lunedì 17 luglio 2023

POPOLAZIONI (OVVERO: INCIDENZA DI IDIOZIA)

 



"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli". 

Queste stranote parole di Umberto Eco, del 2015, erano un assunto imperfetto. In primo luogo perché Nobel rimbecilliti non mancano. In secondo luogo perché tra gli imbecilli sui social sono facilmente rilevabili figure con incarichi istituzionali, cattedratici e professionisti. E sono quelli che offrono lo spettacolo più penoso. Quindi imbecille da bar contrapposto a non imbecille titolato oggi non regge, e direi che non reggeva neanche nel 2015. Già, 2015: quando il nemico erano gli antiscientifici grillini e tra i caporioni della milizia proscienza sui social italiani c'erano pasticcere, gioiellieri, ragioniere. E rilevare in tutto ciò una profonda contraddizione era sommamente cafone.

Anni e anni fa iniziai a sentire i due opposti mantra "Gli italiani sono migliori di chi li governa" e "gli italiani non sono migliori di chi li governa". Ovviamente usati a seconda di chi governava e spesso dalle stesse persone al cambiare dei governi. Questo per dire che in nuce la polemica è vecchia e molto plasmabile o flessibile.

Fermo restando il fatto che i social media sono la finestra definitiva sull'idiozia umana  il tema, al contrario di quel che i più credono, non si ferma al riduzionismo che fu praticato da Eco. Ammetto di aver saputo dell'esistenza di Idiocracy, il film, sui social, perlappunto. Col tempo ho constatato che chi lo citava e si poneva il problema della dilagante idiozia era idiota quanto lo erano i suoi bersagli.

Nel quadro prevalente della "critica all'idiozia" (che include la critica al suffragio universale e tante altre belle cose del genere) si rilevava uno schema fisso: ovvero il presupposto che il tasso di idiozia non fosse omogeneo tra popolazioni italiane diverse. Per esempio, la popolazione di chi vota per x ha un tasso di idiozia del 100%, mentre quella che vota per -x ha un tasso di idiozia irrilevante. Iricercatori e i professori universitari poi hanno un tasso di idiozia nullo. Beh, quasi nullo, perché quando il professor X o il dottor Y o il ricercatore Z andavano contro la parola d'ordine corrente (o il rosario del giorno, se preferite) beh, allora immediatamente venivano collocati nel campo dell'idiozia. Cosa che è successa  ad Alessandro Barbero e a Carlo Rovelli, per fare due esempi a caso. Ma comunque si tratterebbe di eccezioni trascurabili.

A seguito dell'esperienza CS sarei portato a ipotizzare che queste metriche dell'idiozia siano buone unicamente per lo smaltimento come rifiuto indifferenziato.

Cominciamo prima a definire idiozia. Vediamo la Treccani

idiozìa s. f. [dal fr. idiotie, der. di idiot «idiota»]. – 1. a. Nel linguaggio com., condizione da idiota, stupidità, scarsa intelligenza: rivelare la propria i.; anche di cose fatte o dette stupidamente: i. di una domanda, di una risposta, di un comportamento. b. Con sign. concr., azione, comportamento, pensiero, frase da idiota: fare, dire, scrivere una i., delle idiozie; sarebbe un’i. rinunciare all’offerta; che i., andarglielo a dire! 2. In medicina...

Lasciamo perdere la definizione medica, che non è pertinente, e approfondiamo o meglio estendiamo:

An Educated Idiot is a person that went to college, but is dumber than a rock. The Educated Idiot feels like he/she is smart, but they screw up everything they get involved in. They have a hard time getting dressed, driving a car, or eating. Only the parents are proud of their Educated Idiot children mainly because they themselvs are also Educated Idiots.

