martedì 2 novembre 2021

L'INFORMAZIONE RAI AI TEMPI DEL GREEN PASS

 


Mi pare di ricordare che la distanza tra questo blog e il Dott. Cerbini si misuri in parsec (per quanto io condivida molte delle sue considerazioni su uso dei vaccini e green pass).
Ma questo non è un buon motivo, qua, per non riportare contenuti interessanti, non lo è mai stato. Non credo che il tutto meriti ulteriori commenti... 
 
"Buongiorno,
Molti mi chiedono come mai le cose che divulgo nella mia pagina (dati incontrovertibili perché provenienti da fonti ufficiali e sempre accuratamente referenziati) non vengano divulgate anche nelle televisioni e nei giornali.
Nello screenshot allegato vorrei mostrare come il giornalismo non apprezzi voci non allineate alla narrazione dominante.
Il giornalista Gerardo D'Amico, senza informarsi sulla attendibilità delle fonti da me riportate, si permette di esprimere un giudizio negativo alla mia richiesta di confronto tra pari (la scienza è confronto e discussione) in programmi televisivi denigrando di fatto la mia attività volta alla massima trasparenza dei dati scientifici. Gerardo D’Amico afferma infatti che il sottoscritto non possa essere invitato a trasmissioni televisive implicitamente (ed arbitrariamente) affermando che non faccio riferimento a basi scientifiche. Ovviamente, niente di più lontano dalla realtà.
Chiaramente questo giornalista non ha letto le fonti di quanto scrivo, né le fonti che sistematicamente riporto, ovvero la letteratura scientifica internazionale e le autorità regolatorie, quindi solo fonti ufficiali.
Chi mi segue sa bene che non ho mai espresso opinioni personali, ma divulgo scienza senza mistificarla come fanno altri, sempre riportando per intero le fonti.
Ecco, io faccio proprio questo: faccio conoscere l’intero scenario (benefici e rischi) alle persone che non hanno la possibilità di farlo perché l’informazione televisiva ha deciso di tacere la parte riguardante i rischi ma che in Medicina è importante quanto i benefici attesi.
Penso di essere stato tra i primi a denunciare l’assoluta inutilità delle cosiddette mascherine di comunità (quelle di stoffa) e le enormi differenze di efficacia tra quelle chirurgiche e quelle FFP2.
Sono stato certamente il primo in Italia a denunciare le morti da vaccino Astrazeneca determinate dalla patologia poi denominata VITT (Vaccine Induced Thrombotic thrombocytopenia).
E sono stato tra i primi a divulgare le motivazioni per le quali i vaccini a mRNA hanno effetti collaterali gravi come miocarditi e pericarditi.
A questo giornalista rispondo che si, sto bene nei social , perché sono dalla parte della scienza e dei cittadini e perché questo ho giurato di fare quando ho deciso di diventare medico.
Se posso salvare una vita umana lo faccio sempre in scienza e coscienza, mentre il generale ed il condottiero non hanno alcuna remora a lasciare morti (nel senso letterale della parola) nel campo di battaglia, “whatever it takes”.
Diritto di replica ovviamente garantito, a differenza di quanto il giornalista vuole negarmi, perché (forse, immagino) non permesso dall’azienda per la quale lavora.

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