mercoledì 6 aprile 2022

COVID, FARMACI: I FLOP PROGETTATI E CORRETTAMENTE ESEGUITI

 



"Pillole anti Covid, è flop. L’Italia non riesce a usarle: “Tempi troppo stretti” " titola Repubblica (https://www.repubblica.it/.../pillole_anti_covid_flop.../).
In breve, due anni fa era un problema fare una flebo a chi era in terapia intensiva, un anno fa era un problema far venire in ospedale qualcuno per fargli una flebo e tutti invocavano l'antivirale in compresse. Ora che l'antivirale in compresse esiste (paxlovid) non è utilizzabile per i "tempi troppo stretti".
Qualcuno al di sopra di ogni sospetto, cioè Anelli, presidente Fnomceo, lo aveva detto, a febbraio: “È necessario semplificare l'iter per l'accesso agli antivirali orali da parte dei pazienti che ne abbiano le indicazioni, perché la procedura attuale ritarda molto i tempi”, e annunciava un tavolo con AIFA (https://www.quotidianosanita.it/scienza-e.../articolo.php...). Dopo due mesi è facile capire come sia andata a finire, al tavolo con AIFA. E l'esito era anche facile da prevedere. Ed è facile prevedere che, come per i mAB anticovid a loro tempo, qualcuno si indignerà per i soldi spesi nell'acquisto di farmaci inutili perché non utilizzabili: self fulfilling prophecies come se piovesse.
Considerati i vaccinati, boosterati e quartodosati in terapia intensiva, continuare a proporre unicamente la dose ennesima di un vaccino qualsiasi mentre si è messo su questo bel sistema ci dice qualcosa: che i numeri di due anni di COVID in Italia costituiscono una responsabilità non solo politica, visto che in questo caso la politica ha stanziato i fondi e il farmaco è stato acquistato. In questo caso la responsabilità è di una certa medicina istituzionale e dei vertici anche locali della sanità pubblica, che preoccupati della sovraprescrizione hanno alla fine realizzato la non prescrizione (un male minore, evidentemente). Un sistema intrinsecamente fallimentare, che però a quanto pare sta a cuore a molti.

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