(una terminologia  simile è stata usata anche da Nassib Taleb, per dirne uno  https://www.shortform.com/blog/intellectual-yet-idiot/)

Se si ridifinisce idiozia con educated idiocy ho il forte sospetto che il suo tasso si conservi tra una popolazione e l'altra, pari pari. Il campione CS non è di sicuro rappresentativo, ma in cinque anni gli educated idiots sono stati forse la presenza più rilevante, per tacere degli ineducated idiots che si credevano educated grazie a un diploma o una triennale, a volte presa online. Quindi Idiocracy è stato letto e citato con un certo pregiudizio, quello che vedeva il conflitto tra idioti classici e educated idiots (o chi si riteneva tale, anche se nella vita faceva, che ne so, il grafico, l'OSS, la donna delle pulizie etc).

Il principale problema è "la scienza", anche parlando di formazione:

 

Scienze della produzione alimentare (anvedi)

Scienze della produzione animale  (stica...)

Scienze della comunicazione (stica^3)

Scienze del turismo (stica^5)

Scienze economiche (Economia e Commercio non era abbastanza figo, evidentemente)

Scienze della Pubblica Amministrazione (che dire..)

Scienze per la Pace (loss for words)

Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale (!)

Scienze della comunicazione grafica e multimediale  (e qua ogni commento possibile è censurabile)


Direi che qualcosa è sfuggito pesantemente di mano qualche tempo fa, sia al ministero che nelle università. Davanti a un panorama del genere è quasi compresinsibile che qualche laureato in medicina si sia ritenuto depositario del pensiero scientifico (in realtà il pesiero scientifico di del solito paio etc).

Io vengo da una facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali del tempo, in cui la posizione nella catena alimentare dei vari corsi di laurea era ben chiara. E  bene o male, dati i tempi, ci dovevamo confrontare anche con Heidegger, che aveva scritto: la scienza non pensa. Heidegger non distingueva tra scienza e tecnologia (come quasi tutti al giorno di oggi) ma probabilmente aveva ragione. La scienza non pensa, ma qualche scienziato si e qualcuno educato in una disciplina scientifica pure.

I partigiani della scienza che danno dell'idiota agli altri sono perfetti adepti dello scientismo pop odierno, la compiuta ipostasi della scienza che non pensa. Decenni fa mi ricordo un certo attivismo riguardo a una "scienza responsabile". Oggi la scienza oltre a non pensare declina ogni responsabilità. In cinque anni di attività su isocial una cosa la posso affermare: al 98% i rappresentati dell'accademia presenti su quelle piattaforme erano scienza che non pensa (ma obbedisce).

Chi vende o pratica o vorrebbe praticare "comunicazione della scienza" ovviamente è iscritto alla scienza che non pensa (ma obbedisce), però ha centrato un punto, e il punto è la propaganda, o meglio la guerra per la narrativa. Dopo alcuni anni sono sempre più convinto che, riconoscendo la guerra in corso, non si debba lasciare al nemico la scelta del campo di battaglia.

venerdì 14 luglio 2023

IL MONACO GUI GOU E L' INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

Il maestro Zhaozhou entrò nella cella del monaco Gui Gou nell'ora di meditazione e lo trovò che stava forsennatamente digitando sulla tastiera del suo computer portatile.
"Cosa diavolo stai facendo Gui Gou?" chiese Zhaozhou.
"Interpello ChatGPT per sapere come raggiungere l'illuminazione" rispose Gui Gou.
Allora Zhaozhou afferrò il mouse e lo colpì violentemente sulla nuca.
In quel momento il monaco Gui Gou raggiunse l'Illuminazione Artificiale.

mercoledì 12 luglio 2023

GRANDI (?) RITORNI - MA LA QUARTA SERIE E' UN FLOP

 

https://www.salute.eu/2023/07/11/news/covid_virus_autunno_epidemie_previsioni-406991684/

 

Eravate in crisi di astinenza virale? Tranquilli c'è chi pensa a voi. Ora avete una nuova speranza.

Questo articolo si inserisce in un filone che in teoria dovrebbe essere estinto, quello della pandemia perpetua. Qualcuno se le ricorda le idiozie sul "nuovo normale"? Tiravano ancora niente male in certi giri quando in mezzo continente il vecchio normale era tornato al suo posto, esattamente dove era prima. E si tiravano virtuali uova marce a chi aveva avuto l'ardire di scrivere la parola "omoplasia". Poi arrivò Kraken...

