giovedì 18 maggio 2023

LE MAMMOLETTE DEL CAPITALE PER LE RIVOLUZIONI IN PRIMA SERATA COME IN UN VIDEOGAME

 


La vera pestilenza del terzo millennio è la correttezza politica. Roba che va avanti da più vent'anni, altro che COVID.  Un meraviglioso attrezzo per quelle forze politiche già socialdemocratiche che un venticinque anni fa decisero di voltare le spalle al loro elettorato storico (le classi lavoratrici) per tagliarsi una fetta della torta del potere - poi sono passate dal voltare le spalle a quei ceti al pisciargli allegramente in testa dicendo che piove, e chi non dice che piove diffonde fake news. Questo fenomeno sta dietro a una dei peggiori leit motiv degli ultimi vent'anni, l'annichilimento della difesa dei diritti conquistati al suono della retorica sull'insostenibilità dei diritti acquisiti. Quest'ultimo è il motivetto che si andava fischiettando mentre si demoliva lo stato sociale.

Quello di Domitila Barrios de Chungara (rivisto da Magnus) è qualcosa che oggi verrebbe etichettato come "hate speech". Chi era la signora Barrios de Chungara? Ecco qua:

O, se preferite: https://en.wikipedia.org/wiki/Domitila_Ch%C3%BAngara

Questo per stabilire uno standard con cui misurare quante di questione femminile parlano dai loro attici e dai loro balconcini mediatici.

Storicamente le lotte dei popoli dell'America Latina tra anni 60 e 90 sono state un motivo forte della cultura politica della sinistra. Che Guevara, avete presente? Oggi sono trattate come roba obsoleta, sorpassata, demodé, perché c'è il Venezuela paese canaglia,  la Bolivia di Evo Morales non è mai esistita e Brasile vuol dire Bolsonero. E quel che è stato prima, beh, è stato taaaanto prima e oggi è tutto diverso. Certo, oggi specie in Italia le classi lavoratrici stanno infinitamente meglio di quanto stavano 40 anni fa, vero? Sì, è vero, le cose sono cambiate, tanto. 

Comunque ritorniamo alla questione degli standard. Passando dal femminismo all'ambiente, qualcuno si ricorda di Chico Mendes? (https://yatharthmag.com/2021/12/27/environmentalism-without-class-struggle-is-gardening/). Uno che si batteva contro il disboscamento in Amazzonia. Senza porsi gran che il problema esistenziale "non ci cagano!", che tanto affligge il contemporaneo quadro "climate" italiano, una qualche efficacia la sua azione la ebbe, tanto che per quella sua azione fu ammazzato. Chico Mendes, uno che diceva che "L'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio". E Chico Mendes non fu un caso isolato ai tempi e non solo. Pure l'altroieri in Francia le leggi antiterrorismo venivano usate per arrestare certi ambientalisti (https://www.theguardian.com/environment/2015/nov/27/paris-climate-activists-put-under-house-arrest-using-emergency-laws)

Ora capirete che tra l'ambientalista arrestato grazie alle leggi antiterrorismo e il fenomeno Greta, le ultime generazioni e compagnia berciante una differenza, e una differenza sostanziale, c'è. Ed è la differenza tra essere strumentali al grande capitale e non esserlo (perché le passerelle a Davos... dai, neanche fosse una barzelletta).

martedì 16 maggio 2023

LA NARRATIVA DEI NUMERI E DUE COSE SULLA CLASSICITA'

La  nota cosmologa Prof Bignumska, facendo una lezione sul futuro dell'universo, aveva appena dichiarato che in circa un miliardo di anni, secondo i suoi calcoli, la Terra sarebbe caduta dentro il Sole, con una morte spettacolare. Dalle ultime file dell'auditorium venne fuori una voce tremante : "Mi scusi, Professoressa, m-m-ma q-quando ha detto che succederà?"
La Prof. Bignumska rispose con calma, "Circa un miliardo di anni" Fu udito un sospiro di sollievo.
"Ah! Per un solo momento, ho capito un milione di anni." ...

