E' talmente ovvio e risaputo che non esiste una "etnia italiana" che mi stupisce che ci sia qualcuno che si metta a lavorare su questa cosa.
Ma "etnia" ha a che vedere con DNA, "popolo" ha che vedere con una cultura ( cultura intesa in senso antropologico alla Levi Strauss, per intenderci).
Per cui questa è non-cultura e ideologia:
"Gli Italiani? Non esistono. «Si tratta solo di un’aggregazione di tipo geografico. Abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle» spiega Davide Pettener, antropologo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna"
Meno biologia e più umanesimo avrebbero forse evitato il gioco sfacciatamente ideologico con i piani di significato: basta aggiungere "genetica" a "identità" ed ecco che ci troviamo nell'aberrazione.
Non l'ho mai amato particolarmente, ma me lo ricordo, dai tempi del liceo:
Italia mia, benché ’l parlar sia indarno
a le piaghe mortali
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio,
piacemi almen che’ miei sospir’ sian quali
spera ’l Tevero et l’Arno,
e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio.
L'autore forse aveva in mente "Le genti del bel paese là dove 'l sì suona", che predata il testo citato. Ora Petrarca nulla sapeva di genetica, ma sarebbe bizzarro leggere questi versi pensando che in questo testo l'autore si riferisca ad una "aggregazione di tipo geografico" , e anche le parole dantesche implicano più di un' "aggregazione geografica". C'è il fattore linguistico, che è cruciale.
Quindi esiste una cultura italiana ed esiste una letteratura italiana scritta in italiano da italiani per un pubblico che parla e legge italiano (cioè, prevalentemente, italiani).
E' chiaro che queste inqualificabili forzature vengono fuori guarda caso in un periodo di eventi elettorali e turbolenza politica. Due anni fa il nemico erano i grillini ignoranti terrapiattisti antivaccinisti che credevano alle scie chimiche. Ora il nemico è il "fascioleghismo sovranista". Se la cosa si protrae nel tempo finiremo per leggere titoli come "Il Risorgimento: un inutile spreco" e "L'unità italiana: un'invenzione fascista" (magari dagli stessi che 20 anni fa deprecavano giustamente le pulsioni secessioniste della Lega).
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