Ora, fosse stata una sceneggiatura per una fiction chiamare la nuova terribile mutazione del virus Kraken non avrebbe funzionato. Sicuramente piu' di un critico avrebbe scritto che si era cercato l'effettaccio da poco e senza successo. Quando si è arrivati ad Arturo... ok, è diventata una sitcom, potevate dirlo.

E veramente sitcom è stata. Adnkronos: Covid, Oms: "Variante Arturo può diffondersi e far salire contagi"(https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/covid-oms-variante-arturo-puo-diffondersi-e-far-salire-contagi_5mzBaKDVBUGmkIQPtXcLBo) (risate fuori campo). "Covid, continua calo casi. Oms: variante Arturo la più diffusa " (http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/covid-continua-calo-casi-oms-variante-arturo-la-piu-diffusa-/) (ohhhhhhhh fuori campo). Ma fin da aprile "L'Oms reputa "bassa" la "gravità""(https://it.euronews.com/next/2023/04/26/covid-nuova-variante-arturo-tutto-quello-che-ce-da-sapere). Applausi, titoli di coda.

In realtà non ci sono parole per la stampa italiana. In estate morti di caldo in autunno morti di COVID (o altro, che fa lo stesso). In inverno suggerirei l'apocalisse nucleare, poi si può riprendere da capo. 

Nella stagione fredda i virus respiratori ritornano... ma dai, chi l'avrebbe mai detto. Certo è incredibile come l'umanità sia riuscita a sopravvivere a periodiche epidemie di influenza. Ma che dico, incredibile come l'umanità sia sopravvissuta al raffreddore. Una cosa incomprensibile.

Alle volte penso che sono davvero fortunato. Fortunato perché non lavoro ne nel giornalismo ne nella comunicazione più generalmente intesa. Che tristezza infinita deve essere essere ridotti a scrivere roba come questa o tanta altra (e tra 2020 e 2022 s'è visto molto di peggio). Che incredibile squallore ripetersi in questo modo.


martedì 11 luglio 2023

AI E TUTTO IL RESTO

https://www.youtube.com/watch?v=fxiHM11w-rk

 

Beh, era facile capirlo. Mi ricordo quello che faceva addestrare l'AI da chimici medicinali per ottenere AI che avrebbe sostituito i chimici medicinali. questa cosa era di fatto la ragione sociale di Benevolent AI e quel che ne è venito fuori NON è stato un successone (https://www.fiercebiotech.com/biotech/benevolentai-makes-deep-cuts-after-midphase-flop-laying-180-and-shrinking-lab-footprint). Già scritto, è la sottile linea che divide gli attrezzi utili dalle black box magiche  Ma del resto il sogno del capitale di avere mano d'opera non conflittuale e a basso costo (i robot) è stato sostituito dalla realtà in cui si ha mano d'opera non robotica e non conflittuale a basso costo - e il capitale non ha abbastanza ringraziato i sindacati, del resto la natura del capitale non è dare, ma prendere. Prendere? Rapinare, in effetti, mi ricordo qualcosa del genere scritto da Pierluigi Sullo una ventina e passa di anni fa su Il Manifesto. Poi si è arrivati alla Rangieri. Tristissima parabola. I quotidiani comunisti, in Italia, di fatto sono morti da qualche parte negli anni 90. Un capitolo chiuso, in teoria, che è sopravvissuto a sé stesso, in ginocchio. E vorrei far notare che la posizione "in ginocchio" non si addice gran che a un quotidiano che insiste a definirsi comunista.

Comunque ritorniamo a AI e dintorni, riprendo ancora una volta Sara Gandini:

È indubbio che siano strumenti utili ma i rischi che vedo sono vari. Ne elenco alcuni per poi approfondire alcuni aspetti.