Uno dei miei argomenti preferiti: la narrativa dei grandi numeri (e di quelli piccoli).
Ho sempre sospettato che relativamente in pochi conoscano davvero la differenza tra un milione e un miliardo . Per essere sicuri, la gente ha in genere abbastanza senso dell'humour per capire la barzelletta sulla Terra che cadrà dentro il Sole, ma riguardo a quanto sappiano precisamente la differenza è un altro discorso. Una volta ho sentito uno speaker radiofonico annunciare "La siccità è costata alla California tra novecentomila dollari e un miliardo"
(Douglas Hoftstadter, Metamagical Themes, Scientific American, 1981)

Se non avete capito la barzelletta iniziale (che è appunto una barzelletta) non ci posso fare niente: probabilmente fate parte di chi si produce in barzellette involontarie. Ma leggendo questo testo di 42 anni fa le mie riflessioni sono state:

1) Più le cose cambiano, più rimangono le stesse.

2) Tutto il mondo è paese

3) Ve li ricordate quei mirabili modelli dell'Imperial College, 2020, in cui le previsioni a tre settimane andavano tipo da 1 a mezzo milione di casi? E soprattutto ricordate quanto siano state prese sul serio, in primis a livello istituzionale, in secondo luogo da divulgava 'sto par di sfere, in terzo luogo dalla moltitudine dei foot soldiers dell'ascienza (non è un typo)?

Vabbè, se Hofstadter fosse giovane e attivo oggi e si proponesse come collaboratore a Le Scienze (Ed. italiana) sarebbe liquidato come poco competente e incapace di comunicare (quel che è giusto comunicare). 

Di recente una sera sono finito in un gruppo eclettico di persone di diverse nazionalità, e mi sono ritrovato a parlare con un tedesco, ricercatore  di Filosofia in un'università della Germania del nord. "La nostra cultura, e non solo quella trasmessa dai nostri grandi media, ha rigettato la classicità", diceva, parlando del suo paese. "Ma non solo la classicità di quella letteratura universale di cui parlava Herman Hesse, anche la nostra, quella che più nostra non ce ne è: Hölderlin , Goethe, Novalis e pure Thomas Mann. Troppo inattuali? No, troppo difficili". E mi è venuto in mente quando in più di un'occasione, sui social, ho detto in faccia a nullità piene di "analfabetismo funzionale", "comprensione del testo " e via dicendo che loro, propro loro, non sarebbero riusciti a leggere i Promessi Sposi senza una parafrasi facile a fronte. Triste ma fin troppo vero.

Troppo difficili, troppo ingombranti, troppo permanenti, i classici. La coerenza è un valore della cultura europea, un valore a lungo fondante e a lungo difficile da gestire. L'effimero ha trovato la quadra. Quel che ho scritto due anni fa non esiste più oggi e lo posso contraddire senza alcun problema. La permanenza dei concetti, delle parole, dei testi, è un'immensa seccatura. 

E' l'intera società occidentale che ha un evidente rapporto difficilissimo con la classicità, specie quando i classici li vuole espungere o riscrivere alla luce dell'ultima ideologia vuota appena arrivata. Che diavolo, certi libri hanno saputo resistere all'inquisizione e all'indice, ma non resisteranno alla demenzialità politicamente corretta dell'ultimo decennio.

E la sedicente sinistra maggioritaria odierna soprattutto in Italia esiste solo in quanto si è accortamente scordata le sue radici culturali e politiche, con cui ora è completamente incompatibile. Magliette di Che Guevara indossate da gente a cui il Comandante avrebbe potuto solo sputare in faccia.

sabato 13 maggio 2023

NUOVI MILLENARISMI

C'è chi continua ad aspettare i ritorno di un nuovo virus a letalità significativa come in antico c'era chi aspettava la seconda venuta di Cristo. In modo che di nuovo siano separati i giusti (che hanno fatto tutto quanto prescritto e anche di più) dagli ingiusti, destinati a morire intubati in ospedale. Hanno vissuto nella pandemia un momento di cristallina chiarezza, che rinsaldava la loro fede nella luce dell'ascienza (non è un typo), che garantiva la salvezza ai fedeli e la dannazione ai reprobi.

