giovedì 9 gennaio 2020

AFFINITA'-DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO SILVESTRI E NOI


(... che la maggiore età l'abbiamo raggiunta da un pezzo)
Il titolo scherzoso è per bilanciare un post lungo, molto lungo.
Che in realtà parla di cose molto serie.
Voglio riportare in evidenza questo commento di Guido Silvestri:

"Questa pagina rimane sempre interessante (a mio avviso), soprattutto quando si affrontano temi come quelli dei generici o di altri aspetti della farmacologia e chimica farmaceutica che sono tanto importanti quanto sconosciuti. Poi e' chiaro che il 2020 e' molto diverso dal 2017, in cui i vaccini divennero terreno di tre battaglie (non solo una, ahime'). La prima, quella piu' ovvia, tra i dati della letteratura scientifica seria e le puttanate della "nanologi inc.", da cui una fetta della popolazione si era fatta ammaliare. La seconda, anch'essa molto chiara e del tutto politica, tra chi voleva prender voti ergendosi a paladino della scienza (Renzi, PD, +Europa) e chi voleva prenderli flirtando con i deliri complottisti (M5S in primis ma anche lega) -- tutta gente a cui, beninteso, della scienza fregava un tubo. La terza e' tra Roberto Burioni, che ha (vogliamo rendergli questo merito?) gridato che i ciarlatani erano nudi, e Dio sa quanto fosse ora passata di farlo, e tutti quelli a cui l'improvviso successo di Burioni ha dato fastidio... e qui si parla di una schiera eterogenea che comprende wannabe divulgatori semi-falliti, professori di filosofia della scienza che sanno a memoria Popper e Dewey ma non hanno mai fatto un esperimento in vita loro, e colleghi semplicemente gelosi della sua fama mediatica. Credo che io e lei ci siamo capiti perche' ci siamo schierati allo stesso modo non solo nella prima battaglia (ovviamente), ma anche nella seconda (distinguendo tra essere pro-obbligo ed essere pro-vaccini e "smascherando" l'aspetto truffaldino della diatriba). Nella terza battaglia, la piu' inutile, francamente, io sto a fianco di un caro e vecchio amico di cui conosco l'onesta', la sincerita' e le buone intenzioni, mentre lei sembra infastidito (e posso capirlo) da alcune imprecisioni di Roberto e dallo zelo arrembante di alcuni suoi seguaci -- mentre a me infastidiscono l'ipocrisia e l'invidia di quelli che lo attaccano solo per avere piu' spazio mediatico per se' stessi. Ora siamo nel 2020, e la prima battaglia sembra quasi finita ora che la seconda si e' dissolta nella "pace" del governo giallorosso. Quanto alla terza, direi che potrebbe finire con il recente articolo su Science (e la vittoria di Roberto ai punti). Tutto questo per dire che se questa pagina cala di ascolti potrebbe essere semplicemente perche' le cronache del 2020 sono molto diverse da quelle del 2017... e non perche' qualcuno stia provando a ucciderla. Di nuovo tanti auguri, per tutto, sperando un giorno di poter fare due chiacchiere di persona, magari sui due lavori del mio lab che stanno per uscire su Nature... "

Egregio professore, comincio con le affinità: riguardano le considerazioni sull'obbligo vaccinale, l'analisi sulla politicizzazione della questione vaccinale nel periodo 2016-2018, l'inqualificabile cialtroneria di chi ha sventolato in giro cose che mi rifuto di chiamare analisi dicendo che avevano a che vedere con i vaccini.
Detto questo c'è una questione di metodo.
Al 90% per cento è stata fuffa contro fuffa. Non era tempo per la serietà, ma per l'azione efficace sul terreno dei media? Non chiamatela scienza.
Con le nanoconte la vaccine advocacy è stata colpita sotto la cintura, perché non c'erano le competenze per una risposta efficace. Al massimo c'era Orac.Il voler dar forza a risposte goffe dicendo "E' Scienza! E il resto puttanate" se per qualcuno è stato liberatorio, per il resto ha reso un cattivo servizio alla reputazione delle scienze, non ha influito sugli esitanti (lo dicono i dati eurobarometro) non ha scalfito la fede dei tre gatti che perorano la causa dei nanocontatori eroici scienziati patrimonio dell'umanità (che dalla mia esperienza rifiutano anche le evidenze più evidenti).
Stessa cosa per quel che riguarda l'immunità di gregge. C'erano esempi illustri, a cui ispirarsi, e invece niente: pressappochismo sciatto e roba storta spacciata per Scienza e travasata direttamente nei testi elaborati dai decisori politici (e lei ne sa qualcosa, di queste dinamiche, visto che si è speso ottenendo la rimozione dell'antimeningococco B dalla lista dell'obbligo pediatrico).
E qua siamo già nel campo "Burioni fenomeno mediatico". Il fenomeno è innegabile. Capisco che la comunità medica italiana lo abbia considerato un asset. Dichiaratamente è stato considerato un asset da una parte politica, con questo dimostrandosi completamente interno alla politicizzazione del fenomeno. Il consuntivo per quel che riguarda il valore dell'asset politico è stato già stilato, e non ha fruttato gran che. Sarebbe ora che anche la comunità medica tirasse due somme, e non tanto sul suo valore "di bandiera" quanto sul suo reale effetto nei rapporti tra comunità medica e resto della cittadinanza. Poi per quel che mi riguarda è stato uno dei grandi costruttori dello scientismo pop ("La Scienza dice... e poi laqualunque pirreviued capita male e detta peggio per appoggiare posizioni ideologiche).
Dei più attivi seguaci dell'uomo taccio, perché già ho detto al riguardo (tutto il male possibile).
Ecco, sui filosofi e sui divulgatori non sono d'accordo.
Anche se di limitata comprensione della pratica scientifica, l'umanesimo va ascoltato perché le scienze sono fenomeni umani. La terza battaglia è stata una battaglia culturale, e per me le battaglie culturali non sono mai inutili.

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