Un primo aspetto importante da ricordare è che per usare questi strumenti la realtà deve essere trasformata in un dato binario. Ogni informazione deve essere codificabile, e le persone, le malattie, le cure, tutto quello che accade nella relazione tra medico e paziente, la storia dei pazienti… tutto deve essere riducibile ad un dato bidimensionale immagazzinabile per poter essere codificato e analizzato e questo ovviamente porta ad una riduzione della realtà che lascia fuori l’imprevisto dell’umano, la soggettività, l’inconscio, l’eros, la magia delle relazioni.

Si perde qualcosa quindi ma accelerano i calcoli e questo attira molti ricercatori che a mio parere si affidano alle macchine come scorciatoia per pensare, come se bastasse schiacciare un bottone per comprendere il significato nascosto di grandi quantità di dati, senza bisogno di studiare criticamente la letteratura scientifica. Con l’AI ci si affida alle macchine per dare risultati che spesso ad esempio sono semplici correlazioni scambiate per legami causali, di causa ed effetto, perché non c’è tempo per ragionare sui disegni di studio, sulle fonti di bias e confondimento e capire cosa affettivamente quel singolo studio è in grado di dire e cosa no.

Si chiede alle macchine di pensare al nostro posto, perché chi usa senso critico rallenta il processo e non è funzionale.

L’abbiamo visto anche durante la pandemia in cui i dati scientifici venivano portati come verità assolute. Abbiamo sentito dire frasi come “qui parlano i dati”, ma i dati non parlano da soli, si tratta sempre di interpretazioni di risultati che dipendono dalle conoscenze e dall’esperienza dei ricercatori e delle ricercatrici.

E così sempre più ci si affida all’intelligenza artificiale come un qualcosa di magico, di salvifico, di oggettivo, con l’illusione che le macchine potenti e infallibili, ci portino verso verità neutre e imparziali.

Ma se si parla così tanto dell’AI in questo momento è anche dovuto al fatto che attira enormi capitali in ogni ambito, dagli psicologi ai biologi, ai medici, tutti stanno investendo su queste tecnologie. Ora ad esempio sempre più spesso si sente parlare di ospedale virtuale come di una realtà che si avvicinerebbe al paziente, visto che non ci sono finanziamenti per i servizi territoriali. La telemedicina viene in soccorso, senza bisogno di spostarsi, di vedersi in presenza, di toccare i corpi dei pazienti.

(https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/25852-sara-gandini-intelligenza-artificiale-implicazioni-etiche-e-politiche.html?highlight=WyJnYW5kaW5pIl0=)

Sullla libidine per la black box software, Deus Ex Machina, neanche a farlo apposta, avevo scritto due scemenze qualche giorno fa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/software-chimica-e-molto-altro.html). Ma del resto viviamo in un mondo in cui nel 98% dei casi il pensiero critico (secondo alcuni l'unico pensiero) ha abdicato all'hype - e da sempre le ragioni dell'hype sono solo due: soldi o potere o tutte e due.


venerdì 7 luglio 2023

PAGHERETE

 

C'è chi questo slogan non lo ha mai sentito. E' roba vecchia, sorpassata, ammuffita.

Piccolo particolare: è storia. Storia italiana.

Nel decennio successivo la classe lavoratrice non era andata in paradiso, ma si era fatta la casa, l'auto e le vacanze al mare. Quando lessi "Il tallone di ferro", di Jack London, negli anni 80, lo trovai superato. I diritti economici acquisiti sembravano una cosa che era lì per restare, la creazione del Sistema Sanitario Nazionale, gratuito e universalistico, pure.

Certe situazioni durano poco, ma sono esistite. E sarebbe bene ricordarlo, che sono esistite, e che "si viveva al di sopra delle nostre possibilità" è una cazzata reazionaria, che sarebbe ben uscita dalla bocca dei reazionari degli anni 70, di quei missini che parlavano contro il suffragio universale. Oggi chi è che parla contro il suffragio universale?