C'è chi predica l'apocalisse climatica prossima ventura: quattro anni fa era già l'ultimo momento utile per fare qualcosa e oggi continua ad esserlo ("un momento" è un'unità di misura estremamente flessibile). Solo un'altra setta apocalittica che dice "scienza" quando invece si tratta di fideismo esaltato (una qualsiasi disamina della questione ambientale e climatica che non parta dalla critica dei meccanismi del capitale è solo fumo negli occhi   https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/perche-la-green-chemistry-non-tira.html  ).

E ieri l'altro c'era chi predicava la decrescita felice (felice per pochi, mica per tutti).

Per carità, elementi millenaristici e apocalittici sono stati propri anche del socialismo e del comunismo storico, ma erano deviazioni che continuavano ad avere alla propria base la dialettica tra capitale e lavoro, che è l'elefante nella stanza dei tanti dibattiti vacui degli ultimi 20 anni. Parlando con un vecchio amico lui ribatteva: il non detto è significativo. Già, il non detto. Perché per esempio c'è sempre qualcosa di più importante di quell'unicum che è la stagnazione salariale italiana ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/04/perche-si-trova-lavoro-fuori-e-si.html) . Fatto strettamente collegato ad un altro: l'Italia ha un indice di Gini più alto di 2,9 punti rispetto alla media europea (https://www.openpolis.it/i-divari-di-reddito-in-europa-e-in-italia/). E tutto questo sta allegramente nel non detto o nel poco detto forse perché quanto a libertà di stampa il paese non brilla gran che (https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_della_libert%C3%A0_di_stampa).

In breve il ricorso sistematico all'arma di distrazione di massa serve a non farti pensare a quanto è stata tassata la tua 13esima e quanto il tuo stipendio sia fermo mentre le bollette e tutto il restono crescono implacabili. L'emergenza, che magnifico strumento per far sì che il potere rimanga sempre nelle mani giuste (e se pensate che davvero faccia differenza avere o non avere al governo "i fascisti" beh, mi spiace tanto per voi).

Le ideologie di carta che guardano lontano (e dall'altra parte) sono per loro natura effimere, ma cicliche. Quindi tra dieci anni ce ne saranno nuove versioni in circolazione. C'è solo da sperare che la risposta al loro messaggio sia sempre più volte quella classica.

https://www.youtube.com/watch?v=b-8yGcGYHIk


lunedì 8 maggio 2023

STABILITA', METASTABILITA'


 Un sistema è stabile quando si trova in un minimo assoluto della propria energia, e se si parla di chimica si parla di energia libera di Gibbs, G. In genere la situazione è quella dell'immagine: il sistema rimarrà indefinitamente nel punto G se non gli viene fornita l'energia di attivazione necessaria a cambiare stato per ritrovarsi in un minimo assoluto della propria energia. Quella dell'immagine è la situazione tipica del modello del complesso attivato (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/la-termodinamica-dentro-la-cinetica.html).

Ma c'è metastabilità e metastabilità. Per esempio questa è una metastabilità molto, molto particolare.

Il grafico è relativo a un sistema costituito da un soluto e da un solvente. Sotto la curva azzurra non succede niente, il soluto è disciolto nel solvente e lì rimane. Sopra la curva rossa la soluzione è sovrasatura, e il soluto cristallizza. Tra le due curve c'è la zona metastabile.

E la zona metastabile è piuttosto affascinante: E' il confine tra sottosaturazione e sovrasaturazione e è appunto metabile. A concentrazione e temperatura costanti il sistema può rimanere nella zona metastabile per tempi indefiniti. E' la classica situazione che genera commenti tipo "Non vuole cristallizzare" o "sta per cristallizare, ma...". Il sistema si può trovare al limite superiore della zona metastabile ma rimanere fermo lì. A meno che non gli si fornisca informazione.

Già, informazione. Poi il resto andrà come di solito va (in una cristallizzatione la nucleazione, cioè la formazione di cristalli, è endotermica, mentre la crescita dei cristalli è esotermica). Ma l'innesco del processo non sarà determinato dal fornire energia al sistema, ma da fornirgli informazione sotto forma di struttura, cioè di semi cristallini.

