mercoledì 18 marzo 2020

COVID-19: PRIMO TRIAL SU UN VACCINO



L'infodemia è un problema reale, con COVID-19. Ma non riguarda tanto iniezioni di vitamina C o uso delle mascherine, quanto i media tradizionali.
Stando ad ascoltare i media mainstream, a parte discorsi improbabili (l'antiinfluenzale che proteggeva dal coronavirus e simili) ho perso il conto dei vaccini "pronti in due mesi", "pronti ad essere prodotti", "già sperimentati nell'uomo", con i trial "che cominciano domani".
L'ultima ondata di rumore assordante ha riguardato due biotech tedesche, la prima quella che "Trump vuole in esclusiva per i soli USA il vaccino" (CureVac, e le cose non andavano così, Trump avrebbe voluto garantita UNA produzione in territorio USA, non proprio la stessa cosa)
La seconda, BioNTech, quella protagonista di una joint venture messa su in fretta e furia con Pfizer e che "ha dato risultati nei pazienti", solo che nessun paziente l'ha mai visto (https://www.barrons.com/articles/pfize-biontech-coronavirus-vaccine-china-51584450963).
Dall'intervento diretto della Commissione Europea si capisce come tutti questi discorsi abbiano fatto presa nella politica, una politica a cui sono state evidentemente vendute con successo aspettative con un fondamento piuttosto labile.


La partita Trump-Van Der Leyen sul vaccino di CureVac AG (che ancora non esiste, e forse non esisterà mai) la dice lunga, al riguardo.
Ma Trump ha poco da agitarsi, perché chi arriva primo è proprio una di quelle agenzie federali a cui lui ha fatto la guerra negli ultimi anni, NIAID, che afferisce a NIH.


Già, NIAID arriva prima, con la sperimentazione nell'uomo di un vaccino, e come si sapeva il vaccino è mRNA , tecnologia mai usata prima (il che vuol dire, per gli appassionati, niente adiuvanti, niente alluminio etc) e la strada sarà lunghissima

I vaccini mRNA sono una tecnologia nuovissima e mai implementata finora per un prodotto approvato. Questa mossa di NIAID fa credere che anche ai suoi vertici si pensi quello che tanti altri avevano già pensato: le piattaforme classiche, anche con i più recenti aggiornamenti, hanno fallito per anni nel trovare una soluzione su SARS o MERS, e probabilmente falliranno anche con SARS-CoV-2. La nuova piattaforma, con i suoi rischi di fallimento (proprio perché è nuova) offre comunque maggiori chances.
Ma che tecnologia è, questa dei vaccini mRNA?

Le Scienze un mesetto fa ci fecero un articolo sballato e sensazionalistico (http://www.lescienze.it/news/2016/07/06/news/vaccini_su_misura_nanopparticelle_rna_produzione_rapida-3151487/?fbclid=IwAR0d4mY6A4KtvUPYkRIAC5ZXtCStM3PTQ3qbbHnTmoN_MTZJlY63SEXr6Dc&refresh_ce)

Sarebbe un mondo fantastico quello in cui tutto quel che funziona su un topo funziona nell'uomo. Ed è un mondo che non esiste.
Detto questo, la tecnologia descritta qua sembra effettivamente una genialata, e dovrebbe essere una parente stretta di quella usata da Moderna Therapeutics (https://www.nature.com/news/business-the-billion-dollar-biotech-1.17674). Perché diciamolo, i farmaci basati su RNA di chance continuano ad averne poche, ma la storia vaccini mRNA potenzialmente può risollevare tutto il campo in modo impressionante.
Il problema primo con i vari RNA (siRNA, mRNA) è l'uptake cellulare: le cellule degli eucarioti si sono evolute per NON fare entrare materiale genetico estraneo, e i virus, che riescono a iniettarlo nel citoplasma, hanno sviluppato per farlo un arsenale tutto loro. Uno dei "trucchi" usato dallo sviluppo farmaceutico in questa area (che è un cimitero dove sono stati bruciati miliardi) è stato l'incapsulamento in liposomi cioè in vescicolette di fosfolipidi. In questo modo si riesce ad avere un certo uptake cellulare, e queste nanoparticelle mRNA-dendrimero sono di fatto dei liposomi modificati (niente a che vedere con i meccanismi che usano i virus, come scrivono su Le Scienze). L'altro problema con gli RNA è la farmacocinetica (distribuzione e assorbimento), e infatti il paio di farmaci al momento approvati mirano al fegato, e tramite dosaggio orale se c'è un organo facile da raggiungere è appunto il fegato. Ma nel caso del vaccino distribuzione e assorbimento non interessano, basta avere una concentrazione locale conseguente all'iniezione intramuscolo. Le cellule adiacenti al sito dell'inizione assorbono mRNA incapsulato e iniziano a produrre la proteina virale codificata. Se la proteina viene espulsa tal quale dalla cellula tutto ok (cosa non banale e non è detto che avvenga per qualsiasi proteina codificata).
Ed ecco una potenziale tecnologia vaccinale senza adiuvanti.
Ma la strada per verificare se nell'uomo funziona o no è lunga e molto costosa, e sarebbe richiesta ad ogni singolo vaccino. Vedremo come andrà con COVID-19.

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