Guardando all'Italia di allora, quelle lotte che ebbero quei frutti, e all'Italia di oggi, che quei frutti ha iniziato a distruggerli a partire dall'inizio degli anni 90, non è possibile non tirare una conclusione: la reazione ha vinto, e i partiti della sinistra parlamentare italiani si sono accodati - il prezzo dell'accesso alla stanza dei bottoni, inteso non come il potere di cambiare le le cose ma come l'occasione per accedere al potere.

E la classe lavoratrice?

Ha imparato molto bene.

Ha imparato che senza un'espressione politica, senza corpi intermedi (sindacati) che tutelino i suoi bisogni l'unica cosa è piegare la schiena e guardare in basso. Perché il capitale è sempre pronto a chiudere e trasferire tutto in Tunisia o Romania o in Asia. La tanto decantata globalizzazione ha fottuto le classi lavoratrici europee al di là di qualsiasi rimedio. Inoltre chiunque ci sia al governo se scendi in piazza a manifestare per il lavoro che ti viene rubato o altro, le mazzate sono garantite. Non proprio entusiasmante, come prospettiva.

Nei solchi bagnati di servo sudor non si alza la testa: è pericoloso, c'è il muto da pagare.

Quindi è bene guardare indietro. E magari provare un po' di vergogna. Non per quello che gli italiani erano, ma per quello che sono oggi.

https://www.youtube.com/watch?v=MaEawTX99K8

 

(pensando alla fine che hanno fatto tanti ex LC ho sempre una certa nausea)

Eppure anche oggi chi dovrebbe pagare caro e tutto non manca: ed è sempre lì al suo posto, comunque cambi il vento. Ma non pagherà e neanche a rate.

martedì 4 luglio 2023

MI ISCRIVO AI COMPLOTTISTI...

 

... ma anche no (un film tanto allucinante quanto allucinato, che merita).

Però pensateci un attimo:

Piazza Fontana strage anarchica

Il DC9 Itavia precipitato per cedimento strutturale (Ustica, per i troppo giovani)

Gladio, un presidio di libertà (segreto, però, e anticomunista, cfr Stay Behind)

La strage di Bologna - curioso che Fioravanti e Mambro abbiano confessato tutto tranne questa, viene in mente un certo film in cui un tale diceva "magari trovi il timer con la scritta Repubblica Italiana"

https://www.youtube.com/watch?v=LiDI8GeTrGg

Su questo genere di narrazioni "anticomplottiste" la complicità diffusa dei benpensanti di ieri è esattamente la stessa dei benpensanti di oggi. Eppure in passato la critica del potere era un elemento importante della weltanschauung della sinistra storica e l'attenzione per le cospirazioni, la richiesta di "verità" sui fatti tragici di più di un ventennio di storia italiana la sua conseguenza. La cospirazione per eccellenza, l'assassinio di Kennedy, è stato uno dei fatti impressi nella coscienza democratica americana e non solo. Ma oggi facendo un giro sui grandi media italiani pare che l'unica cospirazione in atto, di nuovo, sia quella russa, tesa a minare le fondamenta delle democrazie occidentali.


E infatti, in tempi recenti, un tema fin troppo serio è stato lasciato nelle mani di grillini e complottardi (https://www.lastampa.it/biella/appuntamenti/2020/02/22/news/la-corruzione-tra-i-giornalisti-nel-libro-tradotto-da-diego-siragusa-1.38499092/). Il problema dei giornalisti pagati da servizi segreti occidentali parrebbe non essere stato una prorogativa tedesca, visto che un documento di un'agenzia americana pubblicato da Anonymous aveva nomi di italiani (Severgnini, Jacoboni). Ma in fondo che male c'è ad essere pagati dalla CIA per portare avanti una propaganda giusta e sacrosanta? Bisognerebbe dar retta a nemici dell'Occidente come Snowden e Assange?