E' un fenomeno che continua ad affascinarmi. Ho ricordi vivissimi dei tempi ormai lontani quando, nell'ultimo passaggio del processo in un reattore da 2000 l, si otteneva questa miscela incolore e translucida. Caricavo i semi, cristalli del prodotto ottenuti in precedenza, dopo aver settato la temperatura della camicia del reattore a -5 °C. E subito la miscela translucida diventava una torbida candida, e la temperatura del batch saliva di una trentina di gradi (senza raffreddamento sarebbe salita molto di più, cioè troppo).

Per dare idea della cosa non ho trovato di meglio di questo:

https://youtube.com/shorts/cw4vA8UrDWw?feature=share

Pensando alla storia e alle vicende umane verrebbe da dire che si passa da un'equilibrio metastabile all'altro, passando da zone di instabilità più o meno pronunciata strada facendo. E sarebbe fantastico se pochi semi di informazione potessero innescare passaggi a stati più stabili. Ma non è questo il caso.



domenica 7 maggio 2023

SPAZIO E TEMPO SI FLETTONO...

 ... e si materializza un testo dello scomparso Monaco Gui Gou

Il monaco Gui Gou corse tutto trafelato dal maestro Zhaozhou.
 "Maestro, maestro! Hai sentito la notizia? Hanno dichiarato la fine della pandemia".
 "La fine di che?"
"Della pandemia, Maestro!".
"La pande...che?".
"Ma la pandemia di Covid-19, Maestro!"
"Il Cov... che?". E se andò zufolando.

 

E OMS arrivò dopo i titoli di coda, dispiacendo gli ultimi giapponesi nella foresta che non sanno più a che santo votarsi.



venerdì 5 maggio 2023

PRIVILEGIO

https://www.orizzontescuola.it/diritto-allo-studio-in-italia-solo-il-14-degli-studenti-percepisce-una-borsa-di-studio-media-europea-e-del-30/

 

Ci fu un tempo in cui i figli degli operai o dei piccoli impiegati pubblici si laureavano e diventavano avvocati, ingegneri, medici, professoti universitari. Ci fu un tempo in cui la classe operaia non era riuscita andare in paradiso, ma si era fatta l'auto, la casa di proprietà e le vacanze al mare tutti gli anni. In breve ci fu un tempo in cui l'ascensore sociale funzionava (e in Italia esistevano strutture del Diritto allo Studio degne di queto nome).

Nella mia famiglia gli operai, i contadini e i piccoli impiegati erano due generazioni prima della mia. Io sono stato fortunato ed ho beneficiato di un ambiente familiare pieno di libri e musica, ho trovato scuole pubbliche e università in condizioni molto migliori di quelle presenti. Ed è in larga parte grazie a questo che ho il curriculum che ho e ora sono dove sono (cioè in un'ottima posizione). Certo, non tutti i miei colleghi coetanei potrebbero dire lo stesso (il destino ha concesso a troppi uno sconto sdegnoso sui loro meriti). Ma non è questo il tema del post.

Il fatto è che sono in un'ottima posizione perché sono stato e sono un privilegiato. Un privilegiato in quanto ho potuto beneficiare di educazione e istruzione che oggi, in Italia, per i più non sono disponibili. E sapendo di essere un privilegiato tutta la retorica sulla meritocrazia, sui giovani che non ce la fanno perché non hanno voglia di studiare o lavorare, beh... semplicemente la trovo vergognosa.

Perché chi dice "vedete, io ci sono riuscito, si può!" (ci sono casi reali ed altri massimamente farlocchi https://www.huffingtonpost.it/life/2022/06/11/news/giovani_fate_gavetta_da_cameriera_a_ceo_di_un_brand_da_milioni_di_euro_di_fatturato_la_storia_di_vittoria_fondatrice_d-9575476/) semplicemente pensa di esserci riuscito solo per merito personale e per niente altro, quando decine di individui come lui che volevano studiare e lavorare e che avevano in teoria le stesse possibilità non ci sono riusciti. Ed è a questo che si riduce, oggi, la morale dei sedicenti "inclusivi": a un vuoto "volere è potere". L'articolo di Orizzonte Scuola è dello scorso novembre e parla dell'accesso alle misure esistenti, che sono una frazione di quelle che erano. E, strada facendo, anche le banche italiane hanno cominciato a proporre "prestiti studenteschi" per finanziare il cursus studiorum (qualcuno ha presente la crisi dei debiti studenteschi in USA?).

