mercoledì 3 aprile 2024

LE NUOVE REGOLE DELLA CENSURA (VECCHIA)

https://www.linterferenza.info/attpol/15923/

Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che  i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo:

Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per combattere contro queste multinazionali che, oltre a godere di privilegi fiscali inaccettabili, se ne  infischiano delle Costituzioni e delle leggi degli stati e impongono le loro regole credendosi al di sopra del diritto. E questo perché i governi glielo permettono.

E continuiamo con le premesse del discorso, contenute nell'articolo su La Fionda che viene citato:

Facciamo un passo indietro. Per chi non avesse seguito la vicenda, lo scorso 9 febbraio Meta ha annunciato che sulle sue piattaforme Instagram, Threads e Facebook verranno sistematicamente oscurati tutti «i contenuti politici, potenzialmente legati a temi quali le leggi, le elezioni o argomenti di natura sociale».

Interrogati da utenti e giornalisti sulla vaghezza preoccupante di una tale definizione, i portavoce di Meta hanno balbettato risposte ancora più fumose, spiegando che la lista nera degli argomenti riguarderà le «hard news (politica, esteri, salute economia, ndr)» e la «critica sociale» inquadrata come «contenuti che identificano un problema che influenza le persone ed è causato dall’azione o inazione degli altri, il che può includere questioni come le relazioni internazionali o il crimine». Tutto, sostanzialmente....

Con le nuove regole, queste pagine perderanno il 93% dei lettori.

E non basterà pubblicare qualche post politico-sociale in meno per scampare all’embargo. Meta ha specificato che non si limiterà a mettere nel mirino i singoli post, ma bersaglierà attivamente interi account, colpevoli di pubblicare «principalmente» contenuti politici o di critica sociale. Anche se per il momento non è stata così gentile da comunicare la soglia di contenuti “indesiderati” autorizzata – 40%, 50%, 60%? – né quale periodo di tempo verrà preso in esame per affibbiare il marchio di “Account politico-sociale” – negli ultimi 7 giorni, 30 giorni, 90 giorni?

Tutto ciò è l'ultima manifestazione di una tendenza che va avanti da anni, e non mi stupirei se le nuove regole venissero applicate con un certo grado di asimmetria (cioè favorendo un certo tipo di orientamenti politici a danno di altri). Non è difficile inserire questo giro di vite nelle varie manovre iniziate in vista delle prossime elezioni presidenziali USA (nonché, su scala minore, delle elezioni europee).

E vorrei ricordare un dettaglio: da anni gli appelli a privare di diritti l'avversario si sprecano. Mi ricordo bene i discorsi sull'epistocrazia che contenevano l'ipotesi di un patentino per votare, guarda caso prima delle elezioni politiche del 2018. Ma mentre privare qualcuno dei diritti politici è abbastanza complicato, levargli la voce è cosa molto più agibile. Ebbi una personale esperienza al riguardo e ci fu della bella gente che applaudì con entusiasmo alla notizia dell'oscuramento di questo blog. Correva l'anno 2019 e da tempo lo squadrismo virtuale era una realtà consolidata.

Oggi la situazione è assai peggiore. I successivi giri di vite della censura sono il segno di un terrore nei confronti degli "eccessi di democrazia" (sic) che cresce anno dopo anno e a cui le politiche emergenziali non hanno saputo rimediare, anzi - vedasi il risultato delle elezioni politiche del '22, scontato, ma so di prima mano che più di uno in casa PD era convinto che ne sarebbero usciti ancora una volta nella maggioranza di governo.

Cosa ci sia oggi sul piatto è visibile a chiunque: la posizione del paese nelle guerre in corso, nei confronti dei progetti di politica sanitaria globale, nei confronti delle agende economiche internazionali, quel che potrà succedere se dalle presidenziali americane non uscirà un POTUS dem. Che la risposta a tutto questo sia l'ennesimo giro di vite censorio non dovrebbe stupire, ma non è certo il caso di stare a guardare in silenzio. 

E comunque oggi i social media sono parte del problema, non della soluzione.

PS: Si è parlato di censura anche in casi di tutt'altro genere come se si trattasse esattamente della stessa cosa. Per esempio in questo caso:

https://www.adnkronos.com/cronaca/molinari-contestato-napoli-israele-gaza_6WVxCq9gblfolvunXVis5a

E mi viene in mente il lupo che accusa l'agnello nella favola di Esopo. Qualcuno può forse sostenere che Molinari in generale non riesca a far sentire la propria voce? Non credo. Se credete alla possibilità di un dibattito onesto con il direttore di Repubblica o con un suo congenere probabilmente avete vissuto gli ultimi cinque anni su un altro pianeta. Gli studenti che hanno contestato Molinari hanno esercitato un loro diritto: quello di non volere accogliere a casa loro la retorica che vuole confondere "stop al massacro" con "antisemitismo".



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