E' una strategia e va avanti da anni. C'è un tema scomodo, molto scomodo, potenzialmente eversivo. Lo si ignora ostentamente. Gli "impresentabili" (la "destra", i complottari, i novax, i negazionisti, i putiniani) se ne appropriano: tac, tema neutralizzato. Il tema non è più scomodo o eversivo, è un tema "loro", e quindi è una cazzata come tutto il resto che viene da loro (che di cazzate sono produttori a getto continuo) - alla fine, però, nelle urne non paga, e pare paghi sempre di meno, quindi c'è da porsi il problema dell'accesso al voto. La sinistra parlamentare italiana ridotta a una pessima caricatura di Maria Antonietta.

Ne è passato di tempo da quando Eugenio Finardi cantava "La CIA ci spia sotto gli occhi della polizia"

https://www.youtube.com/watch?v=VvMbwFuBgkQ

Well i don't care nothin' of what you can do or say'Cause you know, honey, you're never gonna have it your wayBecause I'm paid, I'm paid by the C.I.A.And you're never gonna be free until I go away
And I travel round the world to help it to stay 'free"And I'll help you anyway even if you disagreeBecause I'm sure I know the meaning of democracyIt means that my way, is the only way to be
 

Ah, a proposito...


Ma in Italia al riguardo le vergini dai candidi manti non si contano, specie tra tv e carta stampata.

Eh già, l'Italia... da complotto a complotto e da cospirazione a cospirazione, vogliamo dirlo che il Piano di Rinascita Democratica, indipendentemente dalle sorti di Licio Gelli, è stato un successone? Pensate alle politiche del lavoro degli ultimi 30 anni. Ai sindacati. Pensate ai giornali. Pensate alle televisioni. Chi disprezzava comprò, missione compiuta. In fondo la P2 (loggia Propaganda 2, ricordiamolo) era una ONG di brave persone preoccupate per la tenuta democratica del paese. O no?


SOFTWARE (CHIMICA E MOLTO ALTRO)

 


Volgere di un decennio. Un laureando per la tesi doveva calcolare energie libere di Gibbs di reazione in funzione della temperatura...

Ah, forse è meglio precisare. ΔGr, energia libera di reazione, è data dalla differenza tra la somma delle energie libere dei prodotti di reazione e la somma delle energie libere dei reagenti. Quando questa differenza è minore di 0 la formazione dei prodotti è favorita (la reazione è spostata verso i prodotti), quando è 0 siamo in condizioni di equilibrio, quando è maggiore di 0 la reazione è spostata verso i reagenti. Essendo G funzione della temperatura avere un suo grafico è utile: fa vedere gli intervalli di temperatura in cui la reazione è sfavorita e quelli per cui è favorita. Per molti composti semplici l'energia libera di Gibbs è tabulata: ai tempi dei tempi qualcuno si è messo a misurarla per la sostanza x tra questa e quella temperatura, ha scritto tutto e anno dopo anno questi dati sono stati messi assieme (insieme ad altri dati riguardanti altre proprietà chimico-fisiche).  Li trovate su libri come
CRC Handbook of Chemistry and Physics o Perry's Chemical Engeneers' Handbook  e simili .Il capostipite di queste pubblicazioni è forse International Critical Tables of Numerical Data, Physics, Chemistry and Technology, diversi volumi usciti tra anni 20 e 30 dello scorso secolo, e al tempo mi è capitato di consultarlo più di una volta nella biblioteca del dipartimento (le misure di proprietà chimico fisiche difficilmente diventano obsolete nel tempo). Oggi questi dati sono facilmente reperibili sul NIST Chemistry Webbook.
Quindi ΔGr(T) per molte reazioni semplici può essere calcolata con facilità e si può ricavare il suo grafico.

Torniamo al volgere di quel decennio e al laureando: il poveraccio era costretto davanti a una linea di comando. Il software ragionava a matrici, e quindi l'input era in forma di matrici di dati e istruzioni, scritte una riga dietro l'altra, separate da punti e virgola, su quel command prompt. Si poteva stampare il risultato a schermo O inviarlo a una stampante postscript, ma non si potevano fare le due cose insieme. Quindi se volevi vedere se era tutto a posto stampavi a schermo. Poi dovevi riscrivere tutto di nuovo dando l'istruzione di stampa su carta - e non si poteva copiare e incollare. Salvare l'immagine sullo schermo? Ma figuriamoci...