Il provare a camuffare con vuote parole d'ordine moralistiche i disastri del definanziamento del settore pubblico ormai è diventata la regola. Ma ancora peggiore è la rassegnazione, spesso camuffata buonescamente: le risorse sono quello che sono, bisogna impegnarsi al massimo con quello che c'è (anche sapendo che l'anno prossimo sarà di meno).


mercoledì 3 maggio 2023

EQUILIBRI VICINI E LONTANI, MODELLI, "VERITA' SCIENTIFICA"

 

Disse un fisico:"L'equilibrio di un insieme di variabili ALEATORIE non c'entra con l'evoluzione CAOTICA di variabili non aleatorie." 

CS: "l'equilibrio come insieme di variabili aleatorie è meccanica statistica. Io per ovvi motivi lo vedo come un minimo di una funzione di stato (G) che di aleatorio non ha nulla"

Fisico:"Ok. Tuttavia Prigogine non usa l'approccio termodinamico ma la meccanica statistica, "correggendo" la lagrangiana con termini dissipativi."

Riposta:"Per la termodinamica dei sistemi lontani dall'equilibrio è ancora saldamente ancorato alla termodinamica classica" (vedere immagine) 

Fisico: "Interessante." 

CS: "Ha sempre usato l'uno e l'altro strumento, a seconda delle convenienze... e quando si parla di chimica (e in generale di bulk) la trattazione classica è più comoda, senz'altro più economica." 

Fisico: "La termodinamica classica si presta senz'altro meglio all'uso. Per questo i chimici la conoscono mooooolto meglio dei fisici" 

CS: "Mentre invece trattando un set di particelle la meccanica statistica è la cosa più appropriata, e per questo i fisici la conoscono molto meglio dei chimici "

Lasciate perdere un istante l'oggetto specifico, e considerate l'aspetto saliente della cosa: l'equilibrio è risultato di un insieme di variabili aleatorie, o un minimo di una funzione di stato per niente aleatoria? Ecco, questa domanda non ha senso. Sono "vere" entrambe le cose, a seconda di cosa si guarda e come lo si guarda. 

Mi ricordo un tale che mi venne a dire: "Ma non lo sai che esiste la meccanica statistica?" Che voleva dire, in realtà "Ma non lo sai che la termodinamica classica è superata?". Essendo il tale biologo per formazione, il fatto che discettasse di meccanica statistica e termodinamica classica era appena appena surreale e lo era perché mai in vita sua aveva dovuto ricavare una funzione di distribuzione davanti a una lavagna e a una commissione di esame, leggasi "Chimica Fisica II", quella che non fanno in altri posti che non siano corsi di laurea in Chimica, o almeno così era e dovrebbe essere. Ma nel mondo dello spettacolo questo ed altro: mi ricordo distintamente una laurea triennale a distanza in controllo degli alimenti che voleva spiegare a un professionista (cioè a uno che di mestiere faceva proprio quello) come funzionasse la regolazione farmaceutica.

Torniamo a pieccedì in biologia e al suo sostenere che la meccanica statistica aveva archiviato la termodinamica classica. Piccolo particolare, come forse qualcuno avrà capito dal dialogo con il fisico, i risultati di termodinamica classica e termodinamica statistica coincidono. Semplicemente con la prima è più facile gestire materia in bulk, con la seconda è più comodo trattare un insieme di particelle. 

Proviamo a produrre un worked example. L'entropia è da un certo di punto di vista come la meccanica quantistica: il 99.9% di chi ne parla in rete non ne capisce un beep. L'entropia rappresenta il numero dei microstati di un sistema o è la quota di energia che non riuscirai mai a trasformare in lavoro? Oppure S=(H-G)/T e quindi all'equilibrio TΔS=ΔH? Tutte e tre le cose (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/07/entropia-uova-impasti-e-maionese.html). Poi essendo quel che sono, quanto a entropia proverei prima a chiedere al Prof. Gibbs (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/07/su-uova-e-maionese-avremmo-dovuto.html). Un chimico sa (o dovrebbe sapere) che per esempio mescolando due diversi liquidi miscibili il processo potrà essere o endotermico o esotermico, ma che l'entropia della miscela sarà sempre e comunque maggiore della somma delle entropie dei due liquidi (e questo significa che se si vogliono separare i due componenti occorrerà lavoro/energia, e che la separazione non sarà mai completa - all'entropia un prezzo comunque lo devi pagare).

