lunedì 28 ottobre 2024

LA CRITICA DELLE POLITICHE EMERGENZIALI E' DOVEROSA, MA...

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/22/vaccini-covid-e-essenziale-continuare-a-mettere-in-discussione-la-gestione-della-pandemia/7738660/

Durante la pandemia di Covid-19, la paura è stata spesso utilizzata in modo strumentale sia da chi ha sostenuto le misure più rigide di gestione della crisi, sia da coloro che ne hanno preso le distanze, alimentando un fronte del dissenso. Da una parte, i governi e le autorità sanitarie hanno utilizzato il timore del contagio e delle sue conseguenze più gravi per giustificare politiche restrittive, come lockdown, green pass e obblighi vaccinali, cercando di preservare la salute pubblica, ma creando un clima di allarme costante. Dall’altra, il fronte del dissenso ha fatto leva sulle paure legittime della popolazione riguardo agli effetti collaterali dei vaccini, amplificando i rischi in modo sproporzionato e spesso distorcendo i dati per spaventare oltre il dovuto. Questo duplice sfruttamento della paura ha avuto conseguenze profonde sulla società, polarizzando il dibattito pubblico e creando confusione. Il terrorismo psicologico sul rischio di infezione da una parte, e quello sui rischi dei vaccini dall’altra, hanno reso difficile un confronto equilibrato e basato su evidenze scientifiche.

Già.

C'è chi si chiede per quale motivo si continui a discutere della gestione italiana dell'emergenza COVID19 a quattro anni di distanza. E magari lo fa mentre depreca le presenti "centinaia" di morti per COVID in Italia. Quando si dice la coerenza.

Il motivo per continuare a riflettere sulla gestione italiana dell'emergenza COVID19 dovrebbe essere abbastanza evidente: nell'ultimo anno sono state ventilate, più meno in ordine temporale, emergenza HPV, emergenza morbillo, emergenza Mpox - quindi discutere della gestione italiana della pandemia dovrebbe (e sottolineo il condizionale) evitare che al prossimo giro emergenziale, quale e quando sia, sia ripercorsa esattamente la stessa strada.

Detto questo, credo che si possa discutere e riflettere all'infinito e che sia una ottima cosa, ma comunque la prossima emergenza, quando si verificherà, sarà gestita esattamente nello stesso modo, perché un sistema come l'attuale sistema italiano è destinato a perpetrare i propri errori e le proprie storture. La mia ipotesi è che le istituzioni italiane siano inemendabili. Forse ho ragione, forse no: lo vedremo al prossimo giro. 

Il problema è che, a piacere e come conveniva, con l'emergenza pandemica l'uso perlopiù distorto di "verità" ha avvelenato i pozzi fin dall'inizio. Circolavano almeno tre o quattro "verità scientifiche" o pseudoscientifiche, compresa quella invocata dal governo in carica con il suo ministro della Sanità. Ed erano tutte in conflitto tra loro: le "verità scientifiche" dei vaccini che prevenivano il contagio, "verità" inconsistenti, guardando i dati - e se i produttori dei vaccini avessero ritenuto buoni certi articoli pubblicati li avrebbero subito inclusi in una cartella da portare a FDA e EMA per modificare le indicazioni del prodotto con "previene la trasmissione del virus": guarda caso niente del genere è successo. Qualcuno pensa che non ne avessero bisogno? Peccato che Pfizer abbia concluso il '23 con 4 miliardi in meno di quanto atteso (e il boom del suo fatturato era fatto di vaccini e antivirali anticovid).

Dall'altra parte le "verità" di Montagnier, Scoglio Stramezzi e compagnia scazzante: il virus sintetico, il virus che non esiste, il virus non isolato. l'ivermectina, l'idrossiclorochina etc. "Verità" che non avevano nessuna difficoltà di convivenza, anche se l'una contraddiceva l'altra.

Questa dicotomia ha plasmato non unicamente gli anni della pandemia, in Italia e non solo, ma anche quelli precedenti. Perché in qualche modo vero/falso viene visto come meno arbitraria di "Giusto", "Ingiusto". Giusto/ingiusto è dominio dell'etica, della politica e infine della legge. Poi, la legge è soggetta a interpretazioni. Nella temperie asfissiante di questi tempi "vero" è l'indiscutibile fondamento del "giusto". E' una cosa archetipica, Salomone nel giudicare il caso delle due donne che si litigano un figlio prima appura la verità con uno strattagemma e poi sentenzia: la giustizia procede dalla verità. E quanto alla legge, le Tavole della Legge provengono da Dio in persona.

Al contrario, materialisticamente e più efficacemente, possiamo ritenere che le leggi siano un prodotto del processo storico, determinate dalla dialettica tra poteri. E che "vestirle" di verità sia un'operazione propagandistica. Però un'azione razionale e efficace non ha bisogno di "verità", ma di dati attendibili e statisticamente solidi, cioè quelli che perlopiù sono mancati nei due anni di pandemia.Vorrei umilmente ricordare che le evidenze scientifiche riguardano quello che è più o meno probabile  e questo è quanto. Ciò a cui abbiamo assistito in tempi di COVID è stato uno scontro tra inverosimile e assolutamente improbabile, nel discorso pubblico e istituzionale giù fino alla normativa emergenziale. E per chi si opponeva invece di parlare di "verità" (spesso "verità" deliranti) sarebbe stato molto più semplice ed efficace ribadire che essere privati di stipendio e lavoro a causa di una legittima scelta individuale era semplicemente un'arbitrio ingiusto e autoritario. Ma, come sempre, quella che conta di più è la "verità": la tua verità, la sua verità etc. etc.

 


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