Non mi sono mai ritenuto un chimico medicinale (I'm a natural born process guy), ma mi sono ritrovato a fare chimica medicinale, in passato (e mi ci sto ritrovando adesso, dopo anni). E l'argomento chimica medicinale ha senz'altro più appeal, ed è percepito come più rilevante (la chimica di processo è area disciplinare fondamentalmente oscura ai più, anche forse alla maggioranza dei laureati in chimica)
"Non c'è bisogno di dire che è molto difficile inventare nuovi farmaci. I farmaci rivoluzionari, e anche i drug candidates spettacolari, sono infatti rari, perché la ricerca farmaceutica è un problema di ottimizzazione multiparametro: molte condizioni devono essere soddisfatte simultaneamente perché un nuovo composto abbia la possibilità di migliorare seriamente le vite dei pazienti"
Questo per indirizzare i non addetti ai lavori che magari non avevano chiara la materia. Partendo dalla sua esperienza, che è esperienza industriale (e ripeto che negli ultimi decenni la chimica medicinale rilevante è stata fatta quasi totalmente dentro l'industria, e non nell'accademia), l'autore divide le qualità in due categorie, una generale (applicabile per qualsiasi scienza) e l'altra specifica dell'area disciplinare. Vi trascrivo qua le qualità generali:
(1) curiosità intellettuale
(2) capacità di focalizzarsi sui problemi importanti
(3) pragmaticità
(4) rispetto per i dati
(5) attenzione al dettagli
(6) senso dell'urgenza che guida sempre verso il risultato successivo
(7) coscienza del lavoro effettuato nel campo a livello globale
(8) apertura verso le nuove tecnologie ed estrema diffidenza verso l'hype dei grandi annunci non supportati da solide prove
(9) tendenza a sfidare pre-supposizioni e dogmi
(10) amore per il proprio lavoro
(11) coscienza dei limiti delle proprie conoscenze
(12) resilienza
(13) comunicazione efficace
(14) capacità di lavorare in squadra
(15) assenza dell'impulso a mettersi in mostra
(16) tendenza a cercar mentori all'inizio della propria carriera, e a diventare mentori verso la sua fine
Occorre dire che gli ambienti lavorativi che favoriscono e valorizzano queste qualità non sono precisamente la norma, ma non sono neanche pochi
Ma se guardate al di fuori dell'ambiente tecnico, e vi guardate intorno qua sopra per esaminare diversi professionisti attivi nel campo pro-scienza, questo elenco di qualità sembra una check list al negativo: Nessun rispetto per i dati? Tendenza a mettersi su un piedistallo? Rigidamente conforme a dogmi e pregiudizi? Nessuna coscienza dei limiti delle proprie competenze? Arruolato come scienziato nel fronte pro-scienza.
Divagazioni a parte, consiglio caldamente a chiunque sia agli inizi in questo specifico campo (nonché agli altri addetti ai lavori) di leggersi tutto l'articolo, perché la parte sulle qualità specifiche della disciplina è formativa e godibilissima. Ad ogni qualità viene associato un pezzo di storia dello sviluppo di un farmaco (perlopiù approvato negli ultimi anni).
(potete cercare DOI: 10.1021/acs.jmedchem.7b01445 e magari su un certo sito con un corvo)
https://pubs.acs.org/doi/ipdf/10.1021/acs.jmedchem.7b01445
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