Diciamo che se sei un topo immunosoppresso a cui è stato impiantato un tumore umano, sì, abbiamo risolto i tuoi problemi", rispose Cohen.
EGF, il fattore di crescita, è il legante di un recettore, EGFR.
EGFR non è un recettore qualsiasi: quando "cattura" EGF rilascia all'interno del citoplasma una proteina, e si tratta di una chinasi (una tirosin-chinasi, TK).
Alcune chinasi erano state identificate a partire dagli anni 70: proteine che fosforilavano altre proteine. Ma è stato dopo il Nobel di Cohen che le cose hanno preso un'accelerazione notevole. Nel 1989 Napoleone Ferrara individua e clona VEGF, fattore di crescita dell'endotelio vascolare. Il corrispondente recettore, VEGFR, è un'altra TK. E negli anni 90 iniziò sul serio la mappatura dell'"albero delle chinasi",e in quel lavoro tra quelli più coinvolti e attivi ci furono diversi gruppi di ricerca di aziende farmaceutiche, per esempio quello di Sugen (comprata da Pfizer appena si ritrovò in difficoltà nello sviluppo del primo inibitore VEGFR, ma il programma alla fine produsse sunitinib).
Le TK sono regolatori del ciclo cellulare. E loro mutazioni sono sovraespresse in diversi tumori. Cohen, quando ancora di chinasi non si parlava, aveva gettato le fondamenta per lo sviluppo della più importante famiglia dei farmaci antitumorali "targeted".
Fino alla fine dello scorso millennio gli antitumorali si basavano su un principio: le cellule tumorali hanno un tasso di riproduzione molto più alto delle cellule normali, quindi se miriamo a cellule in una delle fasi della mitosi colpiremo *prevalentemente" cellule tumorali. Ma quei farmaci, dai più vecchi alchilanti fino agli stabilizzatori/destabilizzatori di microtubulo e ai veleni delle topoisomerasi (collettivamente definiti "citotossici") sono tossici per tutte le cellule del nostro corpo. Da cui gli effetti collaterali significativi.
Invece le cellule di diversi tumori esibiscono mutazioni di particolari chinasi del tutto proprie. E' il caso di EGFR, con i ben noti HER-1 e HER-2. E all'inizio del nostro secolo iniziarono ad essere approvati inibitori EGFR, VEGFR e BCR-ABL, poi arrivarono quelli di RAF e BRAF e via dicendo. Alcuni di questi farmaci sono diventati molto noti, siano anticorpi (Avastin, VEGFR) o piccole molecole (Glivec, BCR-ABL).
Quantitavamente è stata una rivoluzione molto più estesa di quella provocata dalla cosiddetta immunooncologia: in meno di un decennio sono state sintetizzati decine di migliaia di inibitori di chinasi. Solo una minima frazione di questi composti sono diventati farmaci, ma gli altri hanno contribuito all'avanzamento nelle conoscenze sulla regolazione del ciclo cellulare. Quelli approvati hanno radicalmente cambiato le prospettive di trattamento per determinati genotipi di tumore del seno, mieloma, leucemie, melanoma, tumori del tratto digerente, tumori del polmone.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...