sabato 21 novembre 2020

LA COMUNICAZIONE - E UN DIALOGO CON SARA GANDINI

Pare ci siano cose di interesse pubblico che è meglio non dire, non diffondere.
Si tratti di articoli scientifici, di atti pubblici, di dati, qualcuno ritiene sia meglio non pubblicizzarli.
Un esempio? Questo: https://www.fiercepharma.com/…/deaths-rattle-south-korea-s-…
Meglio tacere al riguardo, perché potrebbe essere strumentalizzato da "quelli". A quanto pare osservare che in tempo di confusione pandemica distribuzione e somministrazione di vaccini sono più soggette a criticità rischiose (stoccaggio, catena del freddo etc) non va bene.

Ebbene qua non si è mai fatto niente del genere. Non si costruisce niente ignorando problemi o criticità.
E' scorretto? E' sbagliato? Non so ma...

it really doesn't matter if I'm wrong I'm right
Where I belong I'm right

Questo post ha causato un dialogo con Sara Gandini (Direttrice dell’unità "Molecular and Pharmaco-Epidemiology" presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano)

Sara Gandini: Felice di ritrovarti vicino alle mie posizioni! Qualcuno mi diceva "non bisogna prestare il fianco" ;-) ma anch'io insisto: onestà intellettuale, radicarsi a ciò che si sente vero e giusto, e andare avanti a testa alta. Per questo mi hai stupito quando hai criticato PDO per avere pubblicato un pezzo che spiegava le ragioni della GBD. Cosa mi importa se è sostenuta anche dai negazionisti dei cambiamenti climatici? Perché devo avere paura a condividere il pensiero di una grande epidemiologa come Sunetra Gupta, che è pure di sinistra e ora subisce attacchi pesantissimi, perché vuole farsi domande radicali che riguardano il futuro del proprio paese? È assurdo che ci siano argomenti tabù in ambito scientifico. A marzo non si poteva discutere dell'efficacia della strategia del lockdown completo. Io ho ricevuto un livello di aggressività terribile. E ora per fortuna si sta andando in quella direzione e stiamo attuando chiusure locali e si spera limitate nel tempo. Quando lo dicevamo a marzo eravamo pericolosi negazionisti. Ma se più persone parlassero al momento giusto forse faremmo meno danni. Solo se prendiamo coraggio e ci strappiamo da strumentalizzazioni e schieramenti ideologici e banalizzazioni del pensiero, riusciamo a portare verità. È ridicolo che ogni volta che si esprime senso critico, applicando per altro il metodo scientifico, si debba recitare il credo: non sono novax, negazionista, no mask... Dobbiamo rivendicare la necessità di poter esercitare senso critico su tutto, partendo dalle evidenze scientifiche e da domande di senso radicali. Ora capita con i vaccini e si rischia di dare forza ai novax. Quando mettevamo in discussione l'efficacia delle mascherine di popolazione all'aperto eravamo accusati di essere trumpiani no mask. Quando facciamo i confronti con i trend in Svezia e le scelte di salute pubblica che si basano sul senso di responsabilità come in Svezia prestiamo il fianco alle critiche di favorire i rossobruni. Quando parliamo dell'importanza della scuola e del rischio basso di infezione da parte dei bambini siamo negazionisti... Enno! È tutto insensato. Le femministe mi hanno insegnato l'indipendenza simbolica ed io da lì non mi muovo. Il mondo si deve orientare di conseguenza perché se agiamo con onestà intellettuale la verità prima o poi emerge. Forse sono troppo idealista e ottimista? Pazienza. Sempre meglio che farsi zittire e soccombere sotto il senso di impotenza e di ingiustizia. Da qui il mio invito da marzo a rendere politica la rabbia, perché le conseguenze sulle prossime generazioni saranno devastanti


Il chimico scettico: PDO gioca una partita diversa, di fatto, e mi auguro che la giochi per vincere. Questo non è doppiopesismo. Le posizioni che ho citato nel post si basano su un postulato di valore: qualcuno sa a priori ciò che è giusto. Sul fatto che il postulato sia irricevibile concordiamo.
Ma c'è un terreno di scontro delle "narrazioni", quello nazionale, e questa pagina è troppo piccola per giocare su quel campo (e neanche ha intenzione di arrivarci), voi no. E' dimostrato che su quel terreno l'evidenza scientifica ha peso nullo, e non prestare il fianco è importante, secondo me, se l'obiettivo è vincere. Mia modesta opinione.
Del negazionismo buttato addosso a chiunque sollevi un'eccezione ne so qualcosa. Non ci devono essere tabù nel dibattito scientifico, ok, ma quando il dibattito diventa politico secondo me c'è da scegliere perché qualsiasi cosa tu dica sarà usata contro di te, e giudicata con metri che scientifici non sono.

Sara Gandini: mmmm... che la scienza non sia separabile dalla politica l'hai ribadito tu stesso su questa pagina e il covid-19 l'ha insegnato al mondo

Il chimico scettico: ok, ma esistono livelli di dibattito ben diversi tra loro, con contesti ben diversi tra loro. Il punto è che capire in che livello del dibattito vuoi stare e con che scopo, perché contesti differenti, "regole" differenti.

Sara Gandini: Più se ne discute e meglio è. Pure io sono combattuta. Mi rendo conto che si debba fare delle scelte a seconda dei contesti e dei momenti...  

 

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