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https://blogs.sciencemag.org/.../mrna-vaccines-what-happens |
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https://blogs.sciencemag.org/.../mrna-vaccines-what-happens |
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https://www.gov.uk/…/past-covid-19-infection-provides-some-… |
Tirare uova marce al UK e Svezia è diventato uno sport popolare, anzi pop, lo so. E le sparate chiaramente non mancano.
UK, che ha dovuto affrontare un brutta situazione nell'Inghilterra
meridionale (la variante inglese) negli ultimi tempi avrà preso
decisioni discutibili, ma in qualche modo le ha a stretto giro
bilanciate. Per primi hanno approvato il vaccino Pfizer, ma con un
monitoraggio molto attento (da cui la controindicazione
di MHRA per i soggetti allergici). Si è detto e ripetuto che volevano
far seguire alla prima dose di un vaccino il richiamo con un vaccino
diverso (e poi la cosa è stata smentita). Hanno detto che in UK si
intendeva allargare i tempi tra prima dose e richiamo, e questo al di là
delle dichiarazioni è ancora da vedere se verrà fatto o meno.
All'UK dobbiamo RECOVERY, trial su farmaci anticovid molto poco citato
(perché desametasone sì, remdesivir sì, idrossiclorochina no, quindi
scomodo, specie a Ginevra).
E ora dal Regno Unito arriva uno studio
che è il primo del suo genere sull'efficacia dell'immunizzazione
"naturale" a SARS-CoV-2. Ed è 83%. Quindi peggio (a regola) dei vaccini
Pfizer e Moderna ma meglio (e molto) di quello Sinovac. Gli immuni dopo
infezione possono diventare ancora portatori del virus (asintomatici),
se esposti al contagio. Ma che questo non avvenga con i vaccini in via
di dispiegamento è ancora tutto da dimostrare.
In questo senso NON
c'è da stupirsi della raccomandazione AIFA, che dice che il richiamo non
è indicato per i vaccinati che dopo la prima dose siano risultati
positivi al virus.
La questione "immunità da malattia" mi immagino
porterà subito a commenti riguardanti il Long Covid. E' un problema?
Ovvio, e occorrerà trovare un modo per trattarlo (in realtà sono una
miriade di problemi diversi). Ma finché non abbiamo numeri, non
buttiamolo avanti ogni tre per due. Sembrerà cinico, ma il problema
principale non è che Long COVID esista. Quel che è essenziale è
conoscere la sua incidenza - perché i soliti fanno intendere che se ti
prendi COVID poi arriva Long Covid, cosa che appare ben lontana dalla
realtà.
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https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=91443 |
E' un modello ( https://journals.aboutscience.eu/index.php/aboutopen/article/view/2213/2222), ma i numeri che ne escono sono coerenti rispetto a
quelli che fin da aprile venivano fuori da meno sofisticati conti della
serva. Il modello utilizza i dati di efficacia dell'autorizzazione definitiva FDA e prevede che tutti i pazienti con le caratteristiche indicate dalla Conditional Marketing Authorization EMA siano trattati con il farmaco. Cosa che da noi non è mai successa.
Quando ad agosto 2020 fu chiaro che non ci sarebbe stato alcun vaccino a settembre, e la seconda ondata pandemica era già all'opera in Europa, specialmente in Francia, la Commissione Europea fino ad allora aveva dedicato tutta la sua attenzione ai vaccini: Emergency Support Instrument prevedeva l'acquisto di 50.000 dosi di remdesivir, una miseria. Gli orientamenti cambiarono velocemente e il contratto di fornitura passò a mezzo milione di dosi (https://www.startmag.it/sanita/veklury-remdesivir-di-gilead-ecco-le-mosse-di-bruxelles/). Nonostante questo ai primi di ottobre Magrini, DG AIFA, spiegava che “il fabbisogno supera la disponibilità”. Veniamo a sapere che l'Italia ha ordinato 25.000 dosi a settembre e prevede un altro acquisto di 25.000 dosi. Ma poi arriva OMS che sconsiglia il farmaco, e le acque diventano molto agitate. Il rappresante dei pazienti presso il Board di EMA chiede ragione della politica dell'Agenzia e della Commissione quanto al farmaco (e di ricontrattare il prezzo al ribasso). In Italia una "inchiesta" dell'Espresso biasima lo spreco di soldi pubblici in un farmaco inutile (https://www.facebook.com/chimicoscettico.blogspot/posts/2890194544532747). E sulle mosse di Bruxelles (e di Roma) quanto a remdesivir scende la nebbia più fitta. Pare che il nostro secondo acquisto da 25.000 sia sfumato, mentre da fonti tedesche e da Reuters invece veniamo sapere che gli acquisti di ESI sono passati a 3 milioni di dosi, e che la Germania ne ha prese 150.000 (https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-germany-remdesivir/germany-says-remdesivir-useful-for-some-covid-19-patients-idUSKBN27J1UZ). A metà dicembre il
General Manager di Gilead Italia dichiara in un'intervista che è una questione politica (https://www.facebook.com/chimicoscettico.blogspot/posts/2902365306649004) e che in Italia si sta producendo il principio attivo. Ma ormai si parla solo di vaccini e piano vaccinale. E intanto il numero dei decessi continua ad essere un macabro bollettino giornaliero.
AIFA
ha contingentato il farmaco tramite il registro Veklury, che prevede la
richiesta per ogni singolo paziente e la verifica che il medesimo
corrisponda ai requisiti della CMC EMA (un processo che rallenta il
tutto, quando le condizioni del paziente ospedalizzato posso cambiare
anche velocemente). Ci auguriamo che prima o poi i numeri del registro
vengano resi pubblici: la trasparenza su questi dati in questa
situazione dovrebbe essere d'obbligo.
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...