Ma non c'è niente di strano o inusuale nel fatto che termodinamica classica e statistica convergano, così come la meccanica quantistica non contraddice o sostituisce le equazioni di Maxwell : il momento angolare di spin di un nucleo di idrogeno in un campo magnetico può essere descritto con l'elettromagnetismo classico o con la meccanica quantistica, ad esempio, e nessuna delle due descrizioni è più "vera" dell'altra. Per questo parlare di "verità scientifica" ha poco senso, anzi è una fallacia epistemologica abissale, che però viene usata con una frequenza ed una pochezza avvilenti. Come diceva uno le discipline scientifiche lavorano per modelli, e i modelli di maggiore successo diventano "leggi della natura". Ma un modello non è quello che descrive e lo stesso fenomeno può essere descritto da modelli diversi.

Ogni epoca ha una sua temperie culturale e con le discipline scientifiche le cose non vanno diversamente. Io mi ricordo un professore di Chimica Fisica II (perlappunto) che nella prima lezione del suo corso ammanniva agli studenti una parabola tratta dal canone buddhista ( Udana VI, 4, 66, 69)

“C’era una volta un re che ordinò al suo ministro: «Riunisci in piazza tutti gli uomini del regno, che sono ciechi fin dalla nascita!». Il ministro eseguì e il re si recò sulla piazza, dov’erano riuniti i ciechi, quindi chiamò l’elefantiere, e disse: «Questo è l’elefante!». E fece toccare ad alcuni ciechi la testa, ad altri le orecchie, ad altri le zanne, ad altri la proboscide, ad altri il ventre, ad altri le gambe, ad altri il dietro, ad altri il membro, ad altri la coda; sempre a tutti dicendo: «Questo è l’elefante!». Poi il re si accostò ai ciechi e chiese loro se avessero toccato l’elefante. «Sì, Maestà!» risposero. «Allora ditemi a che cosa rassomiglia». E i ciechi cominciarono a descrivere a modo loro l’elefante. Quelli che avevano toccato la testa dissero che rassomigliava a una caldaia. Quelli che avevano toccato le orecchie dissero che rassomigliava ad un ventilabro. Quelli che avevano toccato le zanne che rassomigliava ad un vomere. Quelli che avevano toccato la proboscide che rassomigliava ad un manico d’aratro. Quelli che avevano toccato il ventre dissero che rassomigliava ad un granaio. Quelli che avevano toccato le gambe, dissero che rassomigliava a colonne. Quelli che avevano toccato il dietro, dissero che rassomigliava ad un mortaio. Quelli che avevano toccato il membro, dissero che rassomigliava ad un pestello. Quelli che avevano toccato la coda, dissero che rassomigliava ad uno scacciamosche.  E, siccome ognuno sosteneva la sua opinione, cominciarono a discutere e finirono con l’accapigliarsi e percuotersi, gridando: «L’elefante rassomiglia a questo, non a quello! Non rassomiglia a questo, rassomiglia a quello!». E il re si divertì a quella zuffa”.

(ora qualcuno penserà: che fulminati antiscientifici possono occupare una cattedra universitaria! Invece non era assolutamente il caso, si trattava di un'esame tutto di chimica quantistica, meccanica statistica e teoria dei gruppi e quando lo davi passavi un'oretta a ricavare equazioni alla lavagna)

Detto questo è possibile prevedere con calcoli, per esempio, l'equilibrio liquido vapore di una miscela di componenti volatili? Eccome se è possibile. E sono possibili tante altre cose, ma da qui ad avere in mano una "verità" ce ne corre. Quanto alla ricerca scientifica io rimango attaccato alla magnifica definizione di Prigogine, "un fecondo dialogo tra l'intelletto e la natura". Una definizione che oggi ai più suonerà desueta, soprattutto per il ruolo dell'intelletto.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...