Ci sono infiniti motivi per cui dovrei detestare Vallance (e in effetti lo faccio, idem per Moncef Slaoui). Ma poco da fare, ha ragione.
E' assai curioso che molti prima si sbraccino sulla realtà globale della pandemia ("In Africa troppi pochi vaccini!", verissimo), e poi si sbraccino nello stesso modo per la terza o la quarta dose IN OCCIDENTE ("sono in cerca di un centro di coerenza permanente", semicit).
Poche note ulteriori: a settembre la direttrice dell'Office of Vaccines Research and Review di FDA e il suo vice se ne andavano sbattendo la porta: "Benché l'idea di ridurre ulteriormente i casi di COVID-19 aumentando l'immunità nei vaccinati sia attraente, qualsiasi decisione di agire in questo modo deve essere basata sull'evidenza e considerare benefici e rischi per gli individui e per la società. I vaccini COVID-19 continuano ad essere efficaci contro la malattia grave, inclusa quella provocata dalla variante delta. La maggior parte degli studi osservazionali su cui questa conclusione è basata, comunque, sono preliminari e difficili da interpretare, precisamente a causa di potenzionali confondimenti e report selettivi", scrivevano su Lancet (https://www.thelancet.com/.../PIIS0140-6736.../fulltext...). Sono passati quattro mesi, da allora, e queste ragioni sono crollate sotto il peso della volontà politica di procedere con i booster nella speranza di frenare la pandemia. Ma in quattro mesi (un tempo brevissimo) non è cambiato molto dal punto di vista delle evidenze. Omicron poi è in giro in Europa da meno di due mesi, "ufficialmente", quindi tempo per raccogliere solide evidenze ce ne è stato ancora meno. Rendere disponibili i booster a chi li vuole e specialmente agli over 65 e ai cosiddetti fragili, prudenzialmente, è una cosa. Dichiararne l'improrogabile e assoluta necessità per tutti una faccenda completamente diversa.
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