Partendo da una condizione del genere quando mi suggerirono Mathematica per me fu una folgorazione. Su un 386 SX con coprocessore matematico e Windows 3.1 potevo comunque farlo girare, le istruzioni rimanevano nella finestra del programma e potevano essere modificate, copiate etc. L'output grafico veniva prodotto come immagine in risposta all'istruzione, e l'immagine poteva essere salvata come jpeg o Windows Meta File o postscript etc. Certo, scrivevi l'istruzione, premevi alt-enter e poi aspettavi. Una, due ore. Ma con Mathematica oltre al citato ΔGr(T) tirai fuori diagrammi di equilibrio liquido-vapore, cinetiche di reazione, dimensionamento di evaporatori e scrubber (roba per cui gli ingegneri da anni e anni usano Aspen, ma a ognuno il suo).

Per qualche ragione i chimici della mia mandata usavano quasi tutti Mathematica. Se c'era da qualche parte un'AlphaStation (https://en.wikipedia.org/wiki/AlphaStation) su cui girava cercavano in ogni modo di averla a disposizione per un'ora o due. Alcuni, come il sottoscritto, girarono per tipografie e grafiche cercando una macchina NeXT (https://en.wikipedia.org/wiki/NeXT_Computer), su cui si sapeva che il programma girava benissimo. Si, a parte alcuni chimici fisici e teorici che andavano avanti a Fortran quella con Mathematica fu una specie di storia d'amore (che finirà in Modern Thermodynamics: From Heat Engines to Dissipative Structures di Kondepudi e Prigogine). Mi ricordo una conversazione con un amico laureando in fisica teorica: "Non capisco perché voi chimici siate fissati con Mathematica", diceva. Questo legame tra quei chimici e l'unico software matematico simbolico in circolazione l'ho sempre trovato significativo (tutto il resto, Fortran compreso, era calcolo numerico).

Una trentina e passa di anni dopo, cioè oggi, in larga parte alle spalle la grande sbornia Matlab, un laptop entry level può svolgere il lavoro che all'epoca era possibile solo alle workstation di punta. Per molte cose non si deve neanche comprare/installare un pacchetto software: c'è WolframAlpha che può essere molto utile anche nella versione base, gratuita. Sempre in campo free software ci sono Python e R con i loro package matematici e statistici. Grande disponibilità di potenza di calcolo e software. E cosa ne è venuto fuori, perlopiù?

Ho presente un tale di mia conocenza che diceva che con i package di R la demenza statistica è dilagata a macchia d'olio. Difficile dargli torto, e la cosa non riguarda solo R. Il software usato come black box per tirare fuori il grafico, senza avere reale cognizione di quello che si sta facendo. Da cui, per esempio, l'abbondanza di "modelli" tra 2020 e 2021, e abbiamo visto con che esiti (che diavolo, trenta anni fa se dicevi "modello di un biologo" le risate erano assicurate). Per tacere di chi, lavorando con computer e programmi, pensava di essere in grado di modellare qualsiasi cosa pur senza capire un tubo di quello che stava modellando. Anche qua denso track record sui social media e affini e risultati "eclatanti". Quando si dice "la scienza"... Wolfram offre intelligenza computazionale, ma il risultato prevalente dei vari pacchetti è produrre stupidità computata. Il classico GIGO, Garbage In, Garbage Out.

Però il mercato è vasto e florido (o almeno lo era prima della presente crisi). Il pacchetto software come black box e deus ex machina è stato pubblicizzato alla nausea, venduto e rivenduto. Alle volte si tratta di storie che durano da 40 anni, vedere alla voce "computer e drug discovery". Oggi si vende intelligenza artificiale come 40 anni fa si vendevano i primi programmi per Computer Aided Drug Design (CADD). E non si può dire che in 40 anni i risultati magici ripetutamente promessi si siano mai concretizzati. Chissà perché...

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...