lunedì 23 settembre 2024

LA LIBERTA' NON E' MAI QUELLA DEGLI ALTRI

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ddlsicurezzacritiche

(Sarebbe stato bello se, unita, la società civile avesse a suo tempo espresso dubbi sul Green Pass - invece che tacere o dare addosso a chi i dubbi li sollevava)

Dopo un primo breve capitolo sull'etica della melma è davvero arrivato il momento di scriverne un secondo e più esteso, che parte da una considerazione del tutto personale. Figuratevi se in cinque anni di presenza su isocial di CS non ho visto direttamente chi si radicalizzava. E per qualche mese, la prima volta, ho giustificato: condizioni vissute come oppressive e senza via d'uscita portano alla radicalizzazione. Poi basta, però, e basta giustificare perché francamente i radicalizzati non solo stavano scassando più del dovuto a livello personale, ma sopratuttto perché si erano trasformati, politicamente, nell'esatta immagine speculare di quello che avversavano con tutto sé stessi. Quando in passato ho parlato di idiozia militante non mi sono mai riferito a una sola delle opposte fazioni. E se uno è idiota militante, lui ha diritto di esserlo e io quello di avversarlo o di non volerci avere niente a che fare. Ma partire da quello che potrei definire "il campo critico razionale" per abbracciare l'idiozia militante è tutta un'altra cosa e per me resta, se pur comprensibile, imperdonabile.

Il DDL Sicurezza è quello che è, l'ennesimo giro di vite e bello pesante: giro di vite sulla libertà di parola e sulla libertà di manifestare. Cioè una legge autoritaria e gravemente repressiva. Ma...

... ma basta farsi un giro per la websfera italiana per vedere che quel pezzo di destra che due anni fa a Roma manifestava contro il Green Pass oggi applaude al DDL. Cioè, loro avevano il pieno diritto di manifestare contro il Green Pass (un'inaudito  e arbitrario obbrobrio con 0 basi scientifiche), ma se quelli di Ultima Generazione vogliono metter su un blocco stradale è bene che vadano al gabbio (e questo detto da uno che non ha cambiato di una virgola la sua valutazone politica su Ultima Generazione). C'è storicamente almeno dagli anni 60 in Italia una estrema destra "piagnona", che tradizionalmente lamenta la censura subita e la violenza subita (senza però dir nulla sulla propria violenza agita, ovviamente), quindi niente di cui stupirsi. Quello che mi stupisce  invece è che quanto ad appoggi a questo indegno decreto l'area del conseno appaia più estesa e tutta ispirata a un sacro comandamento: "La libertà che conta è la mia, della tua non mi interessa anzi, meglio se non la hai". E dall'altra parte... abbiamo cumuli di materiale degli ultimi tre anni che dicono che dall'altra parte il comandamento è esattamente lo stesso. E già da prima di due anni fa ho perso il conto delle volte in cui gente più o meno dell'area "sinistra parlamentare" si produceva in sentiti appelli alla criminalizzazione del dissenso - il fenomeno è esteso, ma anche qua la considerazione parte da un'esperienza del tutto personale: la prima volta che qualcuno ha sostenuto che l'esistenza di una certa pagina fb configurasse un reato mi sono fatto una risata, alla sesta volta ho preso atto di una tendenza piuttosto chiara e ben definita - e il reato sarebbe stato un attentato al pubblico ordine ideale di fascistissima memoria, non più presente nel nostro ordinamento (per ora).

Per il resto posso dire solo che sono della vecchia scuola: per me la libertà garantita all'altro garantiva anche la mia, di libertà, e le minacce alla altrui libertà minacciavano la mia. E per quello che mi riguarda le cose non sono cambiate.

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