Per quanto meno letale del fosgene l'iprite, di-(1-cloroetil)-tioetere, è rimasta un'arma chimica iconica: agente vescicante, capace di deturpare chi ne veniva colpito.
Dimenticativi, se ci riuscite, dell'esito del processo (esseri umani devastati o morti): se state sviluppando un'arma chimica, il vostro agente deve essere disperso (nuvola di gas o di nebulizzato) e in modo localizzato (sul nemico).
Ma non deve essere disperso troppo, altrimenti si scende al di sotto della concentrazione capace di danneggiare il nemico (questo era il problema del cloro). L'iprite non è un gas, a temperatura ambiente, ma un liquido o un solido (visto che fonde a 14,4°C e bolle a 217°C a pressione atmosferica).
E quindi come fare a disperderlo sul bersaglio? Con proiettili esplodenti, che forniscono sia il calore che l'energia meccanica necessari a nebulizzarlo. Questa soluzione fu individuata dai tedeschi per il difosgene e la triste fama dell'iprite ci dice che fu riutilizzata per l'agente vescicante con lugubre successo a Ypres nel luglio 1917, quando bombardarono le linee inglesi con 50.000 proiettili caricati a gas mostarda. Nei successivi dieci giorni il bombardamento continuò, con un impiego totale di 2.500 tonnellate di iprite (The Airship Heritage Trust, http://www.airshipsonline.com/airships/ss/index.html, 18 July 2011)
Quindi se si parla del più famoso agente nervino, il Sarin, si parla di un problema tecnico più facilmente risolvibile: liquido a temperatura ambiente, punto di ebollizione 158°C a pressione atmosferica: una granata caricata a Sarin garantisce nebulizzazione e/o passaggio in fase vapore dell'agente offendente. Ma il Sarin è molto peggio dell'iprite (vedere immagine).
Per una serie di motivi variamente assurdi l'impiego meglio documentato di Sarin non riguarda un teatro bellico, ma un attacco terroristico: l'attentato alla metropolitana di Tokio del 1995 (https://it.wikipedia.org/.../Attentato_alla_metropolitana...).
Gli attentatori di Aum Shinrikyō entrarono nei treni con il liquido in involucri di plastica avvolti in fogli di giornale, li misero sul pavimento delle carrozze e li forarono con la punta di ombrelli che si erano portati.
Fate mente locale su questo punto: stiamo parlando di un metodo di delivery assolutamente inefficiente, che faceva affidamento sulla tensione di vapore del Sarin a temperatura ambiente (bassissima, 2,9 mmHg - ricordo che un'atmosfera corrisponde a 760 mmHg).
Eppure ci furono più di 6000 intossicati e 13 morti (probabilmente entrati in contatto diretto con il liquido): un evento che traumatizzò il Giappone.
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